Si sono fatti un Dio su misura |
Introduzione
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Roma, Agosto 2011 |
Nel corso del tempo molti - appartenenti
alle religioni più diverse - hanno cercato di rappresentare Dio in svariate
maniere basandosi sulla loro immaginazione. Questo dura fino ad oggi, infatti
tanti pagani si fanno delle immagini e delle sculture al fine di
rappresentare Dio, cioè il sembiante di Dio. |
Questo è peccato, perchè
viola il comandamento di Dio che afferma: "Non ti fare scultura alcuna
né immagine alcuna delle cose che sono lassù ne’ cieli o quaggiù sulla terra
o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non
servir loro, perché io, l’Eterno, l’Iddio tuo, sono un Dio geloso che punisco
l’iniquità dei padri sui figliuoli fino alla terza e alla quarta generazione
di quelli che mi odiano, e uso benignità, fino alla millesima generazione,
verso quelli che m’amano e osservano i miei comandamenti" (Esodo
20:4-6), "Or dunque, siccome non vedeste alcuna figura il giorno che
l’Eterno vi parlò in Horeb in mezzo al fuoco,
vegliate diligentemente sulle anime vostre, affinché non vi corrompiate e vi
facciate qualche immagine scolpita, la rappresentazione di qualche idolo, la
figura d’un uomo o d’una donna, la figura di un animale tra quelli che son
sulla terra, la figura d’un uccello che vola nei cieli, la figura d’una
bestia che striscia sul suolo, la figura d’un pesce che vive nelle acque
sotto la terra ... " (Deuteronomio 4:15-18). |
E questo peccato si chiama idolatria, e
coloro che lo compiono si chiamano idolatri e non erediteranno il Regno di
Dio (1 Corinzi 6:9). |
Ai giorni degli apostoli, l'idolatria era
molto diffusa e per questo gli apostoli la riprovavano, come fece Paolo per
esempio nell'Areopago di Atene quando disse: "Difatti, in lui viviamo,
ci moviamo, e siamo, come anche alcuni de’ vostri poeti han detto: ‘Poiché
siamo anche sua progenie’. Essendo dunque progenie di Dio, non dobbiam credere che la Divinità sia simile ad oro, ad
argento, o a pietra scolpiti dall’arte e dall’immaginazione umana" (Atti
17:28-29). |
Dunque, noi - a proposito del sembiante di
Dio - dobbiamo guardarci dal rappresentarLo basandoci
sulla nostra immaginazione. Dio è spirito (Giovanni 4:24), e nessun uomo lo ha
mai veduto, e neppure può vederlo (1 Timoteo 6:16). Quindi non facciamoci
nessuna immagine o scultura che rappresenti Dio. Badiamo a noi stessi e
fuggiamo l'idolatria, come ci ordina di fare sia l'apostolo Paolo (1 Corinzi
10:14) che l'apostolo Giovanni (1 Giovanni 5:21), che è un peccato che
provoca Dio ad ira e gelosia, secondo che Egli disse degli Israeliti che si
erano abbandonati ad esso: "Essi m’han mosso a gelosia con ciò che non è
Dio, m’hanno irritato coi loro idoli vani" (Deuteronomio 32:21). |
Ma accanto ai pagani che si sono fatti un'immagine
fisica di Dio basandosi sulla loro immaginazione, ci sono oggi anche tanti che
si professano Cristiani, appartenenti a svariate Chiese Evangeliche, che -
pur riconoscendo che Dio è spirito e che non dobbiamo rappresentarlo con la
figura d’un uomo o d’una donna, la figura di un animale tra quelli che son
sulla terra, la figura d’un uccello che vola nei cieli, la figura d’una
bestia che striscia sul suolo, e la figura d’un pesce che vive nelle acque
sotto la terra - si sono comunque
anche loro fatti un Dio secondo la loro immaginazione. |
Cosa intendo dire? Che a livello mentale si
sono fatti un Dio su misura, il cui carattere, il cui sentimento e il cui
modo di agire, combaciano con i loro pensieri vani, che sono tali perchè costoro sono gonfiati di vanità dalla loro mente
carnale. Un Dio adatto a loro; un Dio a misura d'uomo. |
Ed è proprio di questo che voglio parlarvi,
perchè ritengo che questa sia una delle più potenti
macchinazioni del diavolo contro il popolo di Dio, le cui conseguenze
estremamente negative sono ben visibili. |
Ma com'è questo Dio che molti Cristiani si
sono fatti su misura, manipolando la sua natura e il suo carattere, e
adattandoli così ai loro pensieri? Adesso ve lo spiegherò, mettendolo a
confronto con l'Iddio vivente e vero di cui parla la Sacra Scrittura, che è
la Sua Parola vivente e permanente. |
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Un Dio che abita in templi fatti da mano
d'uomo
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Innanzi tutto è un Dio che abita in templi
fatti da mano d'uomo. Quando parlano dei loro luoghi di culto infatti ne
parlano in termini che non lasciano dubbi, perchè
li chiamano 'la casa di Dio'. I loro pastori dal pulpito spesso esordiscono
dicendo ai presenti 'Benvenuti nella casa del Re dei Re'. Ecco perchè costruiscono dei locali di culto lussuosi e
appariscenti, e quindi costosissimi, perchè pensano
di costruire la casa di Dio. Ma anche perchè sono
orgogliosi e vanagloriosi, avendo l'animo alle cose alte. |
La Scrittura invece afferma che "l’Altissimo
però non abita in templi fatti da man d’uomo, come dice il profeta: Il cielo
è il mio trono, e la terra lo sgabello de’ miei piedi. Qual casa mi
edificherete voi? dice il Signore; o qual sarà il luogo del mio riposo? Non
ha la mia mano fatte tutte queste cose?" (Atti 7:48-50), ed anche:
"La sua casa siamo noi se riteniam ferma sino
alla fine la nostra franchezza e il vanto della nostra speranza" (Ebrei
3:6), ed ancora: "Accostandovi a lui, pietra vivente, riprovata bensì
dagli uomini ma innanzi a Dio eletta e preziosa, anche voi, come pietre
viventi, siete edificati qual casa spirituale, per essere un sacerdozio santo
per offrire sacrificî spirituali, accettevoli a Dio
per mezzo di Gesù Cristo" (1 Pietro 2:4-5) |
E' la Chiesa, dunque, cioè l'assemblea dei
riscattati, la casa di Dio, perchè Dio abita in
mezzo ad essa, e ne ha fatto la Sua dimora (1 Corinzi 6:16; Efesini 2:22). |
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Un Dio che non odia nessuno
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E' un Dio che non odia nessuno, ma ama
tutti, sia i giusti che gli empi. |
Che dice invece la Scrittura? Che Dio odia
gli operatori di iniquità, secondo che dice Davide a Dio nei Salmi: "Tu odii tutti gli operatori d’iniquità" (Salmo 5:5),
parole queste che fu lo Spirito Santo a pronunciare per bocca di Davide come
del resto le altre presenti nei Salmi. E con queste parole si accordano anche
altri passi della Scrittura, anche questi ispirati da Dio, che sono i seguenti:
“L’anima sua odia l’empio e colui che ama la violenza” (Salmo 11:5),
“l’Eterno aborrisce l’uomo di sangue e di frode” (Salmo 5:6), “Sei cose odia
l’Eterno, anzi sette gli sono in abominio: gli occhi alteri, la lingua
bugiarda, le mani che spandono sangue innocente, il cuore che medita disegni
iniqui, i piedi che corron frettolosi al male, il
falso testimonio che proferisce menzogne, e chi semina discordie tra
fratelli” (Proverbi 6:16-19). |
La Scrittura dice che Dio "ama i
giusti" (Salmo 146:8), che sono coloro che osservano i comandamenti di
Cristo, secondo che disse Gesù: "Chi ha i miei comandamenti e li
osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io l’amerò e
mi manifesterò a lui. .... Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre
mio l’amerà, e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui"
(Giovanni 14:21, 23). |
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Un Dio che è amico dei peccatori
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L'Iddio di costoro, dato che ama gli
operatori di iniquità, è un Dio amico dei peccatori, e difatti essi chiamano il
Suo Figliuolo, Gesù Cristo, 'l’amico o un amico dei peccatori’. Se infatti
Gesù Cristo è l'immagine dell'invisibile Dio, questa caratteristica deve
possederla pure Dio. |
Ma che dice la Scrittura? L'ho già
dimostrato innanzi, quando ho detto che Dio odia gli operatori di iniquità e
quindi non può essere loro amico. |
Ma voglio spendere qualche altra parola in
merito all'affermazione di costoro secondo cui Gesù è amico dei peccatori, al
fine di chiarire ancora meglio questo concetto. |
L'espressione 'Gesù è un amico dei peccatori'
fu una delle calunnie che lanciarono i nemici di Gesù contro di lui. Era in
questa maniera infatti che ai giorni di Gesù molti lo offesero secondo che è
scritto che disse Gesù: “Ma a chi assomiglierò io questa generazione? Ella è
simile ai fanciulli seduti nelle piazze che gridano ai loro compagni e
dicono: Vi abbiam sonato il flauto, e voi non avete
ballato; abbiam cantato de’ lamenti, e voi non
avete fatto cordoglio. Difatti è venuto Giovanni non mangiando né bevendo, e
dicono: Ha un demonio! È venuto il Figliuol
dell’uomo mangiando e bevendo, e dicono: Ecco un mangiatore ed un beone, un
amico dei pubblicani e de’ peccatori! Ma la sapienza è stata giustificata
dalle opere sue” (Matteo 11:15-19). |
Notate bene che Gesù nel dire che gli
uomini dicevano del Figliuol dell’uomo che era un
amico dei pubblicani e dei peccatori ha voluto dire che essi lo offesero e lo
disonorarono dicendo quella cosa, perché oltre a questo essi dissero di lui
che era un mangiatore e un beone, e poi questo si evince anche dal fatto che
egli disse che la sapienza è stata giustificata dalle opere sue, o come altri
traducono dai suoi figliuoli. E se la sapienza è stata giustificata vuol dire
che qualcuno l’aveva calunniata o accusata ingiustamente. Non vi pare? E poi
notate bene come poco prima, nel caso di Giovanni Battista, Gesù ha detto che
egli non mangiò pane e non bevve vino (cfr. Luca 7:33) ma gli uomini dicevano
di lui che aveva un demonio, volendo far capire che nonostante Giovanni non
mangiasse né pane e non bevesse vino, gli uomini lo calunniarono dicendo che
aveva un demonio, e quindi lo disonorarono. La stessa cosa che Gesù disse gli
uomini fecero nei suoi confronti, nonostante a differenza di Giovanni Egli
mangiò pane e bevve vino, dicendo però che lui era un mangiatore e un
ubriacone, e un amico dei pubblicani e dei peccatori. Dunque, sia Giovanni
Battista che il Figliuol dell’uomo furono offesi e
calunniati dagli uomini. |
Gesù semmai è l’amico di tutti coloro che
temono Dio infatti è scritto: “Io sono il compagno di tutti quelli che ti
temono, e di quelli che osservano i tuoi precetti” (Salmo 119:63). D’altronde
lui stesso ebbe a dire ai suoi discepoli: “Voi siete miei amici, se fate le
cose che io vi comando” (Giovanni 15:14), se quindi per essere amici di Gesù
Cristo occorreva ed occorre ubbidire alle sue parole, come può Gesù
dichiararsi amico dei peccatori e quest’ultimi dichiarare di avere in Gesù un
amico? Io sarei personalmente offeso se qualcuno mi definisse amico dei
peccatori perché non apprezzo affatto né le parole e neppure le opere dei
peccatori, ma le detesto e le riprovo. Come per esempio si sentirebbe offeso
un giudice o un magistrato che fa il suo dovere indagando e ricercando i
malfattori e smascherando le loro male azioni per poi portarli dinnanzi al giudice
affinché siano puniti come meritano, se si sentisse chiamare ‘l’amico o amico
dei malfattori’. Per farvi un esempio pratico, provate ad immaginare il
magistrato Giovanni Falcone quando era vivo, come avrebbe reagito se qualcuno
lo avesse definito ‘l’amico o un amico dei mafiosi’. Non pensate che si
sarebbe sentito offeso? |
Ma come si fa a dire che Gesù, il Giusto,
era l’amico dei peccatori quando anche lui detestava sia le opere che le
parole dei peccatori, smascherandole e riprovandole? Come poteva Lui che era
la luce del mondo, essere l’amico delle tenebre? L’amicizia implica comunanza
di interessi, di vedute, di propositi, fiducia reciproca, disponibilità ad
aiutarsi nella difficoltà e così via; dove mai Gesù mostrò queste cose verso
i peccatori? Non è forse vero che lui predicava loro il Vangelo affinché essi
si convertissero dalle loro inique opere, e le abbandonassero? Non è forse
vero che gli uomini lo odiavano perché lui testimoniava che le loro opere
erano malvagie? Come poteva quindi Gesù essere l’amico dei peccatori? Semmai
Gesù era ‘il nemico numero uno dei peccatori’, nel senso di colui che per
primo rifiutava di partecipare alle loro inique opere e di approvarle, e di
certo così era considerato dai peccatori del suo tempo. |
E’ amico dei peccatori uno che si è sviato,
uno che ha smesso di temere Dio, che si è gettato alle spalle le parole di
Dio, quello sì che è un amico dei peccatori perché oramai prende piacere nel
camminare come e con i peccatori. E’ amico dei peccatori un ipocrita che fa una
doppia vita. Ma certamente non si può definire amico dei peccatori un uomo
timorato di Dio, e tanto meno il Giusto. |
Certo, il giusto ama annunciare la Parola
di Dio ai peccatori, e quindi quando ne ha l’occasione gli annuncia la Parola
della salvezza. Può pure trovarsi a tavola con loro per questa ragione,
perché essi lo invitano a mangiare presso di loro o perché vengono da lui per
sentirlo parlare. E per questa ragione può essere definito ‘amico dei
peccatori’, ma da chi questo? Dai religiosi ipocriti moderni, da quelli che
hanno l’apparenza della pietà ma ne hanno rinnegato la potenza, da quelli
insomma che sono come gli antichi scribi e farisei che mormoravano contro
Gesù quando lo vedevano seduto a tavola con i peccatori, o accogliere i
peccatori per parlargli del Regno di Dio. Si legga attentamente la sua storia
e si vedrà come Gesù fu chiamato in questa maniera dagli ipocriti della sua
generazione. |
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Un Dio che non castiga nessuno
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L'Iddio di costoro, dato che non odia
nessuno ed è amico di tutti, è un Dio che non castiga gli uomini, per esempio
colpendoli con delle malattie o con la morte a motivo dei loro peccati. E
quindi il loro Dio non fa morire nessuno, e non colpisce nessuno con malattie
o altri giudizi. |
Che dice invece la Scrittura? Che l'Iddio e
Padre che adoriamo e serviamo è un Dio che castiga, flagella, giudica,
punisce - ora, qui sulla terra - in quanto è giusto. Egli è un giusto giudice
(Salmo 7:11) e in quanto tale "non tiene il colpevole per
innocente" (Nahum 1:3) ma lo giudica con giustizia,
e si badi che il giudicio ha da cominciare dalla
casa di Dio, cioè da noi (1 Pietro 4:17). |
A tale proposito, la Bibbia dice che i terremoti, gli alluvioni, i fulmini che si
abbattono contro le persone, la grossa grandine, e altri fenomeni naturali che
causano disastri (e spesso anche tante vittime) sono giudizi di Dio. |
Per quanto riguarda i
terremoti la Scrittura dice che per l'ira di Dio trema la terra (cfr. Geremia
10:10), e difatti sempre la Scrittura dice che ai giorni di Uzzia ci fu un forte terremoto (cfr. Zaccaria 14:5), che
era stato predetto da Dio tramite il profeta Amos contro Israele a motivo
della malvagità che imperava tra il popolo: “Ascoltate questo, o
voi che vorreste trangugiare il povero e distruggere gli umili del paese; voi che dite: 'Quando finirà il novilunio, perché possiam vendere il grano? Quando finirà il sabato, perché
possiamo aprire i granai, scemando l'efa,
aumentando il siclo, falsificando le bilance per frodare, comprando
il misero per danaro, e il povero se deve un paio di sandali? E venderemo
anche la vagliatura del grano!' L'Eterno l'ha giurato per
colui ch'è la gloria di Giacobbe: Mai dimenticherò alcuna delle vostre opere.
Il paese non
tremerà esso a motivo di questo? Ogni suo abitante non ne farà egli
cordoglio? Il paese si solleverà tutto
quanto come il fiume, ondeggerà, e s'abbasserà come il fiume d'Egitto”
(Amos 8:4-8). Ricordiamo pure che prima della venuta del Signore ci sarà un
forte terremoto che Dio manderà contro questo malvagio mondo, il più forte
terremoto della storia dell'umanità, secondo che è scritto: “Poi il settimo
angelo versò la sua coppa nell'aria; e una gran voce uscì dal tempio, dal
trono, dicendo: È fatto. E si fecero lampi e voci e
tuoni; e ci fu un gran terremoto,
tale, che da quando gli uomini sono stati sulla terra, non si ebbe mai
terremoto così grande e così forte. E la gran città
fu divisa in tre parti, e le città delle nazioni caddero; e Dio si ricordò di
Babilonia la grande per darle il calice del vino del furor dell'ira sua”
(Apocalisse 16:17-19). |
Per ciò che concerne gli alluvioni,
ricordiamo che ai giorni di Noè Dio mandò sul mondo degli empi di allora così
tanta acqua da coprire tutte le più alte cime dei monti; tutti gli esseri
umani perirono, tranne che Noè e sette altri; anche gli animali perirono
tutti, eccezion fatta che quelli che erano nell'arca di Noè. Come dunque quel
diluvio fu un giudizio di Dio contro gli empi di allora, così anche oggi i
diluvi locali che causano danni e spesso vittime sono anch'essi dei giudizi
di Dio. In Giobbe è scritto che Dio “trattiene le acque, e tutto inaridisce; le lascia andare, ed esse sconvolgono la
terra” (Giobbe 12:15), ed anche: “Egli carica pure le nubi d'umidità,
disperde lontano le nuvole che portano i suoi lampi ed
esse, da lui guidate, vanno vagando nei lor giri
per eseguir quanto ei loro comanda sopra la faccia di tutta la terra; e le manda o come
flagello, o come beneficio alla sua terra, o come prova della sua bontà”
(Giobbe 37:11-13). Naturalmente, dato che le nuvole vanno a riversare l'acqua
dove vuole Dio e nella misura da lui decretata, anche la siccità - cioè il
fatto che in un luogo non piova - è un giudizio di Dio. Ricordiamo che ai
giorni di Elia, Dio non fece piovere per tre anni e mezzo per punire Israele
per la sua malvagità. |
Sono giudizi di Dio anche i fulmini che
colpiscono le persone, secondo che è scritto che Dio si riempie le mani di
fulmini e “li lancia contro gli avversari” (Giobbe 36:32). |
Anche la grossa grandine che talvolta cade
sugli uomini è un giudizio di Dio, ricordiamoci infatti che una delle piaghe
mandate da Dio contro gli Egiziani fu appunto la grandine secondo che è
scritto: “Ecco, domani, verso quest'ora, io
farò cadere una grandine così forte, che non ce ne fu mai di simile in
Egitto, da che fu fondato, fino al dì d'oggi. Or
dunque manda a far mettere al sicuro il tuo bestiame e tutto quello che hai
per i campi. La grandine cadrà su tutta la gente e su tutti gli animali che
si troveranno per i campi e non saranno stati raccolti in casa, e morranno'
(Esodo 9:18-19). |
Vediamo ora alcuni castighi inflitti da Dio
agli uomini, prendendoli dal Nuovo Testamento. |
Anania e Saffira, ai giorni degli apostoli, per avere mentito allo
Spirito del Signore |
Dio fece morire Anania
e Saffira perchè questi
si erano accordati per tentare lo Spirito del Signore. Ecco come andarono le
cose: “Ma un certo uomo, chiamato Anania, con Saffira sua moglie, vendé un possesso, e tenne per sé
parte del prezzo, essendone consapevole anche la moglie; e portatane una
parte, la pose ai piedi degli apostoli. Ma Pietro disse: Anania,
perché ha Satana così riempito il cuor tuo da farti mentire allo Spirito
Santo e ritener parte del prezzo del podere? Se questo restava invenduto, non
restava tuo? E una volta venduto, non ne era il prezzo in tuo potere? Perché
ti sei messa in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio. E Anania, udendo queste parole, cadde e spirò. E
gran paura prese tutti coloro che udiron queste
cose. E i giovani, levatisi, avvolsero il corpo, e portatolo fuori, lo seppellirono.
Or avvenne, circa tre ore dopo, che la moglie di lui, non sapendo ciò che era
avvenuto, entrò. E Pietro, rivolgendosi a lei: Dimmi, le disse, avete voi
venduto il podere per tanto? Ed ella rispose: Sì, per tanto. Ma Pietro a lei:
Perché vi siete accordati a tentare lo Spirito del Signore? Ecco, i piedi di
quelli che hanno seppellito il tuo marito sono all’uscio e ti porteranno via.
Ed
ella in quell’istante cadde ai suoi piedi, e spirò. E i giovani,
entrati, la trovarono morta; e portatala via, la seppellirono presso suo
marito” (Atti 5:1-10). |
Molti credenti della Chiesa di Corinto, perchè si accostavano indegnamente alla cena del
Signore |
Dio colpì con la morte e con la malattia
parecchi credenti della Chiesa di Corinto perchè si
erano accostati alla Cena del Signore in maniera indegna. Disse infatti Paolo
ai santi di Corinto: “Or provi l’uomo se stesso, e così mangi del pane e beva
del calice; poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudicio
su se stesso, se non discerne il corpo del Signore. Per questa cagione molti fra
voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono. Ora, se esaminassimo
noi stessi, non saremmo giudicati; ma quando siamo giudicati, siam corretti dal Signore, affinché non siam condannati col mondo. Quando dunque, fratelli miei,
v’adunate per mangiare, aspettatevi gli uni gli altri. Se qualcuno ha fame,
mangi a casa, onde non vi aduniate per attirar su voi un giudicio”
(1 Corinzi 11:28-34). |
Quel credente della Chiesa di Corinto che si teneva la moglie di suo
padre |
Dio fece sì che quel credente della Chiesa
di Corinto che si teneva la moglie di suo padre, e quindi che commetteva
fornicazione, fosse dato in mano di Satana per la distruzione della sua
carne, secondo che disse Paolo: "Si ode addirittura affermare che v’è
tra voi fornicazione; e tale fornicazione, che non si trova neppure fra i
Gentili; al punto che uno di voi si tiene la moglie di suo padre. E siete
gonfi, e non avete invece fatto cordoglio perché colui che ha commesso
quell’azione fosse tolto di mezzo a voi! Quanto a me, assente di persona ma
presente in ispirito, ho già giudicato, come se
fossi presente, colui che ha perpetrato un tale atto. Nel nome del Signor Gesù,
essendo insieme adunati voi e lo spirito mio, con la potestà del Signor
nostro Gesù, ho deciso che quel tale sia dato in man di Satana, a perdizione
della carne, onde lo spirito sia salvo nel giorno del Signor
Gesù" (1 Corinzi 5:1-5) |
Imeneo e Alessandro perchè si
erano messi a bestemmiare |
Paolo dice a Timoteo: "Io t’affido
quest’incarico, o figliuol mio Timoteo, in armonia
con le profezie che sono state innanzi fatte a tuo riguardo, affinché tu
guerreggi in virtù d’esse la buona guerra, avendo fede e buona coscienza;
della quale alcuni avendo fatto getto, hanno naufragato quanto alla fede. Fra
questi sono Imeneo ed Alessandro, i quali ho dati in man di Satana affinché
imparino a non bestemmiare" (1 Timoteo 1:18-20) |
Jezebel, perchè seduceva i servi del Signore affinchè
fornicassero e mangiassero cose sacrificate agli idoli |
Nel libro dell'Apocalisse, il Signore
ordinò a Giovanni di scrivere queste cose all'angelo della Chiesa di Tiatiri: "Ma ho questo contro a te: che tu tolleri
quella donna Jezabel, che si dice profetessa e
insegna e seduce i miei servitori perché commettano fornicazione e mangino
cose sacrificate agl’idoli. E io le ho dato tempo per ravvedersi, ed ella non
vuol ravvedersi della sua fornicazione. Ecco, io getto lei sopra un letto di
dolore, e quelli che commettono adulterio con lei in una gran
tribolazione, se non si ravvedono delle opere d’essa. E metterò a morte i suoi
figliuoli; e tutte le chiese conosceranno che io son colui che
investigo le reni ed i cuori; e darò a ciascun di voi secondo le opere
vostre" (Apocalisse 2:20-23). |
Il re Erode, ai giorni degli apostoli, per non avere dato a Dio la
gloria |
Dio punì il re Erode perchè
quando in un occasione il popolo si era messo ad acclamarlo come se fosse un
dio, lui non aveva dato a Dio la gloria. Ecco come andarono le cose: “Or
Erode era fortemente adirato contro i Tirî e i Sidonî;
ma essi di pari consentimento si presentarono a lui; e guadagnato il favore
di Blasto, ciambellano del re, chiesero pace,
perché il loro paese traeva i viveri dal paese del re. Nel giorno fissato,
Erode, indossato l’abito reale, e postosi a sedere sul trono, li arringava
pubblicamente. E il popolo si mise a gridare: Voce d’un dio, e non d’un uomo!
In
quell’istante, un angelo del Signore lo percosse, perché non avea dato a Dio la gloria; e morì, roso dai vermi”
(Atti 12:20-23). |
Gerusalemme, nell'anno 70, per avere ucciso i profeti e il Signore
Gesù Cristo |
L'apostolo Paolo attorno all'anno 50
scrivendo ai santi di Tessalonica diceva tra le
altre cose: "Poiché, fratelli, voi siete divenuti imitatori delle chiese
di Dio che sono in Cristo Gesù nella Giudea; in quanto che anche voi avete
sofferto dai vostri connazionali le stesse cose che quelle chiese hanno
sofferto dai Giudei, i quali hanno ucciso e il Signor Gesù e i profeti, hanno
cacciato noi, e non piacciono a Dio, e sono avversi a tutti gli uomini, divietandoci di parlare ai Gentili perché sieno salvati. Essi vengon così
colmando senza posa la misura dei loro peccati; ma ormai li ha raggiunti l’ira
finale" (1 Tessalonicesi 2:14-16). E l'ira finale a cui Paolo si
riferiva era quella che si abbattè su Gerusalemme
nell'anno 70 dopo Cristo, per mano delle legioni romane. Gerusalemme infatti
fu distrutta, e molti dei suoi abitanti uccisi e portati in cattività, perché
si doveva adempiere sia ciò che era stato scritto dai profeti, e sia quello
che poi Gesù Cristo confermò quando disse: "Quando vedrete Gerusalemme
circondata d’eserciti, sappiate allora che la sua desolazione è vicina.
