Contro i perversi e vani ragionamenti fatti da alcune Chiese Evangeliche a favore dell’omosessualità

 

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Contro i perversi i vani ragionamenti fatti da alcune Chiese Evangeliche a favore dell'omosessualità

 

 

Introduzione

 

In Italia ci sono pastori, teologi, e chiese evangeliche che approvano l’omosessualità, in quanto affermano che l’omosessualità non è peccato. Quindi, secondo loro, gli omosessuali che professano la loro fede in Cristo devono essere accettati a tutti gli effetti come membri di Chiesa. Non devono essere ripresi per il loro comportamento e neppure esortati a ravvedersi, ma piuttosto devono essere incoraggiati a rimanere omosessuali, perché non c’è alcun male nell’essere omosessuali. Un uomo può essere un gay mentre una donna può essere una lesbica, perché Dio non detesta l’omosessualità. Non solo, costoro esortano a schierarsi apertamente a favore delle coppie omosessuali, e quindi a favore dei loro diritti, tra cui spicca il ‘diritto di sposarsi’. Ecco quanto dissero a chiare lettere alcuni pastori e teologi protestanti diversi anni fa a riguardo delle unioni civili tra omosessuali:

'Apprezziamo ed accogliamo con interesse la raccomandazione del Parlamento di Strasburgo di riconoscere nelle legislazioni nazionali i diritti delle convivenze stabili fra cittadini omosessuali, assimilandole alle convivenze stabili fra eterosessuali, al fine di assicurare alle une e alle altre parità di doveri e di diritti; invitiamo la nostra società a confrontarsi con tale proposta con serenità e spirito di equità, sviluppando una riflessione etica che prenda atto dell'evoluzione del costume in corso nell'ambito delle società occidentali, salvaguardando da un lato il rispetto delle persone coinvolte nella loro specificità umana e nelle loro scelte di vita, e salvaguardando insieme i tempi necessari per una evoluzione e maturazione delle coscienze di fronte ai mutamenti in corso; auspichiamo che su tale questione non si creino fronti rigidi e condanne preconcette, anche in nome di un'etica cristiana che è stata vissuta storicamente in forme diverse, restando al suo centro il rispetto della persona umana, creata a immagine di Dio, amata e riscattata da Dio; proponiamo infine di lasciar cadere, in questo contesto, l'uso del termine 'matrimonio' (che ha creato il senso di una non necessaria provocazione), a favore dei termini più adeguati di 'convivenza stabile' o di 'unione civile' (NEV, 2 Marzo 1994, anno XV, numero 9, pag. 1). Questa dichiarazione fu sottoscritta da 33 pastore e pastori valdesi, 17 battisti, 7 luterani, 7 metodisti e una pastora riformata. Tra i firmatari, compaiono il valdese Giorgio Bouchard (ex Presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia); il metodista Sergio Aquilante, i battisti Franco Scaramuccia e Massimo Aprile; il decano luterano Hans Gerch Philippi; il decano della facoltà valdese di teologia Paolo Ricca con i docenti Bruno Corsani, Daniele Garrone, Ermanno Genre e il docente emerito Giorgio Girardet.

E’ bene però fare questa precisazione: non perchè eminenti teologi o pastori di queste denominazioni evangeliche siano a favore delle convivenze e dei ‘matrimoni’ tra omosessuali, e lo dichiarano apertamente, questo significa che tutti in seno a queste denominazioni la pensino nella stessa maniera, perchè così non è, infatti ci sono alcuni credenti in queste denominazioni che non sono affatto d’accordo con loro e rifiutano di prendere questa loro posizione.

