Contro il G12 |
Introduzione Il
G12, o la visione del G12 come la chiamano i suoi sostenitori, è un modo di
organizzare la Chiesa locale, che Dio alla fine del 1991 avrebbe rivelato a
César Castellanos, pastore della Missione Carismatica Internazionale di
Bogotà, Colombia, ‘che può trasformare la chiesa in tutto il mondo per
compiere la chiamata di Cristo per la nostra generazione’, in quanto ‘la
visione del G12 è il modo più efficace per equipaggiare il corpo di Cristo in
tutto il mondo. Il suo scopo è di vedere ogni membro del corpo di Cristo che
serve il Signore e compie la sua chiamata di fare, maturare, mobilitare e
discepolare in tutte le nazioni’. Discepolare significa portare tutte le
nazioni sotto la signoria di Cristo (cioè sotto un governo religioso mondiale
presieduto da apostoli e profeti), per cui la Chiesa deve aderire alla
teologia del dominio ed entrare nella politica. Ecco perché César Castellanos
nel 1998 è diventato membro della Casa dei Rappresentanti della Colombia, e
sua moglie è stata membro del Senato della Colombia dal 1992 al 1994. Castellanos
avrebbe gridato al Signore, ‘Signore, ho bisogno di qualcosa che acceleri la
crescita’, e Dio gli avrebbe mostrato ‘che gli mancava qualcosa, quello che è
ora chiamato il G12’, che si basa sul ministerio di Gesù. ‘Le moltitudini lo
seguivano, ma non istruiva le moltitudini. Egli istruì solo 12, e tutto ciò
che faceva con le moltitudini serviva allo scopo di insegnare ai 12’. Dunque,
siccome Gesù scelse 12 per raggiungere le moltitudini, e stette con quei 12
permanentemente, finchè furono pronti e li rilasciò, gli diede autorità e gli
diede potenza per discepolare le nazioni, ‘la chiamata è di trovare i 12 e di
riprodurre il carattere di Cristo in loro’. Ecco cosa ha detto Castellanos:
‘Ho sentito la voce dello Spirito Santo, profondamente nel mio cuore. Mi
disse, che se avessi preparato dodici persone, riproducendo in loro il
carattere di Cristo in me, e ognuno di loro avesse fatto lo stesso con altri
dodici, la continuazione del processo, con ogni gruppo di dodici che
trasferisce in altri quello che riceve, porterebbe ad una crescita mai avuta
prima nella chiesa’. E questo perché il modello dei 12 è sempre stato nel
cuore di Dio, il numero dodici è simbolo di governo: alla creazione Dio
stabilì dodici mesi per governare ogni anno, persino i giorni sono governati
da periodi di dodici ore ognuno, e per il popolo d’Israele Dio stabilì dodici
tribù, e il re Salomone elesse dodici governatori. Ogni
Chiesa locale dunque, deve avere delle cellule guidate ognuna da un ‘leader’,
cellule che sono dei piccoli gruppi di persone che s’incontrano
settimanalmente allo scopo di discepolarsi e di raggiungere i non credenti.
Quando poi i membri della cellula diventano anche loro dei ‘leaders’, allora
la cellula dà vita a nuove cellule, cosicchè ‘tutti sono ministrati e tutti
diventano dei ministri’. Quando tutti i membri della cellula iniziale hanno
iniziato la loro cellula, la cellula iniziale diventa un gruppo di G12. La
scala del successo è la seguente: vincere, consolidare, discepolare e
mandare. Il processo di consolidamento è centrale al successo della strategia
del G12, e al centro di questo processo c’è l’esperienza dell’incontro che
prevede per il neo credente la rottura delle maledizioni generazionali. Che
cosa sono queste maledizioni? Le maledizioni generazionali sono dei giudizi
che sono trasmessi all’individuo a motivo di peccati commessi sia da lui che
da membri della sua famiglia durante un certo numero di generazioni. Essi
portano nella vita della persona non solo giudizio ma anche schiavitù,
riducendogli la qualità della vita. Bisogna dunque che ogni Cristiano, dopo
la sua conversione, affronti la questione dei peccati generazionali commessi
nel passato sia da lui che da membri della sua famiglia. E come si affrontano
queste questioni? Prima di tutto compilando due liste di peccati: una
personale e l’altra della propria famiglia (inclusi i genitori e i membri
delle loro rispettive famiglie). Le liste devono essere dettagliate e