Allora quelli che sono in Giudea, fuggano a’ monti; e quelli che sono nella
città, se ne partano; e quelli che sono per la campagna, non entrino in lei. Perché
quelli son giorni di vendetta, affinché tutte le cose che sono
scritte, siano adempite. Guai alle donne che saranno incinte, e a quelle che
allatteranno in que’ giorni! Perché vi sarà gran distretta nel paese ed ira su questo popolo. E cadranno
sotto il taglio della spada, e saran menati in
cattività fra tutte le genti; ...." (Luca 21:20-24). |
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Come potete vedere, Dio castiga, eccome se
castiga gli uomini. |
Quelli che sostengono che Dio non castiga,
detestano che Dio sia chiamato 'un
vendicatore', ma la Scrittura lo chiama proprio così, infatti l’apostolo
Paolo ha scritto ai santi di Tessalonica: “Del
rimanente, fratelli, come avete imparato da noi il modo in cui vi dovete
condurre e piacere a Dio (ed è così che già vi conducete), vi preghiamo e vi
esortiamo nel Signor Gesù a vie più progredire. Poiché sapete quali
comandamenti vi abbiamo dati per la grazia del Signor Gesù. Perché questa è
la volontà di Dio: che vi santifichiate, che v’asteniate dalla fornicazione,
che ciascun di voi sappia possedere il proprio corpo in santità ed onore, non
dandosi a passioni di concupiscenza come fanno i pagani i quali non conoscono
Iddio; e che nessuno soverchi il fratello né lo sfrutti negli affari; perché
il Signore è un vendicatore in tutte queste cose, siccome anche v’abbiamo
innanzi detto e protestato. Poiché Iddio ci ha chiamati non a impurità, ma a
santificazione. Chi dunque sprezza questi precetti, non sprezza un uomo, ma
quell’Iddio, il quale anche vi comunica il dono del suo Santo Spirito” (1
Tessalonicesi 4:1-8). |
Dunque i comandamenti che gli apostoli
hanno dato ai santi costituiscono la volontà di Dio verso i santi, che messi
in pratica fanno di loro delle persone che camminano in maniera degna del
Vangelo, e quindi persone che piacciono a Dio in tutta la loro condotta.
Dunque nel mettere in pratica questi comandamenti si piace a Dio. E nello
sprezzarli invece? Ci si costituisce dinnanzi ad essi debitori, e ci si
attira l’ira di Dio, in quanto chi sprezza questi precetti sprezza non un
uomo ma l’Iddio Onnipotente, il quale sappiamo che ha detto: “Quelli che mi
sprezzano saranno avviliti” (1 Samuele 2:30). E come li avvilisce?
Vendicandosi su di essi per la loro ribellione. Paolo è chiaro quando dice
che il Signore è un vendicatore in tutte queste cose. |
Ma perché Dio non tollera che noi
sprezziamo i suoi precetti? Perché Lui ci ha chiamati ad essere santi, e
violare questi comandamenti significa venire meno alla chiamata che ci ha
rivolto, facendo biasimare così la Sua dottrina e diffamare la via della verità. |
Badiamo a noi stessi fratelli, dunque,
esaminiamo le nostre vie, per non subire la vendetta del nostro grande Iddio. |
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Un Dio che non indura alcun uomo per non
farlo convertire
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L'Iddio di costoro non indura
nessuno affinchè questi non si converta dalle sue
vie malvagie e la Sua ira si riveli dunque contro di lui. Solo il pensiero
che Dio possa fare una simile cosa li fa infuriare. |
La Scrittura invece afferma che Dio "indura chi vuole" (Romani 9:18), e lo fa al fine di
adempiere i suoi disegni sugli uomini. |
E difatti Faraone si rifiutò di lasciare
partire gli Israeliti perché Dio gli indurò il
cuore. D’altronde Dio aveva avvertito Mosè ancor prima che egli parlasse a
Faraone, dicendogli: “Quando sarai tornato in Egitto, avrai cura di fare
dinanzi a Faraone tutti i prodigi che t’ho dato potere di compiere; ma io gl’indurerò il cuore, ed egli non lascerà partire il
popolo.” (Esodo 4:21). Come potete vedere, l’indurimento del cuore di Faraone
non fu la conseguenza del suo rifiuto di lasciare andare via gli Israeliti,
ma la causa del suo rifiuto. E tutto ciò perché Dio aveva deciso di
moltiplicare i suoi prodigi in Egitto per farsi conoscere dagli Egiziani e
far sì che il Suo nome fosse pubblicato in tutta la terra (Esodo 7:3-5;
9:16). E si badi che Dio previde o predisse che avrebbe indurato
il cuore di Faraone perchè aveva predeterminato il
suo induramento perché Dio quando preannuncia degli
eventi ciò significa che li ha predeterminati, ed è per questo che vigila
sulla Sua parola per mandarla ad effetto (Geremia 1:12) affinchè
ciò che Lui ha innanzi determinato si verifichi. |
L’induramento di
Faraone peraltro non è il solo induramento di re
prodotto da Dio per adempiere i suoi disegni, infatti abbiamo anche il caso
del re di Heshbon e dei re delle città di Canaan, secondo che è scritto: “Allora mandai
ambasciatori dal deserto di Kedemoth a Sihon, re di Heshbon, con
parole di pace, e gli feci dire: ‘Lasciami passare per il tuo paese; io
camminerò per la strada maestra, senza volgermi né a destra né a sinistra. Tu
mi venderai a danaro contante le vettovaglie che mangerò, e mi darai per
danaro contante l’acqua che berrò; permettimi semplicemente il transito (come
m’han fatto i figliuoli d’Esaù che abitano in Seir e i Moabiti che abitano in Ar), finché io abbia passato
il Giordano per entrare nel paese che l’Eterno, il nostro Dio, ci dà’. Ma Sihon, re di Heshbon, non ci
volle lasciar passare per il suo paese, perché l’Eterno, il tuo Dio, gli
aveva indurato lo spirito e reso ostinato il cuore,
per dartelo nelle mani, come difatti oggi si vede” (Deuteronomio 2:26-30), ed
anche: “Non ci fu città che facesse pace coi figliuoli d’Israele, eccetto gli
Hivvei che abitavano Gabaon;
le presero tutte, combattendo; perché l’Eterno facea
sì che il loro cuore si ostinasse a dar battaglia ad Israele, onde Israele li
votasse allo sterminio senza che ci fosse pietà per loro, e li distruggesse
come l’Eterno avea comandato a Mosè” (Giosuè
11:19-20). Come potete vedere, anche in questi casi la ribellione di quei re
fu la conseguenza dell’induramento del loro cuore
prodotto da Dio in loro. In altre parole, l’induramento
del loro cuore prodotto da Dio fu la causa della loro ribellione. |
Ma veniamo ora ai giorni di Gesù e degli
apostoli, quando Dio indurò altri individui affinchè non si convertissero. |
L'apostolo Giovanni dice: "E sebbene
avesse fatto tanti miracoli in loro presenza, pure non credevano in lui;
affinché s’adempisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore, chi ha
creduto a quel che ci è stato predicato? E a chi è stato rivelato il braccio
del Signore? Perciò non potevano credere, per la ragione detta ancora da
Isaia: Egli ha accecato gli occhi loro e ha indurato
i loro cuori, affinché non veggano con gli occhi, e
non intendano col cuore, e non si convertano, e io non li sani"
(Giovanni 12:37-40). |
L'apostolo Paolo dice: "Che dunque?
Quel che Israele cerca, non l’ha ottenuto; mentre il residuo eletto l’ha
ottenuto; e gli altri sono stati indurati, secondo
che è scritto: Iddio ha dato loro uno spirito di stordimento, degli occhi per
non vedere e degli orecchi per non udire, fino a questo giorno. E Davide
dice: La loro mensa sia per loro un laccio, una rete, un inciampo, e una
retribuzione. Siano gli occhi loro oscurati in guisa che non veggano, e piega loro del continuo la schiena"
(Romani 11:7-10). Voglio che notiate le parole 'fino a questo giorno' che
indicano che questo induramento Dio lo sta
producendo ancora oggi. |
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Un
Dio che ha preparato un luogo di perdizione per i peccatori che è senza
fuoco
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L'Iddio di costoro è un Dio che nel luogo
di perdizione destinato agli empi tra la morte e la resurrezione, cioè il
soggiorno dei morti, e poi in quello dove saranno gettati il giorno del
giudizio, cioè la Geenna, non ha messo alcun fuoco. Essi sostengono che se
Dio mandasse delle sue creature nel fuoco per l'eternità, sarebbe un Dio
crudele! Lungi da loro quindi l'idea di avere un Dio così! |
La Sacra Scrittura invece afferma quanto
segue. |
In riferimento all’Ades,
che è il luogo di tormento dove vanno immediatamente le anime dei peccatori
quando muoiono, che per certo in esso c’è il fuoco infatti Gesù quando
raccontò la storia del ricco e di Lazzaro disse che il ricco essendo nei
tormenti “alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno; ed
esclamò: Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta
del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché son tormentato in
questa fiamma” (Luca 16:23-24). E’ un fuoco non attizzato da mano d’uomo
perché è Dio che lo ha acceso nell’ADES, ma è pur sempre fuoco, perché quel
ricco affermò di essere tormentato in una fiamma. |
In riferimento alla Geenna, anche qui la
Parola di Dio non lascia alcun dubbio, c'è il fuoco. |
Gesù infatti in riferimento al giudizio che
subiranno gli operatori d’iniquità alla fine dei tempi ha detto “Il Figliuol dell’uomo manderà i suoi angeli che
raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori
d’iniquità, e li getteranno nella fornace del fuoco. Quivi sarà il pianto e
lo stridor de’ denti” (Matteo 13:41-42); come si può
vedere Egli ha chiamato questo luogo di tormento ‘fornace del fuoco’. In un
altro luogo Egli ha detto che in quel giorno dirà a quelli dalla sinistra di
andarsene via da lui “nel fuoco eterno, preparato pel diavolo e per i suoi
angeli!” (Matteo 25:41). Ed in un altro luogo ancora egli ha detto: “Se la
tua mano od il tuo piede t’è occasion di peccato,
mozzali e gettali via da te; meglio è per te l’entrar nella vita monco o
zoppo che l’aver due mani o due piedi ed esser gettato nel fuoco eterno. E se
l’occhio tuo t’è occasion di peccato, cavalo e
gettalo via da te; meglio è per te l’entrar nella vita con un occhio solo,
che l’aver due occhi ed esser gettato nella geenna del fuoco” (Matteo
18:8-9). Giovanni nel libro dell’apocalisse ha detto che il diavolo sarà
gettato nello stagno di fuoco e di zolfo e ivi sarà tormentato nei secoli dei
secoli (Apocalisse 20:10), qui ci saranno anche la bestia e il falso profeta,
e tutti coloro che avranno preso il marchio della bestia sulla loro fronte o
sulla loro mano secondo che è scritto: “Se qualcuno adora la bestia e la sua
immagine e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, beverà anch’egli del vino dell’ira di Dio mesciuto puro
nel calice della sua ira: e sarà tormentato con fuoco e zolfo nel cospetto
dei santi angeli e nel cospetto dell’Agnello. E il fumo del loro tormento
sale ne’ secoli dei secoli; e non hanno requie né giorno né notte quelli che
adorano la bestia e la sua immagine e chiunque prende il marchio del suo
nome” (Apocalisse 14:9-11). Si noti come viene detto che il fumo del loro
tormento salirà nei secoli dei secoli, il fatto dunque che ci sarà fumo vuol
dire che qualcosa brucerà. Questo luogo chiamato stagno di fuoco e di zolfo è
dove nel giorno del giudizio, quando risusciteranno gli empi, saranno gettati
tutti coloro i cui nomi non saranno trovati scritti nel libro della vita
(Apocalisse 20:13-15) e che sono i codardi, gl’increduli, gli abominevoli,
gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi
(cfr. Apocalisse 21:8). |
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Un Dio che non vuole che si predichi il
ravvedimento e il giudizio eterno ai peccatori
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L'Iddio di costoro, dato che non odia
nessuno ed è amico dei peccatori, non vuole che si predichi il ravvedimento
agli uomini e il giudizio eterno che aspetta i peccatori, e questo per
evitare che gli uomini si sentano in colpa e perdano la loro autostima, e per
evitare che si impauriscono. E' vietato dunque dire agli uomini: 'Ravvedetevi
e convertitevi, altrimenti quando morirete andrete nel fuoco del soggiorno
dei morti e nel giorno del giudizio sarete gettati nel fuoco eterno dove
sarete tormentati in eterno'. Il messaggio dunque
da portare agli uomini è: 'Dio è amore, e vi ama. Date il vostro cuore a Gesù
e Lui vi accoglierà!'. |
La Scrittura invece dice che "Iddio dunque,
passando sopra ai tempi dell’ignoranza, fa ora annunziare agli uomini che
tutti, per ogni dove, abbiano a ravvedersi, perché ha fissato un giorno, nel
quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo ch’Egli ha
stabilito; del che ha fatto fede a tutti, avendolo risuscitato dai
morti" (Atti 17:30-31), e difatti Gesù Cristo prima di essere assunto in
cielo disse ai suoi discepoli: "Così è scritto, che il Cristo
soffrirebbe, e risusciterebbe dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome
si predicherebbe ravvedimento e remission dei
peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme" (Luca 24:46-47). |
Gesù stesso predicò il ravvedimento agli
uomini, dicendo loro: "Ravvedetevi e credete all’evangelo" (Marco
1:15), e Paolo esortava i peccatori a ravvedersi quando evangelizzava,
infatti disse: “Io non mi son tratto indietro dall’annunziarvi e
dall’insegnarvi in pubblico e per le case, cosa alcuna di quelle che vi
fossero utili, scongiurando Giudei e Greci a ravvedersi dinanzi a Dio e a
credere nel Signor nostro Gesù Cristo” (Atti 20:20-21). |
Per quanto riguarda l'annunzio del giudizio
a venire, Gesù per esempio rimproverò le città nelle quali era stata fatta la
maggior parte delle sue opere potenti, perché non si erano ravvedute, in
questa maniera: “Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perché se in Tiro e Sidone
fossero state fatte le opere potenti compiute fra voi, già da gran tempo si
sarebbero pentite, con cilicio e cenere. E però vi dichiaro che nel giorno
del giudizio la sorte di Tiro e di Sidone sarà più
tollerabile della vostra. E tu, o Capernaum, sarai
tu forse innalzata fino al cielo? No, tu scenderai fino nell’Ades. Perché se in Sodoma
fossero state fatte le opere potenti compiute in te, ella sarebbe durata fino
ad oggi. E però, io lo dichiaro, nel giorno del giudizio la sorte del paese
di Sodoma sarà più tollerabile della tua” (Matteo
11:21-24) - ma si potrebbero citare altri passi in cui Gesù parlò della sorte
che aspettava i peccatori; e Paolo, quando predicò nella sinagoga di Antiochia di Pisidia, terminò
la sua predica con queste parole: “Guardate dunque che non venga su voi
quello che è detto nei profeti: Vedete, o sprezzatori, e maravigliatevi,
e dileguatevi, perché io fo un’opera ai dì vostri, un’opera che voi non
credereste, se qualcuno ve la narrasse” (Atti 13:40-41); e quando predicò la
Parola agli Ateniesi, le ultime parole che pronunciò prima di essere
interrotto furono queste: “Iddio dunque, passando sopra ai tempi
dell’ignoranza, fa ora annunziare agli uomini che tutti, per ogni dove,
abbiano a ravvedersi, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il
mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo ch’Egli ha stabilito; del che ha
fatto fede a tutti, avendolo risuscitato dai morti” (Atti 17:30-31); e quando
il governatore Felice lo mandò a chiamare, e lo ascoltò circa la fede in
Cristo, la Bibbia dice che “ragionando Paolo di giustizia, di temperanza e
del giudizio a venire, Felice, tutto spaventato, replicò: Per ora, vattene; e
quando ne troverò l’opportunità, ti manderò a chiamare” (Atti 24:25). |
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Un Dio che incita a portare il Vangelo al
mondo con scene teatrali
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Il loro Dio si compiace nel fatto che il
Vangelo venga rappresentato con scene teatrali, e difatti costoro ci dicono
che è stato Dio a mettergli nel cuore di darsi al teatro per portare in
questa maniera il Vangelo al mondo. |
La Scrittura dice che noi dobbiamo
predicare il Vangelo e non rappresentarlo attraverso il teatro. Questo è
l'ordine dato da Cristo: "Andate per tutto il mondo e predicate
l’evangelo ad ogni creatura" (Marco 16:15). Egli stesso predicò, e i
suoi apostoli fecero la medesima cosa. Il teatro esisteva anche ai loro
giorni, e dunque il fatto che non lo abbiano mai usato per portare il Vangelo
al mondo è la prova che essi lo rigettarono categoricamente come strumento di
evangelizzazione. Il teatro era considerato sia da Cristo che dagli apostoli
una mondana concupiscenza ed una finzione, e perciò non potevano usarlo anche
se per un fine buono. Oltretutto avrebbe ridicolizzato il messaggio del
Vangelo, e lo avrebbe svuotato della sua potenza, e quindi essi si guardarono
bene dall'adottarlo nel campo dell'evangelizzazione. |
Il teatro induce chi lo fa all'ipocrisia e
alla menzogna. L'impersonificazione (o
l'interpretazione di un personaggio) infatti consiste nel fingere di essere
un'altra persona. Chi dunque impersonifica Gesù
fingerà di essere Gesù: chi impersonifica il
peccatore, fingerà di essere ancora schiavo del peccato; chi impersonifica il diavolo fingerà di essere il diavolo, e
così via. Questo significa fare gli ipocriti ed amare e praticare la
menzogna, e non essere sinceri ed amare e praticare la verità. |
Possiamo noi figliuoli di Dio fare gli
ipocriti e amare e praticare la menzogna, sia pur con il fine di portare il
Vangelo al nostro prossimo? No, perchè la Scrittura
ci comanda di gettare via le ipocrisie, secondo che è scritto: "Gettando
dunque lungi da voi ogni malizia, e ogni frode, e le ipocrisie, e le invidie,
ed ogni sorta di maldicenze, come bambini pur ora nati, appetite il puro
latte spirituale, onde per esso cresciate per la salvezza, se pure avete
gustato che il Signore è buono" (1 Pietro 2:1-2); e di bandire la
menzogna dalla nostra vita e dire la verità gli uni agli altri (Efesini
4:25). |
A proposito del termine 'ipocrita' vi
ricordo che esso deriva dalla parola greca 'hypokrités'
che significa 'attore' - e difatti nel teatro dell'antica Grecia gli attori
erano conosciuti come gli 'ipocriti' - e quindi un attore è un ipocrita perchè fa finta di essere qualcuno o qualcosa che in
realtà non è. Gli scribi e i Farisei furono definiti da Gesù 'ipocriti' perchè nella pratica recitavano la parte dei giusti, o
meglio facevano credere alla gente indossando una maschera che essi erano
giusti, quando invece erano pieni di iniquità ed ingiustizia. |
Ora, vi domando: 'Può un Cristiano, anche
se occasionalmente, indossare una maschera, ossia far finta di essere
un'altra persona, buona o cattiva che questa sia?' Certo che no. |
Può un Cristiano cominciare a dire parole e
cose che non sono vere perchè non procedono dal suo
cuore, perchè impersonifica
un altra persona e quelle parole sono da ripetere a memoria perchè parte di un copione? La risposta è di nuovo 'no'. |
Come fanno dunque tanti pastori ad
affermare che esiste un talento che Dio dona a taluni credenti di fare
teatro? Evidentemente perchè sono ciechi, avendo
perso il discernimento. E così dicendo, attribuiscono a Dio le menzogne e le
finzioni che vengono perpetrate nelle scene teatrali. |
E poi tenete a mente che questa scuola di
ipocrisia e di menzogna comincia da piccoli, perchè
in quasi tutte le comunità, ai bambini vengono fatte fare scene teatrali, o
in occasione della cosiddetta festa di Natale, o per il capodanno, o in
occasione della chiusura della Scuola Domenicale. |
Ecco dunque a cosa vengono ammaestrati i
bambini: ad essere degli ipocriti. Non c'è da meravigliarsi dunque se poi una
volta adulti lo diventano per davvero ipocriti, e difatti le comunità
abbondano di ipocriti. E' tutta una conseguenza. |
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Un
Dio che non regna sovrano su tutto e tutti, in quanto esistono degli eventi
che accadono per caso
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Il loro Dio non regna sovrano su tutto e
tutti, perchè loro dicono che ci sono degli eventi
che accadono semplicemente per caso. Costoro dunque credono al caso. |
Secondo la Scrittura nulla avviene per caso,
infatti persino un passero cade a terra non per caso ma per volere di Dio,
secondo che ha detto Gesù: "Due passeri non si vendon
essi per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza del Padre
vostro" (Matteo 10:29). |
Nella Bibbia è vero si parla di fatti
avvenuti 'per caso' o comunque di fatti dovuti ad errori umani o
involontarietà, ma nell'esaminarli attentamente anch'essi rientrano nel
volere di Dio, e quindi fanno parte di quei suoi decreti sovrani che Egli
attua facendoli sembrare come degli eventi fortuiti. Vediamoli brevemente. |
Il primo è quello di Achab,
re d’Israele, la cui morte fu causata da un freccia scoccata a caso da
qualcuno (cfr. 1 Re 22:34). Ma se leggiamo tutta la storia ci accorgeremo che
egli morì proprio in quella battaglia, perché così Dio aveva predetto ad Achab tramite il profeta Micaiah,
secondo che è scritto: "E Micaiah disse: ‘Se
tu ritorni sano e salvo, non sarà l’Eterno quegli che avrà parlato per bocca
mia’. E aggiunse: ‘Udite questo, o voi, popoli tutti!’ (1 Re 22:28). E dunque
quel soldato che scoccò 'casualmente' quella freccia con il suo arco, la
scoccò per volere di Dio, in quanto si dovevano adempiere le parole del
profeta secondo cui Achab non sarebbe tornato vivo
da quella battaglia. Perciò fu Dio a farlo colpire mortalmente da quella
freccia. Perchè dunque c'è scritto che
"qualcuno scoccò a caso la freccia del suo arco"? Per far
comprendere ai savi che anche l'evento che può sembrare il più insignificante
agli uomini è diretto da Dio, affinchè si adempia
il suo piano, il suo disegno innanzi formato. Certamente chi scoccò
casualmente quella freccia, non poteva sapere di averla scoccata per decreto
e volontà di Dio; ma certamente coloro che erano a conoscenza della
predizione fatta dal profeta Micaiah compresero che
ciò era avvenuto per volere di Dio. |
Il secondo è quello di Ruth, la Moabita. E'
scritto: "Or Naomi aveva un parente di suo marito, uomo potente e ricco,
della famiglia di Elimelec, che si chiamava Boaz. Ruth, la Moabita, disse a Naomi: ‘Lasciami andare
nei campi a spigolare dietro a colui agli occhi del quale avrò trovato
grazia’. Ed ella le rispose: ‘Va’ figliuola mia’. Ruth andò dunque e si mise
a spigolare in un campo dietro ai mietitori; e per caso le avvenne di
trovarsi nella parte di terra appartenente a Boaz,
ch’era della famiglia di Elimelec" (Ruth
2:1-3). Fu veramente un caso che Ruth si trovò a spigolare in un campo di
proprietà di Boaz? Certamente no, perchè come nel precedente esempio qualcuno per caso
scoccò la freccia dal suo arco perchè così aveva
decretato e voluto Dio, così anche Ruth si trovò a spigolare in quel
particolare campo per decreto e volere di Dio, e questo lo si capisce sia
dalla reazione di sua suocera e dalle parole che le rivolse quando lo venne a
sapere, secondo che è scritto: "La suocera le chiese: ‘Dove hai
spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che t’ha fatto così buona
accoglienza!’ E Ruth disse alla suocera presso di chi avea
lavorato, e aggiunse: ‘L’uomo presso il quale ho lavorato oggi, si chiama Boaz’. E Naomi disse alla sua nuora: ‘Sia egli benedetto
dall’Eterno, poiché non ha rinunziato a mostrare ai vivi la bontà ch’ebbe
verso i morti!’ E aggiunse: ‘Quest’uomo è nostro
parente stretto; è di quelli che hanno su noi il diritto di riscatto’. E Ruth, la Moabita: ‘M’ha anche detto: Rimani
coi miei servi, finché abbian finita tutta la mia
messe’. E Naomi disse a Ruth sua nuora: ‘È bene, figliuola mia, che tu vada
con le sue serve e non ti si trovi in un altro campo’
" (Ruth 2:19-22) - Non mi paiono queste parole di Naomi le parole di una
che credeva che si fosse trattato di un caso - Ed anche dalle parole delle
donne quando vennero poi a sapere che Ruth aveva partorito un figlio a Boaz, secondo che è scritto: "Così Boaz prese Ruth, che divenne sua moglie. Egli entrò da
lei, e l’Eterno le diè la grazia di concepire, ed
ella partorì un figliuolo. E le donne dicevano a Naomi: ‘Benedetto l’Eterno,
il quale non ha permesso che oggi ti mancasse un continuatore della tua
famiglia! Il nome di lui sia celebrato in Israele!" (Ruth 4:13-14).
Dunque, quelle donne riconoscevano che Ruth si era trovata a spigolare nel
campo di Boaz, perchè Dio
aveva voluto dare a Naomi un continuatore della sua famiglia, in quanto prima
le era morto il marito e poi le erano morti ambedue i figli (Ruth 1:5). Ma
Dio supplì a questa mancanza facendo incontrare Ruth con Boaz,
facendoli sposare, e poi dandogli un figlio di nome Obed,
che fu padre d’Isai, padre di Davide. E quindi fa
parte della geneaologia di Gesù Cristo (Matteo
1:5). |
Il terzo è quello di colui che uccideva
qualcuno involontariamente, e quindi accidentalmente, e per il quale la legge
di Mosè non prescriveva la morte in quanto gli ordinava di recarsi in una
delle città di rifugio fino alla morte del sommo sacerdote. Ascoltate quello
che dice la legge: "Ed ecco in qual caso l’omicida che vi si rifugerà
avrà salva la vita: chiunque avrà ucciso il suo prossimo involontariamente,
senza che l’abbia odiato prima, - come se uno, ad esempio, va al bosco col
suo compagno a tagliar delle legna e, mentre la mano avventa la scure per
abbatter l’albero, il ferro gli sfugge dal manico e colpisce il compagno sì
ch’egli ne muoia, - quel tale si rifugerà in una di queste città ed avrà
salva la vita; altrimenti, il vindice del sangue, mentre l’ira gli arde in
cuore, potrebbe inseguire l’omicida e, quando sia lungo il cammino da fare,
raggiungerlo e colpirlo a morte, mentre non era degno di morte, in quanto che
non aveva prima odiato il compagno" (Deuteronomio 19:4-6). Notate che è
Dio a dire che quell'uomo ha ucciso il suo prossimo involontariamente, quindi
senza la volontà premeditata di ucciderlo. Quindi in caso di omicidio
involontario, l'omicida aveva salva la vita. Ma l'involontarietà dell'uomo
non significa che Dio non c'entra niente, perchè è
pur sempre Dio che ha fatto sì che quell'omicidio si verificasse. Ascoltate
infatti quello che dice sempre Dio nella legge: "Chi percuote un uomo sì
ch’egli muoia, dev’essere messo a morte. Se non gli
ha teso agguato, ma Dio gliel’ha fatto
cader sotto mano, io ti stabilirò un luogo dov’ei si possa rifugiare. Se
alcuno con premeditazione uccide il suo prossimo mediante insidia, tu lo
strapperai anche dal mio altare, per farlo morire" (Esodo 21:12-14).
Notate che nel caso di omicidio involontario, senza premeditazione dunque, è
comunque Dio che fa cadere quell'uomo per mano dell'omicida involontario.
