Contro la dottrina: ‘Dio prevede, ma non predetermina’ |
Introduzione Le
ADI insegnano che Dio è onnisciente, ma questa Sua onniscienza non implica
che Egli ha predeterminato le cose che avverranno. Ecco quanto si legge in Verità
Fondamentali: ‘Conoscendo ogni cosa, Dio è in grado di affermare prima del
tempo ciò che avverrà in futuro. E’ per questa ragione che nella Bibbia molti
eventi vengono predetti. Ciò non significa che l’Eterno prenda delle
decisioni su ciò che ci avverrà nel futuro. Egli semplicemente conosce quali
saranno le nostre decisioni prima ancora che le prendiamo. Avendo la capacità
di prevedere, Egli è in grado di predire ciò che avverrà nel futuro. Tuttavia
la sua capacità di predire il futuro non vuol dire che Egli abbia
predeterminato gli eventi, o che abbia già deciso quello che deve avvenire’
(Verità Fondamentali, 1/3, I.C.I., Roma 1996, pag. 40). Confutazione Quello
che le ADI insegnano è falso, perché Dio non solo prevede gli eventi che
devono avvenire, ma li ha anche predeterminati. Per dimostrarvi ciò con le
Sacre Scritture prenderò ad esempio il diluvio, i sette anni di abbondanza e
i sette anni di carestia ai giorni di Faraone, l’umiliazione che Dio inflisse
a Nebucadnetsar re di Babilonia e il ravvedimento di questo re, le sofferenze
che patì Gesù a Gerusalemme, e il giudizio della gran meretrice che ancora
deve verificarsi. Il
diluvio Dio
disse a Noè quando gli preannunciò il diluvio: “Nei miei decreti, la fine
d’ogni carne è giunta; poiché la terra, per opera degli uomini, è piena di
violenza; ecco, io li distruggerò, insieme con la terra. Fatti un’arca di
legno di gofer; falla a stanze, e spalmala di pece, di dentro e di fuori. Ed
ecco come la dovrai fare: la lunghezza dell’arca sarà di trecento cubiti; la
larghezza, di cinquanta cubiti, e l’altezza, di trenta cubiti. Farai all’arca
una finestra, in alto, e le darai la dimensione d’un cubito; metterai la
porta da un lato, e farai l’arca a tre piani: uno da basso, un secondo e un
terzo piano. Ed ecco, io sto per far venire il diluvio delle acque sulla
terra, per distruggere di sotto i cieli ogni carne in cui è alito di vita;
tutto quello ch’è sopra la terra, morrà. Ma io stabilirò il mio patto con te;
e tu entrerai nell’arca: tu e i tuoi figliuoli, la tua moglie e le mogli de’
tuoi figliuoli con te. E di tutto ciò che vive, d’ogni carne, fanne entrare
nell’arca due d’ogni specie, per conservarli in vita con te; e siano maschio
e femmina. Degli uccelli secondo le loro specie del bestiame secondo le sue
specie, e di tutti i rettili della terra secondo le loro specie, due d’ogni
specie verranno a te, perché tu li conservi in vita. E tu prenditi d’ogni
cibo che si mangia, e fattene provvista, perché serva di nutrimento a te e a
loro’ (Genesi 6:13-21). Come
potete vedere, Dio parlò di suoi decreti, tra i quali c’era pure la
distruzione di ogni carne sopra la terra. In un Dizionario della lingua
italiana alla voce ‘decreto’ si legge tra le altre cose anche questa
definizione ‘disposizione, deliberazione di una volontà divina’, e su una
Enciclopedia invece si legge: ‘Ciò che è stabilito da una volontà o forza
superiore all’uomo’. E’ evidente dunque che il diluvio fu qualcosa innanzi
determinato da Dio. I
sette anni di abbondanza e i sette anni di carestia ai giorni di Faraone Quando
Giuseppe si presentò dinnanzi a Faraone per interpretargli i sogni che questo
aveva avuto, nell’interpretazione che comunicò a Faraone gli disse: “Ciò che
Faraone ha sognato è una stessa cosa. Iddio ha significato a Faraone quello
che sta per fare. Le sette vacche belle sono sette anni, e le sette spighe
belle sono sette anni; è uno stesso sogno. E le sette vacche magre e brutte
che salivano dopo quelle altre, sono sette anni; come pure le sette spighe
vuote e arse dal vento orientale saranno sette anni di carestia. Questo è
quel che ho detto a Faraone: Iddio ha mostrato a Faraone quello che sta per
fare. Ecco, stanno per venire sette anni di grande abbondanza in tutto il
paese d’Egitto; e dopo, verranno sette anni di carestia; e tutta
