Alessandro
Esposito, pastore della Chiesa valdese
di Trapani e Marsala nega la Trinità e la Divinità di Gesù Cristo |
Alessandro Esposito
In un intervento dal
titolo ‘Ma Gesù è Dio?’ postato sul forum della Chiesa Valdese di Trapani, il
pastore Alessandro Esposito, nel rispondere ad un certo Enzo in merito alla
divinità di Gesù Cristo, dice quanto segue (ho evidenziato in giallo le parti
fondamentali): |
Carissimo Enzo, |
le domande che poni
sono interessantissime. Con pieno diritto, chiedi: “Ma se Gesù è Dio, allora
Dio è ebreo?”. Aggiungi poi: “Ma nei vangeli non sta scritto che Gesù (e
quindi, mantenendo il presupposto che egli sia Dio, Dio stesso) ha fondato la
chiesa”? Cercherò di fornire qualche spunto di riflessione a partire da
questi due interrogativi, partendo dal secondo di essi, rispetto al quale
abbiamo già discusso in più circostanze. |
1.Dunque: nei vangeli
sta scritto che Gesù ha fondato la chiesa? No, non sta scritto. È un dato assodato,
ormai, quello secondo cui il cristianesimo delle origini prese a distinguersi
soltanto progressivamente dall'ebraismo, del quale costituisce una
interpretazione divergente rispetto a quella proposta dall'ortodossia
giudaica contemporanea, legata al tempio di Gerusalemme ed al suo sacerdozio.
Gesù riprende tradizioni ebraiche, in particolare quella profetica e, ancor
più specificamente, la tradizione di Isaia, il profeta le cui parole
compaiono più volte sulla sua bocca all'interno dei vangeli sinottici (Marco,
Matteo e Luca). Gesù, potremmo dire, “non inventa nulla”: di certo, però,
reinterpreta la tradizione in un modo originale e, per molti versi,
“eversivo” (così come era eversivo per antonomasia l'annuncio profetico).
Gesù, allo stesso modo dei profeti, annuncia la vicinanza di Dio ai
diseredati e si oppone ai poteri costituiti (politici e religiosi,
profondamente collusi). La sua condanna alla morte di croce (questo deve
essere chiaro) è il frutto della sua polemica con l'establishment sacerdotale
di Gerusalemme, NON CON IL POPOLO EBRAICO: anche soltanto per il semplice
fatto che non soltanto Gesù, ma persino tutte le sue prime discepole e i suoi
primi discepoli erano ebrei (sia pure ebrei di Galilea, quindi ebrei non
legati al giudaismo sacerdotale del tempio diffuso a Gerusalemme e nella
Giudea). Gesù è, come bene lo definisce il grande esegeta cattolico Meier,
“un ebreo marginale”; dunque “eterodosso”, “non allineato”. Ma pur sempre,
comunque, ebreo. La chiesa cristiana nacque più tardi: originariamente, con
ogni probabilità, il MOVIMENTO (perché di questo si trattava, non di
un'istituzione) cristiano delle origini si autointerpretò, potremmo dire,
come una “riforma dell'ebraismo”. E qui sorge il problema: per il
cristianesimo storico, intendo, non certo per Gesù, né per il movimento
cristiano dei primi tre secoli. |
2.Ed il problema,
caro Enzo, è proprio quello che sollevi tu: “Ma Gesù è Dio”? Secondo la
maggior parte delle chiese cristiane (inclusa quella valdese) sì. Vi sono,
effettivamente, dei passi del Nuovo Testamento che possono far propendere per
questa risposta. Il problema, però, è un altro. Vi sono infatti (e sono molti
di più) altri passi neotestamentari attraverso i quali si comprende
chiaramente che Gesù non è presentato né predicato come Dio. È un dato di
fatto, non un'ipotesi di lavoro. Procediamo, allora, ad alcuni chiarimenti,
che mi paiono quanto mai opportuni. |
Le testimonianze del
Secondo Testamento non sono affatto univoche circa la nostra domanda: e
questo per un motivo assai semplice: i testi che vengono a comporre il canone
neotestamentario sorgono in luoghi e periodi tra loro assai distinti e
distanti. La teologia sottesa dal vangelo secondo Marco, non è la stessa che
si può ricavare dalla lettura attenta del vangelo secondo Giovanni o dallo
studio dell'epistolario paolino. In estrema sintesi, si può riscontrare che NON VI E' ALCUNA TESTIMONIANZA
RICONDUCIBILE AI SINOTTICI (Marco, Matteo, Luca) ATTRAVERSO CUI SI POSSA
RICONOSCERE CHE GESU' E' DIO. TUTTE LE AFFERMAZIONI CHE AVALLANO TALE
INTERPRETAZIONE SONO RISCONTRABILI ESCLUSIVAMENTE IN GIOVANNI E NELL'APOSTOLO
PAOLO. Questo, lo ripeto, per il semplice fatto che non si può parlare di una
“teologia” del Secondo Testamento ma, soltanto, di “teologie”, al plurale, le
quali restituiscono riflessioni, sensibilità, percorsi comunitari tra loro
diversi (non incompatibili: diversi). |
La confessione dei
primi cristiani dell'area palestinese (quella in cui Gesù visse e predicò) è
quella secondo cui Gesù è “il messia” (christòs, traduzione greca
dell'ebraico mashiah) mandato da Dio ad Israele (prima) e (attraverso
Israele, poi) a tutti i popoli; e, in secondo luogo, quella che attesta che
Gesù è il figlio di Dio (e
non, come divenne in seguito, il “Dio figlio”: sono due cose profondamente
diverse). Nessuna identità (che del resto escluderebbe una relazione)
tra Padre e figlio: del resto (e anche questo è un fatto, vangeli alla mano)
GESU' NON PREDICO' MAI SE STESSO, bensì l'evangelo del Regno secondo la
volontà del Padre (a cui ogni suo insegnamento rinvia). |
La cosiddetta “confessione di fede trinitaria” non è
biblica, ma ecclesiastica: la stabilirono i concili del
cristianesimo tardo-antico, in particolare quello di Nicea (nel 325) e, in
maniera (per così dire) definitiva il concilio di Calcedonia (nel 451). Come
si può notare, siamo in date assai distanti dalla predicazione di Gesù e
dalla nascita del movimento cristiano delle origini. Ma, ancora una volta, il
problema è un altro: quello di ordine cronologico, infatti, è secondario
rispetto a quello di natura POLITICA. Le decisioni assunte dai primi concili
ecumenici, di fatto, godettero dell'appoggio dei poteri costituiti e
rivestirono la chiara funzione di strumenti di controllo sociale. Ciò che
venne deciso in ambito conciliare, pertanto, non si afferma a causa della sua
verità (argomento sempre discutibile e tanto spesso abusato), ma a causa
della sua convenienza: l'eresia, del resto, è sempre definita tale dalla
posizione che storicamente si afferma e che si autoproclama, in tal modo,
“ortodossa”. |
Il cristianesimo
storico ha una pessima abitudine: dimentica con eccessiva facilità il fatto
che, in realtà, esso discende da un eretico e non da un ortodosso: anzi,
l'ortodossia del tempo condannò Gesù. Ironia della sorte (amara ironia, in
verità): il cristianesimo è divenuto, da movimento di perseguitati,
istituzione di persecutori. |
Il primo tradimento