Questo proprio mostra come il caso non esista neppure nel caso di omicidio
involontario. |
E che il caso non esiste si evince anche
dalla pratica del tirare a sorte, che era una pratica usata dagli Ebrei in
svariate circostanze con la certezza che chi veniva designato dalla sorte
veniva designato per decisione di Dio, secondo che è scritto: "Si gettan le
sorti nel grembo, ma ogni decisione vien dall’Eterno" (Proverbi 16:33).
A conferma di ciò citiamo l'esempio di Saul che fu designato re d'Israele da
Dio dinnanzi al popolo tramite la sorte, secondo che è scritto: "Poi
Samuele convocò il popolo dinanzi all’Eterno a Mitspa,
e disse ai figliuoli d’Israele: ‘Così dice l’Eterno, l’Iddio d’Israele: Io
trassi Israele dall’Egitto, e vi liberai dalle mani degli Egiziani e dalle
mani di tutti i regni che vi opprimevano. Ma oggi voi rigettate l’Iddio
vostro che vi salvò da tutti i vostri mali e da tutte le vostre tribolazioni,
e gli dite: Stabilisci su di noi un re! Or dunque presentatevi nel cospetto
dell’Eterno per tribù e per migliaia’. Poi Samuele fece accostare tutte le
tribù d’Israele, e la tribù di
Beniamino fu designata dalla sorte. Fece quindi accostare la tribù di
Beniamino per famiglie, e la famiglia di Matri fu
designata dalla sorte. Poi fu
designato Saul, figliuolo di Kis; e lo
cercarono, ma non fu trovato. Allora consultarono di nuovo l’Eterno: ‘Quell’uomo è egli già venuto qua?’ L’Eterno rispose:
‘Guardate, ei s’è nascosto fra i bagagli’. Corsero a trarlo di là; e
quand’egli si presentò in mezzo al popolo, era più alto di tutta la gente
dalle spalle in su. E Samuele disse a tutto il popolo: ‘Vedete colui che l’Eterno si è scelto? Non v’è alcuno in tutto
il popolo che sia pari a lui’. E tutto il popolo diè in esclamazioni di gioia, gridando: ‘Viva il re!’
" (1 Samuele 10:17-24). Ma vogliamo citare anche l'esempio della
designazione di Mattia quale apostolo che doveva prendere il posto di Giuda
Iscariota, secondo che è scritto: "E ne presentarono due: Giuseppe,
detto Barsabba, il quale era soprannominato Giusto,
e Mattia. E, pregando, dissero: Tu,
Signore, che conosci i cuori di tutti, mostra quale di questi due hai scelto
per prendere in questo ministerio ed apostolato il posto
che Giuda ha abbandonato per andarsene al suo luogo. E li trassero a sorte, e la sorte cadde su Mattia, che fu
associato agli undici apostoli" (Atti 1:23-26). Vorrei che notaste come
i discepoli nel pregare Dio, erano convinti che tramite la sorte Dio avrebbe
fatto loro conoscere chi Egli aveva scelto quale successore di Giuda
Iscariota. Ora, se il risultato del tirare a sorte, che può sembrare una
pratica che si basa sul caso, non è affatto il risultato del caso, ma di una
decisione divina, non si può credere al caso. |
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Un Dio che non ha predeterminato la morte di Gesù Cristo
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L'Iddio di costoro non ha affatto
predeterminato la morte espiatoria di Cristo Gesù. E questo perchè la morte di Gesù fu una sorta di 'incidente di
percorso', un evento che si dimostrò inevitabile visto le circostanze che si
vennero a creare a quel tempo. Certo, essi dicono che Dio sapeva che sarebbe
andata a finire così, ma lungi dal dire che fu Dio a decretare innanzi l'odio
dei Giudei verso il suo Cristo, e la sua morte sulla croce! |
Che dice invece la Scrittura? Che Dio ha
innanzi predeterminato che Gesù Cristo fosse odiato e dato nelle mani dei
Giudei, e crocifisso. |
Ora, nel libro degli Atti degli apostoli è
menzionata una preghiera che i discepoli del Signore innalzarono a Dio di
pari consentimento, e tra le parole da essi rivolte a Dio ci furono le
seguenti: “Signore, tu sei Colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e
tutte le cose che sono in essi; Colui che mediante lo Spirito Santo, per
bocca del padre nostro e tuo servitore Davide, ha detto: Perché hanno fremuto
le genti, e hanno i popoli divisate cose vane? I re della terra si sono fatti
avanti, e i principi si sono raunati assieme contro
al Signore, e contro al suo Unto. E invero in questa città, contro al tuo
santo Servitore Gesù che tu hai unto, si sono raunati
Erode e Ponzio Pilato, insieme coi Gentili e con
tutto il popolo d’Israele, per fare tutte le cose che la tua mano e il tuo
consiglio avevano innanzi determinato che avvenissero” (Atti 4:25-28. Cfr.
Salmo 2:1-3). Quindi i discepoli, nel comportamento di Erode, di Ponzio Pilato, dei Giudei e dei Gentili, riconobbero
l’adempimento delle parole che Davide aveva pronunziato per lo Spirito Santo
secoli addietro. Ora, tutti costoro, secondo le parole di quei credenti, si
radunarono contro Gesù Cristo per fare tutte le cose che la mano di Dio ed il
Suo consiglio avevano innanzi determinato, il che equivale a dire che tutto
quello che Erode, Pilato, insieme ai Giudei e ai Gentili fecero contro Gesù
lo fecero per volontà di Dio. In altre parole essi fecero contro Gesù tutto
quello che Dio aveva predeterminato dovesse avvenire. Ma andiamo nei
particolari per vedere che fecero costoro assieme contro Gesù Cristo per il
determinato consiglio di Dio: |
I Giudei odiarono Gesù Cristo, manifestando
questo loro odio verso lui in svariate maniere. I Giudei di Gerusalemme lo
perseguitarono (cfr. Giovanni 5:15-16;) e lo insultarono in diverse maniere
(cfr. Giovanni 7:12; 8:48; 9:16,24) fino a che lo arrestarono (cfr. Matteo
26:47-56) e lo condannarono a morte per bestemmia perchè dichiarò
di essere il Figlio di Dio (cfr. Matteo 26:57-68). E poi lo dettero in mano
di Pilato (cfr. Matteo 27:1-2) chiedendo a gran voce che fosse crocifisso, e
tutto ciò benché Gesù non fece loro alcun male ma solo del bene. |
Il governatore Pilato quando i Giudei gli
consegnarono Gesù affinchè egli lo facesse
crocifiggere, dopo averlo esaminato non trovò in Gesù alcuna delle colpe di
cui i Giudei lo accusavano, e aveva deliberato di liberarlo (cfr. Luca 23:16,20-22).
Ma la folla richiese con gran grida che egli invece fosse crocifisso. E
Pilato per soddisfare la moltitudine acconsentì a questa loro richiesta
iniqua, liberando Barabba che era stato messo in prigione per omicidio, e
condannando Gesù, il Principe della vita (cfr. Luca 23:23-25). |
Erode era in quel tempo tetrarca della
Galilea, ed era stato nel passato in inimicizia con Pilato, ma nel giorno che
Pilato gli mandò Gesù essi divennero amici. Quando Erode vide Gesù, se ne
rallegrò grandemente, perché da lungo tempo desiderava vederlo, avendo
sentito parlare di lui; e sperava di vedergli fare qualche miracolo; gli fece
molte domande ma Gesù non gli rispose parola; lo schernì assieme ai suoi
soldati, lo rivestì di un manto splendido e lo rimandò a Pilato (cfr. Luca
23:8-12). Anche lui non mostrò nessuna pietà verso Gesù ma solo odio. |
I Gentili pure (e qui mi riferisco in
particolare ai soldati che schernirono e crocifissero Gesù) si radunarono
contro l’Unto dell’Eterno. Lo schernirono, lo percossero con una canna, gli
sputarono addosso ed infine lo misero in croce come un malfattore (cfr.
Matteo 27:27-38). |
E’ evidente dunque, alla luce delle
Scritture, che le sofferenze che Cristo dovette patire per amore nostro, Dio
non solo le conosceva innanzi e le aveva preannunciate tramite il Suo
Spirito, ma le aveva anche predeterminate. Ecco perché lo Spirito di Dio
parlò di esse secoli prima che accadessero come se esse fossero già accadute,
infatti spesso troviamo i verbi al passato. Ascoltate per esempio queste parole
di Davide: “M’hanno forato le mani e i piedi” (Salmo 22:16), e queste altre
del profeta Isaia: “Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore,
familiare col patire, pari a colui dinanzi al quale ciascuno si nasconde la
faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. …. Maltrattato,
umiliò se stesso, e non aperse la bocca. Come l’agnello menato allo
scannatoio, come la pecora muta dinanzi a chi la tosa, egli non aperse la
bocca. …” (Isaia 53:3,7). D’altronde Dio chiama le cose che non sono come se
fossero, e parla degli eventi non ancora avvenuti come se fossero già
avvenuti. Sono i suoi decreti, i suoi disegni, che Lui forma in sé stesso
molto tempo prima che accadano, e poi li manda ad effetto, secondo che Egli
dice: “Sì, io l’ho detto, e lo farò avvenire; ne ho formato il disegno e
l’eseguirò” (Isaia 46:11). |
Ecco perchè il
giorno della Pentecoste l'apostolo Pietro disse ai Giudei: "Uomini
israeliti, udite queste parole: Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato
fra voi mediante opere potenti e prodigî e segni che Dio fece per mezzo di
lui fra voi, come voi stessi ben sapete, quest’uomo,
allorché vi fu dato nelle mani, per il determinato consiglio e per la
prescienza di Dio, voi, per man d’iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste;
ma Dio lo risuscitò, avendo sciolto gli angosciosi
legami della morte, perché non era possibile ch’egli fosse da essa
ritenuto" (Atti 2:22-24), e nella sua prima epistola chiama Gesù Cristo
"agnello senza difetto né macchia, ben preordinato prima della
fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi" (1
Pietro 1:19-20). |
Questo dunque è il vero Dio, quello che non
solo ha predetto le sofferenze di Cristo ma le ha anche predeterminate. |
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Un Dio che non è libero di fare grazia a chi vuole Lui
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E' un
Dio che non è libero di fare grazia a chi vuole Lui, perchè
fa grazia a quelli che vogliono essere graziati, e quindi il suo fare grazia
ad alcuni esseri umani dipende dalla volontà degli uomini e non dalla Sua
propria volontà. Costoro infatti ci dicono: 'Siamo noi che abbiamo voluto
essere salvati, e non Dio a volerci salvare in base ad una decisione che
aveva innanzi preso nei nostri riguardi; per cui siamo noi che abbiamo scelto
Cristo e non il contrario!' In altre parole, l'Iddio di costoro è un Dio che
non è libero di fare quello che vuole, un Dio che non prende l'iniziativa di
salvare, perchè l'iniziativa la devono prendere gli
uomini, e solo quando essi la prendono (con quello che essi chiamano 'libero
arbitrio') allora Dio decide di salvarli. Questo Dio dunque è sul trono ad
aspettare che l'uomo decida di farsi salvare, perchè
non ha decretato di salvare proprio nessuno. |
Cosa afferma invece la Scrittura? Che Dio
dice: "Farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà di chi vorrò
aver pietà" (Esodo 33:19). Come potete vedere, Dio dice che noi abbiamo
ricevuto da Lui grazia non in virtù della nostra volontà ma in virtù della
Sua volontà, quindi non perchè abbiamo voluto noi
essere graziati, ma perchè Lui ha voluto graziarci.
Ecco perchè Paolo, apostolo dei Gentili, afferma
nella lettera ai Romani: "Non dipende dunque né da chi vuole né da chi
corre, ma da Dio che fa misericordia" (Romani 9:16), ed anche:
"Così dunque Egli fa misericordia a chi vuole, e indura
chi vuole" (Romani 9:18). E questa Sua decisione di farci grazia risale
a prima della fondazione del mondo, in quanto Egli ci ha eletti a salvezza
sin dal principio, secondo che è scritto: ".... in lui ci ha eletti,
prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi ed irreprensibili
dinanzi a lui nell’amore, avendoci predestinati ad essere adottati, per mezzo
di Gesù Cristo, come suoi figliuoli, secondo il beneplacito della sua
volontà: a lode della gloria della sua grazia, la quale Egli ci ha largita
nell’amato suo" (Efesini 1:4-6), ed anche: "Iddio fin dal principio
vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione nello Spirito e la fede
nella verità" (2 Tessalonicesi 2:13). Questa elezione a salvezza da
parte di Dio è chiamata il proponimento dell'elezione di Dio, ed esclude ogni
vanto da parte del credente, perchè esso
"dipende non dalle opere ma dalla volontà di colui che chiama"
(Romani 9:12). |
In virtù di questo proponimento divino, i
nostri nomi sono stati scritti nel libro della vita fin dalla fondazione del
mondo (Apocalisse 17:8), e non siamo stati noi a scegliere il Signore ma il
Signore ha scelto noi secondo che ci ha detto il Signore Cristo Gesù:
"Non siete voi che avete scelto me, ma son io che ho scelto voi, e v’ho
costituiti perché andiate, e portiate frutto, e il vostro frutto sia
permanente; affinché tutto quel che chiederete al Padre nel mio nome, Egli ve
lo dia. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. Se il mondo vi
odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo
amerebbe quel ch’è suo; ma perché non siete del mondo, ma io v’ho scelti di
mezzo al mondo, perciò vi odia il mondo" (Giovanni 15:16-19). |
Questo è l'Iddio vivente e vero che abbiamo
conosciuto, o meglio dal quale siamo stati conosciuti. A Lui sia la gloria in
Cristo Gesù ora e in eterno. Amen. |
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Un Dio che non ha costruito nessuna città
celeste per i santi
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L'Iddio di costoro non ha preparato nessuna
città celeste per i Suoi. |
La Scrittura invece afferma che Dio ha
costruito una città celeste, che si chiama la Nuova Gerusalemme. E' una città
di forma quadrangolare: la sua lunghezza, la sua larghezza e la sua altezza
sono uguali, e precisamente la misura di ogni lato è di dodicimila stadi (uno
stadio equivale a 185 metri e quindi ogni lato della città è lungo circa 2200
chilometri). Essa è circondata da un grande muro alto centoquarantaquattro
cubiti (un cubito è circa 48 centimetri quindi l’altezza è di circa 70 metri)
costruito di diaspro che possiede dodici porte: tre per ogni lato, che sono
fatte ognuna d’una perla e sono presiedute ciascuna da un angelo e su ognuna
d’esse è scritto il nome di una delle dodici tribù d’Israele. |
Il muro della città possiede dodici
fondamenti sui quali stanno scritti i nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
Il primo fondamento è di diaspro, il secondo di zaffiro, il terzo di
calcedonio, il quarto di smeraldo, il quinto di sardonico, il sesto di sardio, il settimo di crisolito, l’ottavo di berillo, il
nono di topazio, il decimo di crisopazio, l’undicesimo di giacinto e il
dodicesimo di ametista. La piazza della città è d’oro puro simile a vetro
trasparente. In mezzo alla piazza della città c’è l’albero della vita che dà
dodici raccolti e porta il suo frutto ogni mese. In seno a questa città sarà
il trono di Dio e dell’Agnello e tutti coloro che hanno lavato le loro vesti
nel sangue dell’Agnello vi entreranno e serviranno Dio per l’eternità. Questa
città non ha bisogno nè di luce di lampada e nè di luce di sole perchè essa
è illuminata dalla gloria di Dio e l’Agnello è il suo luminare (Apocalisse
capitoli 21-22). Questa è la città il cui architetto e costruttore è Dio e
che il patriarca Abrahamo aspettava (Ebrei 11:10),
questa è la città futura che noi credenti aspettiamo. |
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Un
Dio che ha promesso alla Chiesa che non passerà la grande tribolazione
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L'Iddio
di costoro ha promesso che la venuta di Gesù Cristo sarà suddivisa in due
fasi, la prima per i credenti (il cosiddetto rapimento segreto, che può
avvenire in qualsiasi momento) e la seconda con i credenti alla fine della
grande tribolazione. Quindi secondo costoro, la Chiesa non passerà la grande
tribolazione. |
La
Sacra Scrittura invece insegna che la venuta di Cristo per i credenti e la
venuta di Cristo con i credenti avverranno in uno stesso giorno, e non a
distanza di alcuni anni (7 anni, o tre anni e mezzo) come dicono costoro. In
altre parole, Gesù Cristo quando in quel giorno apparirà dal cielo, o come
dice in un altro passo, scenderà dal cielo, con potente grido e con voce
d’arcangelo e con la tromba di Dio, risusciterà i morti in Cristo, poi muterà
i santi che saranno ancora vivi, e tutti andremo ad incontrare il Signore
nell’aria. Poi in quello stesso giorno Cristo combatterà contro gli eserciti
della terra che si aduneranno contro di lui, li vincerà sterminandoli, e poi
inizierà il millennio in cui Cristo regnerà con i suoi santi sulla terra per
mille anni. Ovviamente il ritorno di Cristo avverrà dopo che sarà manifestato
l’anticristo perché quest’ultimo sarà distrutto con il soffio della bocca di
Gesù e annientato con l’apparizione della sua venuta. |
Le
parole della Bibbia che più di tutte mostrano che il ritorno del Signore (che
comprende la sua apparizione, la resurrezione dei giusti e il mutamento dei
santi viventi) non è suddiviso in due fasi separate tra esse da alcuni anni
sono le seguenti: “Or, fratelli, circa la venuta del Signor nostro Gesù
Cristo e il nostro adunamento con lui, vi preghiamo di non lasciarvi così
presto travolgere la mente, né turbare sia da ispirazioni, sia da discorsi,
sia da qual-che epistola data come nostra, quasi che il giorno del Signore
fosse imminente. Nessuno vi tragga in errore in alcuna maniera; poiché quel
giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato
manifestato l’uomo del peccato, il figliuolo della perdizione, l’avversario,
colui che s’innalza sopra tutto quello che è chiamato Dio od oggetto di
culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso
e dicendo ch’egli è Dio. Non vi ricordate che quand’ero ancora presso di voi
io vi dicevo queste cose? E ora voi sapete quel che lo ritiene ond’egli sia manifestato a suo tempo. Poiché il mistero
dell’empietà è già all’opra: soltanto v’è chi ora
lo ritiene e lo riterrà finché sia tolto di mezzo. E allora sarà manifestato
l’empio, che il Signor Gesù distruggerà col soffio della sua bocca, e
annienterà con l’apparizione della sua venuta” (2 Tessalonicesi 2:1-8). |
Come
potete vedere, Paolo quando parla ai Tessalonicesi di QUEL GIORNO (2:3) si
riferisce alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro adunamento
con lui (2:1). Non solo, egli colloca pure QUEL GIORNO dopo che sarà
manifestato l’anticristo infatti dice che il Signore Gesù lo distruggerà e
annienterà. |
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Un Dio che vuole che la Chiesa scenda in
Egitto in cerca di soccorso
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Il loro Dio è un Dio che spinge la Chiesa
ad andare a rifugiarsi all'ombra di Faraone, ossia delle autorità secolari
stabilendo con essi una intesa. Cercano infatti a tutti i costi il favore
dello Stato, e sono pronti a fare ogni compromesso, pur di avere privilegi di
ogni genere. E questo loro comportamento lo giustificano dicendo che il loro Dio
li ha guidati a fare così per amore della Sua opera. |
Cosa dice invece la Scrittura? Dio dice in
Isaia: "Guai, dice l’Eterno, ai figliuoli ribelli che forman dei disegni, ma senza di me, che contraggono
alleanze, ma senza il mio spirito, per accumulare peccato su peccato; che
vanno giù in Egitto senz’aver consultato la mia bocca, per rifugiarsi sotto
la protezione di Faraone, e cercar ricetto all’ombra dell’Egitto! Ma la
protezione di Faraone vi tornerà a confusione, e il ricetto all’ombra
dell’Egitto, ad ignominia. I principi di Giuda son già a Tsoan,
e i suoi ambasciatori son già arrivati a Hanes; ma
tutti arrossiscono d’un popolo che a nulla giova loro, che non reca aiuto né
giovamento alcuno, ma è la loro onta e la loro vergogna. È pronto il carico
delle bestie pel mezzogiorno; attraverso un paese di distretta
e d’angoscia, donde vengono la leonessa e il leone, la vipera e il serpente
ardente che vola, essi portan le loro ricchezze sul
dorso degli asinelli e i loro tesori sulla gobba de’ cammelli, a un popolo
che non gioverà loro nulla. Poiché il soccorso dell’Egitto è un soffio, una
vanità; per questo io chiamo quel paese: ‘Gran rumore per nulla’. Or vieni e
traccia queste cose in loro presenza sopra una tavola, e scrivile in un
libro, perché rimangano per i dì a venire, sempre, in perpetuo. Giacché
questo è un popolo ribelle, son de’ figliuoli bugiardi, de’ figliuoli che non
vogliono ascoltare la legge dell’Eterno, che dicono ai veggenti: ‘Non
vedete!’ e a quelli che han delle visioni: ‘Non ci annunziate visioni di cose
vere! Diteci delle cose piacevoli, profetateci delle chimere! Uscite fuor di
strada, abbandonate il sentiero retto, toglieteci d’innanzi agli occhi il
Santo d’Israele!’ Perciò così dice il Santo d’Israele: Giacché voi
disprezzate questa parola e confidate nell’oppressione e nelle vie oblique, e
ne fate il vostro appoggio, questa iniquità sarà per voi come una breccia che
minaccia rovina, che fa pancia in un alto muro, il cui crollo avviene a un
tratto, in un istante, e che si spezza come si spezza un vaso del vasaio che
uno frantuma senza pietà, e tra i rottami del quale non si trova frammento
che serva a prender del fuoco dal focolare o ad attinger dell’acqua dalla
cisterna. Poiché così avea detto il Signore,
l’Eterno, il Santo d’Israele: Nel tornare a me e nel tenervi in riposo starà
la vostra salvezza; nella calma e nella fiducia starà la vostra forza; ma voi
non l’avete voluto! Avete detto: ‘No, noi galopperemo sui nostri cavalli!’ E
per questo galopperete!... E: ‘Cavalcheremo su veloci destrieri!’ E per
questo quelli che v’inseguiranno saranno veloci!... Mille di voi fuggiranno
alla minaccia d’un solo; alla minaccia di cinque vi darete alla fuga, finché
rimaniate come un palo in vetta a un monte, come un’antenna sopra un
colle" (Isaia 30:1-17) ed ancora: "Guai a quelli che scendono in
Egitto in cerca di soccorso, e s’appoggian su
cavalli, e confidano ne’ carri perché son numerosi, e ne’ cavalieri, perché
molto potenti, ma non guardano al Santo d’Israele, e non cercano l’Eterno!
Eppure, anch’Egli è savio; fa venire il male, e non revoca le sue parole; ma
insorge contro la casa de’ malvagi, e contro il soccorso degli artefici
d’iniquità. Or gli Egiziani son uomini, e non Dio; i loro cavalli son carne,
e non spirito; e quando l’Eterno stenderà la sua mano, il protettore
inciamperà, cadrà il protetto, e periranno tutti assieme" (Isaia
31:1-3). |
Dio, se vuole in qualche maniera aiutare il
suo popolo mediante le autorità statali, desterà secondo il beneplacito della
Sua volontà il loro spirito in favore del suo popolo, e questa è opera Sua; ma
se l'aiuto di Faraone lo si acquisisce calpestando o compromettendo la Parola
di Dio, come lo hanno ottenuto tante Chiese, quella non è l'opera di Dio ma
l'opera del diavolo, il principe di questo mondo, che vuole in questa maniera
corrompere la Chiesa. |
Sappiate questo dunque: il vero Dio non
incita mai il suo popolo ad andarsi a rifugiare all'ombra di Faraone. |
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Un
Dio che vuole che la Chiesa si strutturi come le organizzazioni umane
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Il loro Dio vuole che la Chiesa si
strutturi come le organizzazioni umane, e quindi che delle Chiese locali
diano vita ad una organizzazione con un presidente, dei consiglieri, un
tesoriere, un segretario, e con uno statuto così come vuole lo Stato. |
La Scrittura è contro una simile
organizzazione, e simili cariche umane che di fatto costituiscono una
gerarchia ecclesiastica. Una lettura anche veloce e superficiale di tutto il
Nuovo Testamento mostra chiaramente che anticamente le Chiese non erano
organizzate come lo sono oggi le denominazioni evangeliche. Questa struttura ha
prodotto e tuttora produce delle conseguenze molto negative nella vita di
quei credenti che fanno parte di queste denominazioni. Affinché vi rendiate
conto di quanto sia antibiblica questo tipo di organizzazione ecclesiastica
vi invito a leggere il mio libro 'Contro lo Statuto e il Regolamento delle
ADI'. |
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Un Dio che vuole che la Chiesa si metta con
gli infedeli
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Il loro Dio è un Dio che ama la confusione
infatti li incita a collaborare in qualche maniera con i Valdesi che hanno
rigettato la Parola in quanto approvano l'omosessualità e benedicono le
coppie omosessuali, con coloro che negano la Trinità, con i Cattolici Romani
che sono idolatri, con i Mussulmani che negano che Gesù Cristo è il Figlio di
Dio, e con tanti altri. Ed inoltre, incoraggia i matrimoni tra fedeli ed
infedeli. |
Che dice invece la Scrittura? Che Dio
proibisce queste alleanze o collaborazioni, come anche i matrimoni con coloro
che camminano nelle tenebre, secondo che è scritto: "Non vi mettete con
gl’infedeli sotto un giogo che non è per voi; perché qual comunanza v’è egli
fra la giustizia e l’iniquità? O qual comunione fra la luce e le tenebre? E
quale armonia fra Cristo e Beliar? O che v’è di
comune tra il fedele e l’infedele? E quale accordo fra il tempio di Dio e
gl’idoli? Poiché noi siamo il tempio dell’Iddio vivente, come disse Iddio: Io
abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro; e sarò loro Dio, ed essi
saranno mio popolo. Perciò Uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il
Signore, e non toccate nulla d’immondo; ed io v’accoglierò, e vi sarò per
Padre e voi mi sarete per figliuoli e per figliuole, dice il Signore
onnipotente" (2 Corinzi 6:14-18), ed ancora: "Non siate dunque loro
compagni; perché già eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore.