Adesso, affinché vi possiate rendere conto di cosa viene insegnato da questi pastori e teologi a riguardo dell’omosessualità, riporterò alcune affermazioni scritte sul periodico Protestantesimo: ‘L’omosessualità è una realtà documentata in ogni epoca ed in ogni tipo di società umana. Ogni generazione vi si trova confron­tata ed ogni presa di posizione è sempre culturalmente situata. Oggi noi possiamo assumere una posizione di apertura e di rispet­to per gli omosessuali, liberandoci da molti preconcetti che hanno provocato inumane discriminazioni. Le ricerche sull’omoses­sualità hanno ormai superato l’idea che le radici primarie dell’orientamento omosessuale possano essere attribuite a forme di malattia psichica. E pur non essendo oggi dimostrabile scien­tificamente una predisposizione genetica, vi è largo consenso sul fatto che l’omosessualità non sia una scelta, quanto piuttosto una condizione esistenziale che si impone come dato oggettivo ad un dato momento della vita. Il riconoscimento dell’omosessualità come condizione esistenziale mette in questione sia la pretesa terapeutica, sia il concetto di pratica sessuale ‘contro natura’. Da un punto di vista etico ciò rivela l’incoerenza di chi ricono­sce da un lato la tendenza innata dell’omosessualità, e dall’al­tro giudica amorale l’incontro amoroso omosessuale, proponendo la castità come soluzione cristiana al problema. Noi riteniamo di doverci situare oltre questa contraddizione (...) Siamo convinti che numerose forme di emarginazione cui gli omosessuali sono sottopo­sti possano essere superate con una opportuna legislazione che eviti gli aspetti discriminatori ancora esistenti sul piano sociale. Siamo favorevoli ad una regolamentazione legislativa che riconosca la coppia omosessuale e ne garantisca la convivenza stabile. Aspettiamo dal nostro Parlamento, in tempi brevi, questa iniziativa raccomandata dal Parlamento europeo e la incoraggiamo. Non crediamo invece che abbia senso l’estensione del concetto di famiglia alla coppia omosessuale (...) Non siamo però favorevoli ad una legge che istituisca una parità di diritti di adozioni tra coppie omosessuali ed eterosessuali. Così come non crediamo che si debba mantenere o istituire un principio che lo vieti in modo assoluto. Siamo invece favorevoli a valutare queste possibilità caso per caso (...) Sul piano ecclesiale ci dobbiamo liberare dai vecchi stereotipi di una cultura che ha espresso un duro giudizio sull’omosessualità. I testi biblici vanno letti nell’intelligenza della cultura di cui sono figli; noi leggiamo oggi la Bibbia con l’intelligenza dello Spirito, nella situazione culturale moderna, con gli strumenti conoscitivi che sono i nostri e di cui portiamo la responsabilità. Riconoscere la realtà dell’amore omosessuale - fatto indubbiamente perturbante - significa, noi crediamo, pren­dere atto di quella parte di ‘mistero’ inerente al fatto omoses­suale e che le nostre conoscenze umane non sono oggi in grado di spiegare. Non dobbiamo però dimenticare che il criterio di appar­tenenza ad una comunità cristiana è il criterio della fede e non un altro. Siamo anche favorevoli a ‘forme di benedizione’ per le coppie omosessuali cristiane che ne facciano richiesta e al loro inserimento come coppia nella comunità cristiana’ (Protestantesimo, N° 50, 1995, pag. 307, 308, 309).

 

 

Confutazione

 

Adesso mediante le Scritture confuteremo uno per uno i punti principali di questo perverso discorso.

 

1) Noi oggi possiamo assumere una posizione di rispetto verso gli omosessuali liberandoci da molti preconcetti.

E’ vero che potremmo conformarci al presente secolo come hanno fatto questi uomini ed assumere la loro stessa posizione nei con­fronti degli omosessuali, ma noi credenti in Cristo Gesù rifiu­tiamo di fare ciò perchè la Scrittura dice: “Non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente...” (Romani 12:2); e perciò rifiutiamo categoricamente di assumere questa loro posizione di rispetto verso gli omosessuali. Gli omosessuali vanno rispettati solo come persone, come vanno rispettati gli omicidi, i maghi, i ladri, le meretrici e così via, ma non nel senso in cui vorrebbero farci intendere costoro, cioè rispettando la loro ‘condizione esistenziale’; in altre parole noi credenti siamo chiamati a rispettare anche le persone che vanno dietro a questo vizio contro natura nel senso che non dobbiamo fare loro alcun male, alcun torto, ma non dobbiamo rispettare e neppure incoraggiare la loro scelta. La chiamiamo scelta perchè così va chiamata, checché ne dicano questi teologi che si sono gettati alle spalle la legge dell’Iddio vivente e che non intendono quello che dicono né quello che danno per certo.