quell’abbondanza sarà dimenticata nel paese d’Egitto, e la carestia consumerà
il paese. E uno non si accorgerà più di quell’abbondanza nel paese, a motivo
della carestia che seguirà; perché questa sarà molto aspra. E l’essersi il
sogno replicato due volte a Faraone vuol dire che la cosa è decretata da Dio,
e che Dio l’eseguirà tosto” (Genesi 41:25-32). Anche
in questo caso, si parla di un decreto di Dio, che Dio ha preannunciato a
qualcuno, ed anche questa volta c’è un giudizio di Dio (preceduto però da
sette anni di benedizione divina). L’umiliazione
inflitta da Dio a Nebucadnetsar e il suo ravvedimento La
Scrittura dice che un giorno il re Nebucadnetsar ebbe un sogno che lo spaventò,
e allora lui chiamò a sè i magi, gl’incantatori, i Caldei e gli astrologi, ai
quali raccontò il sogno, ma essi non poterono fargli conoscere
l’interpretazione. Alla fine si presentò davanti a lui Daniele, al quale
raccontò il sogno e il quale gli diede l’interpretazione di esso. Ecco
cosa gli disse Daniele: “L’albero che il re ha visto, ch’era divenuto grande
e forte, la cui vetta giungeva al cielo e che si vedeva da tutti i punti
della terra, l’albero dal fogliame bello, dal frutto abbondante e in cui era
nutrimento per tutti, sotto il quale si riparavano le bestie dei campi e fra
i cui rami dimoravano gli uccelli del cielo, sei tu, o re; tu, che sei
divenuto grande e forte, la cui grandezza s’è accresciuta e giunge fino al
cielo, e il cui dominio s’estende fino alle estremità della terra. E quanto
al santo Vegliante che hai visto scendere dal cielo e che ha detto: -
Abbattete l’albero e distruggetelo, ma lasciatene in terra il ceppo delle
radici, in catene di ferro e di rame, fra l’erba de’ campi, e sia bagnato
dalla rugiada del cielo, e abbia la sua parte con gli animali della campagna
finché sian passati sopra di lui sette tempi - eccone l’interpretazione, o
re; è un decreto dell’Altissimo, che sarà eseguito sul re mio signore: tu
sarai cacciato di fra gli uomini e la tua dimora sarà con le bestie de’
campi; ti sarà data a mangiare dell’erba come ai buoi; sarai bagnato dalla
rugiada del cielo, e passeranno su di te sette tempi, finché tu non riconosca
che l’Altissimo domina sul regno degli uomini, e lo dà a chi vuole. E quanto
all’ordine di lasciare il ceppo delle radici dell’albero, ciò significa che
il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo che avrai riconosciuto che il cielo
domina. Perciò, o re, ti sia gradito il mio consiglio! Poni fine ai tuoi peccati
con la giustizia, e alle tue iniquità con la compassione verso gli afflitti;
e, forse, la tua prosperità potrà esser prolungata’ (Daniele 4:20-27). Come
si può vedere, Dio annunciò a quel re quello che gli avrebbe fatto, che
Daniele chiamò un decreto dell’Altissimo. Notate inoltre che Dio aveva
decretato non solo che il re doveva essere cacciato di fra gli uomini e la
sua dimora doveva essere con le bestie de’ campi, e doveva essergli data a
mangiare dell’erba come ai buoi ed essere bagnato dalla rugiada del cielo, ma
anche che alla fine dei sette tempi il regno gli doveva essere restituito
perché avrebbe riconosciuto che il cielo domina. E le cose avvennero
esattamente come Dio aveva innanzi detto (cfr. Daniele 4:29-37). Ma non è
abbastanza chiaro che ciò che avvenne a Nebucadnetsar era stato
predeterminato da Dio e non poteva non accadere? Le
sofferenze patite da Gesù Ora,
nel libro degli Atti degli apostoli è menzionata una preghiera che i
discepoli del Signore innalzarono a Dio di pari consentimento, e tra le
parole da essi rivolte a Dio ci furono le seguenti: “Signore, tu sei Colui
che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi;
Colui che mediante lo Spirito Santo, per bocca del padre nostro e tuo
servitore Davide, ha detto: Perché hanno fremuto le genti, e hanno i popoli
divisate cose vane? I re della terra si sono fatti avanti, e i principi si
sono raunati assieme contro al Signore, e contro al suo Unto. E invero in
questa città, contro al tuo santo Servitore Gesù che tu hai unto, si sono
raunati Erode e Ponzio Pilato, insieme coi Gentili e con tutto il popolo