Conducetevi come figliuoli di luce (poiché il frutto della luce consiste in
tutto ciò che è bontà e giustizia e verità), esaminando che cosa sia accetto
al Signore. E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; anzi,
piuttosto riprendetele" (Efesini 5:7-11). |
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Un Dio che vuole che la Chiesa si diverta
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L'Iddio di costoro incita la Chiesa a
divertirsi esattamente come fanno quelli del mondo, in quanto sulla terra - dicono
loro - bisogna pure dedicare del tempo al divertimento. E quindi costoro
vanno al mare a mettersi mezzi nudi, vanno al cinema, allo stadio, al teatro,
in discoteca, e ad altri eventi mondani. Ma ci sono altri piaceri della vita
a cui costoro si danno, che sono concupiscenze della carne. Non solo, costoro
hanno introdotto svariate forme di spettacolo e divertimento nei locali di
culto, per cui i loro locali di culto sono diventati una sorta di teatri o
sale da ballo. 'La vita è una sola: divertitevi, non vi private di niente!',
pare essere il messaggio che costoro hanno ricevuto dal loro Dio. |
La Scrittura invece afferma: "Poiché
la grazia di Dio, salutare per tutti gli uomini, è apparsa e ci ammaestra a
rinunziare all’empietà e alle mondane concupiscenze, per vivere in questo
mondo temperatamente, giustamente e piamente, aspettando la beata speranza e
l’apparizione della gloria del nostro grande Iddio e Salvatore, Cristo
Gesù" (Tito 2:11-13), ed anche: "Perciò, avendo cinti i fianchi
della vostra mente, e stando sobrî, abbiate piena speranza nella grazia che
vi sarà recata nella rivelazione di Gesù Cristo; e, come figliuoli
d’ubbidienza, non vi conformate alle concupiscenze del tempo passato
quand’eravate nell’ignoranza; ma come Colui che vi ha chiamati è santo, anche
voi siate santi in tutta la vostra condotta; poiché sta scritto: Siate santi,
perché io son santo" (1 Pietro 1:13-16). |
Dio quindi ci comanda di rinunciare alle
mondane concupiscenze e non di abbracciarle, e questo affinchè
noi siamo santi, perchè a questo siamo stati
chiamati. |
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Un Dio che approva che la Chiesa partecipi
a svariate opere infruttuose delle tenebre
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Il loro Dio approva che essi partecipino a
messe funebri, a battesimi ed anche cresime della Chiesa Cattolica Romana,
alla festa di Carnevale, a quella di Halloween, che facciano lavori come il venditore
di sigarette, il fabbricante di armi (bombe, fucili, pistole, mine, ecc.), il
fabbricante di gioielli d’oro per uomini e donne, medaglie con incise la
madonnina o quell’altro santo che serviranno poi come portafortuna a tante
persone ecc.; che giochino al lotto e
alla lotteria così se vincono possono aiutare l'opera di Dio, e così via. |
Dio invece dice nella sua parola: "Non
siate dunque loro compagni; perché già eravate tenebre, ma ora siete luce nel
Signore. Conducetevi come figliuoli di luce (poiché il frutto della luce
consiste in tutto ciò che è bontà e giustizia e verità), esaminando che cosa
sia accetto al Signore. E non partecipate alle opere infruttuose delle
tenebre; anzi, piuttosto riprendetele; poiché egli è disonesto pur di dire le
cose che si fanno da costoro in occulto. Ma tutte le cose, quando sono
riprese dalla luce, diventano manifeste; poiché tutto ciò che è manifesto, è
luce. Perciò dice: Risvegliati, o tu che dormi, e risorgi da’ morti, e Cristo
t’inonderà di luce" (Efesini 5:7-14). |
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Un Dio che tollera che si mangino cose
sacrificate agli idoli, sangue e cose soffocate
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L'Iddio di costoro permette che i Cristiani
mangino cose sacrificate agli idoli, cose soffocate e il sangue. Essi infatti
non accettano come tuttora vincolanti per noi Gentili le decisioni degli
apostoli e degli anziani (esclusa
quella sulla fornicazione) prese a Gerusalemme, e a sostegno di ciò fanno
vari ragionamenti. |
Vediamo dunque di dimostrare quanto costoro
errano grandemente. Nel libro degli Atti degli apostoli in relazione alla
riunione tenutasi a Gerusalemme per decidere se era necessario o meno
costringere i Gentili ad osservare la legge di Mosè per essere salvati, è
scritto che dopo che parlò Giacomo il fratello del Signore (il quale disse
che non si doveva dare molestia ai Gentili che si convertivano, ma dirgli di
astenersi dalle cose contaminate nei sacrifici agl'idoli, dalla fornicazione,
dalle cose soffocate e dal sangue), "parve bene agli apostoli e agli
anziani con tutta la chiesa, di mandare ad Antiochia
con Paolo e Barnaba, certi uomini scelti fra loro,
cioè: Giuda, soprannominato Barsabba, e Sila,
uomini autorevoli tra i fratelli; e scrissero così per loro mezzo: Gli
apostoli e i fratelli anziani, ai fratelli di fra i Gentili che sono in Antiochia, in Siria ed in Cilicia,
salute. Poiché abbiamo inteso che alcuni, partiti di fra noi, vi hanno
turbato coi loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre, benché non avessimo
dato loro mandato di sorta, è parso bene a noi, riuniti di comune accordo, di
scegliere degli uomini e di mandarveli assieme ai nostri cari Barnaba e Paolo, i quali hanno esposto la propria vita
per il nome del Signor nostro Gesù Cristo. Vi abbiam
dunque mandato Giuda e Sila; anch’essi vi diranno a voce le medesime cose.
Poiché è parso bene allo Spirito Santo ed a noi di non imporvi altro peso
all’infuori di queste cose, che sono necessarie; cioè: che v’asteniate dalle
cose sacrificate agl’idoli, dal sangue, dalle cose soffocate, e dalla
fornicazione; dalle quali cose ben farete a guardarvi. State sani" (Atti
15:22-29). La Scrittura è chiara, quindi noi Gentili in Cristo dobbiamo
attenerci a quelle decisioni. |
Ora rispondo punto per punto alle
obbiezioni mosse dai contenziosi per dimostrare quanto esse siano vane. |
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1) Queste
misure disciplinari caddero da sé quando la fusione fra Giudei e Gentili fu
completa. |
Noi domandiamo: ‘E quando la fusione fu
completa?’ E’ bene ricordare che la fusione tra Giudei e Gentili era già
completa quando ci fu l’assemblea di Gerusalemme. Con ciò vogliamo dire che
c’erano già chiese formate da Giudei convertiti e Gentili convertiti che con
la grazia di Dio andavano avanti nelle vie di Dio. E questo perché Cristo
mediante la sua morte aveva fatto dei due popoli uno solo ed aveva abbattuto
il muro di separazione che c’era tra Giudei e Gentili con l’abolire nella sua
carne la causa dell’inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di
precetti. Non è che si dovette aspettare l’assemblea di Gerusalemme per
vedere Giudei credenti e Gentili credenti andare d’accordo; perché questo
accordo c’era già in Cristo: essi erano fratelli membri di uno stesso corpo.
Ad Antiochia di Siria per esempio c’erano sia
Giudei che Gentili che avevano creduto (cfr. Atti 11:19-21); come anche ad Antiochia di Pisidia (cfr. Atti
13:43,48) ed Iconio (cfr. Atti 14:1) dove erano
stati a predicare Paolo e Barnaba nel loro viaggio
missionario. Ma allora per quale ragione si riunì quell’assemblea a
Gerusalemme? Perché dopo che Paolo e Barnaba erano
tornati ad Antiochia dalla loro missione in cui Dio
aveva aperto la porta della fede ai Gentili, dei Giudei venuti dalla Giudea
si misero a insegnare che senza la circoncisione secondo il rito di Mosè non
si poteva essere salvati; al che ne nacque una grande discussione tra Paolo e
Barnaba e costoro: il motivo è evidente. Insegnare
la circoncisione significava annullare la grazia di Dio perché la salvezza
non era più per grazia ma per opere. Fu deciso allora che Paolo e Barnaba e altri fratelli salissero a Gerusalemme per
discutere la questione con gli apostoli e gli anziani. Allora in
quell’incontro fu deciso che ai fratelli di fra i Gentili non si doveva
imporre né la circoncisione e né l’osservanza della legge per esser salvati
perché questo avrebbe significato tentare Dio, e porre sul collo dei
discepoli un giogo pesante insopportabile al posto del giogo leggero di Gesù
Cristo. Ma quantunque non fu imposta ai Gentili l’osservanza della legge per
la loro salvezza, pure parve bene allo Spirito Santo imporre loro di
astenersi dalla fornicazione, dove per fornicazione si intende il rapporto
carnale illecito con una donna che non è la propria moglie (riteniamo
comunque che anche lo sposarsi la propria sorella o la propria zia o nipote
significa trasgredire la Parola di Dio), dalle cose soffocate, dalle cose
sacrificate agli idoli e dal sangue; che erano tutte cose che erano contenute
nella legge di Mosè. Vorrei fare notare che queste prescrizioni furono
deliberate dallo Spirito Santo innanzi tutto perché gli apostoli dissero:
"E’ parso bene allo Spirito Santo ed a noi..." (Atti 15:28), il che
fa chiaramente capire che quelle prescrizioni non possono essere un giogo
pesante per coloro che sono sotto la grazia, e difatti non lo sono. (Noi Gentili
di nascita non abbiamo nessuna difficoltà a riconoscerlo). Va notato poi che
il fatto che furono date ai Gentili solo queste prescrizioni contenute nella
legge, non significa che altre prescrizioni come per esempio quella di non
consultare gli spiriti, o gli indovini, ed altre di natura comportamentale o
morale non dovessero essere osservate dai Gentili, ma solo che in
quell’occasione lo Spirito Santo volle porre l’attenzione su quelle
prescrizioni necessarie, probabilmente perché esse erano tra le più trasgredite
fra i Gentili e perciò quando i Gentili si convertivano a Cristo erano
tentati a continuare a trasgredirle con molta facilità. Ma c’è ancora
qualcosa da dire: Prendiamo anche solamente le prescrizioni che riguardano
l’alimentazione, dato che costoro intendono la fornicazione bandita
dall’assemblea come la intendiamo noi e ritengono perciò che il suo divieto
sia ancora valido: ‘Per quale motivo oggi non dovrebbero essere più valide
quando ancora oggi ci sono Giudei che credono e Gentili che credono e in
qualsiasi Chiesa dove si trovano assieme possono sempre insinuarsi dei Giudei
che dicono che se i Gentili non si fanno circoncidere e non osservano la
legge di Mosè non possono essere salvati e si ripresenterebbero così le
stesse circostanze che si verificarono ad Antiochia
e a Gerusalemme?’ Non è forse questo un motivo per cui è errato ritenere
cadute quelle prescrizioni dietetiche quando quelle stesse circostanze
possono ripresentarsi in ogni tempo? Ed ancora: Ma perché ritenerle cadute
quando ancora oggi molti tra i Gentili in tutto il mondo uccidono gli animali
soffocandoli, sacrificano carni e altri cibi agli idoli, e mangiano il sangue
esattamente come facevano i Gentili ai giorni degli apostoli? E’ vero che
quelle prescrizioni dietetiche furono date ufficialmente ai Gentili in quella
circostanza particolare per appianare la via dato che era venuto a crearsi
quel grave problema ma forse che lo Spirito Santo volle dare quelle
prescrizioni solo per un tempo in attesa di tempi ‘migliori’? Affatto; se
fosse stato così lo avrebbe detto. Anche gli apostoli avrebbero sottolineato
con forza che quelle prescrizioni dietetiche non avrebbero più avuto forza o
ragione di essere quando Giudei e Gentili si sarebbero ben amalgamati. Ma
ecco che sono arrivati certi pastori e con un sofisma hanno cancellato la
validità di quelle prescrizioni! Siamo fondamentalisti per loro perché
interpretiamo la Scrittura in maniera fondamentalistica;
ma se è per questo allora siamo in buona compagnia perché lo erano anche gli
apostoli dei ‘fondamentalisti’. L’osservanza delle prescrizioni dietetiche
date a Gerusalemme non è neppure qualcosa lasciata alla volontà dei credenti
o come dicono altri ‘una questione di libertà cristiana’; perché esse non
sono facoltative per cui chi vuole le può osservare e chi non vuole no; essa
ci è imposta dallo Spirito Santo. Qui non si tratta di considerare
personalmente la carne di coniglio impura e di astenersi da essa, o di non
volere bere vino per delle opinioni personali, perché in questi casi uno è
libero di agire in base alla sua convinzione personale e non deve essere
giudicato (sempre che non lo imponga ad altri); qui si tratta di trasgredire
dei comandamenti dati per mezzo dello Spirito Santo, che pur concernendo cibi
sono molto importanti tanto che vengono messi assieme alla prescrizione di
astenersi dalla fornicazione. Nessuno dunque vi inganni fratelli. |
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2) Quelle
prescrizioni dietetiche avevano valore solo localmente. |
E’ vero che la lettera che gli apostoli e
gli anziani scrissero fu indirizzata ai fratelli di fra i Gentili che si
trovavano in Antiochia, in Siria e in Cilicia perché così dice il testo (cfr. Atti 15:23); ma
questo non significa che il suo contenuto avesse valore solo per i credenti
che abitavano in quelle zone. Sarebbe come dire che l’epistola di Paolo ai Colossesi era valida solo per i credenti di Colosse o quella ai Romani solo per i santi di Roma solo
perché non c’è scritto che esse erano rivolte a tutti i santi sulla faccia
della terra. E’ chiaro che quelle lettere furono scritte in una particolare
circostanza a Chiese specifiche, ma il loro messaggio è valido per tutti i
credenti di tutte le età: la stessa cosa va detta di quella lettera scritta a
quei credenti di quelle zone sopra menzionate. E che sia così è confermato
dal fatto che dopo che quella lettera fu portata ad Antiochia
e letta là; quando Paolo e Sila partirono per visitare i fratelli nelle città
dove erano stati precedentemente Paolo e Barnaba è
scritto che "passando essi per le città, trasmisero loro, perché le
osservassero, le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani che erano a
Gerusalemme" (Atti 16:4). Per quali città? Derba,
Listra, Iconio, Antiochia di Pisidia, ed altre
che non facevano parte né della Siria e né della Cilicia
che sono le zone di cui si parla nella lettera redatta da quei di
Gerusalemme. Abbiamo un’ulteriore conferma che quelle prescrizioni erano
valide anche per i credenti di altre zone nel fatto che nella Chiesa di Tiatiri vi era una donna di nome Jezabel
che insegnava e seduceva i servitori del Signore affinché mangiassero cose
sacrificate agli idoli (cfr. Apocalisse 2:20), e nella Chiesa di Pergamo
c’erano quelli che professavano la dottrina di Balaam
insegnando a mangiare le cose sacrificate agli idoli (cfr. Apocalisse 2:14);
in ambedue questi casi il Signore riprova il mangiare le cose sacrificate
agli idoli da parte di suoi discepoli. E badate che Tiatiri
e Pergamo erano delle città dell’Asia (cfr. Apocalisse 1:4,11), e non della
Siria o della Cilicia. Ribadisco dunque con forza
che noi credenti in Cristo Gesù di fra i Gentili, in ubbidienza allo Spirito
Santo, dobbiamo osservare e fare osservare ancora oggi le prescrizioni date
per noi Gentili perché esse sono ancora valide, tali e quali come erano ai
giorni dell’assemblea di Gerusalemme. |
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3) L’apostolo
Paolo nelle sue epistole non si riferisce mai alle prescrizioni dietetiche
dell’assemblea di Gerusalemme perciò esse debbono essere ritenute decadute.
In particolare i sostenitori di questa tesi fanno presente il fatto che quando
Paolo parla ai Corinzi delle cose sacrificate agli idoli egli permette ai
credenti di quella città di mangiarle il che va apertamente contro il decreto
di Gerusalemme. |
Ma le cose non stanno affatto così; perché
leggendo attentamente le parole di Paolo ai Corinzi su questa specifica
questione si noterà che egli non voleva che i credenti mangiassero le cose
sacrificate agli idoli. Per confermare ciò facciamo notare le seguenti
affermazioni di Paolo. |
- "Alcuni, abituati finora all’idolo,
mangiano di quelle carni com’essendo cosa sacrificata a un idolo; e la loro
coscienza, essendo debole, ne è contaminata" (1 Corinzi 8:7). Quindi
nella Chiesa di Corinto c’erano alcuni credenti che continuavano a mangiare
delle cose sacrificate agli idoli e la loro coscienza ne veniva contaminata
da questo atto. |
- "Io dico che le carni che i Gentili
sacrificano, le sacrificano ai demonî e non a Dio; or io non voglio che
abbiate comunione coi demonî" (1 Corinzi 10:20). Quindi Paolo era
persuaso che per un credente mangiare delle carni sacrificate agli idoli
significava avere comunione con i demoni perché quelle carni erano
contaminate. |
Per quanto riguarda le affermazioni di
Paolo secondo le quali i credenti potevano mangiare tutto ciò che vendevano
al macello e tutto quello che veniva posto davanti a loro dagli increduli se
invitati presso di loro (cfr. 1 Corinzi 10:23-30), diciamo questo: con esse
Paolo non ha contrastato affatto il decreto di Gerusalemme perché egli ha
detto solo di mangiare ciò che viene venduto al macello o che ci viene messo
davanti da persone del mondo senza fare inchieste; notate il "senza fare
inchieste" (1 Corinzi 10:25,27); e quindi quand’anche quelle carni
fossero state sacrificate agli idoli, noi non sapendo nulla di ciò, non
abbiamo comunione con i demoni, perché ci accostiamo a quelle carni non come
se fossero cose sacrificate agli idoli ma come un qualsiasi tipo di cibo. |
Altra cosa invece è se noi sapendo che
quelle carni sono sacrificate agli idoli ci accostiamo ad esse ritenendo che
quelle carni se mangiate possano esserci di qualche utilità spirituale;
allora in quel caso noi avremmo comunione con i demoni e provocheremmo Dio a
gelosia. Perciò è sbagliato pensare che Paolo con quelle parole abbia voluto
dimostrare che il decreto di Gerusalemme riguardante le carni sacrificate
agli idoli era stato solo circoscritto ad un tempo e ad un luogo. |
Per concludere vi dico, o fratelli, di
continuare ad osservare le decisioni dell’assemblea di Gerusalemme. A coloro
che invece non osservano ancora le prescrizioni dietetiche di quest’assemblea
dico di mettersi ad osservarle perché è la volontà di Dio che lo facciano. Ne
avrete del bene, solo del bene, sappiatelo, perché
dall’osservanza dei precetti divini ne viene solo bene. Smettete dunque di
dare retta a tutti quei vani ragionamenti che alcuni pastori e predicatori
fanno per non farvele osservare. |
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Un Dio che ama il disordine
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Il loro Dio ama il disordine in quanto
durante le loro riunioni di culto avvengono strane manifestazioni che loro
attribuiscono a Dio. I loro predicatori infatti spingono le persone a terra
(usando la forza fisica ma anche tecniche di suggestione che assomigliano
molto a tecniche di ipnotismo), e poi si mettono a ridere e a far ridere in
maniera incontrollata, e oltre a ciò fanno dei versi degli animali e li fanno
fare agli altri, e oltre a ciò di volta in volta si inventano delle cose
stravaganti che loro chiamano 'atti profetici'. Tutto ciò, essi affermano, è
opera di Dio. |
La Scrittura dice che "Dio non è un
Dio di confusione, ma di pace" (1 Corinzi 14:33), ed anche: "Ogni
cosa sia fatta con decoro e con ordine" (1 Corinzi 14:40), ed ancora che
il frutto dello Spirito è temperanza o autocontrollo (Galati
5:22). E quindi dato che nelle riunioni di culto di costoro regna la
confusione, e non c'è nè decoro e neppure
autocontrollo, quelle manifestazioni non vengono dal solo e vero Dio di cui
parla la Bibbia. Per un'approfondita confutazione di questi fenomeni leggete
il mio scritto 'Contro la ‘Benedizione di Toronto’ (cadute a terra, tremolii
e scuotimenti, risate fragorose e incontrollate, versi di animali e segni di
apparente ubriachezza)'. |
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Un Dio che approva che la Chiesa faccia il
male onde ne venga il bene
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L'Iddio di costoro approva che la Chiesa procacci
il male affinchè ne venga il bene. E difatti
costoro si sentono da Lui autorizzati a mentire, frodare, calunniare, e a
trasgredire altri comandamenti di Dio, per - come dicono loro - diffondere
l'opera di Dio. Secondo loro, il fine che si sono proposti giustifica i
peccati che commettono per raggiungere questo fine, e quindi Dio si compiace
in loro. |
La Scrittura invece afferma che Dio
condanna questo modo di fare e coloro che agiscono così, in quanto Paolo dice
ai santi di Roma: "Ma se la nostra ingiustizia fa risaltare la giustizia
di Dio, che diremo noi? Iddio è egli ingiusto quando dà corso alla sua ira?
(Io parlo umanamente). Così non sia; perché, altrimenti, come giudicherà egli
il mondo? Ma se per la mia menzogna la verità di Dio è abbondata a sua
gloria, perché son io ancora giudicato come peccatore? E perché (secondo la
calunnia che ci è lanciata e la massima che taluni ci attribuiscono), perché
non «facciamo il male affinché ne venga il bene?» La condanna di quei tali è
giusta" (Romani 3:5-8). |
Paolo inoltre dice a Timoteo: "Parimente
se uno lotta come atleta non è coronato, se non ha lottato secondo le
leggi" (2 Timoteo 2:5). Ora, in ogni competizione sportiva ci sono delle
regole a cui gli atleti si devono attenere se vogliono partecipare ad essa ed
essere poi premiati nel caso vincono. Si potrebbero fare molti esempi a tale
proposito. Che succede a quelli che vogliono arrivare primi o vincere
trasgredendo queste regole? Che vengono squalificati. E che succede a coloro
che magari arrivano primi violando queste regole? Che gli viene tolto il
premio, perchè riconosciuti colpevoli di slealtà
sportiva. Noi dunque che corriamo l’arringo posto dinnanzi a noi, dobbiamo
correre attenendoci alle leggi stabilite da Dio per questa corsa, che sono le
uniche regole valide, per poter essere poi premiati. Non ci possiamo
inventare nuove leggi durante la corsa, perchè non
sarebbero valide. Questo significa che nel regno di Dio il fine non
giustifica i mezzi. Sia il fine che i mezzi devono essere leciti. Sappiate
che c’è il castigo di Dio per coloro che lottano secondo delle leggi tutte
loro, sprezzando così le regole di Dio. |
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Un Dio che prende piacere ad essere lodato
con musiche diaboliche
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Il loro Dio ama che si canti a suon di
musica rock, heavy metal, rap, e simili. |
Questi tipi di musica sono diabolici (e
difatti incitano alla violenza, alla volgarità, alla ribellione) e quindi non
possono accompagnare i cantici che noi cantiamo a Dio. |
Fatemi
quindi spiegare che tipo di musica dovrebbe accompagnare i cantici che
cantiamo a Dio. |
Innanzi
tutto, voglio ricordarvi che un Cristiano è una persona che appartiene a
Cristo, e la Scrittura afferma che "quelli che son di Cristo hanno
crocifisso la carne con le sue passioni e le sue concupiscenze" (Galati 5:24), perchè essi sono
morti con Cristo al peccato, cioè il loro vecchio uomo è stato crocifisso con
Lui, affinchè il corpo del peccato fosse annullato,
affinchè essi non siano più schiavi del peccato
(Romani 6:6). |
Ecco
perchè Paolo afferma: "Se dunque uno è in
Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate: ecco, son
diventate nuove" (2 Corinzi 5:17), perchè un
Cristiano non è più una persona carnale che cammina secondo le passioni e i
desideri della carne, ma una nuova persona, una persona spirituale, che
cammina secondo passioni e desideri nuovi, che sono santi e giusti in quanto
prodotti in lui dallo Spirito di Dio. In altre parole, un Cristiano è
qualcuno che cammina per lo Spirito e non secondo la carne - egli è una
persona spirituale e non una persona carnale - perchè
lo Spirito che dimora in lui lo sospinge a pensare, a vestirsi, a parlare, a
comportarsi in una maniera completamente diversa, che è santa. |
Un
Cristiano è consapevole che non appartiene più a questo mondo malvagio, perchè il Signore lo ha riscattato da esso tramite il
sangue di Gesù Cristo, e perciò ora dato che appartiene a Cristo, egli non
deve amare il mondo e neppure le cose che sono nel mondo, perchè
come dice Giovanni "tutto quello che è nel mondo: la concupiscenza della
carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita non è dal Padre,
ma è dal mondo" (1 Giovanni 2:16). |
Di
conseguenza, egli non deve suonare o ascoltare tutti quei tipi di musica che
fanno appello alle concupiscenze carnali e cercano di sollecitarle, e tra
questi tipi di musica c'è il rock, la disco, il rap e molti altri, in quanto
tutti spingono gli uditori a muoversi sensualmente, a pensare pensieri
malvagi, a fornicare, e così via, cioè a fare cose che sono ostili allo
Spirito Santo. |
Che
tipo di musica dovrebbero dunque suonare o ascoltare i Cristiani? Essi
dovrebbero ascoltare e suonare solo canzoni spirituali, cioè canzoni la cui
melodia e i cui testi sono spirituali, secondo che è scritto: "Ma siate
ripieni dello Spirito, parlandovi con salmi ed inni e canzoni spirituali,
cantando e salmeggiando col cuor vostro al Signore" (Efesini 5:18-19),
ed ancora: "La parola di Cristo abiti in voi doviziosamente;
ammaestrandovi ed ammonendovi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando
di cuore a Dio, sotto l’impulso della grazia, salmi, inni, e cantici
spirituali" (Colossesi 3:16). |
Alla
luce delle Scritture, dunque, la musica che accompagna i cantici cristiani
deve creare un'atmosfera santa, cioè una atmosfera spiritualmente sana che
incoraggia l'attività dello Spirito Santo. |
Fatemi
spiegare cosa voglio dire. Tutti i santi che sono riuniti nel locale di
culto, quando essi cantano un cantico al Signore o sentono qualcuno cantare
un cantico, devono essere spinti a riflettere sull'amore di Dio che Egli ha
manifestato verso noi mandando Gesù in questo mondo per compiere la
propiziazione per i nostri peccati, sulla Sua potenza, sulla Sua fedeltà,
sulla Sua grandezza, e così via; i credenti dovrebbero essere sospinti a
lodare e ringraziare Dio sempre di più, dovrebbero essere spinti a
rallegrarsi nel Signore, incoraggiati a seguire il Signore, dovrebbero
sentirsi fortificati nell'uomo interiore, e spinti a chiedere a Dio di
perdonare i loro peccati. Per quanto riguarda i peccatori invece che vengono
a trovarsi nel locale di culto ed ascoltano i cantici, essi dovrebbero
percepire che essi si trovano nel mezzo della Chiesa dell'Iddio vivente. In
altre parole, gli increduli dovrebbero sentire la presenza di Dio in un luogo
di culto anche attraverso la musica che viene suonata dai santi in quel
luogo. Voglio dire che proprio come un credente, che cammina secondo lo
Spirito, percepisce la presenza di demoni in un posto dove viene suonata
musica rock o rap, così i peccatori dovrebbero capire che Dio è presente in
un certo posto anche attraverso la musica che viene suonata in quel posto.