Che dobbiamo fare dunque? Dobbiamo esortarli e scongiurarli a ravvedersi dei loro peccati ed a credere in Cristo Gesù al fine di ottenere la remissione dei loro peccati e la liberazione da questo peccato contro natura che li tiene incatenati. E tutto ciò con amore ma anche con ogni franchezza senza lusingarli; ricorda­tevi che gli omosessuali non erederanno il regno di Dio (cfr. 1 Corinzi 6:10) al pari di tutti gli altri peccatori impenitenti. Ma ahimè, da come parlano costoro, parrebbe che coloro che si devono ravvedere non sono gli omosessuali ma coloro che condannano l’omosessualità; notate infatti che secondo loro noi dovremmo liberarci da dei preconcetti (cambiare modo di pensare). Ora, il preconcetto è un’opinione formatasi prima su scarsi fondamenti che in seguito impedisce, al momento opportuno, di esprimere un giudizio sereno; quindi una opinione sbagliata di cui bisogna sbarazzarsi. E se noi ci mettiamo a rispettare gli omosessuali e ad accoglierli saremo liberati dall’opi­nione che essi sono in abominio a Dio ed entreremo finalmente nella libertà!! Ma quale libertà? Quella secondo la carne che mena alla morte. Nessuno di questi cianciatori vi seduca, fratelli; quella che condanna l’omosessualità e la riprova in tutte le sue forme non è un preconcetto, non è un’idea sbagliata, ma un’idea giusta perchè non è fondata su un fondamento variabile e traballante, ma sulla infallibile Parola di Dio, vivente e permanente che non cambia mai. Perciò ritenete fermamente nella vostra mente il pensiero che l’omosessualità è in abominio a Dio e che coloro che vi si danno se non si ravvedono da essa andranno nel fuoco eterno; cingete i fianchi della vostra mente affinché questo pensiero giusto non si diparta da essa. Coloro che devono ravvedersi sono questi teologi e coloro che gli danno retta; perchè essi si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore si è ottenebrato.

 

2) Gli omosessuali non sono tali perchè scelgono di esserlo ma bensì perchè ad un dato momento della loro vita vi sono costretti dalle circostanze della vita; la loro è una condizione esisten­ziale, non una scelta.

Adesso l’omosessualità è diventata una condizione esistenziale. In sostanza  essa non è più una diabolica scelta, ma una condizione di vita venutasi a creare indipendentemente dalla volontà del singo­lo! Ecco perchè si sentono dire a costoro frasi del genere: ‘Ma che colpa ne hanno loro in fondo in fondo? Sono nati così. Non è dipeso mica da loro, ma ci sono stati costretti da tante circo­stanze della vita contro la loro volontà!’. Costoro errano grande­mente; la cosiddetta scienza che studia il comportamento umano è arrivata a errate conclusioni sull’omosessualità e loro ci sono andati dietro.

L’omosessualità secondo la Scrittura è un peccato perchè è la trasgressione della legge di Dio. Che dice la legge? Essa dice: “Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna; è cosa abominevole” (Levitico 18:22). Quindi chi trasgredisce questo ordine compie un peccato, un atto in abominio a Dio. E da esso si deve ravvedere se vuole scampare alle fiamme del fuoco eterno; nel caso contrario, cioè se rifiuterà di ravvedersi quello che lo aspetta è l’ardore del fuoco che lo tormenterà per l’eternità.

L’uomo non nasce omosessuale, come non nasce omicida, o come non nasce ladro; esso nasce sì sotto il peccato in virtù della disub­bidienza di Adamo, ma non omosessuale. Omosessuale ci diventa per sua scelta; è vero che tutti dipendono dal tempo e dalle circostan­ze (cfr. Ecclesiaste 9:11), ma questo non annulla mica la libertà di scegliere dell’uomo in un senso o in un altro. Quando Paolo dice ai Romani: “Perciò Iddio li ha abbandonati a passioni infami; poiché le loro femmine hanno mutato l’uso naturale in quello che è contro natura; e similmente anche i maschi, lasciando l’uso naturale della donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri, commettendo uomini con uomini cose turpi, e ricevendo in loro stessi la condegna mercede del proprio traviamento” (Romani 1:26-27) spiega molto bene che si tratta di una scelta di queste persone. Quindi nessuno vi seduca; gli omosessuali ci diventano così per loro scelta.

 

3) Il riconoscimento degli omosessuali mette in discussione il concetto di relazione carnale contro natura; quindi questo concetto è da rivedere.