del cristianesimo (come annuncio evangelico) fu la chiesa come istituzione e
le decisioni che essa assunse come “normative”. |
Per questo, e
concludo, la questione cosiddetta dell'antitrinitarismo risorge sempre in
seno al cristianesimo, ed è destinata a non estinguersi mai del tutto. Le
ragioni fondamentali di questo destino ineluttabile sono due: in primo luogo,
la tesi antitrinitaria
ha un fondamento biblico; in secondo luogo l'ortodossia ha sempre
cercato di estirpare tale tesi non mediante gli argomenti, ma con la
violenza. La quale, si sa, si utilizza in mancanza di argomenti. Per questo
la violenza non ha mai convinto nessuno, ma soltanto costretto molti: o alla
ritrattazione, o alla persecuzione. |
Pertanto, caro Enzo, credo che si possa essere
cristiani anche senza essere trinitari: e questo prendendo a fondamento le
Scritture. Attenzione: non dico che si debba esserlo, che chi è
trinitario sia “in errore” (finirei per commettere la medesima violenza che
denuncio). Intendo soltanto dire che un cristianesimo non trinitario dovrebbe avere diritto
di cittadinanza nelle chiese, perché attestato dalle Scritture: è difficile
non ammettere, infatti, che molti dei cristiani del primo secolo (almeno)
erano quasi sicuramente monoteisti e proclamavano la loro fede in Gesù
“messia e figlio di Dio” (vangelo secondo Marco, capitolo 1, versetto 1). |
Dio, pertanto, caro
Enzo, non è “ebreo”: però, sì, è il Dio del popolo ebraico e (poi) anche Dio
nostro. Siamo debitori della nostra fede e dei suoi fondamenti al popolo
ebraico, in tutto e per tutto: e il Dio biblico, il Dio che confessiamo, è il
Dio che si è rivelato ad Israele, accompagnandone le sofferte vicende di cui
spesso anche noi chiese cristiane ci siamo rese responsabili. |
Un saluto affettuoso |
Il pastore della
chiesa valdese di Trapani e Marsala |
Alessandro Esposito |
Tratto da: http://www.chiesavaldesetrapani.com/forum-pubblico/forum-chiesa-valdese/382-ma-gesu-e-dio.html#382 |
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Confutazione ------------------ |
Ora, le affermazioni di questo pastore, che in maniera inequivocabile negano la Trinità e la divinità del nostro Signore Gesù Cristo, sono eretiche, e quindi vanno rigettate. Il concetto di un Dio Uno e Trino, quindi di una Divinità Unica ma composta dalla persona del Padre, da quella del Figlio e da quella dello Spirito Santo, che sono tutte e tre Divinità, è ampliamente dimostrato nelle Scritture. Qui di seguito vi trascrivo il mio insegnamento sulla Trinità, affinché possiate rendervi conto da voi stessi di quello che dico, e affinché possiate guardarvi da tutti quei cosiddetti Evangelici che al pari di questo pastore dicono queste menzogne e nello stesso tempo turargli la bocca. |
Sulla
Trinità La
Divinità è composta da Dio Padre, dal suo Figliuolo Gesù Cristo, e dallo
Spirito Santo. Questa dottrina viene comunemente denominata la dottrina della
Trinità ed è una dottrina molto importante che nel passato fu attaccata ed è
tuttora attaccata da molte sètte, e possiamo dire è alla base della nostra
fede. Prima di passare a dimostrare la Trinità con le Scritture voglio dire
qualche parola su questo termine non presente nelle sacre Scritture. Il
termine Trinità deriva dal latino Trinitas che significa ‘la riunione di
tre’, una parola coniata da Tertulliano di Cartagine (uno dei cosiddetti
padri della Chiesa), alla fine del secondo secolo dopo Cristo, per illustrare
il concetto che la Divinità è composta da Tre persone divine, ossia il Padre,
il Figliuolo e lo Spirito Santo. Il fatto dunque che la parola Trinità non
sia presente nelle Scritture è relativo, perché come abbiamo già visto e come
vedremo meglio fra poco il concetto di un Dio trino è abbondantemente
presente nelle Scritture. Per fare un paragone con il nome di un’altra
dottrina biblica non presente (il nome) nella Bibbia è come dire che nella
Bibbia quantunque non sia presente l’espressione ‘l’immortalità dell’anima’
vi è chiaramente presente il concetto dell’immortalità dell’anima. E così
nella Bibbia quantunque non ci sia la parola Trinità c’è il concetto della
Trinità. |
Passi della Scrittura
attestanti il concetto della Trinità |
"Allora
Gesù dalla Galilea si recò al Giordano da Giovanni per esser da lui
battezzato. Ma questi vi si opponeva dicendo: Son io che ho bisogno d’esser
battezzato da te, e tu vieni a me? Ma Gesù gli rispose: Lascia fare per ora;
poiché conviene che noi adempiamo così ogni giustizia. Allora Giovanni lo
lasciò fare. E Gesù, tosto che fu battezzato, salì fuor dell’acqua; ed ecco i
cieli s’apersero, ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e
venir sopra lui. Ed ecco una voce dai cieli che disse: Questo é il mio
diletto Figliuolo nel quale mi son compiaciuto" (Matt. 3:13-17). In
questo evento che si verificò al Giordano vediamo il Padre che parlò dal
cielo, il Figliuolo che era sulla terra che fu battezzato da Giovanni, e lo
Spirito Santo che discese su lui in forma corporea a guisa di colomba. |
Gesù disse ai
suoi discepoli: "Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti. E io
pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi
in perpetuo, lo Spirito della verità..." (Giov. 14:16-17). Gesù, mentre
era ancora sulla terra con i suoi discepoli, era il Consolatore che Dio aveva
mandato per consolare quelli che facevano cordoglio, ma siccome Egli doveva
tornare al Padre che lo aveva mandato, pregò il Padre di dare ai suoi
discepoli un altro Consolatore, appunto lo Spirito Santo il quale sarebbe
rimasto con loro per sempre. Il Padre quindi, supplicato dal suo Figliuolo,
ha mandato lo Spirito della verità per supplire alle necessità che si vennero
a creare con la dipartenza del suo Figliuolo. Il concetto della trinità è
evidente nelle parole di Gesù. |
Gesù, prima di
essere assunto in cielo, disse ai suoi discepoli: "Andate dunque,
ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo
e dello Spirito Santo...." (Matt. 28:19). Il battesimo in acqua, che
ricordiamo non purifica dai peccati perché è la richiesta di una buona
coscienza fatta a Dio, deve essere ministrato nel nome del Padre e del
Figliuolo e dello Spirito Santo. Il Signore non avrebbe mai comandato una
simile cosa se Lui, il Padre e lo Spirito Santo non fossero stati uno. |
Paolo dice ai Romani:
"E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in
voi, Colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i
vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi" (Rom.