Per mezzo della musica dovrebbero percepire una santa e spirituale atmosfera,
ed essere incoraggiati a chiedere perdono a Dio per i loro peccati, e non
dovrebbero sentirsi a loro agio fino a che non si pentono e credono nel
Vangelo. |
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Un Dio che esorta i Cristiani ad essere
astuti come i serpenti
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Il loro Dio vuole che noi siamo astuti come
i serpenti, cioè vuole che agiamo con astuzia. Infatti dicono che Gesù, il
Figlio di Dio, ci ha detto di essere 'astuti come i serpenti'. |
Ma Gesù non ha detto ai suoi di essere
astuti come i serpenti ma prudenti come i serpenti (cfr. Matteo 10:16), il
che è totalmente diverso infatti essere prudenti significa essere cauti,
accorti, avveduti e per nulla essere furbi. Per spiegarvi cosa significa essere
astuti vi citerò alcune Scritture. |
• Matteo dice: “Allora i Farisei,
ritiratisi, tennero consiglio per veder di coglierlo in fallo nelle sue
parole. E gli mandarono i loro discepoli con gli Erodiani
a dirgli: Maestro, noi sappiamo che sei verace e insegni la via di Dio
secondo verità, e non ti curi d’alcuno, perché non guardi all’apparenza delle
persone. Dicci dunque: Che te ne pare? E’ egli lecito pagare il tributo a
Cesare, o no? Ma Gesù, conosciuta la loro malizia, disse: Perché mi tentate,
ipocriti?….” (Matteo 22:15-18). Come si può ben vedere i Farisei procedettero
con astuzia nei confronti di Gesù per farlo cadere in peccato; ma che cosa
erano i Farisei? Vipere e serpenti; quindi in questo caso essi manifestarono
l’astuzia del serpente antico che era loro padre. Ma voi fratelli non siete
delle vipere ma delle pecore e non dovete essere astuti, ma prudenti come il
serpente, che è un animale guardingo che appena sente un fruscio si sposta da
dove è perché avverte il pericolo, al fine di non cadere nel laccio del
diavolo. Quindi del serpente dovete imitare la prudenza ma non l’astuzia
perché questa è dal diavolo secondo che è scritto che esso “sedusse Eva con
la sua astuzia” (2 Corinzi 11:3). |
• Stefano disse che Faraone “procedendo con
astuzia contro la nostra stirpe, trattò male i nostri padri, li costrinse ad
esporre i loro piccoli fanciulli perché non vivessero” (Atti 7:19). Come si
può bene vedere anche in questo caso l’agire di chi agisce con astuzia verso
qualcuno è un agire disonesto e per nulla giusto. |
Sappiate che la sapienza dice che “l’uomo pien di malizia diventa odioso” (Proverbi 14:17) e
difatti la gente li detesta i furbi; come li detesta pure Dio infatti è
scritto: “L’Eterno condanna l’uomo pien di malizia”
(Proverbi 12:2). E sappiate anche che Dio sventa i disegni degli astuti
perché si mostra astuto col perverso (cfr. 2 Samuele 22:27) Non fate i furbi
fratelli perché Dio ve la farà ricadere sul vostro capo la furbizia; nei
Salmi infatti è scritto: “Ecco, il malvagio è in doglie per produrre
iniquità. Egli ha concepito malizia e partorisce menzogna. Ha scavato una
fossa e l’ha resa profonda, ma è caduto nella fossa che ha fatta. La sua
malizia gli ritornerà sul capo, e la sua violenza gli scenderà sulla testa”
(Salmo 7:14-16). |
Imitate anche voi Paolo e Timoteo che non
si condussero mai astutamente verso nessuno dei santi cosicché potevano dire
ai Corinzi: “... abbiam rinunziato alle cose
nascoste e vergognose, non procedendo con astuzia né falsificando la parola
di Dio, ma mediante la manifestazione della verità raccomandando noi stessi
alla coscienza di ogni uomo nel cospetto di Dio” (2 Corinzi 4:1-2). C’è
grande ricompensa ad agire onestamente e sinceramente verso tutti gli uomini;
certo costa, perché occorre fare tante rinunzie, ma dà tanta pace e gioia e
ti permette di conservare una coscienza pura. |
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Un Dio che incoraggia il commercio delle
cose che concernono il Regno
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L'Iddio di costoro è un affarista che
promuove e fa promuovere affari con le cose che concernono il Regno di Dio, e
difatti costoro affermano che Dio li ha spinti a mettere in vendita libri,
cantici, innari e così via. Non solo, ci mettono pure il copyright
minacciando di ricorrere alle vie legali in caso qualcuno si permetterà di
farne delle copie e diffonderli gratuitamente; e questo per difendere i loro
interessi economici. |
La Scrittura dice che quando Gesù, il
Figlio di Dio, mandò i suoi apostoli a predicare e fare guarigioni e
miracoli, diede loro questo ordine: "Gratuitamente avete ricevuto,
gratuitamente date" (Matteo 10:8). Ed Egli stesso diede loro l'esempio,
offrendo gratuitamente quello che aveva ricevuto gratuitamente dall'Iddio e
Padre suo. |
Il mettere in vendita le cose che
concernono il Regno di Dio non è dunque previsto nel Regno di Dio, perchè i servi di Dio sono chiamati ad offrire
gratuitamente agli altri quello che hanno ricevuto da Dio. Questo
naturalmente non significa che non abbiano il diritto di vivere del Vangelo,
e quindi di ricevere libere offerte, ma da qui a mettere in vendita ciò che
si fa per il Signore ne passa tanto. |
Chi fa questo commercio e lo approva mostra
di essere un servo di Mammona, e quindi amante del denaro. Non importa se
dirà che lo fa per coprire le spese o per reinvestire il ricavato nell'opera
di Dio. Dio non ha bisogno nè del commercio e
neppure di commercianti per portare avanti la Sua opera. |
Questi commercianti hanno trasformato il
popolo di Dio in una massa di clienti, e i locali di culto in case di
mercato. |
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Un Dio che prende piacere negli scherzi e
nelle buffonerie
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L'Iddio di costoro è un Dio a cui piace che
si raccontino barzellette e si scherzi con frasi ambigue a doppio senso. E
questo lo avrebbe dimostrato in Gesù Cristo, che secondo costoro scherzava e
si divertiva con i suoi discepoli. |
La Scrittura dice che Dio è santo, ama la
verità e la giustizia, e nelle sue parole non c'è alcunché di storto e
perverso. E questo vale anche per il Suo Figliuolo Gesù Cristo, nella cui
bocca non fu trovata frode. Di scherzi e barzellette e buffonerie di Gesù la
Bibbia non fa il minimo accenno, non c'è neppure l'ombra nella Bibbia. E
difatti gli apostoli, che seguirono le orme di Cristo, avevano un parlare
grave e irreprensibile. Paolo esortò Tito in questa maniera: "Esorta
parimente i giovani ad essere assennati, dando te stesso in ogni cosa come
esempio di opere buone; mostrando nell’insegnamento purità incorrotta,
gravità, parlar sano, irreprensibile, onde l’avversario resti confuso, non
avendo nulla di male da dire di noi" (Tito 2:6-8), ed i santi di Efeso
così: "Ma come si conviene a dei santi, né fornicazione, né alcuna
impurità, né avarizia, sia neppur nominata fra voi; né disonestà, né
buffonerie, né facezie scurrili, che son cose sconvenienti; ma piuttosto,
rendimento di grazie. Poiché voi sapete molto bene che niun
fornicatore o impuro, o avaro (che è un idolatra), ha eredità nel regno di
Cristo e di Dio. Niuno vi seduca con vani ragionamenti; poiché è per queste
cose che l’ira di Dio viene sugli uomini ribelli" (Efesini 5:3-6). |
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Un Dio che dinnanzi alle eresie e agli
scandali ordina di stare in silenzio
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L'Iddio di costoro gli ha comandato di
stare in silenzio dinnanzi agli scandali e alla predicazione delle eresie che
avvengono in mezzo alla Chiesa, e questo per evitare di fare polemiche e che
nascano dispute, che loro sostengono non portano da nessuna parte; e poi
soprattutto per non creare ulteriori divisioni. 'Preghiamo, fratelli,
preghiamo Dio per costoro!' dicono, ma si guardano dal riprendere
pubblicamente coloro che operano scandali e insegnano eresie. |
Dio invece ci ha insegnato tramite
l'apostolo Paolo, che in questi casi ci deve essere una riprovazione ed una
riprensione pubblica. |
Ora, Paolo mentre si trovava lontano da
Corinto venne a sapere che nella Chiesa di Corinto c’era uno che si teneva la
moglie di suo padre, secondo che è scritto: “Si ode addirittura affermare che
v’è tra voi fornicazione; e tale fornicazione, che non si trova neppure fra i
Gentili; al punto che uno di voi si tiene la moglie di suo padre” (1 Corinzi
5:1). Ora, che fece Paolo dinnanzi a questo comportamento scandaloso di quel
membro della Chiesa di Corinto di cui tutti erano a conoscenza? Paolo riprese
subito la Chiesa per non avere tolto di mezzo quel tale, dicendogli: “E siete
gonfi, e non avete invece fatto cordoglio perché colui che ha commesso quell’azione
fosse tolto di mezzo a voi! …. Il vostro vantarvi non è buono. Non sapete voi
che un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta? Purificatevi dal vecchio
lievito, affinché siate una nuova pasta, come già siete senza lievito.” (1
Corinzi 5:2,6-7), e giudicò subito quel tale dandolo in mano di Satana,
secondo che è scritto: “Quanto a me, assente di persona ma presente in ispirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui
che ha perpetrato un tale atto. Nel nome del Signor Gesù, essendo insieme adunati
voi e lo spirito mio, con la potestà del Signor nostro Gesù, ho deciso che
quel tale sia dato in man di Satana, a perdizione della carne, onde lo
spirito sia salvo nel giorno del Signor Gesù” (1 Corinzi 5:3-5). |
Paolo venne a sapere anche che c’erano
credenti di quella Chiesa che portavano altri credenti dinnanzi ai tribunali
degli infedeli per esservi giudicati. Il loro dunque era un comportamento
pubblico scandaloso che era di cattiva testimonianza al Vangelo, come quello
di quel credente che si teneva la moglie di suo padre. Anche in questo caso
che fece Paolo? Li riprese subito pubblicamente, secondo che è scritto:
“Ardisce alcun di voi, quando ha una lite con un altro, chiamarlo in giudizio
dinanzi agli ingiusti anziché dinanzi ai santi? Non sapete voi che i santi
giudicheranno il mondo? E se il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni
di giudicar delle cose minime? Non sapete voi che giudicheremo gli angeli?
Quanto più possiamo giudicare delle cose di questa vita! Quando dunque avete
da giudicar di cose di questa vita, costituitene
giudici quelli che sono i meno stimati nella chiesa. Io dico questo per farvi
vergogna. Così non v’è egli tra voi neppure un savio che sia capace di
pronunziare un giudizio fra un fratello e l’altro? Ma il fratello processa il
fratello, e lo fa dinanzi agl’infedeli. Certo è già in ogni modo un vostro
difetto l’aver fra voi dei processi. Perché non patite piuttosto qualche
torto? Perché non patite piuttosto qualche danno? Invece, siete voi che fate
torto e danno; e ciò a dei fratelli. Non sapete voi che gli ingiusti non erederanno il regno di Dio?” (1 Corinzi 6:1-9). |
Sempre Paolo un giorno venne a sapere che
nella Chiesa di Tessalonica c’erano alcuni che non
volevano lavorare e si affaticavano in cose vane, e quindi erano di cattiva
testimonianza. Che fece Paolo? Anche qui li ammonì subito pubblicamente,
secondo che disse: “Perché sentiamo che alcuni si conducono fra voi
disordinatamente, non lavorando affatto, ma affaccendandosi in cose vane. A
quei tali noi ordiniamo e li esortiamo nel Signor Gesù Cristo che mangino il
loro proprio pane, quietamente lavorando” (2 Tessalonicesi 3:11-12). Dico
pubblicamente perché quella lettera fu letta a tutti i fratelli, perchè così voleva Paolo secondo che aveva detto nella
sua prima epistola ai Tessalonicesi: “Io vi scongiuro per il Signore a far sì
che questa epistola sia letta a tutti i fratelli” (1 Tessalonicesi 5:27). |
Ma proseguiamo, e vediamo cosa scrisse
Paolo ai Galati quando seppe che nel loro mezzo
c’erano alcuni che li turbavano e volevano sovvertire l’Evangelo di Cristo,
imponendo loro l’osservanza di giorni, mesi, e stagioni ed anni, e la
circoncisione nella carne. Egli disse: “Tutti coloro che vogliono far bella
figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere, e ciò al solo fine
di non esser perseguitati per la croce di Cristo. Poiché neppur quelli stessi
che son circoncisi, osservano la legge; ma vogliono che siate circoncisi per
potersi gloriare della vostra carne” (Galati
6:12-13), ed ancora: “Si facessero pur anche evirare quelli che vi mettono
sottosopra!” (Galati 5:12). Anche qui quindi ci
furono una riprovazione e una riprensione pubblica. |
E terminiamo con la riprensione che Paolo
fece a Pietro ad Antiochia, secondo che è scritto:
“Ma quando Cefa fu venuto ad Antiochia,
io gli resistei in faccia perch’egli era da
condannare. Difatti, prima che fossero venuti certuni provenienti da Giacomo,
egli mangiava coi Gentili; ma quando costoro furono arrivati, egli prese a
ritrarsi e a separarsi per timor di quelli della circoncisione. E gli altri
Giudei si misero a simulare anch’essi con lui; talché perfino Barnaba fu trascinato dalla loro simulazione. Ma quando
vidi che non procedevano con dirittura rispetto alla verità del Vangelo, io
dissi a Cefa in presenza di tutti: Se tu, che sei
Giudeo, vivi alla Gentile e non alla giudaica, come mai costringi i Gentili a
giudaizzare? Noi che siam Giudei di nascita e non
peccatori di fra i Gentili, avendo pur nondimeno riconosciuto che l’uomo non
è giustificato per le opere della legge ma lo è soltanto per mezzo della fede
in Cristo Gesù, abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù affin
d’esser giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della legge;
poiché per le opere della legge nessuna carne sarà giustificata. Ma se nel
cercare d’esser giustificati in Cristo, siamo anche noi trovati peccatori,
Cristo è egli un ministro di peccato? Così non sia. Perché se io riedifico le
cose che ho distrutte, mi dimostro trasgressore. Poiché per mezzo della legge
io son morto alla legge per vivere a Dio. Sono stato crocifisso con Cristo, e
non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e la vita che vivo ora
nella carne, la vivo nella fede nel Figliuol di Dio
il quale m’ha amato, e ha dato se stesso per me. Io non annullo la grazia di
Dio; perché se la giustizia si ottiene per mezzo della legge, Cristo è dunque
morto inutilmente” (Galati 2:11-21). |
Ecco dunque l’apostolo Pietro, che ad un
certo punto si mette a costringere i Gentili a giudaizzare, e quindi ad
insegnare che si viene giustificati per le opere della legge, e riesce a
trascinare dietro a sé diversi credenti. Paolo lo vede, e che fa? Lo riprende
subito davanti a tutti. La Bibbia dice infatti: io dissi a Cefa IN PRESENZA DI TUTTI. |
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Un Dio che tollera i malvagi in mezzo alla
Chiesa
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Il loro Dio ammette che i Cristiani si
mischino con persone che pur chiamandosi fratelli in Cristo sono fornicatori,
avari, idolatri, oltraggiatori, ubriaconi, e rapaci. |
La Scrittura dice invece, che Dio non
tollera questo, infatti esorta ad estromettere dall'assemblea i malvagi,
secondo che dice l'apostolo Paolo: "V’ho scritto nella mia epistola di
non mischiarvi coi fornicatori; non del tutto però coi fornicatori di questo
mondo, o con gli avari e i rapaci, o con gl’idolatri; perché altrimenti dovreste
uscire dal mondo; ma quel che v’ho scritto è di non mischiarvi con alcuno
che, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, o un avaro, o un idolatra, o
un oltraggiatore, o un ubriacone, o un rapace; con un tale non dovete neppur
mangiare. Poiché, ho io forse da giudicar que’ di
fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? Que’ di fuori li giudica Iddio.
Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi" (1 Corinzi 5:9-12). |
Ecco perchè le
assemblee di costoro abbondano di persone che si dicono seguaci di Cristo, ma
vivono seguendo le concupiscenze della carne. Perchè
non viene messo in pratica questo comandamento apostolico concernente la
disciplina nella Chiesa. |
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Un Dio che vuole che le donne si vestano in
maniera indecente
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Il loro Dio è un Dio che non ama la santità
esteriore e non ci tiene quindi, in quanto dicono che 'Dio guarda il cuore'.
In altre parole, è un Dio secondo il quale le donne possono mettersi in
minigonna, con vesti trasparenti, con vesti provocanti, gioielli vari
addosso, e altri capi di abbigliamento che fanno parte del modo di vestire
delle donne corrotte cariche di peccati e agitate da varie cupidigie. Le loro
donne sono molto contente di avere un Dio così, che le lascia sfrenare. Dicono
che Dio le ha rese totalmente libere da ogni regola umana in merito al modo
di vestire, e quindi ogni capo di abbigliamento è lecito. Seno mezzo di
fuori, gambe quasi tutte scoperte, ombelico di fuori, e così via, va tutto
bene. L'importante dicono costoro è che una donna abbia il cuore puro! |
La Scrittura dice invece: "Similmente
che le donne si adornino d’abito convenevole, con verecondia e modestia: non
di trecce e d’oro o di perle o di vesti sontuose, ma
d’opere buone, come s’addice a donne che fanno professione di pietà" (1
Timoteo 2:9-10). |
Sorelle, voi dovete dunque indossare degli
abiti adatti a voi che siete state santificate in Cristo; le vesti che
s’addicono a voi sono quelle modeste e non quelle sfarzose che tanto
piacciono alle donne corrotte che fanno sfoggio di tanta alterigia, quindi
non abbiate l’animo a tutti quegli abiti femminili stravaganti e costosi che
servono solo a distrarre gli uomini che vi vedono ed a farvi spendere danaro
inutilmente. La moda femminile di questo presente secolo malvagio fa
insuperbire le donne che gli vanno dietro e le fa camminare col collo teso e
fa loro guardare le donne di basso stato dall’alto in basso; questa è una
cosa che è sotto gli occhi di tutti, perciò non vi lasciate trascinare dietro
di essa; siate umili e non fate posto a quello che le donne altezzose chiamano
‘l’orgoglio di essere donna’. |
Oltre che ad essere modeste, le vostre
vesti devono essere vereconde, cioè decenti; esse devono coprire pure le
vostre gambe, le vostre braccia, e la parte sottostante il vostro collo;
proprio quelle parti che le vesti indecenti non coprono. Questo significa che
voi dovete rinunziare alle minigonne, ma anche a quelle gonne che arrivano
giusto al ginocchio o poco sotto il ginocchio; io v’esorto a mettervi delle
gonne lunghe senza spacchi, non aderenti e senza quegli strani disegni che vi
stampano sopra i modellisti per attirare lo sguardo dell’ uomo su coloro che
le indossano. |
Sappiate che voi non sarete nè di scandalo e nè d’intoppo a
nessuno se ubbidite a quello che gli apostoli hanno scritto, ma sappiate pure
che se fate come vi dicono quei pastori che vi dicono 'Dio guarda al cuore',
sarete sia di scandalo che d’intoppo per molti. È scritto: "È bene non
mangiare carne, nè bere vino, nè
fare cosa alcuna che possa essere d’intoppo al fratello" (Romani 14:21),
ed ancora: "Non siate d’intoppo nè ai Giudei, nè ai Greci, nè alla Chiesa di
Dio" (1 Corinzi 10:32); perciò, sorelle, compiacete al vostro prossimo
nel bene, e non nel male come vorrebbero invece questi ribelli. |
Il modo di vestire di una donna riflette
quello che lei è interiormente, infatti la Sapienza descrive la donna
adultera in questa maniera: "Una donna in abito da meretrice e astuta di
cuore, turbolenta e proterva, che non teneva piede in casa: ora in istrada,
ora per le piazze, e in agguato presso ogni canto" (Proverbi 7:10-12).
Notate che ella porta un abito da meretrice ed è chiamata astuta di cuore,
proterva e turbolenta. L'astuzia che ha quindi nel suo cuore, la porta a
vestirsi in maniera provocante e seducente appunto per acchiappare qualcuno. |
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Un
Dio che permette alle donne di insegnare e quindi di
ricoprire l'ufficio di pastore
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Il loro Dio è un Dio, che in accordo con i
tempi malvagi in cui viviamo, permette alla donna di insegnare e quindi di ricoprire
l'ufficio di pastore. |
La Scrittura dice invece: "La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Poiché non permetto alla donna d’insegnare, né d’usare
autorità sul marito, ma stia in silenzio. Perché Adamo
fu formato il primo, e poi Eva; e Adamo non fu sedotto;
ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione; nondimeno
sarà salvata partorendo figliuoli, se persevererà nella fede, nell’amore e
nella santificazione con modestia" (1 Timoteo 2:11-15). |
Per ciò che riguarda il divieto di
insegnare per la donna, anche la legge lo conferma, e noi sappiamo che la
legge è fatta per qualsiasi cosa sia contraria alla sana dottrina (cfr. 1 Timoteo
1:10). Quando infatti Dio appartò i Leviti, sotto la legge di Mosè, per
conferirgli il servizio del tabernacolo e per insegnare a Israele le sue
leggi secondo che è scritto: "Essi insegnano i tuoi statuti a Giacobbe e
la tua legge a Israele" (Deuteronomio 33:10) scelse degli uomini per
fare ciò e non delle donne. |
Un ulteriore conferma l’abbiamo nel libro
di Nehemia infatti al tempo di Nehemia
e di Esdra, dopo che furono ricostruiti il tempio e
le mura di Gerusalemme, quando fu fatta la pubblica lettura della legge di
Dio con la relativa spiegazione dinanzi al popolo radunato, furono degli
uomini fra i Leviti a fare tutto questo, secondo che è scritto: "Jeshua, Bani, Scerebia, Jamin, Akkub, Shabbethai, Hodia, Maaseia, Kelita, Azaria, Jozabad, Hanan, Pelaia e gli altri Leviti spiegavano la legge al popolo,
e il popolo stava in piedi al suo posto. Essi leggevano nel libro della legge
di Dio distintamente; e ne davano il senso, per far capire al popolo quel che
s’andava leggendo" (Nehemia 8:7,8). Ancora
oggi tra gli Ebrei (quelli Ortodossi) alla donna non è permesso di compiere
la pubblica lettura della legge come neppure di spiegare qualche passo della
legge alla congregazione. |
Naturalmente anche nel Nuovo Testamento ci
sono dei fatti che confermano questo divieto per la donna di insegnare
infatti Gesù scelse dodici uomini come apostoli, per mandarli a predicare
(cfr. Matteo 10:1-8); Luca 6:12-16), e dopo i dodici elesse altri settanta
discepoli per mandarli dinanzi a sé, i quali erano pure essi degli uomini
(cfr. Luca 10:1). |
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C’erano sì delle donne che seguivano Gesù
ma il loro ruolo non era quello di insegnare ma di assistere infatti Luca
dice: "Con lui erano i dodici e certe donne che erano state guarite da
spiriti maligni e da infermità: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano
usciti sette demoni, e Giovanna, moglie di Cuza,
amministratore d’Erode, e Susanna ed altre molte che assistevano Gesù ed i
suoi coi loro beni" (Luca 8:2,3). Come potete vedere le donne che erano
con Gesù e con i suoi discepoli non erano affatto occupate a predicare e a
insegnare la parola di Dio, ma erano occupate a prestare loro assistenza con
i loro beni. |
Qualcuno dirà: ‘Ma che dire allora di Febe che era diaconessa della chiesa di Cencrea?’ Rispondiamo; il diacono sia esso uomo o donna
non è costituito in questo ufficio per insegnare la Parola di Dio ma per
adempiere dei servizi d’assistenza in seno alla Chiesa. Infatti tra i
requisiti che deve avere non c’è quello di atto ad insegnare (cfr. 1 Timoteo
3:8-13). Quindi Febe, quale diaconessa di quella
Chiesa, assisteva, ma non insegnava; che assisteva è confermato dallo stesso
Paolo che raccomandandola ai santi di Roma dice loro: “Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di Cencrea, perché la riceviate nel Signore, in modo degno
dei santi, e le prestiate assistenza, in qualunque cosa ella possa avere
bisogno di voi; poiché ella pure ha prestato assistenza a molti e anche a me
stesso” (Romani 16:1-2). |
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Un Dio che vuole che la donna disonori il
suo capo
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L'Iddio di costoro vuole che le donne
preghino o profetizzino senza avere il capo coperto, perchè
oggigiorno non ha nessun senso questa usanza, che invece aveva un senso nella
Chiesa di Corinto ai giorni degli apostoli. I tempi sono cambiati, ci dicono
costoro. |
La Scrittura, che è la Parola di Dio
vivente e permanente, invece dice: "Ogni donna che prega o profetizza
senz’avere il capo coperto da un velo, fa disonore al suo capo, perché è lo
stesso che se fosse rasa. .... Poiché, quanto all’uomo, egli non deve velarsi
il capo, essendo immagine e gloria di Dio; ma la donna è la gloria dell’uomo;
perché l’uomo non viene dalla donna, ma la donna dall’uomo; e l’uomo non fu
creato a motivo della donna, ma la donna a motivo dell’uomo. Perciò la donna
deve, a motivo degli angeli, aver sul capo un segno dell’autorità da cui
dipende" (1 Corinzi 11:5, 7-10). |
Essendo dunque che il velo è il segno
dell'autorità da cui dipende la donna, che ogni donna deve portare a motivo
degli angeli quando prega o profetizza, per onorare l'uomo che è il suo capo,
è evidente che chi dice che ciò non è più per oggi, incita le donne a
disonorare il loro capo. L'Iddio di costoro avrebbe cambiato idea sul velo,
in quanto quello che reputava un comandamento ai giorni degli apostoli, oggi
non lo considera più tale. |
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Un Dio che vuole che l'uomo disonori il suo
capo, cioè Cristo
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L'Iddio di costoro tollera che l'uomo
preghi o profetizzi con il capo coperto, in quanto anche in questo caso ha
cambiato idea in merito a quello che aveva detto tramite l'apostolo Paolo ai
santi di Corinto! E così facendo incita l'uomo a disonorare il suo capo, cioè
Cristo. |
La Scrittura dice infatti: "Ogni uomo
che prega o profetizza a capo coperto, fa disonore al suo capo" (1
Corinzi 11:4). |
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Un
Dio che maledice i Cristiani che non gli danno la decima delle loro entrate
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Il loro Dio è un Dio che se non dai la
decima, come dovevano fare gli Ebrei sotto la legge, ti maledice. |
La Scrittura invece dice che noi essendo
sotto la grazia e non più sotto la legge di Mosè (Romani 6:14), non siamo più
obbligati a pagare la decima delle nostre entrate, come erano obbligati
invece gli Ebrei sotto la legge. E difatti negli Scritti del Nuovo Testamento
non c'è un solo passo che comandi di pagare la decima, ripeto neppure uno. Ci
sono sì dei passi che parlano della decima, ma essi non comandano di pagare
la decima. Vediamoli da vicino questi passi. |
- Gesù disse agli scribi e ai Farisei:
"Guai a voi, scribi e Farisei ipocriti, perché pagate la decima della
menta e dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più gravi della legge:
il giudicio, e la misericordia, e la fede. Queste
son le cose che bisognava fare, senza tralasciar le altre" (Matt.