Non è affatto vero; il riconoscimento, da parte di questi pastori evangelici, degli omosessuali come persone da accettare così come sono in virtù di questa loro ‘condizione esistenziale’, non mette per niente in discussione il concetto di pratica sessuale contro natura. Per noi non è cambiato proprio nulla dal giorno che gli omosessuali sono stati approvati da costoro, proprio nulla. Il concetto di pratica sessuale contro natura rimane in piedi perchè la natura continua ad insegnarci questo concetto in manie­ra eloquente. E non solo la natura ce lo insegna, ma anche la Scrittura; Paolo infatti parla ai Romani delle donne che “hanno mutato l’uso naturale in quello che è contro natura” (Romani 1:26) e degli uomini che hanno lasciato “l’uso naturale della donna” (Romani 1:27); e Giuda nella sua epistola parlando degli abitanti di Sodoma e Gomorra dice che andarono dietro a “vizi contro natura” (Giuda 7). Mettere in discussione questo concetto quindi vuole dire mettere in discussione la Parola di Dio e quindi Dio stesso. Lungi da noi questo: “Sia Dio ricono­sciuto verace ma ogni uomo bugiardo” (Romani 3:4).

Ma allora se chi è omosessuale sessualmente non pratica qualcosa contro natura ciò vuole dire che l’uomo sulla terra può sposarsi sia una donna che un uomo!! A lui la scelta dunque! Ma questo significa sovvertire l’ordine di Dio! Ma che fece Iddio quando vide che Adamo era solo ed aveva bisogno di un’aiuto convenevole? Non gli fece forse una donna? E non disse forse Iddio dopo avergliela fatta: “E l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saran­no una stessa carne” (Genesi 2:24)? Quindi, ciò significa che l’uomo deve avere una relazione carnale solo con la propria moglie, e che qualunque altra relazione carnale prima del matrimonio o dopo il matrimonio con una persona (sia dello stesso sesso che del sesso opposto) che non è la propria moglie davanti a Dio è peccato. Ma mentre il rapporto carnale di un uomo con una donna che non è la propria moglie non è contro natura, per la ragione che l’altro partner è del sesso opposto, il rapporto carnale con un uomo è contro natura perchè si oppone all’ordine naturale. Ambedue i comporta­menti sono però da condannare perchè peccato davanti a Dio; e difatti nè i fornicatori, nè gli adulteri e nè gli omosessuali eredi­teranno il regno di Dio. Questa è la ragione per cui come non è ammissibile definire la fornicazione o l’adulterio come qualcosa che non va contro la legge di Dio, così non si può definire un omosessuale una persona che non pratica atti contro natura. Nessuno vi seduca; l’amore tra gli omosessuali è un amore finto, è una perver­sione: i loro atti carnali vanno contro la natura e per questi l’ira di Dio viene su di loro. Essi muoiono colpiti da Dio; quando si sente dire che degli omosessuali muoiono di Aids questo non è altro che il giudizio di Dio, o come lo chiama Paolo, “la condegna mercede del proprio traviamento” (Romani 1:27). E anche quando non muoiono colpiti da Dio con l’Aids o con qualche altra grave malattia, per certo dopo morti ricevono la punizione che meritano, ossia il tormento nelle fiamme dell’Ades in attesa del giorno del giudizio quando saranno giudicati secondo le loro opere e gettati nello stagno ardente di fuoco e di zolfo che è la morte seconda.

 

4) Loro, cioè i pastori che hanno sottoscritto tutto ciò e tutti quelli che sono d’accordo con loro, vogliono che al più presto il Parlamento di questa nazione emani una legge che riconosca le coppie omosessuali e protegga la loro convivenza.