8:11). In queste parole troviamo Dio Padre che ha risuscitato Gesù; il
Figliuolo che é stato da Lui risuscitato; e lo Spirito Santo che Egli ha
mandato nei nostri cuori. Anche qui il concetto della trinità é espresso in
maniera chiara. |
Paolo, al
termine di una delle sue epistole ai Corinzi, scrisse: "La grazia del
Signor Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano
con tutti voi" (2 Cor. 13:13). Anche qui le tre persone sono nominate
distintamente, ma benché ciò sono una stessa cosa. |
Paolo agli
Efesini dice: "V’è... un unico Spirito...V’è un solo Signore... un Dio
unico e Padre di tutti, che é sopra tutti, fra tutti ed in tutti" (Ef.
4:4,5,6). Anche da queste parole comprendiamo come le tre persone divine di
cui é composta la Divinità, sono distinte tra loro ma unite tra loro in
perfetta unità. |
Paolo disse ai
Corinzi: "Or vi é diversità di doni, ma v’è un medesimo Spirito. E vi é
diversità di ministerî, ma non v’è che un medesimo Signore. E vi é varietà di
operazioni, ma non v’è che un medesimo Iddio, il quale opera tutte le cose in
tutti" (1 Cor. 12:4-6). Notate come Paolo menziona prima lo Spirito, poi
il Signore Gesù Cristo e poi Dio. Anche queste sue parole fanno capire come
queste tre persone divine, benché distinte l’una dall’altra, sono uno stesso
Dio. |
La Scrittura
condanna le tre bestemmie indirizzate a tutte e tre le persone della
Divinità. Chi bestemmia il nome di Dio si rende colpevole di un peccato
perché é scritto: "Non bestemmierai contro Dio" (Es. 22:28); anche
chi bestemmia contro il Figliuol dell’uomo e contro lo Spirito Santo si rende
colpevole di un peccato. Ma il fatto é che mentre coloro che bestemmiano
contro Dio e contro il Figliuol dell’uomo possono essere perdonati, chi
bestemmia contro lo Spirito Santo non può ottenere la remissione del suo
peccato, perché Gesù disse: "Ai figliuoli degli uomini saranno rimessi
tutti i peccati e qualunque bestemmia avranno proferita; ma chiunque avrà
bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha remissione in eterno, ma é reo
d’un peccato eterno" (Mar. 3:28-29). Queste parole del Signore ci fanno
capire come lo Spirito Santo sia una persona divina distinta dal Figliuolo di
Dio e dal Padre; per questo noi quando parliamo del Figliuolo non parliamo
dello Spirito Santo e viceversa; e perché quando parliamo del Padre non
parliamo né del Figliuolo e né dello Spirito Santo, appunto perché i tre sono
differenti. Per farvi capire questo concetto vi parlo in questa maniera: noi
non possiamo dire che il Padre del nostro Signore Gesù Cristo é morto sulla
croce per i nostri peccati, perché questo non corrisponde al vero, infatti la
Scrittura dice che Cristo, il Figlio di Dio, morì sulla croce, e non il
Padre. Noi non possiamo dire neppure che lo Spirito Santo sia morto per i
nostri peccati perché anche questo non é vero. Noi non possiamo dire neppure
che lo Spirito Santo battezza con lo Spirito Santo perché la Scrittura
attesta che è Cristo che battezza con lo Spirito Santo e con il fuoco. Però,
benché dobbiamo nominare separatamente il Padre, il Figliuolo e lo Spirito
Santo, e le loro caratteristiche, pure sappiamo che i tre sono una stessa
cosa. Fratelli, ci troviamo davanti ad un mistero, per questo le nostre
parole non riescono a spiegarlo. |
Ed a
proposito di misteri, a riguardo della Trinità che non è comprensibile alla
mente umana, alcuni dicono che Dio non può essere onorato da un concetto che
‘nessuno capisce’ e che i cristiani devono conoscere l’Iddio che adorano per
cui non c’è spazio per i misteri! Questi sono vani ragionamenti che son fatti
da persone che dimenticano che Tsofar di Naama disse: "Puoi tu
scandagliare le profondità di Dio? arrivare a conoscere appieno
l’Onnipotente? Si tratta di cose più alte del cielo... e tu che faresti? di
cose più profonde del soggiorno de’ morti... come le conosceresti?"
(Giob. 11:7-8); parole queste che si possono benissimo applicare anche al
concetto di Dio trino. No, non è vero che non c’è spazio per i misteri;
perché lo spazio dedicato ai misteri attorno a Dio, alla sua natura e al suo
modo di agire c’è ed è vasto. Ma quantunque ci siano dei misteri divini a noi
non rivelati pure noi siamo pienamente consci di avere conosciuto Dio perché
Giovanni dice: "Figliuoletti, v’ho scritto perché avete conosciuto il Padre"
(1 Giov. 2:14); ed anche: "Chiunque ama è nato da Dio e conosce
Iddio" (1 Giov. 4:7). E’ evidente però che questo non significa che per
noi tutto è chiaro e non rimangano più dei misteri che riguardano Dio perché
è altresì scritto: "Noi conosciamo in parte" (1 Cor. 13:9) ed anche
che "ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro" (1 Cor.