23:23). Si noti innanzi tutto che Gesù parlava a persone che erano sotto la
legge, e poi che Gesù dicendo 'senza tralasciare le altre' non si è limitato
a dire che gli Ebrei dovevano pagare la decima ma anche che dovevano
osservare gli altri precetti della legge. Se noi quindi dovessimo fare nostro
questo passo dovremmo non solo metterci a pagar la decima ma anche ad
osservare il sabato, astenerci dai cibi impuri della legge, osservare tutte
le feste ebraiche, ecc. ecc. Ma a questo punto noi ricadremmo sotto il giogo
della legge da cui siamo stati affrancati. Vuole questo il Signore? No,
infatti Paolo dice ai Galati: "Cristo ci ha
affrancati perché fossimo liberi; state dunque saldi, e non vi lasciate di
nuovo porre sotto il giogo della schiavitù!" (Galati
5:1). Occorre dunque stare attenti affinché tramite il precetto della legge
sulla decima non cadiamo sotto il giogo pesante della legge. Il fatto che si
dica da parte di alcuni che il Signore non ha mai disapprovato il precetto
della decima non è una buona ragione per doverlo osservare infatti se è per
questo Gesù non ha detto neppure di non osservare il sabato, di non
festeggiare la Pasqua, di non fare circoncidere i propri figli maschi. Che
faremo allora? Ci metteremo ad osservare il sabato, le feste ebraiche, e la
circoncisione perchè Gesù non li disapprovò? Così
non sia, sapendo che tutte queste cose sono solo un'ombra di cose che
dovevano avvenire. |
- Lo scrittore agli Ebrei dice: "Or
quelli d'infra i figliuoli di Levi che ricevono il sacerdozio, hanno bensì
ordine, secondo la legge, di prendere le decime dal popolo, cioè dai loro
fratelli.. e poi qui, quelli che prendono le decime son degli uomini mortali;
ma là le prende uno di cui si attesta che vive" (Ebrei 7:5,8). Innanzi
tutto bisogna dire che "quelli che qui prendono le decime" (Ebrei
7:8), erano dei Leviti (quindi dei Giudei di nascita), che, quando la
epistola fu scritta, ancora prendevano le decime dagli altri Giudei, secondo
l'ordine della legge di Mosè, quindi, siccome che noi non siamo dei Giudei di
nascita che sono sotto la legge e fra di noi Gentili non ci sono dei
discendenti della tribù di Levi, questo non ci riguarda. Qualcuno dirà: 'Ma
qui è scritto: "Qui, quelli che prendono le decime", perciò se il
verbo è al presente, significa che anche sotto la grazia i santi in Cristo
dovevano pagare la decima!'; vi rispondo dicendovi che il verbo non è al
presente solo quando la Scrittura parla della decima, ma anche quando parla
dei doni e dei sacrifici i quali venivano ancora offerti (in quel tempo) nel
santuario terreno in Gerusalemme dai sacerdoti Giudei, infatti nella stessa
epistola è scritto: "Ci sono quelli che offrono i doni secondo la legge,
i quali ministrano in quel che è figura e ombra delle cose celesti.."
(Ebrei 8:4,5) ed ancora: "Ogni sacerdote è in piè ogni giorno
ministrando e offrendo spesse volte gli stessi sacrifici che non possono mai
togliere i peccati..." (Ebrei 10:11); oltre a ciò, notate in queste
scritture l'espressione "secondo la legge", perchè
essa si riferisce alla legge di Mosè e non a quella di Cristo, infatti i
Leviti prendevano le decime dal popolo per ordine di Mosè, e i sacerdoti
offrivano i doni e i sacrifici nel tempio, sempre secondo la legge di Mosè,
ma ricordatevi che quelli che facevano ciò erano dei Giudei di nascita che
erano ancora sotto la legge e che non erano ancora stati affrancati da essa
come invece lo siamo stati noi da Cristo Gesù. Ma allora a questo punto,
siccome che anche in relazione ai sacrifici di becchi offerti dai Giudei per
i loro peccati, il verbo è al presente, noi pure dovremmo presentare su
qualche altare ed in qualche santuario terreno dedicato al culto di Dio
sacrifici di bestie grasse per i nostri peccati! Così non sia, perchè è altresì scritto nella medesima epistola:
"Si offrono doni e sacrifici che non possono, quanto alla coscienza,
rendere perfetto colui che offre il culto.." (Ebrei 9:9), ed anche:
"Poiché la legge, avendo un'ombra dei futuri beni, non la realtà stessa
delle cose, non può mai con quegli stessi sacrifici, che sono offerti continuamente,
anno dopo anno, rendere perfetti quelli che s'accostano a Dio" (Ebrei
10:1), ed ancora che "noi abbiamo un altare del quale non hanno diritto
di mangiare quelli che servono il tabernacolo" (Ebrei 13:10). Il fatto
dunque che i sacerdoti e i Leviti anche dopo che Gesù fu assunto in cielo,
offrivano doni e sacrifici per i peccati e prendevano le decime dal popolo,
non significa affatto che i Gentili, sotto la grazia, facevano o dovevano
fare (in quel tempo) quelle medesime cose, benchè
quelle cose venivano da loro eseguite in ubbidienza alla legge che Dio diede
a Mosè per tutto Israele. |
Vorrei ora ritornare brevemente sul fatto
dei sacerdoti Leviti, perchè? Perchè
quando si parla della decima si rischia di dimenticare che secondo la legge
erano i Leviti che dovevano riscuotere le decime dalle mani del popolo e
nessun altro. Non si può dunque separare la riscossione della decima dal
sacerdozio Levitico perchè sono cose unite. E' come
un pò la riscossione di certe tasse che compie lo
Stato Italiano, non si può parlarne senza fare riferimento agli Uffici e alle
persone preposti dalla legge italiana a compierla. Così è della decima, non
si può parlarne senza parlare dei sacerdoti Leviti preposti da Dio sotto la
legge a riscuoterla dalle mani del popolo. Dio aveva infatti detto a Mosè:
"E l'Eterno parlò a Mosè, dicendo: 'Parlerai inoltre ai Leviti e dirai
loro: Quando riceverete dai figliuoli d'Israele le decime che io vi do per
conto loro come vostro possesso, ne metterete da parte un'offerta da fare
all'Eterno: una decima della decima; e l'offerta che avrete prelevata vi sarà
contata come il grano che vien dall'aia e come il mosto che esce dallo
strettoio. Così anche voi metterete da parte un'offerta per l'Eterno da tutte
le decime che riceverete dai figliuoli d'Israele, e darete al sacerdote Aaronne l'offerta che avrete messa da parte per l'Eterno.
Da tutte le cose che vi saranno donate metterete da parte tutte le offerte
per l'Eterno; di tutto ciò che vi sarà di meglio metterete da parte quel
tanto ch'è da consacrare. E dirai loro: Quando ne avrete messo da parte il
meglio, quel che rimane sarà contato ai Leviti come il provento dell'aia e
come il provento dello strettoio. E lo potrete mangiare in qualunque luogo,
voi e le vostre famiglie, perché è la vostra mercede, in contraccambio del
vostro servizio nella tenda di convegno" (Numeri 18:25-31). |
Stando dunque così le cose, per imporre la
decima ai credenti occorrerebbe che ci fossero nel nostro mezzo dei sacerdoti
Leviti perchè è a loro che Dio aveva ordinato di
prelevare le decime, da cui a loro volta essi dovevano prelevare una decima.
Ci sono questi sacerdoti che svolgono le funzioni prescritte dalla legge? No,
quindi la decima non va imposta ai credenti. La cosa si potrebbe fare se noi
fossimo ancora sotto la legge e avessimo dei sacerdoti leviti nel nostro
mezzo, ma siccome non ci sono queste condizioni nessuno ha il diritto di
imporre la decima. |
E a questo punto vorrei farvi notare che
neppure Gesù Cristo impose il pagamento della decima ai suoi discepoli, e
questo perchè Gesù era della tribù di Giuda e non
di Levi, e quindi se lo avesse fatto avrebbe trasgredito la legge. Gesù
avrebbe commesso un peccato se avesse comandato ai suoi discepoli di pagargli
la decima delle loro entrate, non aveva il diritto di farlo. Ecco perchè Gesù Cristo, il Figlio di Dio, che venne a
trasmetterci i comandamenti dell'Iddio e Padre suo, non ci ha comandato di
dare la decima, ma semplicemente di dare, secondo che disse: "Date, e vi
sarà dato: vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa,
traboccante; perché con la misura onde misurate, sarà rimisurato a voi"
(Luca 6:38). |
Avete mai pensato a questo? Se non lo avete
mai fatto, pensateci attentamente. E non solo Gesù Cristo, ma neppure Paolo
impose la decima e questo perchè egli era della
tribù di Beniamino. Volere dunque fare credere che l'apostolo Paolo comandava
la decima per vivere del Vangelo è qualcosa che trova una secca smentita dal
fatto che lui come Ebreo era della tribù di Beniamino e non della tribù di Levi.
Ma innanzi tutto la cosa viene smentita dal fatto che Paolo non era sotto la
legge e perciò non comandava ai Gentili di osservare la legge di Mosè. Paolo
ha sì detto che coloro che annunciano il Vangelo devono vivere del Vangelo,
ma vivere del Vangelo non significa vivere delle decime perchè
le decime fanno parte della legge e non del vangelo. A me pare invece che
alcuni che predicano il Vangelo vogliono vivere della legge imponendo la
decima. E' un controsenso questo che però purtroppo alcuni non vedono. |
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Un
Dio che non dona più lo Spirito Santo a quei Cristiani che glielo domandano
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L'Iddio di costoro non dona più lo Spirito
Santo ai santi, come faceva ai giorni degli apostoli, accompagnando il Suo
dono con il fenomeno del parlare in lingue (Atti 10:44-48; 11:15-17). Questo
avrebbe smesso di farlo verso la fine del primo secolo dopo Cristo. |
Gesù Cristo, il Figlio di Dio, ha
affermato: "Io altresì vi dico: Chiedete, e vi sarà dato; cercate e
troverete; picchiate, e vi sarà aperto. Poiché chiunque chiede riceve, chi
cerca trova, e sarà aperto a chi picchia. E chi è quel padre tra voi che, se
il figliuolo gli chiede un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede un
pesce, gli dia invece una serpe? Oppure anche se gli chiede un uovo, gli dia
uno scorpione? Se voi dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai
vostri figliuoli, quanto più il vostro Padre celeste donerà lo Spirito Santo
a coloro che glielo domandano!" (Luca 11:9-13). |
Queste parole le rivolse a dei figli di
Dio, e quindi dato che Dio non muta, Egli ancora oggi è pronto e disposto a
donare lo Spirito Santo a coloro che glielo domandano, dono che ribadisco è
accompagnato immediatamente dal segno fisico del parlare in lingue, perchè questo è quello che avvenne a Gerusalemme il
giorno della Pentecoste quando i circa centoventi ricevettero il dono dello
Spirito Santo (Atti 2:1-4), a Cesarea casa di Cornelio quando lui e i suoi
ricevettero il dono dello Spirito Santo (Atti 10:44-48), e ad Efeso dopo che
Paolo impose le mani a quei circa dodici discepoli del Signore ed essi
ricevettero il dono dello Spirito (Atti 19:1-7). |
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Un Dio che non distribuisce più nella
Chiesa i doni dello Spirito
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Il loro Dio ha smesso anche di distribuire
i doni dello Spirito Santo nella Chiesa, ed anche questo dicono è accaduto
verso la fine del primo secolo dopo Cristo. |
La Scrittura invece nega una simile cosa,
in quanto i doni sono tuttora distribuiti da Dio, secondo che dice Paolo:
"Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utile
comune. Infatti, a uno è data mediante lo Spirito parola di sapienza; a un
altro, parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; a un altro, fede,
mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigioni, per mezzo del
medesimo Spirito; a un altro, potenza d’operar miracoli; a un altro,
profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità
di lingue, e ad un altro, la interpretazione delle lingue; ma tutte queste
cose le opera quell’uno e medesimo Spirito, distribuendo i suoi doni a
ciascuno in particolare come Egli vuole" (1 Corinzi 12:7-11). |
Peraltro è dimostrato dal punto di vista
storico che verso la fine del primo secolo dopo Cristo i doni non cessarono
affatto di essere distribuiti da Dio, perchè Ireneo (115-150
– 202 circa), vescovo di Lione, nella sua famosa opera apologetica Contro le Eresie (che risale al 180
circa), scrisse: ‘Dunque, anche, coloro che sono veramente Suoi discepoli,
ricevendo grazia da Lui, fanno nel suo Nome [miracoli], in maniera da
promuovere il benessere di altri uomini, secondo il dono che ognuno ha
ricevuto da Lui. Perché alcuni cacciano certamente e veramente diavoli,
cosicché frequentemente quelli che sono stati in questa maniera purificati
dagli spiriti malvagi credono [in Cristo] e si uniscono alla Chiesa. Altri
hanno preconoscenza di cose a venire: essi vedono visioni, ed emettono delle
espressioni profetiche. Altri ancora guariscono gli ammalati imponendo loro
le mani, ed essi sono guariti. Inoltre, sì, come ho detto, persino i morti
sono stati risuscitati, e sono rimasti in mezzo a noi per molti anni. E che
dirò di più? Non è possibile nominare il numero dei doni che la Chiesa [sparsa]
per tutto il mondo ha ricevuto da Dio nel nome di Gesù Cristo’ (Contro le Eresie, Libro II, cap. 32,4),
ed ancora: ‘Similmente, sentiamo molti fratelli nella chiesa, i quali possiedono
doni profetici e che, per mezzo dello Spirito, parlano ogni genere di lingue
e manifestano [o portano alla luce] per l’utile comune le cose nascoste degli
uomini e dichiarano i misteri di Dio …’ (Contro le Eresie, Libro V, cap. 6,1).
Inoltre, Ireneo mette severamente in guardia la
fratellanza da quegli Gnostici che falsificavano i doni spirituali, essendo
dati ad imposture magiche o posseduti da demoni tramite cui riuscivano a
compiere prodigi bugiardi e a profetizzare e a trarre dietro a loro molte
persone (cfr. Contro Le Eresie,
Libro I, cap. 13). Come si può vedere, la testimonianza di Ireneo è molto chiara. |
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Un Dio che non parla più agli uomini
tramite sogni e visioni
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Il loro Dio non parla in sogni e visioni
all'uomo, in quanto ha smesso di farlo verso la fine del primo secolo dopo
Cristo. Loro dicono che Dio ci parla solo tramite la Bibbia. |
La Scrittura dice invece: "E avverrà
negli ultimi giorni, dice Iddio, che io spanderò del mio Spirito sopra ogni carne;
e i vostri figliuoli e le vostre figliuole profeteranno, e i vostri giovani
vedranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni. E anche sui
miei servi e sulle mie serventi, in quei giorni, spanderò del mio Spirito, e
profeteranno. E farò prodigi su nel cielo, e segni giù sulla terra; sangue, e
fuoco, e vapor di fumo. Il sole sarà mutato in tenebre, e la luna in sangue,
prima che venga il grande e glorioso giorno, che è il giorno del Signore. Ed
avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato"
(Atti 2:17-21). |
E noi siamo proprio negli ultimi giorni. |
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Un
Dio che vuole che i suoi figliuoli vivano da re sulla terra e si diano alla
politica
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L'Iddio di costoro vuole che i Cristiani
siano ricchi materialmente e vivano nel lusso (il cosiddetto messaggio della
prosperità), oltre che si diano alla politica per mettersi a governare le
nazioni (la cosiddetta teologia del dominio). I loro pastori e i loro
beneamati predicatori infatti vivono nel lusso, e diversi di loro sono
entrati in politica o fanno politica. |
La Scrittura dice che Gesù Cristo, il
Figlio di Dio, visse povero in questo mondo perchè
è scritto: "Voi conoscete la carità del Signore nostro Gesù Cristo il
quale essendo ricco, s’è fatto povero per amore vostro, onde, mediante la sua
povertà voi poteste diventare ricchi" (2 Corinzi 8:9); e difatti non
aveva neppure un luogo dove posare il capo secondo che egli disse: "Le
volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figliuol dell’uomo non ha dove posare il capo" (Luca
9:58). Ma di quali case lussuose era proprietario Gesù sulla terra? Il Re dei
Giudei, quando visse sulla terra, non visse in un palazzo reale, non indossò
vestimenti magnifici e neppure visse nelle delizie come invece fanno i re
della terra; lui disse che "quelli che portano dei vestimenti magnifici
e vivono in delizie, stanno nei palazzi dei re" (Luca 7:25), ma lui non
fu tra quelli; eppure era il re d’Israele. Egli avrebbe potuto permettersi di
vivere da re, ma ci rinunciò; egli preferì annichilire se stesso e prendere
forma di servo per servire. |
Il Re d’Israele nei giorni della sua carne
non si vestì di porpora e neppure si mise una corona d’oro sul capo; i suoi
abiti modesti consistevano in delle vesti e in una tunica la quale "era
senza cuciture, tessuta per intero dall’alto in basso" (Giovanni 19:23).
Furono quelli che lo schernirono che lo vestirono di porpora infatti è
scritto: "Allora i soldati lo menarono dentro la corte che è il
Pretorio, e radunarono tutta la corte. E lo vestirono di porpora.." (Marco
15:16,17); furono sempre i soldati che gli misero una corona sul capo...ma di
spine, secondo che è scritto: "E intrecciata una corona di spine gliela
misero intorno al capo.." (Marco 15:17). |
Quando Gesù entrò in Gerusalemme non vi
entrò montato sopra un cavallo bianco o portato dai suoi discepoli su una
lettiga reale come facevano i re antichi, ma montato sopra un puledro d’asina
secondo che è scritto: "E Gesù, trovato un asinello, vi montò su,
secondo che è scritto: Non temere, o figliuola di Sion! Ecco, il tuo Re
viene, montato sopra un puledro d’asina!" (Giovanni 12:14,15; Zaccaria
9:9). Gesù era umile di cuore, ma questo non si limitò a dirlo con la bocca,
ma lo dimostrò pure a fatti; Egli non ebbe mai l’animo alle cose alte, ma si
lasciò attirare dalle umili. Lo ripeto: Visse povero; sì fratelli, è così,
infatti egli non aveva con sè neppure la didramma con la quale pagare l’imposta annua che ogni
israelita, dai vent’anni in su, doveva pagare per il mantenimento del culto,
infatti disse a Pietro: "Vattene al mare, getta l’amo e prendi il primo
pesce che verrà su; e, apertagli la bocca, troverai uno statere. Prendilo, e
dallo loro per me e per te" (Matteo 17:27). |
Gesù era povero ma avrebbe potuto diventare
un uomo molto ricco materialmente se avesse cominciato a chiedere compensi
per i suoi insegnamenti e per le sue guarigioni, ma Lui non stimò la pietà
essere fonte di guadagno, come invece fanno oggi molti predicatori corrotti
di mente e traviati; Gesù Cristo esercitò "la pietà con animo contento
del proprio stato" (1 Timoteo 6:6), lasciandoci l’esempio da seguire. |
I predicatori della prosperità economica
ardiscono persino dire che chi è povero sulla terra non ha una grande fede in
Dio, ma ne ha molto poca. Ma che vorrebbero dire con questo? Che Gesù Cristo,
essendo povero non aveva una grande fede in Dio? O forse che Gesù era un uomo
di poca fede perchè non possedeva nulla sulla
terra? Gesù Cristo ebbe una grande fede in Dio e lo dimostrò sia col fare
moltissimi segni e prodigi ed opere potenti nel nome del Padre suo, sia col
non chiedere offerte per sè, e sia col deporre la
sua vita per noi. Il Giusto visse per fede, mentre questi cianciatori
e ribelli mostrano la loro incredulità perchè
chiedono il denaro come fanno i mendicanti; alcuni di loro piangono pure nel
chiederli, altri maledicono quelli che non gli danno nulla o gli danno poco;
costoro sono dei mercanti che mettono in vendita le loro predicazioni;
ciascuno di loro stabilisce la sua propria tariffa (che sale man mano che
diventa più famoso). Ma dov’è tutta questa grande fede che dicono di avere in
Dio, questi che vivono nelle delizie, nei piaceri della vita, in mezzo al
lusso sfrenato? Dicono di avere fede in Dio, ma in effetti hanno fede, e
tanta, nelle loro vie tortuose e nelle loro ricchezze che hanno accumulato
opprimendo i fedeli con i passi della Scrittura che concernono il dare. Hanno
derubato le pecore del Signore, strappandogli il denaro dalle loro mani con i
più svariati pretesti; hanno accumulato beni in gran quantità con la frode e
poi ardiscono dire: ‘Lo vedete come Dio mi ha benedetto? Lo vedete? Il
Signore onora quelli che lo onorano’, ed altre belle parole, ma false. Ed i
semplici gli credono, ma nessuno o quasi nessuno tra i loro uditori sa
quanti, questi predicatori hanno derubato e spogliato dei loro beni. |
Questi predicatori parlano dei loro beni
come se Dio glieli avessi dati per la loro retta e giusta condotta; dicono di
essere come Abramo, ma non lo sono, perchè sono
come Balaam; Abramo sì fu chiamato amico di Dio, ma
questi non sono amici di Dio ma bensì nemici di Dio perchè
sono amici del mondo (secondo che è scritto: "Chi dunque vuole essere
amico del mondo si rende nemico di Dio" [Giacomo 4:4]). |
Anche gli apostoli erano poveri infatti
Paolo ai Corinzi scrisse di lui e dei suoi collaboratori: "Poveri eppure
arricchenti molti; non avendo nulla, eppure possedenti ogni cosa!" (2
Corinzi 6:10). Erano poveri materialmente ma arricchivano molti
spiritualmente; per mezzo di loro la chiesa fu edificata e per mezzo degli
scritti di Paolo che era povero e non aveva nulla, la chiesa sulla faccia di
tutta la terra viene ancora edificata, arricchita e consolata. La stessa cosa
non si può dire di costoro che predicano l’Evangelo e guastano la vigna del
Signore perchè non se ne curano affatto, essendo
volti alla loro propria via; certo sono ricchi materialmente ma poveri
spiritualmente, ed i santi, non vengono arricchiti per mezzo di loro, nè a voce e neppure per mezzo dei loro libri aridi e
molto costosi che parlano soprattutto di benessere materiale, o meglio di
come essere cristiani e fare soldi. |
In realtà l'Iddio di costoro vuole che i
santi si sviano dalla fede, perchè il messaggio
della prosperità fa nascere nel credente la voglia di arricchire, e la
Scrittura afferma che "quelli che vogliono arricchire cadono in
tentazione, in laccio, e in molte insensate e funeste concupiscenze, che
affondano gli uomini nella distruzione e nella perdizione. Poiché l’amor del
danaro è radice d’ogni sorta di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono
sviati dalla fede e si son trafitti di molti dolori" (1 Timoteo 6:9-10). |
Veniamo ora al darsi alla politica. Gesù
Cristo dichiarò davanti a Pilato che il suo Regno non è di questo mondo (cfr.
Giovanni 18:36), quindi non cercò di stabilire un regno terreno sulla terra.
Se il Maestro non cercò in nessuna maniera di stabilirlo perché lo dovrebbero
fare i suoi seguaci? Ma non è forse scritto che dopo che Gesù sfamò una
moltitudine di persone con solo cinque pani e due pesci: “La gente dunque, avendo
veduto il miracolo che Gesù avea fatto, disse:
Questi è certo il profeta che ha da venire al mondo. Gesù quindi, sapendo che
stavan per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò
di nuovo sul monte, tutto solo.” (Giovanni 6:14-15)? Perché Gesù rifiutò di essere
fatto re tramite una elezione democratica? Avrebbe potuto accettare e dare
vita al Regno di Dio di cui parlano quelli della teologia del dominio, non vi
pare? Un regno in cui avrebbe regnato la pace, e la giustizia, in cui avrebbe
avuto la collaborazione dei suoi apostoli, uomini santi e giusti. Eppure non
fece niente di tutto ciò. Che occasione aveva Gesù per stabilire il Suo Regno
sopra la terra, eppure non la colse!! La ragione fu questa: perché Lui non
venne a stabilire un Regno terreno. Per quale recondito motivo dunque noi
suoi discepoli dovremmo metterci in testa di ambire al governo di un paese,
di una regione, di una nazione, e del mondo intero, se questa cosa non cercò
di farla il Figlio di Dio nei giorni della sua carne? |
Gesù Cristo non cercò di trasformare la
società ebraica ai suoi giorni, e neppure le leggi dell’Impero Romano, e non
si diede neppure a attività politiche e sociali, perché Lui predicò il
Vangelo della grazia di Dio, esortando le persone a ravvedersi e a credere
nel Vangelo. Guarì i malati, cacciò i demoni, fece molti segni e prodigi, ma
non cercò di stabilire una teocrazia o una democrazia sulla terra. Egli venne
per liberare le persone dai loro peccati, e dal giogo della legge; Egli non
venne nel mondo per trasformare il mondo. Noi siamo discepoli di Cristo e
siamo chiamati a seguire le Sue orme, quindi non dobbiamo darci alla politica
per compiere delle riforme sociali. Noi dobbiamo portare agli uomini la Buona
Novella della grazia di Dio, affinché essi si ravvedano e credano nel
Vangelo, e la loro vita sia così trasformata. Dobbiamo anche compiere ogni
opera buona affinché il nome di Dio sia glorificato in noi, ma da nessuna
parte la Bibbia ci comanda di cambiare la società in cui viviamo cambiando le
leggi della nazione o facendo eleggere dei Cristiani nei posti di governo o
prendendo il controllo del mondo. Un tale comando è estraneo alla Parola di
Dio. Il nostro compito non è cambiare la società attraverso una riforma
sociale o attivismo politico, ma predicare il Vangelo della salvezza che è in
grado di cambiare la vita di coloro che lo accettano. Guardatevi da tutti
coloro che insegnano la teologia del dominio, perché questo loro insegnamento
contrasta la sana dottrina. La Scrittura afferma: “Abbiate l’animo alle cose di
sopra, non a quelle che son sulla terra; poiché voi moriste, e la vita vostra
è nascosta con Cristo in Dio” (Colossesi 3:2-3),
mentre coloro che insegnano la teologia del dominio ci esortano praticamente
ad avere l’animo alle cose che sono sulla terra e non a quelle di sopra.
Costoro hanno voltato le spalle alla sana dottrina, e si sono rivolti alle
favole profane che vi ricordo vanno rodendo come fa la cancrena. |
Leggete attentamente il libro degli Atti
degli apostoli e tutte le epistole, e voi vedrete che né gli apostoli e
neppure gli altri Cristiani che vissero in quel tempo cercarono di cambiare
la società attraverso una riforma sociale o dandosi alla politica. Sapete
perché? Perché essi sapevano che Cristo non li aveva chiamati a fare una
simile cosa. Essi non si impacciarono nella politica o nell’attivismo
sociale, al fine di piacere al Signore. Non ha forse detto Paolo che “uno che
va alla guerra non s’impaccia delle faccende della vita; e ciò, affin di piacere a colui che l’ha arruolato” (2 Timoteo 2:4)?
