Contro la falsa dottrina ‘Dio non manda le malattie in nessun caso’

 

Le Chiese Parola della Grazia insegnano che la malattia viene sempre dal diavolo. Ecco per esempio cosa afferma Lirio Porrello: ‘Dio manda le malattie? La risposta è categoricamente: ‘No, in nessun caso!’ (Lirio Porrello, Per le sue lividure sei stato guarito, Edizioni PDG, Palermo 2000, pag. 13), ed ancora: ‘La malattia è sempre un’opera diabolica. La causa di tutte le malattie è il diavolo …. In altri termini tutte le malattie fanno parte dell’opera distruttiva che il diavolo attua contro di noi ….’ (Lirio Porrello, op. cit., pag. 65). Questo insegnamento è sostenuto anche dalle Chiese CEIAM (Chiesa Evangelica Internazionale ed Associazione Missionaria), infatti il suddetto libro di Porrello ha la prefazione di Silvano Lilli, il Presidente della CEIAM, che afferma: ‘Mi congratulo con il pastore Lirio per averci esposto in modo così chiaro la volontà di Dio per noi relativamente alla guarigione in tutti i suoi aspetti …’ (Ibid., pag. 12). E oltre a queste Chiese ce ne sono tante altre a sostenerlo, che sono Chiese che hanno aderito al Movimento della Fede.

Ma questo insegnamento è falso perché secondo la Scrittura, in alcuni casi la malattia è mandata da Dio, secondo che disse Dio al popolo d’Israele: “Se ascolti attentamente la voce dell’Eterno, ch’è il tuo Dio, e fai ciò ch’è giusto agli occhi suoi e porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti manderò addosso alcuna delle malattie che ho mandate addosso agli Egiziani, perché io sono l’Eterno che ti guarisco” (Esodo 15:26). Notate con quanta chiarezza Dio dichiara che manderà delle malattie sulle persone che rifiutano di osservare i suoi comandamenti (dico così perché è evidente che se il popolo non avesse osservato i comandamenti di Dio, Egli avrebbe mandato su di esso le malattie che aveva mandato sugli Egiziani). Chiarezza che troviamo anche in queste altre parole che Dio disse tramite Mosè al popolo: “Ma se non ubbidisci alla voce dell’Eterno, del tuo Dio, se non hai cura di mettere in pratica tutti i suoi comandamenti e tutte le sue leggi che oggi ti do, avverrà che tutte queste maledizioni verranno su te e si compiranno per te …. L’Eterno ti colpirà con l’ulcera d’Egitto, con emorroidi, con la rogna e con la tigna, di cui non potrai guarire. L’Eterno ti colpirà di delirio, di cecità e di smarrimento di cuore” (Deuteronomio 28:15,27-28).

Vediamo ora alcuni esempi biblici di persone colpite da Dio con delle malattie.

Dio colpì di lebbra Maria la sorella di Mosè per avere parlato contro Mosè secondo che è scritto: "Maria ed Aaronne parlarono contro Mosè a cagione della moglie Cuscita che avea preso; poiché avea preso una moglie Cuscita. E dissero: ‘L’Eterno ha egli parlato soltanto per mezzo di Mosè? non ha egli parlato anche per mezzo nostro?’ E l’Eterno l’udì. Or Mosè era un uomo molto mansueto, più d’ogni altro uomo sulla faccia della terra. E l’Eterno disse a un tratto a Mosè, ad Aaronne e a Maria: ‘Uscite voi tre, e andate alla tenda di convegno’. E uscirono tutti e tre. E l’Eterno scese in una colonna di nuvola, si fermò all’ingresso della tenda, e chiamò Aaronne e Maria; ambedue si fecero avanti. E l’Eterno disse: ‘Ascoltate ora le mie parole; se v’è tra voi alcun profeta, io, l’Eterno, mi faccio conoscere a lui in visione, parlo con lui in sogno. Non così col mio servitore Mosè, che è fedele in tutta la mia casa. Con lui io parlo a tu per tu, facendomi vedere, e non per via d’enimmi; ed egli contempla la sembianza dell’Eterno. Perché dunque non avete temuto di parlar contro il mio servo, contro Mosè?’ E l’ira dell’Eterno s’accese contro loro, ed egli se ne andò, e la nuvola si ritirò di sopra alla tenda; ed ecco che Maria era lebbrosa, bianca come neve; Aaronne guardò Maria, ed ecco era lebbrosa. E Aaronne disse a Mosè: ‘Deh, signor mio, non ci far portare la pena di un peccato che abbiamo stoltamente commesso, e di cui siamo colpevoli. Deh, ch’ella non sia come il bimbo nato morto, la cui carne è già mezzo consumata quand’esce dal seno materno!’ E Mosè gridò all’Eterno, dicendo: ‘Guariscila, o Dio, te ne prego!’ E l’Eterno rispose a Mosè: ‘Se suo padre le avesse sputato in viso, non ne porterebbe ella la vergogna per sette giorni? Stia dunque rinchiusa fuori del campo sette giorni; poi, vi sarà di nuovo ammessa’. Maria dunque fu rinchiusa fuori del campo sette giorni; e il popolo non si mise in cammino finché Maria non fu riammessa al campo" (Numeri 12:1-15). Che fu Dio a colpire Maria con la lebbra lo disse Dio in questi termini: "Ricordati di quello che l’Eterno, il tuo Dio, fece a Maria, durante il viaggio, dopo che foste usciti dall’Egitto" (Deuteronomio 24:9).