13:12). Ma viene il giorno in cui conosceremo appieno come anche siamo stati
appieno conosciuti. A Dio sia la gloria in eterno. Amen. |
Gesù
nei giorni della sua carne fece menzione della perfetta unità che vi era tra
di lui e il Padre in diverse maniere. Egli disse: "Io ed il Padre siamo
uno" (Giov. 10:30); "Nella vostra legge é scritto che la
testimonianza di due uomini é verace. Or son io a testimoniar di me stesso, e
il Padre che mi ha mandato testimonia pur di me" (Giov. 8:17-18);
"Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre é in me" (Giov.
14:11); "Le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa similmente.
Poiché il Padre ama il Figliuolo, e gli mostra tutto quello che Egli fa; e
gli mostrerà delle opere maggiori di queste, affinché ne restiate
maravigliati. Difatti, come il Padre risuscita i morti e li vivifica, così
anche il Figliuolo vivifica chi vuole. Oltre a ciò, il Padre non giudica
alcuno, ma ha dato tutto il giudicio al Figliuolo, affinché tutti onorino il
Figliuolo come onorano il Padre" (Giov. 5:19-23); "Perché come il
Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figliuolo d’aver vita in se
stesso; e gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figliuol
dell’uomo" (Giov. 5:26-27); "Chi crede in me, crede non in me, ma
in Colui che mi ha mandato; e chi vede me, vede Colui che mi ha mandato"
(Giov. 12:44-45); "Se m’aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio
Padre" (Giov. 14:7); "Niuno conosce appieno il Figliuolo, se non il
Padre; e niuno conosce appieno il Padre, se non il Figliuolo" (Matt.
11:27); "Tutte le cose che ha il Padre, son mie" (Giov. 16:15);
"E io ho dato loro la gloria che tu hai dato a me, affinché siano uno
come noi siamo uno; io in loro, e tu in me" (Giov. 17:22-23). Per
spiegare questa perfetta unione e collaborazione che esisteva ed esiste
tuttora fra il Figliuolo ed il Padre metteremo ora a confronto fra loro alcuni
passi della Scrittura. |
Gesù parlò ai
Giudei della sua risurrezione in questa maniera: "Disfate questo tempio,
e in tre giorni lo farò risorgere" (Giov. 2:19), facendo capire che lui
stesso avrebbe risuscitato il suo corpo dopo che esso sarebbe stato ucciso;
mentre Pietro disse ai Giudei: "Uccideste il Principe della vita, che
Dio ha risuscitato dai morti" (Atti 3:15), facendo chiaramente capire
che fu Dio a fare risorgere il corpo di Cristo Gesù. |
Gesù, quando
promise ai suoi discepoli lo Spirito Santo, disse: "Ma il Consolatore,
lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni
cosa" (Giov. 14:26), ed anche: "Ma quando sarà venuto il
Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che
procede dal Padre, egli testimonierà di me" (Giov. 15:26), facendo
capire chiaramente che lo Spirito Santo sarebbe stato mandato sia dal Padre
che dal Figliuolo (rimane il fatto però che lo Spirito Santo procede dal
Padre come disse lo stesso Gesù). |
Gesù disse, parlando
delle sue pecore: "Io do loro la vita eterna" (Giov. 10:28), e
nella preghiera che rivolse al Padre disse: "Padre, l’ora é venuta;
glorifica il tuo Figliuolo, affinché il Figliuolo glorifichi te, poiché gli
hai data potestà sopra ogni carne, onde egli dia vita eterna a tutti quelli
che tu gli hai dato" (Giov. 17:1-2), facendo chiaramente capire che chi
dona la vita eterna é lui. Paolo invece dice ai Romani: "Il dono di Dio
è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore" (Rom. 6:23), e Giovanni
dice: "Iddio ci ha data la vita eterna" (1 Giov. 5:11), facendo
ambedue capire chiaramente che è Dio a dare la vita eterna. Possiamo dunque
dire che la vita eterna la dà sia il Padre che il Figliuolo. |
Gesù disse:
"Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il
Figliuolo e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo
giorno" (Giov. 6:40). Notate che Gesù qui ha detto che sarà lui a
risuscitare noi che abbiamo creduto in lui. Ma è altresì scritto che sarà Dio
a risuscitarci infatti Paolo ai Corinzi disse: "E Dio, come ha
risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua
potenza" (1 Cor. 6:14). |
Paolo dice ai
Romani: "... fra i quali Gentili siete voi pure, chiamati da Gesù
Cristo.." (Rom. 1:6). Quindi colui che ci ha chiamati è Cristo. Ma
sempre Paolo dice più avanti in questa epistola che quelli che Dio ha
preconosciuti "li ha pure predestinati ad esser conformi all’immagine
del suo Figliuolo, ond’egli sia il primogenito fra molti fratelli; e quelli
che ha predestinati, li ha pure chiamati..." (Rom. 8:29-30). Quindi noi
siamo stati chiamati da Dio e da Cristo Gesù. |
Paolo dice a
Timoteo: "Io rendo grazie a colui che mi ha reso forte, a Cristo Gesù,
nostro Signore, dell’avermi egli reputato degno della sua fiducia, ponendo al
ministerio me..." (1 Tim. 1:12). Questo significa che Paolo fu approvato
da Cristo che lo stimò degno della sua fiducia affidandogli il ministerio
della Parola. Lo stesso apostolo dice ai Tessalonicesi: "... siccome
siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare
l’Evangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i
nostri cuori" (1 Tess. 2:4). Quindi lui era stato approvato da Dio e da
Cristo Gesù. |
Paolo disse
agli anziani di Efeso: "Ma io non fo alcun conto della vita, quasi mi
fosse cara, pur di compiere il mio corso e il ministerio che ho ricevuto dal
Signor Gesù..." (Atti 20:24). Quindi fu Cristo a stabilirlo ministro del
Vangelo, e questo lo confermò anche a Timoteo quando gli disse che lui
rendeva grazie a Cristo che lo aveva reputato degno della sua fiducia ponendo
al ministerio lui che prima era stato un bestemmiatore, un persecutore e un
oltraggiatore (cfr. 1 Tim. 1:12-13). Ma ai Colossesi Paolo dice che fu Dio a dargli
il ministerio: ‘... io sono stato fatto ministro, secondo l’ufficio datomi da
Dio per voi di annunziare nella sua pienezza la parola di Dio" (Col.