Naturalmente i teologi e i pastori Valdesi favorevoli agli omosessuali possono permettersi di parlare così anche perchè hanno dei membri al Parlamento italiano che si di­chiarano facenti parte della Chiesa valdese italiana, e perciò possono fare direttamente leva su loro affinchè il Parlamento Italiano si adegui alle direttive europee in materia di omoses­suali. Noi dal canto nostro siamo disgustati nel sentirli parlare così perchè in questa maniera questi cosiddetti pastori che si definiscono evangelici non fanno altro che incoraggiare gli omosessuali in questa nazione a continuare a seguire le loro concupiscenze carnali; insomma questa loro presa di posizione anche dal punto di vista politico tende a fortificare le mani di questi peccato­ri che non aspettano altro che essere riconosciuti dal Parlamento Italiano perchè allora avranno pure la legge dalla parte loro. Sì, ma quale legge (nel caso lo Stato italiano approvi questa legge)? Quella dell’uomo ma non quella di Dio. Gli omosessuali infatti non avranno mai dalla loro parte la Legge di Dio, perchè essa va chiaramente contro di essi, e li giudica per quel che sono cioè dei ribelli a Dio. Quindi ci sono persino molti che si dicono Protestanti che fanno pressione sulle autorità affinchè si affrettino a ricono­scere questi peccatori, gli diano il diritto di sposarsi e di vivere assieme riconosciuti dalla legge! A costoro io dico: ‘Vergo­gnatevi, voi che vi vantate di essere Protestanti, ma che invece di protestare contro l’omosessualità che si va diffondendosi sempre più anche in questa nazione, vi siete fatti portavoci degli omosessuali persino a livello politico. Non vi basta averli riconosciuti nell’ambito ecclesiale, adesso volete pure che lo Stato emani delle leggi in loro favore! Volete pure che si sposino tra di loro! Ma non vi rendete conto di esservi allontanati dalla Parola di Dio? Ma non vi rendete conto di aver perso il discernimento? Umiliatevi davanti a Dio o partecipanti alle opere infruttuose delle tenebre e pentitevi della vostra iniquità e Dio avrà pietà di voi.

 

5) Per quanto riguarda le adozioni di bambini da parte delle coppie omosessuali questi pastori e questi teologi non sono del tutto contrari; bisogna esaminare i casi, dicono loro.

No, non bisogna esaminare caso per caso; gli omosessuali non possono sposarsi e non possono neppure adottare dei figli perchè tutto ciò va contro la legge divina. Quindi costoro che così sfacciata­mente parlano in questa maniera si sono messi contro la Parola di Dio, stanno combattendo contro Dio; ma non vinceranno, saranno confusi, e gli altri lo vedranno.

Gli omosessuali che convivono assieme (come anche quelli che non convivono assieme) vanno esortati a ravvedersi e a fare frutti degni di ravvedimento. Il primo frutto degno di ravvedimento è smettere di darsi all’impurità e a peccati contro natura e perciò smettere di convivere assieme.

 

6) I passi biblici che condannano l’omosessualità sono figli di una cultura antica; e vanno letti perciò nell’intelligenza di quella cultura. Oggi non si leggono più in quella intelligenza arcaica ma con l’intelligenza dello Spirito perchè i tempi sono moderni ed abbiamo delle conoscenze che gli antichi non avevano al loro tempo; una di queste è appunto quella che l’omosessualità non è una scelta ma una condizione esistenziale.

Come potete vedere questi pastori e teologi hanno lanciato un attacco sfrontato contro la Parola di Dio. Vediamo innanzi tutto quali sono i passi biblici che condannano in una maniera o nell’altra l’omosessualità.

- Nella Genesi è scritto: “Ora la gente di Sodoma era scellerata e oltremodo peccatrice contro l’Eterno” (Genesi 13:13); e che lo fosse ne abbia­mo una prova nel fatto che quando i due angeli arrivarono a casa di Lot “i Sodomiti circondarono la casa; giovani e vecchi, la popolazione intera venuta da ogni lato; e chiamarono Lot e gli dissero: Dove sono quegli uomini che sono venuti da te stanotte? Menaceli fuori, affinchè noi li conosciamo!” (Genesi 19:4-5); qui quel ‘affinchè li conosciamo’ vuole dire: ‘Affinchè abbiamo relazione carnale con loro’. I due angeli di Dio dissero a Lot: “Noi distruggeremo questo luogo, perchè il grido contro i suoi abitanti è grande nel cospetto dell’Eterno, e l’Eterno ci ha mandati a distruggerlo” (Genesi 19:13); e dopo che Lot uscì dalla città “l’Eterno fece piovere dai cieli su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco, da parte dell’Eterno; ed egli distrusse quelle città e tutta la pianura e tutti gli abitanti delle città e quanto cresceva sul suolo” (Genesi 19:24-25). Pietro dice che Dio “le condannò alla distruzione perchè servissero d’esempio a quelli che in avvenire vivrebbero empiamente” (2 Pietro 2:6).