d’Israele, per fare tutte le cose che la tua mano e il tuo consiglio avevano
innanzi determinato che avvenissero” (Atti 4:25-28. Cfr. Salmo 2:1-3). Quindi
i discepoli, nel comportamento di Erode, di Ponzio Pilato, dei Giudei e dei
Gentili, riconobbero l’adempimento delle parole che Davide aveva pronunziato
per lo Spirito Santo secoli addietro. Ora, tutti costoro, secondo le parole
di quei credenti, si radunarono contro Gesù Cristo per fare tutte le cose che
la mano di Dio ed il Suo consiglio avevano innanzi determinato, il che
equivale a dire che tutto quello che Erode, Pilato, insieme ai Giudei e ai
Gentili fecero contro Gesù lo fecero per volontà di Dio. In altre parole essi
fecero contro Gesù tutto quello che Dio aveva predeterminato dovesse
avvenire. Ma andiamo nei particolari per vedere che fecero costoro assieme
contro Gesù Cristo per il determinato consiglio di Dio: I
Giudei odiarono Gesù Cristo, manifestando questo loro odio verso lui in
svariate maniere. I Giudei di Gerusalemme lo perseguitarono (cfr. Giovanni
5:15-16;) e lo insultarono in diverse maniere (cfr. Giovanni 7:12; 8:48;
9:16,24) fino a che lo arrestarono (cfr. Matteo 26:47-56) e lo condannarono a
morte per bestemmia perchè dichiarò di
essere il Figlio di Dio (cfr. Matteo 26:57-68). E poi lo dettero in mano di
Pilato (cfr. Matteo 27:1-2) chiedendo a gran voce che fosse crocifisso, e
tutto ciò benché Gesù non fece loro alcun male ma solo del bene. Il
governatore Pilato quando i Giudei gli consegnarono Gesù affinchè egli lo
facesse crocifiggere, dopo averlo esaminato non trovò in Gesù alcuna delle
colpe di cui i Giudei lo accusavano, e aveva deliberato di liberarlo (cfr.
Luca 23:16,20-22). Ma la folla richiese con gran grida che egli invece fosse
crocifisso. E Pilato per soddisfare la moltitudine acconsentì a questa loro
richiesta iniqua, liberando Barabba che era stato messo in prigione per
omicidio, e condannando Gesù, il Principe della vita (cfr. Luca 23:23-25). Erode
era in quel tempo tetrarca della Galilea, ed era stato nel passato in
inimicizia con Pilato, ma nel giorno che Pilato gli mandò Gesù essi divennero
amici. Quando Erode vide Gesù, se ne rallegrò grandemente, perché da lungo
tempo desiderava vederlo, avendo sentito parlare di lui; e sperava di
vedergli fare qualche miracolo; gli fece molte domande ma Gesù non gli
rispose parola; lo schernì assieme ai suoi soldati, lo rivestì di un manto
splendido e lo rimandò a Pilato (cfr. Luca 23:8-12). Anche lui non mostrò
nessuna pietà verso Gesù ma solo odio. I
Gentili pure (e qui mi riferisco in particolare ai soldati che schernirono e
crocifissero Gesù) si radunarono contro l’Unto dell’Eterno. Lo schernirono,
lo percossero con una canna, gli sputarono addosso ed infine lo misero in
croce come un malfattore (cfr. Matteo 27:27-38). E’
evidente dunque, alla luce delle Scritture, che le sofferenze che Cristo
dovette patire per amore nostro, Dio non solo le conosceva innanzi e le aveva
preannunciate tramite il Suo Spirito, ma le aveva anche predeterminate. Ecco
perché lo Spirito di Dio parlò di esse secoli prima che accadessero come se
esse fossero già accadute, infatti spesso troviamo i verbi al passato.
Ascoltate per esempio queste parole di Davide: “M’hanno forato le mani e i
piedi” (Salmo 22:16), e queste altre del profeta Isaia: “Disprezzato e
abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare col patire, pari a colui
dinanzi al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo
stima alcuna. …. Maltrattato, umiliò se stesso, e non aperse la bocca. Come
l’agnello menato allo scannatoio, come la pecora muta dinanzi a chi la tosa,
egli non aperse la bocca. …” (Isaia 53:3,7). D’altronde Dio chiama le cose
che non sono come se fossero, e parla degli eventi non ancora avvenuti come
se fossero già avvenuti. Sono i suoi decreti, i suoi disegni, che Lui forma
in sé stesso molto tempo prima che accadano, e poi li manda ad effetto,
secondo che Egli dice: “Sì, io l’ho detto, e lo farò avvenire; ne ho formato
il disegno e l’eseguirò” (Isaia 46:11).