Ma ditemi un po’: avete mai visto uno che è al fronte candidarsi a delle
elezioni politiche, o darsi ad attivismo sociale? Io no. Non capisco dunque
in virtù di quale recondito motivo un soldato di Cristo Gesù – che è in
guerra contro il diavolo - si deve dare alla politica, candidandosi a delle
elezioni politiche o amministrative, o si deve impegnare affinché la società
in cui vive sia trasformata. Come potrebbe un soldato di Cristo continuare a
piacere a Dio che lo ha arruolato nel suo esercito se sì impacciasse in
faccende che non lo riguardano? |
Imitiamo dunque gli apostoli, viviamo una
vita sobria, pia e giusta, come fecero i primi discepoli, aspettando la beata
speranza e la gloriosa apparizione del nostro grande Iddio e Salvatore Gesù
Cristo. Amen. |
I Cristiani sono persone che vivono in
questo mondo ma non appartengono a questo mondo, questo è quello che insegna
la Scrittura. Essi sono pellegrini e forestieri su questa terra, perché sono
sulla via che conduce nella patria celeste, che è di gran lunga migliore
della loro patria terrena in cui vivono adesso. |
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Un
Dio che promette agli uomini che, una volta che hanno creduto in Gesù, non
avranno da fare nessuna rinuncia, non avranno più problemi e non soffriranno
più
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L'Iddio
di costoro promette una vita senza rinunce, afflizioni e persecuzioni a
coloro che credono in Gesù Cristo. Praticamente una vita di 'rose e fiori', senza un costo da pagare. |
La
Scrittura insegna invece che mentre diventare Cristiani non costa niente, nel
senso che la salvezza non costa niente in quanto è gratuita e si ottiene
soltanto per la fede in Cristo, secondo che è scritto: “Poiché gli è per
grazia che voi siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non vien da voi;
è il dono di Dio. Non è in virtù d’opere, affinché niuno si glorî; perché noi
siamo fattura di lui, essendo stati creati in Cristo Gesù per le buone opere,
le quali Iddio ha innanzi preparate affinché le pratichiamo” (Efesini 2:8-10),
l’essere Cristiani, o il vivere da Cristiani, o il mantenersi Cristiani, ha
un prezzo, eccome se ha un prezzo, in termini di rinunce, e di afflizioni,
persecuzioni, tribolazioni, ingiurie, a motivo di Cristo, e questo ancora
oggi. E noi parliamo di questo costo, al fine di non illudere coloro che
credono in Cristo. |
E’
un prezzo alto, quello che si deve pagare, quindi, per rimanere fedeli al
Vangelo e alla sana dottrina; ma non c’è niente di che meravigliarsi o
scandalizzarsi, perchè Gesù Cristo ha detto: “Se
uno viene a me e non odia suo padre, e sua madre, e la moglie, e i fratelli,
e le sorelle, e finanche la sua propria vita, non può esser mio discepolo. E
chi non porta la sua croce e non vien dietro a me, non può esser mio
discepolo. Infatti chi è fra voi colui che, volendo edificare una torre, non
si metta prima a sedere e calcoli la spesa per vedere se ha da poterla
finire? Che talora, quando ne abbia posto il fondamento e non la possa
finire, tutti quelli che la vedranno prendano a beffarsi di lui, dicendo:
Quest’uomo ha cominciato a edificare e non ha potuto finire. Ovvero, qual è
il re che, partendo per muover guerra ad un altro re, non si metta prima a
sedere ed esamini se possa con diecimila uomini affrontare colui che gli vien
contro con ventimila? Se no, mentre quello è ancora lontano, gli manda
un’ambasciata e chiede di trattar la pace. Così dunque ognun di voi che non
rinunzi a tutto quello che ha, non può esser mio discepolo” (Luca 14:26-33),
ed anche: "Non pensate ch’io sia venuto a metter pace sulla terra; non
son venuto a metter pace, ma spada. Perché son venuto a dividere il figlio da
suo padre, e la figlia da sua madre, e la nuora dalla suocera; e i nemici
dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua. Chi ama padre o madre più di me,
non è degno di me; e chi ama figliuolo o figliuola più di me, non è degno di
me; e chi non prende la sua croce e non vien dietro a me, non è degno di me.
Chi avrà trovato la vita sua la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per cagion mia, la troverà" (Matteo 10:34-39), ed
ancora: "Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me.
Se foste del mondo, il mondo amerebbe quel ch’è suo; ma perché non siete del
mondo, ma io v’ho scelti di mezzo al mondo, perciò vi odia il mondo.
Ricordatevi della parola che v’ho detta: Il servitore non è da più del suo
signore. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno
osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo ve lo
faranno a cagion del mio nome, perché non conoscono
Colui che m’ha mandato” (Giovanni 15:18-21). |
E
per rendersi conto nella pratica del costo che i discepoli di Cristo devono
pagare per la loro fede, basta leggere il libro degli Atti e le epistole, in
particolare quelle dell'apostolo Paolo dove si può chiaramente vedere quanto
soffrirono gli apostoli ed anche le Chiese di allora a motivo di Cristo. Già,
perchè gli apostoli parlavano delle sofferenze che
sia loro stessi che le Chiese pativano o dovevano patire a motivo di Cristo. |
Per
esempio ascoltate quello che ha detto Paolo a Timoteo: “Quanto a te, tu hai
tenuto dietro al mio insegnamento, alla mia condotta, a’ miei propositi, alla
mia fede, alla mia pazienza, al mio amore, alla mia costanza, alle mie
persecuzioni, alle mie sofferenze, a quel che mi avvenne ad Antiochia, ad Iconio ed a Listra. Sai quali persecuzioni ho sopportato; e il Signore
mi ha liberato da tutte. E d’altronde tutti quelli che voglion
vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati; mentre i malvagi e gli
impostori andranno di male in peggio, seducendo ed essendo sedotti” (2
Timoteo 3:10-13). Notate che Paolo dice chi sono coloro che saranno
perseguitati, cioè quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù, ed
anche dice quanti sono, infatti dice che sono tutti quelli che vogliono
vivere piamente in Cristo Gesù. Cosa significa questo? Che non importa dove e
quando vivono sulla terra quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù,
perchè essi saranno perseguitati, essi soffriranno,
essi saranno afflitti, a motivo della loro fede in Cristo. |
Prendiamo
anche le seguenti parole di Paolo ai Corinzi: "Fino a questa stessa ora,
noi abbiamo fame e sete, noi siamo ignudi, e siamo schiaffeggiati, e non
abbiamo stanza ferma, e ci affatichiamo lavorando con le nostre proprie mani;
ingiuriati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; diffamati, esortiamo;
siamo diventati e siamo tutt’ora come la spazzatura del mondo, come il
rifiuto di tutti" (1 Corinzi 4:11-13); non stanno forse a dimostrare che
coloro che annunziano la Parola di Dio hanno molti nemici e subiscono
persecuzioni di ogni genere? Però esse non piacciono a questi Cristiani 'rose
e fiori'. Il loro Vangelo è privo di afflizioni; le
loro predicazioni vertono sul successo e sul benessere; ma d’altronde, come
potrebbero mai mettersi a predicare la rinunzia a se stessi quando loro
stessi ancora non vi hanno rinunziato? |
Il
loro messaggio è attraente e seducente anche per questa caratteristica, perchè è privo di questi argomenti. Ogni messaggio che
non mette in risalto le afflizioni che un credente deve patire sulla terra
troverà sempre tante persone disposte ad accettarlo, perchè
oggi quasi nessuno vuole sentire parlare di dovere soffrire per il Vangelo.
Quasi tutti vogliono solo sentire che Dio ci ama, che non ci farà mancare
nulla, che è buono e pronto a perdonare chi va a lui. E se poi a queste
parole vi si aggiunge che chi va al Signore non avrà più problemi, e Dio lo
farà prosperare economicamente e lo farà vivere su questa terra come un
figlio di re, allora il messaggio trova ancora un più largo consenso.
Diletti, guardate di non essere sedotti da questi cianciatori,
perchè Gesù ha detto: "Chi non prende la sua
croce e non viene dietro a me, non è degno di me" (Matteo 10:38), ed
ancora: "Così dunque ognun di voi che non rinunzi a tutto quello che ha,
non può essere mio discepolo" (Luca 14:33), mentre questi vorrebbero farvi
seguire il Signore senza portare la vostra croce e senza rinunziare a voi
stessi. Questo è impossibile farlo, perchè il
sentiero cristiano è pieno di sofferenze e di rinunzie; io, le orme di Cristo
non le ho trovate su una strada comoda dove non ci sono necessità,
persecuzioni, ed angustie, ma su una strada angusta dove quotidianamente ci
sono delle lotte da affrontare e delle afflizioni da patire a motivo di
giustizia. È su questa che ho cominciato a camminare ed è su questa che
voglio terminare di camminare con il mio Signore; le strade comode senza
persecuzioni ma con i piaceri della vita a portata di mano non hanno nulla a
che fare con la via santa, non vi inoltrate per esse perchè
esse conducono lontano dal Signore e dai suoi comandamenti. |
Ma
io dico: come possono costoro dire tali cose quando Gesù stesso ha detto:
"Nel mondo avrete tribolazione" (Giovanni 16:33), e gli apostoli
hanno detto che "dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte
tribolazioni" (Atti 14:22)? Non si può dimostrare nè
con le Scritture e neppure con i fatti che i credenti non sono chiamati a
soffrire in questo mondo, anzi le Scritture e i fatti attestano esattamente
il contrario. |
Noi
infatti attestiamo per esperienza che nel vivere piamente in Cristo si viene
perseguitati, ingiuriati, afflitti, da parte di quelli del mondo. E non solo
da quelli del mondo, ma anche da molti che si dicono Cristiani Evangelici.
Anzi noi dobbiamo dire che abbiamo ricevuto molte persecuzioni anche da parte
di cosiddetti Cristiani Evangelici (pastori e non pastori). E perchè questo? Perchè essi sono
mondani, si sono alleati con il mondo, hanno trovato un intesa con il mondo,
e quindi non sopportano noi, che questa intesa la rigettiamo e la riproviamo. |
Ma
noi attestiamo anche che le afflizioni che patisce il Cristiano, non importa
di che genere esse siano, sono utili, secondo che è scritto: "Ci
gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza,
la pazienza esperienza, e la esperienza speranza" (Romani 5:3-4), ed
anche: "Fratelli miei, considerate come argomento di completa allegrezza
le prove svariate in cui venite a trovarvi, sapendo che la prova della vostra
fede produce costanza. E la costanza compia appieno l’opera sua in voi, onde
siate perfetti e completi, di nulla mancanti" (Giacomo 1:2-4). |
Dunque,
fratelli, nessuno di costoro vi seduca con vani ragionamenti. |
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Un Dio che non importa come ti comporterai
ti porterà in gloria
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Il loro Dio è un Dio che non importa come
si comporta una persona dopo la conversione, Egli la porterà in gloria lo
stesso. Quindi in cielo ci vanno anche 'Cristiani' che sono ingiusti,
fornicatori, idolatri, adulteri, effeminati, omosessuali, ladri, avari,
ubriachi, oltraggiatori e rapaci. E difatti quando i loro pastori parlano al
funerale di questo tipo di 'Cristiani', dicono che Dio li ha accolti in
gloria ed ora si riposano. |
La Scrittura invece afferma che senza la
santificazione nessuno vedrà il Signore, e difatti Paolo ammonisce i santi di
Corinto in questa maniera: "Non sapete voi che gli ingiusti non erederanno il regno di Dio? Non v’illudete; né i
fornicatori, né gl’idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i
sodomiti, né i ladri, né gli avari, né gli ubriachi, né gli oltraggiatori, né
i rapaci erederanno il regno di Dio" (1
Corinzi 6:9-10). |
Tutti coloro dunque che un giorno sono
diventati Cristiani, ma poi si abbandonano ai suddetti peccati, e muoiono in
questi peccati, non andranno con il Signore in cielo, ma andranno nel fuoco
del soggiorno dei morti in attesa del giudizio. |
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Un
Dio che lascia decidere a marito e moglie se avere figli o quanti averne
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Il loro Dio li lascia liberi di scegliere
se avere figli o quanti averne, e quindi li autorizza ad impedire il
concepimento e a praticare quello che è comunemente conosciuto come 'controllo
delle nascite' |
La Scrittura insegna invece che non volere
figli o cercare di non farne molti è peccato perché la Scrittura dice:
"Crescete e moltiplicate.." (Genesi 1:28) ed altrove che la donna
"sarà salvata partorendo figliuoli, se persevererà nella fede,
nell’amore e nella santificazione con modestia" (1 Timoteo 2:15). Quindi
fratelli, non impedite il concepimento, perché in questo caso vi opporreste
alla volontà di Dio. |
Sappiate che la Scrittura parla bene dei
figli ed anche di coloro che ne hanno molti infatti nei Salmi è scritto:
"Ecco, i figliuoli sono un’eredità che viene dall’Eterno; il frutto del
seno materno è un premio. Quali le frecce in man d’un prode, tali sono i
figliuoli della giovinezza. Beati coloro che ne hanno il turcasso pieno! Non saranno
confusi quando parleranno coi loro nemici alla porta" (Salmo 127:3-5). |
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Un Dio che odia il divorzio, ma non
l'adulterio
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L'Iddio di costoro odia il divorzio, ma
nello stesso tempo incoraggia a commettere adulterio. Negli scritti dei loro
pastori infatti si legge spesso l'affermazione del profeta Malachia: "Poiché io odio il ripudio, dice l’Eterno,
l’Iddio d’Israele; e chi ripudia copre di violenza la sua veste, dice
l’Eterno degli eserciti. Badate dunque allo spirito vostro, e non agite
perfidamente" (Malachia 2:16), ma nello stesso
tempo sostengono che il vincolo matrimoniale si scioglie con la fornicazione
o con l'abbandono da parte del coniuge non credente, per cui in questo caso,
il coniuge tradito o abbandonato a cagione della sua fede ha il diritto di
passare a seconde nozze. |
La Scrittura insegna invece che la
fornicazione permette al marito solo di mandare via la propria moglie ma non
di sposarsi di nuovo. Gesù infatti disse: "Fu detto: Chiunque ripudia
sua moglie, le dia l’atto del divorzio. Ma io vi dico: Chiunque manda via la
moglie, salvo che per cagion di fornicazione, la fa
essere adultera; e chiunque sposa colei ch’è mandata via, commette
adulterio" (Matteo 5:31-32), ed anche: "Ed io vi dico che chiunque
manda via sua moglie, quando non sia per cagion di
fornicazione, e ne sposa un’altra, commette adulterio" (Matteo 19:9).
Qualcuno probabilmente nel leggere queste parole di Gesù farà notare che Gesù
non ha detto che se uno manda via la propria moglie per cagione di
fornicazione e ne sposa un'altra commette adulterio, ma solo che egli
commette adulterio solo se manda via la moglie per una ragione che non sia la
fornicazione. A costui però voglio dire che non può essere così perché in un
altro luogo è scritto che Gesù ha detto: "Chiunque manda via la moglie e
ne sposa un’altra, commette adulterio; e chiunque sposa una donna mandata via
dal marito, commette adulterio" (Luca 16:18), il che significa che non
importa quale sia la ragione per cui il marito manda via la moglie (cioè se
sia una ragione che giustifica o meno la sua cacciata), perché se egli ne
sposa un’altra commette adulterio. L’unica ragione che permette all’uomo di
passare a nuove nozze è la morte della moglie; nessun’altro fatto lo scioglie
dalla legge che lo lega alla moglie. Ovviamente questo principio si applica
anche nel caso sia il marito a commettere fornicazione; anche in questo caso
la moglie se si separa da lui non può risposarsi ma deve rimanere com’è
secondo che è scritto: "E se mai si separa, rimanga senza maritarsi o si
riconcilî col marito" (1 Corinzi 7:11). |
Anche nel caso il coniuge non credente
abbandona il credente perchè non è più contento di
vivere con lui, questo non autorizza il credente a passare a seconde nozze, perchè Paolo dice: "Se un fratello ha una moglie non
credente ed ella è contenta di abitar con lui, non la lasci; e la donna che
ha un marito non credente, s’egli consente ad abitar con lei, non lasci il
marito; perché il marito non credente è santificato nella moglie, e la moglie
non credente è santificata nel marito credente; altrimenti i vostri figliuoli
sarebbero impuri, mentre ora sono santi. Però, se il non credente si separa,
si separi pure; in tali casi, il fratello o la sorella non sono vincolati; ma
Dio ci ha chiamati a vivere in pace; perché, o moglie, che sai tu se salverai
il marito? Ovvero tu, marito, che sai tu se salverai la moglie?" (1
Corinzi 7:12-16). Cosa vuol dire Paolo? Che la donna credente che ha un
marito non credente, se egli consente ad abitare con lei, ha l’obbligo di non
lasciarlo; però, se il marito non credente decide di separarsi e di andarsene
da lei perché non è più disposto a rimanere con lei, allora lei, in questo
caso, non è vincolata, cioè non è più obbligata a continuare a vivere con lui
e a non lasciarlo. Il medesimo discorso vale per un marito credente che ha
una moglie non credente. Il partner credente non è obbligato a combattere per
preservare l’unità familiare. La pace a cui Dio ci ha chiamati di cui parla
Paolo in quel contesto è l’armonia coniugale. Quindi se il partner non
credente insiste nell’andarsene via, allora il credente non è obbligato a
vivere in perpetuo conflitto con il coniuge non credente ma è libero di
lasciarlo andare via; ma non è libero di passare a seconde nozze. |
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Un
Dio che è a favore dell'omosessualità e incoraggia i cosiddetti matrimoni
omosessuali
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L'Iddio di costoro ritiene che
l'omosessualità sia una condizione esistenziale, e quindi va rispettata ed
accettata. Un Cristiano può essere dunque omosessuale, e le coppie
omosessuali vanno benedette e sposate. |
L’omosessualità secondo la Scrittura è un
peccato perchè è la trasgressione della legge di
Dio. Che dice la legge? Essa dice: “Non avrai con un uomo relazioni carnali
come si hanno con una donna; è cosa abominevole” (Levitico 18:22). Quindi chi
trasgredisce questo ordine compie un peccato, un atto in abominio a Dio. E da
esso si deve ravvedere se vuole scampare alle fiamme del fuoco eterno; nel
caso contrario, cioè se rifiuterà di ravvedersi quello che lo aspetta è
l’ardore del fuoco che lo tormenterà per l’eternità. |
L’uomo non nasce omosessuale, come non
nasce omicida, o come non nasce ladro; esso nasce sì sotto il peccato in
virtù della disubbidienza di Adamo, ma non omosessuale. Omosessuale ci
diventa per sua scelta. Quando Paolo dice ai Romani: “Perciò Iddio li ha
abbandonati a passioni infami; poiché le loro femmine hanno mutato l’uso
naturale in quello che è contro natura; e similmente anche i maschi,
lasciando l’uso naturale della donna, si sono infiammati nella loro libidine
gli uni per gli altri, commettendo uomini con uomini cose turpi, e ricevendo
in loro stessi la condegna mercede del proprio traviamento” (Romani 1:26-27)
spiega molto bene che si tratta di una scelta di queste persone. Quindi
nessuno vi seduca; gli omosessuali ci diventano così per loro scelta. |
Gli omosessuali non hanno e non avranno mai
la benedizione di Dio nella loro vita, in quanto la Bibbia dice che “la
maledizione dell’Eterno è nella casa dell’empio, ma egli benedice la dimora
dei giusti” (Proverbi 3:33), e ogni omosessuale è un empio perchè fa ciò che è in abominio dinnanzi a Dio, secondo
che dice Dio nella legge: “Non avrai con un uomo relazioni carnali come si
hanno con una donna: è cosa abominevole” (Levitico 18:22). Dio dice anche:
“Guai all’empio! male gl’incoglierà, perché gli sarà reso quel che le sue
mani han fatto” (Isaia 3:11). |
E quindi invocare la benedizione di Dio su
una coppia di omosessuali è un atto diabolico perchè
con questo atto viene trasmesso il messaggio che Dio approva le cose turpi
che fanno gli omosessuali, e li benedice quando invece come abbiamo visto
Egli li maledice in quanto ha in abominio le cose che fanno. |
Ed essendo un atto diabolico – in quanto
con esso il male viene chiamato bene, e degli empi vengono trattati come se
avessero fatto l’opera de’ giusti – non rimarranno certamente impuniti coloro
che lo compiono, secondo che è scritto: “Guai a quelli che chiaman bene il male, e male il bene, che mutan le tenebre in luce e la luce in tenebre, che mutan l’amaro in dolce e il dolce in amaro!” (Isaia
5:20). |
Costoro fortificano le mani degli empi, affinchè nessuno di essi si converta. Agiscono nella
pratica come facevano i falsi profeti in Israele, che dicevano del continuo a
quelli che sprezzavano i comandamenti di Dio: ‘L’Eterno ha detto: Avrete
pace’; e a tutti quelli che camminavano seguendo la caparbietà del proprio
cuore: ‘Nessun male v’incoglierà’, e per questa loro empietà furono rigettati
da Dio e saranno coperti “d’un obbrobrio eterno e d’un’eterna vergogna, che
non saran mai dimenticati” (Geremia 23:39-40). |
No, non se ne parla nemmeno di forme di
benedizione per le coppie omosessuali cosiddette cristiane. Per loro ci sono
solo parole di esortazione e di riprensione. Devono ravvedersi, convertirsi
dalle loro vie malvage. Ci metteremo a compiacerli
e a benedirli nel nome del Signore come se si trattasse di una vera coppia di
sposi? Lungi da noi simili aberranti comportamenti. Gesù benediceva i piccoli
fanciulli quando gli venivano presentati, ma i peccatori li esortava a ravvedersi.
Ma pensate voi che se si fossero presentati a Gesù due omosessuali del tempo
che dicevano di amarsi e che stavano bene assieme per ricevere da lui una
benedizione Egli gliela avrebbe accordata? Giudicate voi da persone
intelligenti quello che dico. |
In merito poi ai 'matrimoni' omosessuali, è
evidente che dato che la Scrittura condanna l'omosessualità, essa condanna
anche i 'matrimoni' omosessuali. Dio li fece maschio e femmina, e dopo che
fece la donna con una costola dell'uomo disse: "Perciò l’uomo lascerà
suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saranno una stessa
carne" (Genesi 2:24). Il matrimonio dunque, agli occhi di Dio, è solo
quello tra un uomo e una donna. Il cosiddetto matrimonio omosessuale è un
abominio nel cospetto di Dio, e coloro che lo approvano sono nemici della
croce di Cristo. |
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Un Dio che tollera e incoraggia l'omicidio
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L'Iddio
di costoro vede di buon occhio sia l'aborto che la donazione degli organi. |
In
merito all'aborto diciamo questo. L’aborto non è mai lecito o legittimo,
neppure quando una donna è stata stuprata o ha commesso incesto, perché
l’aborto è un omicidio agli occhi di Dio. Non ha forse detto Iddio: “Non
uccidere” (Esodo 20:13)? Perché dunque dovrebbe l’aborto, che è l’uccisione
di un essere umano, essere considerato legittimo in certi casi? |
Qualcuno
forse mi chiederà: ‘Perché chiami l’embrione (il prodotto del concepimento
nelle prime otto settimane a partire dal concepimento) e il feto (il prodotto
del concepimento dopo otto settimane dal concepimento) un essere umano?’
Perché sia l’embrione che il feto sono un essere umano, in quanto secondo la
Sacra Scrittura la vita umana inizia al concepimento; per cui nel momento in
cui il seme maschile si unisce all’ovulo femminile, ha inizio una nuova vita
umana. Ogni donna incinta ha un bambino nel suo seno, non importa da quanto
tempo sia incinta, il suo seno contiene un essere umano che nessuno – tranne
Dio – ha il diritto di mettere a morte. Dio diede il seguente comandamento
agli Israeliti, che rende chiaro che agli occhi di Dio il prodotto del
concepimento è un bambino o una vita umana, non importa da quanto tempo sia
nel seno della donna: “Se alcuni vengono a rissa e percuotono una donna
incinta sì ch’ella si sgravi, ma senza che ne segua altro danno, il percotitore sarà condannato all’ammenda che il marito
della donna gl’imporrà; e la pagherà come determineranno i giudici; ma se ne
segue danno, darai vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano
per mano, piede per piede, scottatura per scottatura, ferita per ferita,
contusione per contusione” (Esodo 21:22-25). Notate come l’uomo che colpiva
la donna incinta doveva essere punito sia che la donna si sgravava senza che
ne seguiva alcun danno, sia nel caso ne seguiva danno. Ma mentre nel primo
caso la punizione consisteva in un’ammenda che il marito della donna gli
avrebbe imposto, nel secondo caso la punizione consisteva nella morte del percotitore se il bambino nasceva morto. ‘Vita per vita’
diceva la legge. Ora notate pure come la legge chiama il prodotto del
concepimento, che è nel seno della donna incinta, ‘vita’, non importa da
quanto tempo si trovi nel seno della donna. Questo sta a dimostrare che agli
occhi di Dio ogni donna incinta ha una vita umana nel suo seno, e che la vita
è sacra. In altre parole, sia che la donna sia incinta da due settimane o tre
mesi o otto mesi, quella ‘cosa’ che è nel suo seno è una vita umana che deve
essere considerata un bambino ed ha gli stessi diritti di tutti gli altri
bambini. |
Oltre
a ciò, va detto che secondo la Sacra Scrittura, è Dio che forma il bambino
nel seno della donna, perché Davide disse a Dio: “Poiché sei tu che hai
formato le mie reni, che m’hai intessuto nel seno di mia madre. Io ti
celebrerò, perché sono stato fatto in modo maraviglioso,
stupendo. Maravigliose sono le tue opere, e l’anima
mia lo sa molto bene. Le mie ossa non t’erano nascoste, quand’io fui formato
in occulto e tessuto nelle parti più basse della terra. I tuoi occhi videro
la massa informe del mio corpo; e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni
che m’eran destinati, quando nessun d’essi era
sorto ancora.” (Salmo 139:13-16), e Giobbe, quando parlò del suo servo,
disse: “Chi fece me nel seno di mia madre non fece anche lui? non ci ha
formati nel seno materno uno stesso Iddio?” (Giobbe 31:15). Dunque, abortire
significa abortire l’opera che Dio sta compiendo. Volete distruggere l’opera
di Dio? Sappia colei che decide di distruggere l’opera delle mani di Dio che
Dio non la lascerà impunita perché porterà le conseguenze della sua
ribellione contro Dio. |
In
merito alla donazione degli organi diciamo invece questo. La persona a cui
vengono espiantati gli organi quando è dichiarata clinicamente morta è ancora
in vita perché il cuore batte ancora (per la scienza invece basta che il
cervello non dia più stimoli, anche se il cuore batte essa viene dichiarata
morta). I dottori giustificano la necessità di espiantare gli organi dalla
persona mentre il cuore batte ancora, perché una volta che il cuore cessa di
battere gli organi non sono più buoni. Rimane il fatto incontrovertibile però
che anche se la persona in quei frangenti sia priva di conoscenza, non abbia
la capacità di parlare, di sentire, di vedere, di ricordare, ecc. siccome il
suo cuore batte ancora essa è a tutti gli effetti ancora viva, per cui dare
il permesso di espiantare alcuni organi vitali - in questo caso facciamo
l'esempio del cuore - significherebbe - se il permesso lo ha dato
precedentemente la persona stessa a cui vengono espiantati gli organi - dare
il permesso di essere fatto morire prima del tempo della propria dipartenza stabilito da Dio. E nel caso questo permesso
lo dessero dei suoi parenti, essi darebbero il permesso di far morire la
persona prima del tempo stabilito da Dio. E poi, chi mi dice che quella
persona debba morire per forza? Non potrebbe all'improvviso riprendersi per
intervento di Dio? Perché non credere fino alla fine che Dio può risollevarlo
dal suo letto di morte? A me pare che persino la gente del mondo dica che
finché c'è vita c'è speranza; per cui non mi pare affatto giusto privare il
morente di questa speranza finché il suo cuore batte ancora. Il giusto spera
anche nella morte, dice la Sapienza (Proverbi 14:32); per cui il credente sa
perfettamente che può anche trovarsi vicino o molto vicino alla morte ma il
suo alito di vita ce l'ha in mano Dio, lui glielo ha dato e lui glielo
ritirerà a suo tempo; ma fino a che quel tempo non sarà giunto, potrà anche
sembrare morto ad alcuni, ma lui non morrà anzi vivrà per volontà di Dio.