1:25). |
I
seguenti esempi mostrano come il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo
operano tutte le cose assieme e di comune accordo. |
L’uomo fu
creato dal Padre, dal Figliuolo e dallo Spirito Santo. |
Nel libro
della Genesi, a riguardo della creazione dell’uomo, troviamo scritto:
"Poi Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra
somiglianza..." (Gen. 1:26). Queste parole mostrano come Dio, quando
parlò, usò il verbo al plurale e non al singolare infatti egli non disse:
‘Farò’, ma bensì: "Facciamo". Con chi parlò? Con gli angeli forse?
Affatto, perché essi sono delle creature. Egli parlò con la Parola che era
con Lui, e con lo Spirito eterno che era altresì con Lui. |
Dio, la
Parola e lo Spirito Santo ci hanno formato nel seno di nostra madre. |
Davide
dice a Dio: "Poiché sei tu che hai formato le mie reni, che m’hai
intessuto nel seno di mia madre...." (Sal. 139:13). Elihu disse a
Giobbe: "Lo Spirito di Dio mi ha creato..." (Giob. 33:4). Giovanni
dice che "ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei" (Giov. 1:3)
riferendosi alla Parola di Dio; e quindi noi siamo stati formati dalla Parola
di Dio nel seno di nostra madre. |
L’apostolo
Paolo fu mandato a predicare da Dio Padre, dal Figliuolo e dallo Spirito
Santo. |
A
Tito, l’apostolo Paolo dice: "Paolo, servitor di Dio e apostolo di Gesù
Cristo per la fede degli eletti di Dio e la conoscenza della verità che é
secondo pietà, nella speranza della vita eterna la quale Iddio, che non può mentire,
promise avanti i secoli, manifestando poi nei suoi proprî tempi la sua parola
mediante la predicazione che é stata a me affidata per mandato di Dio, nostro
Salvatore..." (Tito 1:1-3), facendo intendere che egli fu mandato a
predicare da Dio Padre. Ai Corinzi lo stesso apostolo dice: "Cristo non
mi ha mandato a battezzare ma ad evangelizzare..." (1 Cor. 1:17),
facendo capire che lui fu mandato a predicare ai Gentili dal Figliuolo di
Dio. Se poi a questi passi si aggiunge quello che dice: "Essi [Barnaba e
Saulo] dunque, mandati dallo Spirito Santo, scesero a Seleucia, e di là
navigarono verso Cipro" (Atti 13:4) allora noteremo come furono tutti e
tre, cioè il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo, che di comune accordo
mandarono Paolo a predicare l’Evangelo ai Gentili. |
Per ciò che
concerne la nostra salvezza dobbiamo dire che i tre, cioè il Padre, il
Figliuolo e lo Spirito Santo, hanno operato assieme in perfetta
collaborazione. |
Il
Padre ha mandato lo Spirito Santo secondo che è scritto: ".. lo Spirito
Santo, che il Padre manderà nel mio nome..." (Giov. 14:26), il quale ci
ha convinti quanto al peccato, alla giustizia ed al giudizio secondo che é
scritto: "E quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato,
alla giustizia, e al giudizio" (Giov. 16:8); poi Egli ci ha attratti al
Figliuolo secondo che disse Gesù: "Niuno può venire a me se non che il
Padre, il quale mi ha mandato, lo attiri" (Giov. 6:44), ed anche:
"Tutto quel che il Padre mi dà, verrà a me" (Giov. 6:37); ed il
Figliuolo ci ha salvati dai nostri peccati secondo che é scritto:
"Cristo ci ha affrancati perché fossimo liberi" (Gal. 5:1). |
Il processo
di trasformazione all’immagine del Figliuolo di Dio che é cominciato in noi e
che sta tuttora proseguendo è compiuto da tutte e tre le persone della Deità,
nessuna esclusa. |
Ecco i
passi che lo confermano. Paolo ai Filippesi dice: "Dio è quel che opera
in voi il volere e l’operare, per la sua benevolenza" (Fil. 2:13). Ai
Corinzi egli dice: "Cristo che verso voi non é debole, ma é potente in
voi" (2 Cor. 13:3), e sempre ai Corinzi dice: "E noi tutti,
contemplando a faccia scoperta, come in uno specchio, la gloria del Signore,
siam trasformati nella stessa immagine, di gloria in gloria, come per lo
Spirito del Signore" (2 Cor. 3:18 Diod.). |
L’opera di
santificazione è compiuta da Dio Padre, dal Figliuolo e dallo Spirito Santo.
|
Le
seguenti Scritture lo confermano: Paolo dice ai Tessalonicesi: "Or
l’Iddio della pace vi santifichi Egli stesso completamente..." (1 Tess. 5:23).
Lo scrittore agli Ebrei afferma: "Poiché e colui che santifica [Cristo]
e quelli che son santificati, provengon tutti da uno..." (Ebr. 2:11).