Una precisazione va fatta a proposito di Sodoma, Gomorra e le città circonvicine; l’omosessualità era uno dei peccati a cui gli abitanti di queste città si erano dati perchè secondo Ezechiele erano anche senza pietà verso i poveri perchè vivevano nell’ab­bondanza del pane ma non sostenevano la mano dell’afflitto e del povero, erano altezzosi e orgogliosi (cfr. Ezechiele 16:49-50). Ma comunque questo loro peccato era predominante.

- Nel libro dei Giudici è scritto che un vecchio della contrada montuosa di Efraim, che abitava come forestiero in Ghibea, ospitò un Levita e la sua concubina, e “mentre stavano rallegrandosi, ecco gli uomini della città, gente perversa, circondare la casa, picchiare alla porta, e dire al vecchio, padron di casa: ‘Mena fuori quell’uomo ch’è entrato in casa tua chè lo vogliamo conoscere!” (Giudici 19:22). Notate che quegli uomini che volevano avere un rapporto sessuale con quel Levita sono definiti gente perversa.

- Nel libro del Levitico è scritto: “Non avrai con un uomo rela­zioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole” (Levitico 18:22), ed ancora: “Se uno ha con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna, ambedue hanno commesso cosa abominevole; dovranno esser messi a morte; il loro sangue ricadrà su loro” (Levitico 20:13). Notate che secondo la legge gli omosessuali erano degni di morte e per loro non vi erano sacrifici di espiazione da potere offrire per essere perdonati.

- Nella lettera ai Romani è scritto: “Perciò Iddio li ha abbando­nati a passioni infami; poichè le loro femmine hanno mutato l’uso naturale in quello che è contro natura; e similmente anche i maschi, lasciando l’uso naturale della donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri, commettendo uomini con uomini cose turpi, e ricevendo in loro stessi la condegna mercede del proprio traviamento” (Romani 1:26-27). Notate in queste parole di Paolo questi termini eloquenti ‘passioni infami’, ‘cose turpi’, ‘traviamento’ che si riferiscono al comportamento degli omosessuali.

- Nella lettera ai Corinzi è scritto che nè gli effeminati e neppure gli omosessuali “erederanno il regno di Dio” (1 Corinzi 6:10), il che significa che anche gli omosessuali se ne andranno a punizione eterna.

- Nella prima epistola di Paolo a Timoteo è scritto che “la legge è fatta non per il giusto ma...per i sodomiti...” (1 Timoteo 1:9,10), quindi gli omosessuali non sono annoverati fra i giusti, e se non sono dei giusti non possono essere che dei peccatori; sono dati a passioni infami e commettono tra di loro cose turpi, come potrebbero essere definiti dei giusti?

Ora, per gli scrittori di quell’articolo su Protestantesimo i suddetti passi che giudicano gli omosessuali come gente perversa che secondo il giudizio di Dio sono degni di essere fatti morire da Dio e gettati nel fuoco eterno vanno letti ‘nell’intelligenza della cultura di cui sono figli’, il che significa che oggi non hanno più quel significato che avevano per coloro che li leggeva­no allora. E perchè questo? Perchè oggi noi leggiamo la Bibbia con l’intelligenza dello Spirito nella situazione culturale moderna!! In altre parole la Scrittura sugli omosessuali non vuole più dire quello che diceva ai profeti sotto la legge, o a Paolo e agli altri apostoli nel primo secolo dopo Cristo perchè loro la leggevano nell’intelligenza di quella cultura arcaica, mentre adesso la si legge con l’intelligenza dello Spirito! Ma può essere che costoro abbiano ragione nel parlare così? No, nella maniera più assoluta. Costoro per essere giunti alle suddette conclusioni favorevoli agli omosessuali vuole dire che la Bibbia non la leggono per niente o se la leggono non la leggono per niente coll’intelligenza dello Spirito ma con la mente accecata dalle tenebre, impossibilitati quindi a comprenderla. I passi della Bibbia che condannano espressamente l’omosessualità hanno lo stesso significato di allora, nè più nè meno: il cambiamento dei tempi, il progresso scientifico non hanno per nulla influito sul loro significato. La Bibbia è una lampada splendente; ma la loro mente è tenebrosa. Per questo la intendono così diversamente dagli antichi. Essi dicono che la leggono con l’intelligenza dello Spirito! Ma quale intelligenza dello Spirito hanno costoro?! Ma dove è essa? Noi non la vediamo; vediamo solo tracotanza, ignoranza, e follia! Come dice Geremia di costoro: “Ecco, hanno riget­tato la parola dell’Eterno; che sapienza possono essi avere?” (Geremia 8:9). Gli antichi sì che leggevano la Scrittura con l’intelligenza dello Spirito, ma loro che si vantano di essere moderni la leggo­no (quando la leggono) con la follia che è propria di questa generazione storta e perversa; e per questa ragione non la posso­no comprendere così chiaramente come la comprendevano Mosè, i profeti, e gli apostoli. Loro si sono conformati al presente secolo malvagio; come possono dunque intendere la volontà di Dio scritta nella Bibbia? E’ impossibile. Fratelli, nessuno di costoro vi seduca con questi vani ragiona­menti per non cadere nella rete del nemico. Quando leggete i suddetti passi che condannano l’omosessualità credeteli così come li leggete, essi vogliono dire quello che dicono.