Il
giudicio della gran meretrice Nel
libro dell’Apocalisse è scritto: “E uno dei sette angeli che aveano le sette
coppe venne, e mi parlò dicendo: Vieni; io ti mostrerò il giudicio della gran
meretrice, che siede su molte acque e con la quale hanno fornicato i re della
terra; e gli abitanti della terra sono stati inebriati del vino della sua
fornicazione. Ed egli, nello Spirito, mi trasportò in un deserto; e io vidi
una donna che sedeva sopra una bestia di colore scarlatto, piena di nomi di
bestemmia e avente sette teste e dieci corna. E la donna era vestita di
porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle; aveva in
mano un calice d’oro pieno di abominazioni e delle immondizie della sua
fornicazione, e sulla fronte avea scritto un nome: Mistero, Babilonia la
grande, la madre delle meretrici e delle abominazioni della terra. E vidi la
donna ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. E quando
l’ebbi veduta, mi maravigliai di gran maraviglia. E l’angelo mi disse: Perché
ti maravigli? Io ti dirò il mistero della donna e della bestia che la porta,
la quale ha le sette teste e le dieci corna. La bestia che hai veduta era, e
non è, e deve salire dall’abisso e andare in perdizione. E quelli che abitano
sulla terra i cui nomi non sono stati scritti nel libro della vita fin dalla
fondazione del mondo, si maraviglieranno, vedendo che la bestia era, e non è,
e verrà di nuovo. Qui sta la mente che ha sapienza. Le sette teste sono sette
monti sui quali la donna siede; e sono anche sette re: cinque son caduti, uno
è, e l’altro non è ancora venuto; e quando sarà venuto, ha da durar poco. E
la bestia che era, e non è, è anch’essa un ottavo re, e viene dai sette, e se
ne va in perdizione. E le dieci corna che hai vedute sono dieci re, che non
hanno ancora ricevuto regno; ma riceveranno potestà, come re, assieme alla
bestia, per un’ora. Costoro hanno uno stesso pensiero e daranno la loro
potenza e la loro autorità alla bestia. Costoro guerreggeranno contro
l’Agnello, e l’Agnello li vincerà, perché egli è il Signor dei signori e il
Re dei re; e vinceranno anche quelli che sono con lui, i chiamati, gli eletti
e fedeli. Poi mi disse: Le acque che hai vedute e sulle quali siede la
meretrice, son popoli e moltitudini e nazioni e lingue. E le dieci corna che
hai vedute e la bestia odieranno la meretrice e la renderanno desolata e
nuda, e mangeranno le sue carni e la consumeranno col fuoco. Poiché Iddio ha
messo in cuor loro di eseguire il suo disegno e di avere un medesimo pensiero
e di dare il loro regno alla bestia finché le parole di Dio siano adempite. E
la donna che hai veduta è la gran città che impera sui re della terra”
(Apocalisse 17:1-18). Ora,
notate come il giudizio della gran meretrice è chiamato il disegno di Dio
(Apocalisse 17:17), e che Dio metterà in cuore alla bestia e ai re della
terra di eseguire questo suo disegno, che appunto perché è un disegno di Dio
è un decreto di Dio, un qualcosa che Lui ha già determinato che deve
accadere, e difatti il giudizio contro la gran meretrice è una delle cose
“che devono avvenire in appresso” (Apocalisse 1:19). E questo suo disegno
potrà compiersi in virtù del fatto che Dio agirà sulla volontà della bestia e
dei dieci re della terra, dandogli di avere un medesimo sentimento e
spingendoli ad odiare e distruggere la meretrice. Conclusione Vi
esorto dunque fratelli a rigettare il suddetto insegnamento falso trasmesso
dalle ADI, insegnamento che come vedremo dopo ha avuto degli effetti negativi
anche sulla dottrina della salvezza perché è proprio basandosi su questo
assunto errato che le ADI affermano che Dio non aveva determinato innanzi che
noi ci ravvedessimo e credessimo nel Signore, perché l’uomo il destino se lo
crea da sé! E così dicendo hanno annullato il proponimento dell’elezione di
Dio. Ma
per rendervi conto meglio di questi effetti negativi leggete la confutazione
della dottrina ‘il destino
l’uomo se lo crea da sé’. |
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Giacinto Butindaro |
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