Pietro dice nella sua epistola che noi siamo stati "eletti secondo la
prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito..." (1
Piet. 1:2). |
Per ciò che
concerne la guida dobbiamo dire che siamo guidati da Dio, dal suo Cristo e
dallo Spirito Santo. |
Le
seguenti Scritture lo confermano. Nei Salmi è scritto di Dio : "Poiché
questo Dio è il nostro Dio in sempiterno; egli sarà la nostra guida fino alla
morte" (Sal. 48:14). In Matteo, Gesù dice: "E non vi fate chiamar
guide, perché una sola è la vostra guida, il Cristo" (Matt. 23:10). In
Giovanni é scritto: "Ma quando sia venuto lui, lo Spirito della verità,
egli vi guiderà in tutta la verità" (Giov. 16:13). |
Noi
credenti riconosciamo di conoscere in parte, riconosciamo che la conoscenza
di questo mistero è troppo alta per noi, tanto alta che noi non ci possiamo
arrivare; a ciascuno di noi la Scrittura dice tuttora: "Puoi tu
scandagliare le profondità di Dio? arrivare a conoscere appieno
l’Onnipotente? Si tratta di cose più alte del cielo...e tu che faresti? di
cose più profonde del soggiorno de’ morti...come le conosceresti? La lor misura
è più lunga della terra, più larga del mare" (Giob. 11:7-9). Siamo in
grado, per ora, solo di esaminare le Scritture che parlano del Padre, del
Figliuolo e dello Spirito Santo, ma non siamo in grado di spiegare come i tre
sono una stessa cosa. Noi non abbiamo tre dii, perché noi non siamo
politeisti come lo sono tante popolazioni sulla terra; ma noi abbiamo un solo
Dio, in Lui crediamo, Lui conosciamo, Lui amiamo, Lui serviamo, Egli é
l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo; abbiamo pure un solo Signore,
il Figlio di Dio; ed abbiamo pure un unico Spirito nei nostri cuori, quello
eterno del nostro Dio per il quale gridiamo: Abba! Padre! Queste tre persone
sono Dio ab eterno in eterno. Amen. |
Ora
vediamo delle Scritture dalle quali si comprende che in noi figliuoli di Dio
dimorano sia il Padre che il Figliuolo che lo Spirito Santo. |
La Parola
attesta che Dio il Padre dimora in noi con queste parole. |
Gesù
disse: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà,
e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui" (Giov. 14:23). |
Giovanni
dice: "Chi confessa che Gesù é il Figliuol di Dio, Iddio dimora in lui,
ed egli in Dio" (1 Giov. 4:15). Paolo dice: "Poiché noi siamo il
tempio dell’Iddio vivente, come disse Iddio: Io abiterò in mezzo a loro e
camminerò fra loro..." (2 Cor. 6:16). |
La Parola
attesta che Gesù Cristo, il Figlio di Dio dimora in noi in queste maniere. |
Gesù
disse: "Dimorate in me, e io dimorerò in voi... Colui che dimora in me e
nel quale io dimoro porta molto frutto..." (Giov. 15:4,5). Paolo dice
agli Efesini: "Io piego le ginocchia dinanzi al Padre,... perch’Egli vi
dia, secondo le ricchezze della sua gloria, d’esser potentemente fortificati
mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti
per mezzo della fede nei vostri cuori..." (Ef. 3:14-17). Ai Colossesi,
lo stesso apostolo dice: "Ai quali [ai santi] Iddio ha voluto far
conoscere qual sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra i Gentili,
che é Cristo in voi, speranza della gloria" (Col. 1:27). Ai Galati:
"Sono stato crocifisso con Cristo, e non son più io che vivo, ma é
Cristo che vive in me.." (Gal. 2:20). Ai Romani: "E se Cristo é in
voi, ben é il corpo morto a cagion del peccato..." (Rom. 8:10). Ai
Corinzi: "Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate
voi stessi. Non riconoscete voi medesimi che Gesù Cristo é in voi?" (2
Cor. 13:5). |
La Parola
attesta nelle seguenti maniere che lo Spirito Santo dimora in noi (tenete
presente che Esso é chiamato sia Spirito di Dio che Spirito del suo
Figliuolo). |
Gesù
disse: "Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi"
(Giov. 14:17). Paolo dice ai Romani: "Or voi non siete nella carne ma
nello spirito, se pur lo Spirito di Dio abita in voi; ma se uno non ha lo
Spirito di Cristo, egli non é di lui" (Rom. 8:9). Ai Corinzi egli dice:
"Non sapete voi che il vostro corpo é il tempio dello Spirito Santo che
é in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?" (1
Cor. 6:19). Ai Galati: "E perché siete figliuoli, Dio ha mandato lo
Spirito del suo Figliuolo nei nostri cuori, che grida: Abba, Padre"
(Gal. 4:6). A Timoteo: "Custodisci il buon deposito per mezzo dello
Spirito Santo che abita in noi" (2 Tim. 1:14). Giacomo dice:
"Ovvero pensate voi che la Scrittura dichiari invano che lo Spirito
ch’Egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia?" (Giac.
4:5). |
Come
potete vedere fratelli, queste Scritture parlano in maniera chiara; in noi
abita Dio, Cristo Gesù e lo Spirito Santo. Ma come possiamo comprendere tutto
ciò? Non possiamo, possiamo solo accettarlo per fede per ora. O profondità
della sapienza e della conoscenza di Dio, quanto imperscrutabili sono le sue
opere! |
A proposito della divinità di Cristo |
Gesù
Cristo era, è e sarà sempre Dio. Quando diciamo che Egli è Dio intendiamo che
egli è divino come lo è il Padre, o detto in altri termini Uno, quanto alla
sostanza, con il Padre e perciò senza un principio e senza una fine. Citerò
adesso alcuni passi della sacra Scrittura tratti dal Nuovo Testamento che
affermano con ogni franchezza che Gesù è Dio. |
Giovanni dice:
"Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era
Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa é stata fatta per mezzo di
lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.... E la
Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di
grazia e di verità" (Giov. 1:1-3;14). Dunque, siccome è detto
chiaramente che la Parola era Dio e che la Parola è stata fatta carne, noi
dichiariamo che Dio è stato manifestato in carne nella persona di Cristo
Gesù. Le seguenti parole scritte nei Salmi: "I cieli furon fatti dalla
parola dell’Eterno" (Sal. 33:6), confermano ciò che Giovanni ha detto
cioè che "la Parola era Dio" (Giov. 1:1) perché noi sappiamo che i
cieli sono stati fatti da Dio secondo che è scritto: "Nel principio
Iddio creò i cieli e la terra" (Gen. 1:1); perciò se la Parola di Dio
non fosse stata Dio essa non avrebbe potuto creare i cieli. |
Gesù disse:
"Io ed il Padre siamo uno" (Giov. 10:30). Non è forse chiaro il
significato di queste parole dette da Gesù? Lui ed il Padre benché siano due
persone distinte sono Dio. Per spiegare questa unione tra il Figlio e il
Padre (formanti un solo Dio pur rimanendo distinti) con alcuni esempi
biblici, diciamo che è come quella tra l’uomo e la donna sposati secondo che