 

7) L’appartenenza ad una comunità cristiana dipende dalla fede del singolo, non dal fatto che sia omosessuale; il che significa che un cristiano può essere pure omosessuale, perchè non è l’omoses­sualità che impedisce ad una persona di entrare a fare parte di una comunità ma la sua mancanza di fede.

Non esistono Cristiani omosessuali, perchè il nome stesso ‘cri­stiano’ lo dice. Esistono invece Cristiani ‘ex-omosessuali’ cioè che prima di convertirsi a Cristo erano dati a peccati contro natura, ma dopo hanno smesso di peccare. Paolo disse ai Corinzi: “Non sapete voi che gli ingiusti non erederanno il regno di Dio? Non v’illudete; né i fornicatori, né gl’idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti, né i ladri, né gli avari, né gli ubriachi, né gli oltraggiatori, né i rapaci erederanno il regno di Dio. E tali eravate alcuni; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signor Gesù Cristo, e mediante lo Spirito dell’Iddio nostro.” (1 Corinzi 6:9-11) Quel ‘tale eravate alcuni’ significa che non lo erano più, perché ora vivevano in novità di vita, secondo che è scritto: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate: ecco, son diventate nuove” (2 Corinzi 5:17). Ma se uno si chiama Cristiano e dice di avere creduto in Cristo ma vive peccando contro natura deve essere estromesso dalla comunità perchè è scritto: “Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi” (1 Corinzi 5:12). Quindi il criterio di appartenenza ad una comunità non è solo la fede ma anche la condotta; il luogo di culto deve sì accogliere persone che ancora non sono nate di nuovo e vivono nel peccato affinchè odano l’evangelo della grazia e credano per essere affrancati dal peccato, ma non deve accogliere persone che fanno professione di conoscere Dio ma nello stesso tempo prendono piacere nei vizi contro natura.

 

8) Questi pastori e teologi sono favorevoli a dare la loro benedizione sulle coppie omosessuali e a farli inserire nella comunità per farli sentire a loro agio e non discriminati.

No, non se ne parla nemmeno di forme di benedizione per le coppie omosessuali cosiddette cristiane. Per loro ci sono solo parole di esortazione e di riprensione. Devono ravvedersi, convertirsi dalle loro vie malvage. Che ci mettiamo a fare adesso? A compiacerli e a benedirli nel nome del Signore come se si trattasse di una vera coppia di sposi? Lungi da noi simili aberranti comportamenti. Gesù benediceva i piccoli fanciulli quando gli venivano presen­tati, ma i peccatori li esortava a ravvedersi. Ma pensate voi che se si fossero presentati a Gesù due omosessuali del tempo che dicevano di amarsi e che stavano bene assieme per ricevere da lui una benedizione Egli gliela avrebbe accordata? Giudicate voi da persone intelligenti quello che dico. Questi cosiddetti pastori in questa maniera stanno invogliando gli omosessuali a recarsi nei loro locali di culto; per loro infatti non avranno parole di esortazione a ravvedersi, come si converrebbe, ma parole dolci, lusinghevoli, benedizioni in nome di Dio. Assomigliano a quei falsi profeti che al tempo di Geremia con i loro discorsi forti­ficavano le mani dei malfattori; ecco infatti cosa Dio dice di loro: “Dicono del continuo a quei che mi sprezzano: L’Eterno ha detto: Avrete pace; e a tutti quelli che camminano seguendo la caparbietà del proprio cuore; ‘Nessun male v’incoglierà” (Geremia 23:17). Guai a loro! Porteranno la pena della loro ribellione.