Dice bene il salmista: "Io non morrò, anzi vivrò" (Salmo 118:17).
Ma dirò di più, Dio potrebbe avere deciso pure di farlo morire, per poi
risuscitarlo; quindi il cuore in questo caso cesserebbe di battere, ma per
intervento di Dio riprenderebbe a battere quando lo spirito rientrerebbe in lui.
Quindi, esiste anche l'eventualità che il Signore resusciti un credente (come
anche un non credente) anche dopo che il cuore gli cessa di battere. Lazzaro
non era morto da quattro giorni quando Gesù Cristo lo risuscitò? Non puzzava
già il suo corpo? |
Attenzione
dunque fratelli a non lasciarvi sedurre da vani ragionamenti, che annullano
la parola di Dio e inducono a disubbidire a Dio. |
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Un Dio che incoraggia a risolvere eventuali
dispute tra credenti davanti ai tribunali degli infedeli
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L'Iddio
di costoro ha stabilito che le eventuali dispute tra i membri della Chiesa
siano risolte dinnanzi ai tribunali degli infedeli. |
La
Scrittura invece condanna questo comportamento, infatti l'apostolo Paolo
riprende i santi di Corinto proprio perchè tra loro
le dispute tra credenti si risolvevano dinnanzi ai tribunali degli infedeli.
Ecco le sue parole: "Ardisce alcun di voi, quando ha una lite con un
altro, chiamarlo in giudizio dinanzi agli ingiusti anziché dinanzi ai santi?
Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo? E se il mondo è giudicato
da voi, siete voi indegni di giudicar delle cose minime? Non sapete voi che
giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare delle cose di questa
vita! Quando dunque avete da giudicar di cose di questa vita, costituitene giudici quelli che sono i meno stimati nella
chiesa. Io dico questo per farvi vergogna. Così non v’è egli tra voi neppure
un savio che sia capace di pronunziare un giudizio fra un fratello e l’altro?
Ma il fratello processa il fratello, e lo fa dinanzi agl’infedeli. Certo è
già in ogni modo un vostro difetto l’aver fra voi dei processi. Perché non
patite piuttosto qualche torto? Perché non patite piuttosto qualche danno?
Invece, siete voi che fate torto e danno; e ciò a dei fratelli. Non sapete
voi che gli ingiusti non erederanno il regno di
Dio?" (1 Corinzi 6:1-9). |
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Un
Dio che comanda di querelare coloro che vengono diffamati a motivo
della Parola
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L'Iddio di costoro nel caso un ministro del
Vangelo viene diffamato a motivo di Cristo, e quindi a motivo di giustizia,
vuole che egli adisca alle vie legali contro il diffamatore e quindi che
chieda all'autorità di punire il diffamatore. |
Innanzi tutto spieghiamo cosa significa
‘diffamare’, per coloro che non lo sanno. Diffamare significa: ‘Nuocere alla
reputazione di qualcuno diffondendo maldicenze sul suo conto’,
in altre parole significa calunniarlo, cioè accusarlo falsamente. |
Stabilito ciò, dobbiamo considerare come si
è comportato Gesù Cristo, il nostro Maestro e Signore, quando fu diffamato o
calunniato, sì perchè Gesù Cristo, il Figlio di
Dio, fu diffamato, ed anche pesantemente dai suoi nemici. Vediamole dunque
queste diffamazioni o calunnie che furono lanciate dagli uomini contro il
Giusto e il Santo. |
Ecco cosa dissero contro Gesù Cristo per
denigrarlo e rovinare la sua reputazione. |
-
che era un mangione ed un beone, oltre che un amico dei pubblicani e dei
peccatori, secondo che disse Gesù stesso: “È venuto il Figliuol
dell’uomo mangiando e bevendo, e dicono: Ecco un mangiatore ed un beone, un
amico dei pubblicani e de’ peccatori!” (Matteo 11:19); |
-
che era un peccatore, infatti i Farisei dissero al cieco nato dopo che questi
fu guarito da Gesù: “Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quell’uomo è un
peccatore” (Giovanni 9:24); |
-
che cacciava i demoni per l’aiuto di Satana, secondo che è scritto: “Costui
non caccia i demonî se non per l’aiuto di Beelzebub,
principe dei demonî” (Matteo 12:24); |
-
che era Beelzebub, secondo che disse Gesù ai suoi
discepoli: “Basti al discepolo di essere come il suo maestro, e al servo
d’essere come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebub
il padrone, quanto più chiameranno così quei di casa sua!” (Matteo 10:25) |
-
che aveva uno spirito immondo, secondo che è scritto: ” …. dicevano: Ha uno
spirito immondo” (Marco 3:30). |
- che
era un seduttore, secondo che è scritto: “Altri dicevano: No, anzi, travia la
moltitudine!” (Giovanni 7:12; cfr. Matteo 27:63); |
-
che bestemmiava, secondo che è scritto: “I Giudei presero di nuovo delle
pietre per lapidarlo. Gesù disse loro: Molte buone opere v’ho mostrate da
parte del Padre mio; per quale di queste opere mi lapidate voi? I Giudei gli
risposero: Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché
tu, che sei uomo, ti fai Dio” (Giovanni 10:31-33); |
-
che era fuori di sè, cioè pazzo, secondo che è
scritto: “Or i suoi parenti, udito ciò, vennero per impadronirsi di lui,
perché dicevano: È fuori di sé” (Marco 3:21-22); |
-
che vietava di pagare le tasse a Cesare, secondo che è scritto: “Poi,
levatasi tutta l’assemblea, lo menarono a Pilato. E cominciarono ad
accusarlo, dicendo: Abbiam trovato costui che
sovvertiva la nostra nazione e che vietava di pagare i tributi a Cesare, e
diceva d’esser lui il Cristo re” (Luca 23:1-2). |
Come reagì il Maestro a tutte queste false
accuse, cioè a tutte queste diffamazioni? Ricorse forse alle vie legali
contro i suoi diffamatori o calunniatori, o li minacciò di farlo? No, niente
di tutto ciò. Egli sopportò pazientemente, rimettendosi “nelle mani di Colui
che giudica giustamente” (1 Pietro 2:23), cioè nelle mani dell’Iddio e Padre
suo. |
E noi, suoi discepoli, siamo chiamati a
seguire le sue orme, secondo che dice l’apostolo Pietro: “Ma se facendo il
bene, eppur patendo, voi sopportate pazientemente, questa è cosa grata a Dio.
Perché a questo siete stati chiamati: poiché anche Cristo ha patito per voi,
lasciandovi un esempio, onde seguiate le sue orme; egli, che non commise
peccato, e nella cui bocca non fu trovata alcuna frode; che, oltraggiato, non
rendeva gli oltraggi; che, soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva nelle
mani di Colui che giudica giustamente” (1 Pietro 2:20-23). |
Paolo, che fu costituito da Dio apostolo
dei Gentili, seguì le orme di Cristo anche in questo, infatti disse ai santi
di Corinto a proposito delle sofferenze che lui e i suoi collaboratori
pativano per amore degli eletti: “Poiché io stimo che Dio abbia messi in
mostra noi, gli apostoli, ultimi fra tutti, come uomini condannati a morte;
poiché siamo divenuti uno spettacolo al mondo, e agli angeli, e agli uomini.
Noi siamo pazzi a cagion di Cristo; ma voi siete
savî in Cristo; noi siamo deboli, ma voi siete forti; voi siete gloriosi, ma
noi siamo sprezzati. Fino a questa stessa ora, noi abbiamo e fame e sete, noi
siamo ignudi, e siamo schiaffeggiati, e non abbiamo stanza ferma, e ci
affatichiamo lavorando con le nostre proprie mani; ingiuriati, benediciamo;
perseguitati, sopportiamo; diffamati, esortiamo; siamo diventati e siam tuttora come la spazzatura del mondo, come il
rifiuto di tutti” (1 Corinzi 4:9-13). Avete notato cosa dice l’apostolo?
“Diffamati, esortiamo”, e non “diffamati, portiamo i nostri diffamatori
davanti al tribunale’. |
Peraltro, l’apostolo Paolo si compiaceva
nelle sofferenze che pativa a motivo di Cristo, secondo che disse: “Io mi
compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in
angustie per amor di Cristo” (2 Corinzi 12:10), e questo perchè
quando egli era debole allora era forte, cioè la potenza di Cristo si
manifestava in lui. Ecco perchè dinnanzi alle
diffamazioni che subiva a motivo di Cristo, non cercava di portare i suoi
diffamatori dinnanzi ai tribunali di Cesare ma si limitava ad esortarli! E
non è forse quello che fece anche Gesù quando lo accusarono di avere uno
spirito immondo, secondo che è scritto: “E gli scribi, ch’eran
discesi da Gerusalemme, dicevano: Egli ha Beelzebub,
ed è per l’aiuto del principe dei demonî, ch’ei caccia i demonî. Ma egli, chiamatili a sé, diceva loro in parabole: Come può Satana
cacciar Satana? E se un regno è diviso in parti contrarie, quel regno non può
durare. E se una casa è divisa in parti contrarie, quella casa non potrà
reggere. E se Satana insorge contro se stesso ed è diviso, non può reggere,
ma deve finire. Ed anzi niuno può entrar nella casa dell’uomo forte e
rapirgli le sue masserizie, se prima non abbia legato l’uomo forte; allora
soltanto gli prederà la casa. In verità io vi dico: Ai figliuoli degli uomini
saranno rimessi tutti i peccati e qualunque bestemmia avranno proferita; ma
chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha remissione in
eterno, ma è reo d’un peccato eterno. Or egli parlava così perché dicevano:
Ha uno spirito immondo” (Marco 3:22-30)? |
Quindi, siccome l’apostolo Paolo ebbe a
dire ai santi: “Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo” (1
Corinzi 11:1), ed anche: “Siate miei imitatori, fratelli, e riguardate a
coloro che camminano secondo l’esempio che avete in noi” (Filippesi 3:17), ed
ancora: “Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e vedute in me,
fatele; e l’Iddio della pace sarà con voi” (Filippesi 4:9), studiamoci di
seguire l’esempio di Paolo e dei suoi fedeli collaboratori. E questo perchè essi insegnavano e praticavano la dottrina di Dio
che è in Cristo Gesù. |
Alla luce dunque dell’esempio di Gesù
Cristo e di quello degli apostoli e delle sane parole degli apostoli, un
ministro del Vangelo deve astenersi dallo sporgere querela contro coloro che
lo diffamano a motivo di Cristo. |
Coloro che invece incoraggiano e
sollecitano a fare ciò insegnano una dottrina diversa, e vi ricordo a tale
proposito le dure parole dell’apostolo Paolo contro chi insegna una dottrina
diversa: “Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non s’attiene alle sane
parole del Signor nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è secondo pietà,
esso è gonfio e non sa nulla; ma langue intorno a questioni e dispute di
parole, dalle quali nascono invidia, contenzione, maldicenza, cattivi
sospetti, acerbe discussioni d’uomini corrotti di mente e privati della
verità, i quali stimano la pietà esser fonte di guadagno” (1 Timoteo 6:3-5). |
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Un Dio che incita a fare preghiere
imprecatorie contro i propri nemici
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L'Iddio di costoro insegna loro a pregarLo di ammazzare e togliere così di mezzo i nemici
della Chiesa e particolari individui. |
Negli insegnamenti di Gesù Cristo e in
quelli degli apostoli non troviamo alcuna traccia di preghiere imprecatorie contro i malvagi o i nemici della verità
affinché Dio li uccida e tolga di mezzo. |
Certamente sotto l'Antico Testamento ci
sono esempi di preghiere o invocazioni rivolte a Dio di togliere di mezzo i
malvagi o i propri nemici. Vi furono uomini, come Davide per esempio, che
pregarono Dio affinché distruggesse i loro nemici’, ma sotto la legge vigeva
il precetto che diceva: Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico; questo lo
confermò Gesù stesso quando disse ai suoi discepoli: "Voi avete udito
che fu detto: Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico" (Matteo 5:43;
Levitico 19:18), quindi non c’è da meravigliarsi se Davide, pur essendo un
uomo secondo il cuore di Dio, quando pregava Dio per i suoi nemici, diceva:
"Li colga una ruina improvvisa. Spandi l’ira
tua su loro. Siano ridotti al silenzio nel soggiorno dei morti" (Salmo
35:8; 69:24; 31:17). Ma ora, sotto la grazia, vige il comandamento che dice:
"Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano"
(Matteo 5:44), e difatti Gesù disse ai suoi discepoli: "Voi avete udito
che fu detto: Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico. Ma io vi dico: Amate
i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate
figliuoli del Padre vostro che è nei cieli; poiché Egli fa levare il suo sole
sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se
infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno anche i
pubblicani lo stesso? E se fate accoglienze soltanto ai vostri fratelli, che
fate di singolare? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate
perfetti, com’è perfetto il Padre vostro celeste" (Matteo 5:43-48). |
Quindi non è ammissibile che un figliuolo
di Dio chieda a Dio la morte dei suoi nemici. |
Comunque, anche sotto la legge vi furono
uomini che pregarono in favore dei loro avversari; uno di questi fu Mosè. La
Scrittura dice che dopo che tornarono al campo i dodici esploratori che Mosè
aveva mandato ad esplorare il paese di Canaan, gli
Israeliti, sentendo dire, a dieci di loro: "Il paese che abbiamo
attraversato per esplorarlo, è un paese che divora i suoi abitanti; e tutta
la gente che vi abbiamo veduta, è gente d’alta statura; e v’abbiam visto i giganti, figliuoli d’Anak,
della razza dei giganti, appetto ai quali ci pareva
d’esser locuste; e tali parevamo a loro ... Noi non siam
capaci di salire contro questo popolo; perchè è più
forte di noi" (Numeri 13:32,33,31), mormorarono contro Mosè ed Aaronne e parlarono di lapidarli. Quando Dio sentì proferire
quelle mormorazioni disse a Mosè: "Io lo (il popolo d’Israele) colpirò
con la peste, e lo distruggerò ... " (Numeri 14:12), ma Mosè pregò Dio
per quegli increduli che lo volevano lapidare (secondo che è scritto:
"Mosè, suo eletto, stette sulla breccia dinanzi a lui per stornare l’ira
sua onde non li distruggesse" [Salmo 106:23]); egli rivolse questa supplicazione a Dio in favore del popolo di Israele:
"Deh, perdona l’iniquità di questo popolo, secondo la grandezza della
tua benignità, nel modo che hai perdonato a questo popolo dall’Egitto fin
qui" (Numeri 14:19), e Dio lo esaudì, infatti gli disse: "Io
perdono, come tu hai chiesto" (Numeri 14:20). |
E che Gesù era contrario a questo tipo di
preghiera (cioè alla preghiera imprecatoria), è
evidente anche leggendo questo episodio trascritto da Luca: "Poi, come
s’avvicinava il tempo della sua assunzione, Gesù si mise risolutamente in via
per andare a Gerusalemme. E mandò davanti a sé de’ messi, i quali, partitisi,
entrarono in un villaggio de’ Samaritani per preparargli alloggio. Ma quelli
non lo ricevettero perché era diretto verso Gerusalemme. Veduto ciò, i suoi
discepoli Giacomo e Giovanni, dissero: Signore, vuoi tu che diciamo che
scenda fuoco dal cielo e li consumi? Ma egli, rivoltosi, li sgridò. E se ne
andarono in un altro villaggio" (Luca 9:51-56). Nella versione Diodati leggiamo che Giacomo e Giovanni "dissero:
Signore, vuoi che diciamo che scenda fuoco dal cielo, e li consumi, come
anche fece Elia? Ma egli, rivoltosi, li sgridò, e disse: Voi non sapete di
quale spirito voi siete. Poichè il Figliuol dell'uomo non è venuto per perder le anime degli
uomini, anzi per salvarle". Ora, se Gesù non volle che quegli uomini
fossero distrutti da Dio con il fuoco, chi siamo noi da metterci ad invocare
Dio di uccidere coloro che ostacolano la diffusione del Vangelo? E poi, io
dico, ma costoro hanno dimenticato quale fu la preghiera di Gesù sulla croce
per coloro che lo crocifissero e lo oltraggiarono? Leggiamo infatti che Gesù
disse: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno"
(Luca 23:34). Anche Stefano, che fu un fedele testimone di Cristo, peraltro
ripieno di Spirito e di sapienza, poco prima di morire, invocò Dio a favore
dei suoi nemici che lo lapidarono, infatti leggiamo: "Poi, postosi in
ginocchio, gridò ad alta voce: Signore, non imputar loro questo peccato. E
detto questo si addormentò" (Atti 7:60). |
Veniamo ora all'apostolo Paolo: nei suoi
insegnamenti non scorgiamo alcuna esortazione a fare qualche preghiera imprecatoria contro degli uomini affinchè
Dio li uccida, anzi troviamo una esortazione di tutt'altro genere, infatti
egli dice a Timoteo: "Io esorto dunque, prima d’ogni altra cosa, che si
facciano supplicazioni, preghiere, intercessioni,
ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono in
autorità, affinché possiamo menare una vita tranquilla e quieta, in ogni
pietà e onestà. Questo è buono e accettevole nel
cospetto di Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano
salvati e vengano alla conoscenza della verità" (1 Timoteo 2:1-4). Si
noti che Paolo non parla di imprecazioni da fare contro quelle autorità o
quegli uomini che sono nemici della Chiesa, o che sono estremamente malvagi,
ma di supplicazioni, preghiere, intercessioni,
ringraziamenti. |
E' evidente dunque, che alla luce della
Scrittura, i ragionamenti di costoro sono mendaci, e costituiscono del
lievito da cui guardarsi, perchè trascinano i
credenti a odiare i loro nemici, perchè se io mi
sento autorizzato a pregare Dio di maledire i miei nemici, questo vuol dire
che devo odiare i miei nemici. Ma Gesù, come abbiamo visto, ha detto che
dobbiamo amare i nostri nemici, e poi ha anche detto di fare del bene a
quelli che ci odiano (cfr. Luca 6:27). E come possiamo dimostrare amore verso
di essi e fare loro del bene, se desiderassimo che essi muoiano e quindi
pregassimo Dio di ucciderli? Non sarebbe tutto ciò una contraddizione netta? |
L'amore non fa male alcuno al prossimo, e
quindi noi figliuoli di Dio non possiamo assolutamente pregare Dio di uccidere
i nostri nemici. Ci penserà Dio a farli morire, quando ha deciso Lui. |
E poi, questo insegnamento di costoro va ad
intaccare la sovranità di Dio, perchè è Dio che
stabilisce le autorità (cf. Romani 13:1-2), ed
anche se esse si comportano in maniera spietata e malvagia, continuano ad
essere delle autorità stabilite da Lui - di cui Dio si serve per adempiere i
suoi disegni tra i quali c'è quello di provare i santi e quindi affinarli
mediante l'afflizione - che lui deporrà quando vuole Lui e come vuole Lui.
Tenete presente infatti che il Signore fece perire Faraone - che era stato
Dio a suscitare e indurare per mostrare in lui la
Sua potenza, e perché il Suo nome fosse pubblicato per tutta la terra -
quando e come volle Lui. |
E dato che siamo in tema, tenete anche
presente che mentre il re Nebucadnezzar faceva
vivere e morire chi voleva, e innalzava e abbassava chi voleva (Daniele
5:19), Dio lo chiamò "mio servitore" (Geremia 27:6) perchè egli offrì dei servigi a Dio tra qui quello di
distruggere il regno di Giuda e la città di Gerusalemme a motivo delle loro
trasgressioni. Naturalmente venne poi il giorno in cui Dio tolse dalla terra
il re Nebucadnezzar, ma questo avvenne quando e
come volle Dio. |
La vendetta appartiene a Dio, e Lui a suo
tempo fa giustizia ad ognuno, quindi coloro che soffrono per mano delle
autorità o di persone malvagie che non ricoprono posti di autorità nella
nazione, sopportino con pazienza le afflizioni che sperimentano a cagione di
Cristo, raccomandando la loro anima a Dio e facendo il bene, sapendo che la
loro causa è davanti al trono di Dio e che a Suo tempo Dio renderà afflizione
a coloro che li hanno afflitti. |
Concludo dicendo questo: il desiderio dei
giusti è il bene soltanto (Proverbi 11:23), e quindi il nostro desiderio e la
nostra preghiera è che gli uomini siano salvati (Romani 10:1), non importa
quanto malvagi essi siano. Dio, dal canto suo, salverà coloro che ha
decretato di salvare i quali quindi entreranno a far parte del popolo di Dio:
mentre gli altri continueranno a vivere violando i suoi comandamenti fino a
quando Dio li farà sparire dalla faccia della terra, ma Dio non richiede da
noi nessuna preghiera imprecatoria contro nessuno
di costoro affinchè Egli li uccida. |
Nessuno vi seduca fratelli con vani
ragionamenti. |
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Un Dio spietato che rifiuta di perdonare quei Cristiani che sono caduti
in certi peccati dopo il battesimo
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L'Iddio di alcuni di costoro è anche un Dio
spietato, in quanto non dà la possibilità di ravvedersi a quei Cristiani che
cadono in certi peccati dopo il battesimo. Essi infatti insegnano che la
fornicazione e l’adulterio sono peccati imperdonabili (o peccati a morte),
come pure l’omicidio, la bestemmia e altri peccati. Viene insegnato che
quando uno trasgredisce i dieci comandamenti, scade dalla grazia. Secondo
questa teoria, una volta accaduto ciò, non è più possibile ricevere perdono
da Dio (se lo scaduto è già stato battezzato). Quando uno viene dichiarato
scaduto dalla grazia, è condannato alle pene dell'inferno perché ha peccato
imperdonabilmente’. Essi riprovano energicamente ogni principio che lascia
intravedere il perdono del peccato a morte dopo il battesimo, considerando
eretici tutti quelli che li propongono, ne parlano, li difendono e divulgano. |
Costoro errano grandemente per mancanza di
conoscenza, perché quantunque la fornicazione e l’adulterio siano peccati
gravi, e quei credenti che li commettono devono essere tolti di mezzo ai
santi, la Scrittura ammette che da essi ci si può ravvedere e quindi che si
può essere perdonati. Se così non fosse, Paolo non avrebbe dato quel tale che
si teneva la moglie di suo padre in man di Satana, a perdizione della carne,
onde lo spirito fosse salvo nel giorno del Signore Gesù (cfr. 1 Corinzi
5:1-5); e Gesù non avrebbe dato ai Suoi servitori nella chiesa di Tiatiri tempo per ravvedersi della loro fornicazione che
avevano commesso con Jezabel (cfr. Apocalisse
2:22). |
Certamente, se un credente non si ravvede
da questi peccati, andrà in perdizione, ma da qui a dire che non c’è
possibilità di perdono per coloro che commettono questi peccati c’è un
abisso. |
Anche a riguardo dell’omicidio e della
bestemmia va fatto un discorso simile: sono peccati gravi che se un credente
commette lo meneranno in perdizione, ma non è biblico affermare che sono
imperdonabili. Prendiamo l’esempio dell’omicidio: se fosse imperdonabile,
come dicono costoro, come mai Giacomo esortava anche quei credenti che
uccidevano (cfr. Giacomo 4:2) dicendo: “Appressatevi a Dio, ed Egli si
appresserà a voi. Nettate le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri
cuori, o doppi d’animo! Siate afflitti e fate cordoglio e piangete! Sia il
vostro riso convertito in lutto, e la vostra allegrezza in mestizia!
Umiliatevi nel cospetto del Signore, ed Egli vi innalzerà” (Giacomo 4:8-10)?
E in merito alla bestemmia, se fosse imperdonabile, come mai Paolo dice di
Imeneo e Alessandro: “I quali ho dati in man di Satana affinché imparino a
non bestemmiare” (1 Timoteo 1:20)? E’ evidente la ragione: perché erano
peccati perdonabili. La lista dei peccati perdonabili naturalmente comprende
anche le altre trasgressioni condannate dal Decalogo. |
In che cosa consiste allora il peccato
imperdonabile o a morte? Esso è l’abbandono volontario della fede, o
l’apostasia dalla fede (cfr. Ebrei 6:1-8; 10:26-31). E per colui che compie
questo peccato, dato che non è più possibile menarlo di nuovo a ravvedimento,
non bisogna pregare (1 Giovanni 5:16). Certamente colui che abbandona la fede
o apostata da essa, può anche commettere i sopra citati peccati; ma se uno
commette quei peccati senza apostatare dalla fede allora può essere menato di
nuovo a ravvedimento, secondo che è scritto: “Se uno vede il suo fratello
commettere un peccato che non meni a morte, pregherà, e Dio gli darà la vita:
a quelli, cioè, che commettono peccato che non meni a morte” (1 Giovanni
5:16), ed ancora: “Badate a voi stessi! Se il tuo fratello pecca, riprendilo;
e se si pente, perdonagli” (Luca 17:3). |
La dottrina di costoro dunque è palesemente
antiscritturale in quanto limita la misericordia di Dio e lo fa apparire come
un Dio spietato, e dunque va rigettata. |
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Conclusione
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Ora, è evidente che l'Iddio di questi
Cristiani è diverso dall'Iddio di cui parla la Bibbia: possiamo
tranquillamente dire che lo hanno sfigurato. Qualcuno domanderà: 'Come è
possibile che costoro abbiano potuto fare questo?' A cagione della loro
ignoranza delle Scritture, perchè ignoranza delle
Scritture è ignoranza di Dio; ed anche a cagione della loro superbia, perchè non accettano la Parola di Dio per quella che essa
è veramente ogni qualvolta che essa parla ma l'accettano solo quando lo
vogliono loro e gli fa comodo. |
Ci si trova dunque, fratelli, in questa
situazione, che siamo impossibilitati ad avere comunione o camminare con
costoro, perchè nel presentare quello che dice la
Bibbia sulla natura, sul carattere, e sul modo di operare di Dio, veniamo
accusati di avere un altro Dio diverso dal loro, il che è vero in effetti perchè noi abbiamo lasciato intatta l'immagine di Dio
così come ce la presenta la Bibbia, mentre loro l'hanno alterata. Come può
esserci infatti unione e comunione con persone che fanno dire alla Bibbia
quello che vogliono su Dio, 'creandosene' quindi uno tutto loro? |
Dunque, fratelli, vi esorto a rimanere
attaccati alla Parola di Dio, e a credere a quello che essa dice su Dio, ma a
tutto quello che essa dice, così com'è scritto, senza aggiungere o togliere
nulla. |
Così facendo, ve ne troverete bene, e la
benedizione di Dio riposerà sul vostro capo. |
Ma non incamminatevi per le vie laterali,
per le vie tortuose, che molti nella loro ribellione contro Dio hanno deciso
di prendere, e in cui dicono di trovarsi bene solo perchè
permettono loro di coprire o giustificare la loro ribellione. |
Infine vorrei dire le seguenti cose a
coloro che si sono fatti un Dio su misura: ravvedetevi e smettete quindi di
attribuire a Dio cose che Egli non pensa, non dice e non compie, altrimenti
porterete il peso della vostra ribellione. |
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Chi ha orecchi da udire, oda. |
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Giacinto Butindaro |
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Roma, Agosto 2011 |