è scritto: "..e saranno una stessa carne" (Gen. 2:24) ed anche:
"non son più due, ma una sola carne" (Matt. 19:6). E’ chiaro che
marito e moglie rimangono due persone distinte, ma davanti a Dio diventano
una sola carne. Anche quando la Scrittura dice che "chi si unisce al
Signore è uno spirito solo con lui" (1 Cor. 6:17) parla di un unione che
non esclude però la separazione e la diversità di coloro di cui parla,
infatti essa non ha inteso dire che l’uomo che si unisce a Cristo diventa lo
Spirito di Dio o si fonde con Esso o diventa Cristo e perciò Dio perché in
questo caso Essa avrebbe divinizzato l’uomo. L’uomo continua ad essere uomo,
e il suo spirito continua a rimanere distinto dallo Spirito di Dio infatti
Paolo ai Romani dice che "lo Spirito stesso attesta insieme col nostro
spirito, che siamo figliuoli di Dio" (Rom. 8:16). Quindi, sì unione tra
l’uomo e la donna, sì unione tra il credente e il Signore; ma un unione nella
diversità. Alcuni dicono invece che le parole di Gesù sulla sua unione con il
Padre significano solo che il Figliuolo ed il Padre sono uno nell’accordo e
nel proposito. Ma noi diciamo: ‘Se fosse solo questo il significato delle
parole di Gesù perché i Giudei subito dopo che egli le pronunziò presero
delle pietre per lapidarlo?’ Non è forse un’altra, e precisamente perché egli
si faceva uguale a Dio, la ragione per cui essi presero delle pietre per
lapidarlo? Sì, infatti è scritto che i Giudei gli dissero: "Non ti
lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo,
ti fai Dio" (Giov. 10:33). Il fatto di dichiararsi solo d’accordo con
Dio non avrebbe scatenato l’ira di quei Giudei increduli. |
Gesù rispose a
quell’uomo che lo aveva chiamato "Maestro buono" (Mar. 10:17):
"Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè
Iddio" (Mar. 10:18). Ora, qualcuno dirà: ‘Perché prendere questo passo
per attestare che Gesù è Dio? Per questo motivo, perché Gesù non rifiutò di
essere chiamato buono, ma chiese solo a quell’uomo perché lo chiamasse buono
dato che solo Dio è buono. E quindi, dato che Dio solo è buono il Maestro è
Dio, perché Egli è buono. Se Gesù non fosse stato buono certamente avrebbe
detto a quell’uomo di chiamare buono solo Dio, e perciò implicitamente si
sarebbe dichiarato solo un uomo. Ma proprio perché Egli era una stessa cosa
con Dio Padre, Egli era buono. Quindi, noi facciamo bene a chiamarlo Maestro
buono, perché Egli è Dio. |
Paolo disse di
Gesù Cristo ai Colossesi che "in lui si compiacque il Padre di far
abitare tutta la pienezza" (Col. 1:19). Ed è proprio in virtù del fatto
che in Cristo abitò tutta la pienezza della Divinità che noi abbiamo potuto
ricevere da lui grazia sopra grazia infatti Giovanni dice: "E’ della sua
pienezza che noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia sopra grazia" (Giov.
1:16). In altre parole noi non avremmo potuto ricevere da Cristo né la
salvezza, né la vita, né la pace e nessun altra benedizione se in Lui non
avesse dimorato la pienezza della Deità, ovvero se Egli non fosse stato Dio. |
L’apostolo
Paolo disse ai Romani: "Dai quali [dagli Israeliti] è venuto, secondo la
carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno.
Amen" (Rom. 9:5). Quindi Cristo Gesù, benché fu trovato nell’esteriore
come un uomo, é l’Iddio che è benedetto per l’eternità. |
Paolo dice a
Tito: "Aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del
nostro grande Iddio e Salvatore, Cristo Gesù..." (Tito 2:13). Ora, il
profeta Daniele chiamò Dio "il grande Iddio", infatti dopo che
parlò al re Nebucadnetsar gli disse: "Il grande Iddio ha fatto conoscere
al re ciò che deve avvenire d’ora innanzi" (Dan. 2:45); Geremia fece lo
stesso infatti disse: "Tu sei l’Iddio grande" (Ger. 32:18); Davide
riconobbe che solo Dio è grande quando disse: "Sì, io conosco che
l’Eterno è grande" (Sal. 135:5); quindi se Paolo ha chiamato Gesù
"il nostro grande Iddio" significa che lui credeva fermamente che
Cristo è Dio. Se Gesù non fosse stato Dio, e perciò se egli non fosse stato
uguale a Dio, Paolo non lo avrebbe giammai chiamato "il nostro grande Iddio",
perché in tale modo avrebbe definito una creatura Dio, rendendosi colpevole
di idolatria. Ricordatevi che Paolo era un Giudeo di nascita che sapeva molto
bene che Dio aveva detto: "Non avere altri dii nel mio cospetto"
(Es. 20:3), e perciò non si sarebbe mai permesso, se Gesù Cristo fosse stato
solo un uomo, di chiamarlo "il nostro grande Iddio". Anche il fatto
che Paolo abbia chiamato Gesù Cristo "il nostro Salvatore" mostra
che egli credeva che Gesù era Dio. Egli sapeva che Dio aveva detto tramite
Isaia: "Non v’é Salvatore fuori di me" (Is. 45:21), eppure egli non
chiamò "nostro Salvatore" solo Dio Padre (in Tito dice: "La
predicazione che è stata a me affidata per mandato di Dio, nostro
Salvatore" [Tito 1:3], e a Timoteo dice: "Paolo, apostolo di Cristo
Gesù per comandamento di Dio nostro Salvatore" [1 Tim. 1:1], e:
"Abbiamo posto la nostra speranza nell’Iddio vivente, che é il Salvatore
di tutti gli uomini, principalmente dei credenti" [1 Tim. 4:10]) ma
anche il suo Figliuolo Gesù Cristo secondo che è scritto in Tito:
"Grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro Salvatore"
(Tito 1:4). |
L’apostolo
Pietro ha chiamato anche lui Gesù Cristo "il nostro Dio e
Salvatore", infatti all’inizio della sua seconda epistola è scritto:
"Simon Pietro, servitore e apostolo di Gesù Cristo, a quelli che hanno
ottenuto una fede preziosa quanto la nostra nella giustizia del nostro Dio e
Salvatore Gesù Cristo" (2 Piet. 1:1). Anche lui come Paolo sapeva che
esiste solo un Dio ed un solo Salvatore ma chiamò il Cristo che lui aveva
conosciuto anche nei giorni della sua carne "nostro Dio e
Salvatore", perché Egli lo è. |
Nel libro degli
Atti degli apostoli tra le parole che Paolo rivolse agli anziani della chiesa
di Efeso vi sono queste: "Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in
mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la
chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue" (Atti
20:28). Ora, in queste parole è detto che Dio ha acquistato la sua chiesa con
il suo sangue, il che a prima vista parrebbe incredibile perché sappiamo che
non è Dio che è morto sulla croce ed ha versato il suo sangue per noi, ma il
suo unigenito Figliuolo. Ma esaminando attentamente questo passo e
confrontandolo con altri passi della Scrittura noteremo che qui Paolo si
riferisce al Figliuolo di Dio e non a Dio il Padre il quale nei giorni della
carne del suo Figliuolo continuava ad essere assiso sul suo trono nel cielo.