Dio colpì di lebbra il re Uzzia per essersi inorgoglito in cuore suo e avere commesso una infedeltà contro Dio: "Ma quando fu divenuto potente, il suo cuore, insuperbitosi, si pervertì, ed egli commise una infedeltà contro l’Eterno, il suo Dio, entrando nel tempio dell’Eterno per bruciare dell’incenso sull’altare dei profumi. Ma il sacerdote Azaria entrò dopo di lui con ottanta sacerdoti dell’Eterno, uomini coraggiosi, i quali si opposero al re Uzzia, e gli dissero: ‘Non spetta a te, o Uzzia, di offrir de’ profumi all’Eterno; ma ai sacerdoti, figliuoli d’Aaronne, che son consacrati per offrire i profumi! Esci dal santuario, poiché tu hai commesso una infedeltà! E questo non ti tornerà a gloria dinanzi a Dio, all’Eterno’. Allora Uzzia, che teneva in mano un turibolo per offrire il profumo, si adirò; e mentre s’adirava contro i sacerdoti, la lebbra gli scoppiò sulla fronte, in presenza dei sacerdoti, nella casa dell’Eterno, presso l’altare dei profumi. Il sommo sacerdote Azaria e tutti gli altri sacerdoti lo guardarono, ed ecco che avea la lebbra sulla fronte; lo fecero uscire precipitosamente, ed egli stesso s’affrettò ad andarsene fuori, perché l’Eterno l’avea colpito. Il re Uzzia fu lebbroso fino al giorno della sua morte e stette nell’infermeria come lebbroso, perché era escluso dalla casa dell’Eterno; e Jotham, suo figliuolo, era a capo della casa reale e rendea giustizia al popolo del paese" (2 Cronache 26:16-21).

Dio colpì il re Jehoram con una malattia incurabile a motivo della sua malvagità: "Dopo tutto questo l’Eterno lo colpì con una malattia incurabile d’intestini. E, con l’andar del tempo, verso la fine del secondo anno, gl’intestini gli venner fuori, in sèguito alla malattia; e morì, in mezzo ad atroci sofferenze; e il suo popolo non bruciò profumi in onore di lui, come avea fatto per i suoi padri" (2 Cronache 21:18-19).

Nella Chiesa di Corinto alcuni erano malati perché colpiti da Dio perché si accostavano indegnamente alla cena del Signore. Ecco le parole di Paolo: "Or provi l’uomo se stesso, e così mangi del pane e beva del calice; poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudicio su se stesso, se non discerne il corpo del Signore. Per questa cagione molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono. Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati; ma quando siamo giudicati, siam corretti dal Signore, affinché non siam condannati col mondo" (1 Corinzi 11:28-32).

Come si può ben vedere in questi casi la malattia fu un giudizio di Dio mandato per punire delle trasgressioni.

Certamente però ci sono anche dei casi in cui la malattia è mandata dal diavolo. Per esempio il giusto Giobbe fu colpito da Satana con un ulcera maligna dalla pianta dei piedi al sommo del capo (cfr. Giobbe 2:7), ma ricordiamo che ciò avvenne con il permesso di Dio. E poi ai giorni di Gesù c’erano persone mute e sorde che erano tali a causa di spiriti maligni in loro che producevano mutismo e sordità, e poterono parlare e sentire solo dopo che Gesù cacciò quegli spiriti muti e sordi (cfr. Marco 9:25). 

Dunque, fratelli, badate a voi stessi, e rigettate la suddetta dottrina insegnata da Porrello e altri pastori.

Un’ultima cosa, la malattia nella vita di un credente può anche essere un mezzo di cui Dio si usa per metterlo alla prova, come nel caso di Giobbe, e spesso è un mezzo di cui Dio si usa per condurlo alla morte e farlo entrare nel Suo riposo, come nel caso del profeta Eliseo di cui è scritto che “cadde malato di quella malattia che lo dovea condurre alla morte” (2 Re 13:14).

 

La grazia del nostro Signore Gesù sia con coloro che lo amano con purità incorrotta

 

 

 

 

 

Giacinto Butindaro

 

Indietro