 

Conclusione

 

Alcune ultime considerazioni a proposito di questo argomento così importante; siamo negli ultimi termini dei tempi ed avvertiamo chiaramente il tentativo da parte del diavolo di fare passare l’omosessualità per qualcosa di buono, per qualcosa che si può fare senza paura d’incorrere nel giudizio di Dio. Non c’è da meravigliarsi di questo perchè sin dal giardino dell’Eden il diavolo ha cercato di presentare la trasgressione della Parola di Dio come qualcosa che si può benissimo fare; egli disse infatti ad Eva: “No, non morrete affatto” (Genesi 3:4). Mentre Dio aveva avvertito chiara­mente Adamo dicendogli che nel giorno che avrebbe mangiato di quello specifico frutto (dell’albero della conoscenza del bene e del male) sarebbe di certo morto. Che faremo dunque fratelli? Daremo retta alla voce del Serpente antico, del sedut­tore di tutto il mondo? Così non sia. Anzi dobbiamo con forza opporci a questo suo tentativo vivendo una vita santa, esemplare in questo mondo di tenebre, affinchè la dottrina di Dio sia confermata dalle nostre opere; e nello stesso tempo riprovando l’omosessualità. Le opere delle tenebre infatti vanno riprovate, dice Paolo agli Efesini (5:11). L’omosessualità è peccato, quindi male e tenebre, e non possiamo metterci a chiamarla una cosa buona. Per chi lo fa c’è una maledizione: “Guai a quelli che chiamano bene il male (...) che mutano le tenebre in luce (...) che mutano l’amaro in dolce” (Isaia 5:20), dice infatti Isaia. A noi non deve importare proprio nulla come gli eminenti teologi sostenitori dell’omosessualità chiamano questo nostro atteggiamento nei confronti dell’omoses­sualità; la Scrittura dichiara che stiamo facendo ciò che è giusto agli occhi di Dio, il loro giudizio quindi - dato che si oppone alla Parola di Dio - non vale proprio nulla.

Satana sta cercando tramite diversi cosiddetti pastori e teologi evangelici in Italia di inserire degli uomini pervertiti in mezzo alle Chiese; anzi li ha già pienamente inseriti dobbiamo dire. Le parole ed i fatti di costoro lo stanno a dimostrare abbondan­temente. Parlano di omosessuali cristiani, di coppie omosessuali cristiane; e li appoggiano pure, come se niente fosse. Si legge infatti in un articolo giornalistico del 1994 che da anni ‘gay e Protestanti collaborano proficuamente, tanto che la comunità Valdese ospita ogni anno a Plati, in Piemonte, il Convegno degli omosessuali credenti...’ (Il Manifesto, 25 Febbraio 1994, pag. 6). Tutto rientra nella norma quindi; non c’è niente da scandalizzar­si per costoro; niente da riprovare!! C’è stata una evoluzione dei costumi nella società, essi dicono; quindi bisogna adeguarsi per abbattere quegli steccati che la Chiesa ha eretto nei confronti degli omosessuali nel corso del tempo. Quindi il motto è diventa­to questo: ‘Dobbiamo cambiare modo di pensare noi, gli omosessuali possono invece continuare a pensare come sempre hanno fatto; siamo noi che abbiamo sbagliato fino ad ora, non sono loro’.

Diletti, badate che nessuno di questi cosiddetti omosessuali cristiani che vogliono essere accettati così come sono, cioè con tutta la loro perversione, si insinui fra voi; perchè “un pò di lievito fa lievitare tutta la pasta” (1 Corinzi 5:6). Se essi vogliono essere accetta­ti devono prima mostrare i frutti degni del ravvedimento, ma se non mostrano questi frutti schivateli. Non vi paia un’ingiustizia questa, perchè ciò non contrasta la Parola di Dio. Certamente, il tutto deve essere fatto con carità e pietà, ma deve essere fatto.

I conduttori delle Chiese predichino l’Evangelo con forza e con ogni franchezza; esso è la potenza di Dio che libera anche gli omosessuali se essi credono in esso. E tutti preghino Dio con ardore e con fede per queste anime perdute che il diavolo tiene incate­nate affinchè Dio le liberi dalla schiavitù del peccato.

 

Giacinto Butindaro

 

 

 

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