Ricordatevi che quando Toma disse a Gesù: "Signor mio e Dio mio"
(Giov. 20:28), ammise implicitamente che il suo Dio era morto sulla croce,
che aveva sparso il suo sangue per comprarci con esso, e poi era risorto; ma
badate che non è che con quelle parole ammise che Dio Padre era morto sulla
croce; dico questo per farvi comprendere che c’è sempre da fare una chiara
distinzione tra Dio Padre e Dio Figliuolo. Sono due persone unite e della
medesima sostanza da ogni eternità, ma nello stesso tempo diverse tra loro e
devono essere nominate separatamente al fine di non scambiare l’una per
l’altra. In conclusione, Gesù Cristo è l’Iddio che, secondo le parole di
Paolo, ha comprato la sua chiesa con il suo sangue. |
Nella epistola
agli Ebrei é scritto: "Dice del Figliuolo: Il tuo trono, o Dio, é ne’
secoli dei secoli.." (Ebr. 1:8). Anche da queste parole tratte dal
quarantacinquesimo salmo si comprende chiaramente che il Figliuolo é Dio. |
Sempre in
questa lettera è scritto: "E quando di nuovo introduce il Primogenito
nel mondo, dice: Tutti gli angeli di Dio l’adorino" (Ebr. 1:6). Ora, noi
sappiamo che gli angeli adorano solo Dio secondo che è scritto:
"L’esercito de’ cieli t’adora" (Neh. 9:6); quindi, siccome gli
angeli sanno che si deve adorare solo Dio (l’angelo di Gesù che apparve a
Giovanni sull’isola di Patmo, quando vide che Giovanni si prostrò davanti a
lui per adorarlo gli disse: "Guàrdati dal farlo... Adora
Iddio!"[Ap. 22:9]) essi sanno e riconoscono che Gesù Cristo è Dio. E poi
se Dio Padre ha ordinato ai suoi angeli di adorare il suo Figliuolo vuole
dire che Egli stesso riconosce in Cristo Gesù la seconda persona della
Divinità. Se Gesù non fosse Dio, il Padre non avrebbe giammai ordinato ai
suoi angeli di adorarlo. |
Matteo dice che
i magi "entrati nella casa, videro il fanciullino con Maria sua madre; e
prostratisi, lo adorarono..." (Matt. 2:11). Queste parole attestano che
Gesù era Dio anche quando era in fasce, perché i magi venuti dall’Oriente gli
rivolsero l’adorazione dovuta solo a Dio. |
Lo stesso
apostolo dice alla fine del Vangelo da lui scritto che le donne accostatesi a
Gesù risorto "gli strinsero i piedi e l’adorarono" (Matt. 28:9), e
poi che i discepoli "andarono in Galilea sul monte che Gesù avea loro
designato. E vedutolo, l’adorarono" (Matt. 28:16-17). Ora, siccome che è
scritto nella legge: "Adora il Signore Iddio tuo, ed a lui solo rendi il
culto" (Matt. 4:10), di conseguenza Cristo era Dio. Se il Figliuolo non
fosse stato Dio non solo Egli non sarebbe stato degno di essere adorato, ma
anche avrebbe Egli stesso ripreso sia le donne che i suoi discepoli quando lo
adorarono. Ricordatevi che Gesù non si tirò mai indietro dal riprendere i
suoi quando questi lo meritarono; Egli sgridò Giacomo e Giovanni quando gli
chiesero se voleva che dicessero di fare scendere il fuoco dal cielo per
divorare quei Samaritani che non lo avevano ricevuto perché era diretto a
Gerusalemme (cfr. Luca 9:51-56); e riprese Pietro perché questi non voleva
che lui soffrisse e morisse (cfr. Matt. 16:22-23). Quindi se i suoi
discepoli, adorandolo, si fossero resi colpevoli di idolatria Gesù li avrebbe
sgridati e gli avrebbe detto: ‘Adorate Iddio!’; il fatto invece che Egli
accettò la loro adorazione conferma che Gesù era Dio e non solo uomo. |
Paolo dice ai
Filippesi: "Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo
Gesù; il quale, essendo in forma di Dio non riputò rapina l’essere uguale a
Dio, ma annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli
uomini...." (Fil. 2:5-7). In questa maniera Paolo ha confermato sia che
Cristo Gesù era uguale a Dio, e sia che Egli come Figliuolo di Dio era presso
il Padre avanti la fondazione del mondo. |
Nella lettera
agli Ebrei è scritto: "Ma voi siete venuti... a Dio, il Giudice di
tutti" (Ebr. 12:22,23). Dio in questo caso è chiamato il Giudice di
tutti; ma anche il Figliuolo è il Giudice di tutti perché Pietro ha detto di
lui "ch’egli è quello che da Dio è stato costituito Giudice dei vivi e
dei morti" (Atti 10:42). Perciò dato che sappiamo che il giudicio
appartiene all’Eterno, cioè al solo e vero Dio, e a nessun’altro, Gesù Cristo
è Dio. |
Marco dice che
Gesù disse a quell’uomo paralitico portato da quattro: "Figliuolo, i
tuoi peccati ti sono rimessi" (Mar. 2:5). Al che alcuni degli scribi che
erano lì presenti ragionarono in cuore loro dicendo: "Perché parla
costui in questa maniera? Egli bestemmia! Chi può rimettere i peccati, se non
un solo, cioè Dio?" (Mar. 2:7). Ma Gesù conosciuti i loro pensieri disse
loro: "Perché fate voi cotesti ragionamenti ne’ vostri cuori? Che è più
agevole, dire al paralitico: I tuoi peccati ti sono rimessi, oppur dirgli:
Lèvati, togli il tuo lettuccio e cammina? Ora, affinché sappiate che il
Figliuol dell’uomo ha potestà in terra di rimettere i peccati: Io tel dico
(disse al paralitico), lèvati, togli il tuo lettuccio, e vattene a casa
tua" (Mar. 2:8-11). Come potete vedere Gesù Cristo aveva il potere di
rimettere i peccati. Perciò Gesù non poteva non essere Dio oltre che uomo e
questo perché nei Salmi Davide dice di Dio: "Egli è quel che ti perdona
tutte le tue iniquità" (Sal. 103:3), ed anche: "Tu hai perdonato
l’iniquità del mio peccato" (Sal. 32:5). Se lui fosse stato solo un uomo
allora sì che avrebbe bestemmiato, ma il fatto è che Egli era, oltre che vero
uomo, anche vero Dio e perciò aveva e continua ad avere il potere di
rimettere i peccati agli uomini. Noi infatti abbiamo creduto in Lui ottenendo
da lui la remissione dei peccati. Gloria al suo santo e benedetto nome ora e
in eterno. Amen. Giacinto Butindaro |