complete. Le categorie di peccati sono idolatria, occultismo, magia e satanismo,
peccati sessuali, droghe, credenza nelle menzogne di satana, paura,
incredulità, inganno e disonestà, orgoglio, ribellione, ira, desiderio della
morte per sé e per gli altri, atti violenti, linguaggio violento e volgare,
musica, medicina alternativa, ricerca antiscritturale di doni spirituali o di
esperienze spirituali. Una
volta fatte queste liste, vanno confessati i peccati a Dio con un cuore
penitente, anche a nome della propria famiglia. E dopo la confessione di
tutti i peccati delle due liste, bisogna rinunciare ad ogni rivendicazione di
Satana nella propria vita nel nome di Gesù Cristo, dichiarando di avere posto
tutte le sue rivendicazioni contro di noi sotto il sangue di Cristo. Poi
bisogna spendere un certo tempo ad adorare e lodare Iddio, ringraziandolo in
anticipo per la liberazione e la guarigione che Egli apporterà nella nostra
vita. La liberazione dai demoni arriverà nei giorni avvenire. Naturalmente
questa liberazione occorre mantenerla, e per fare ciò occorre stare attaccati
alla Parola e perseveranti nella preghiera. Va poi detto che se i membri
della propria famiglia continuano a peccare, i loro peccati dovrebbero essere
confessati a Dio ogni giorno a nome loro fino a che essi si pentono dei loro
peccati; così facendo la grazia di Dio continuerà a fluire nella loro vita e
impedirà gli sforzi del nemico. In
Italia le Chiese ‘La Parola della grazia’ hanno accettato il G12. Confutazione Ora
dimostrerò mediante le Sacre Scritture che il
G12 è un invenzione umana e non una rivelazione biblica come neppure
un insegnamento biblico. Innanzi
tutto va detto che i sostenitori del G12 partono da un principio antibiblico,
che è quello della teologia del dominio, che insegna che ‘fare discepoli di
tutte le nazioni’ significa portare tutte le nazioni sotto un governo
religioso mondiale capeggiato da apostoli e profeti per poi presentarle a
Cristo al Suo ritorno, in quanto Gesù con quelle parole ha ordinato di andare
per tutto il mondo e predicare il Vangelo, e coloro che si ravvedono, credono
e vengono battezzati diventano Suoi discepoli. Quindi, il presupposto è
sbagliato, e infatti porta a scelte sbagliate, come appunto quella di entrare
in politica per potere governare le genti; cosa che non si addice ai
discepoli di Cristo, perché il Maestro ha detto: “Il mio regno non è di
questo mondo” (Giovanni 18:36), e difatti quando un giorno seppe “che stavan
per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo”
(Giovanni 6:15), a dimostrazione che Gesù non era venuto a instaurare un Regno
terreno. E i Suoi apostoli, che erano stati con Lui, seguirono le Sue orme,
infatti non cercarono mai di portare la Chiesa a fare politica o ad entrare
in politica per poter assumere il governo delle nazioni. Ho ampiamente
dimostrato la falsità della teologia del dominio in un altro luogo, quindi vi
rimando a quella mia confutazione. Passiamo ora a confutare il resto di
questo G12. Ora,
ci viene detto che il G12 è il modello vincente per la Chiesa, che è il modo
per mettere in grado la Chiesa di avere successo nella conquista delle anime
a Cristo, e nella loro formazione. In altre parole, il G12 è la soluzione al
grosso problema che deve affrontare la Chiesa: la crescita numerica!!! Viene
da domandarsi allora, come mai il Signore non lo rivelò sin dall’inizio ai
Suoi apostoli, che erano coloro che Egli mandò a predicare il Vangelo in
tutto il mondo con la potestà di guarire gli ammalati e cacciare i demoni.
Già, perché Dio non ha rivelato nulla di ciò ai Suoi apostoli. Tu mi dirai:
‘Ma non ha forse scelto dodici discepoli?’ Certo, ma come stanno veramente le
cose? Non come dicono quelli del G12, perché i Dodici Gesù li scelse tra i
Suoi discepoli per costituirli apostoli. Fatemi spiegare questo punto
fondamentale. La Scrittura dice: “Or avvenne in que’ giorni ch’egli se ne
andò sul monte a pregare, e passò la notte in orazione a Dio. E quando fu
giorno, chiamò a sé i suoi discepoli, e ne elesse dodici, ai quali dette
anche il nome di apostoli” (Luca 6:12-13). Dunque, Gesù scelse i Dodici di
fra una moltitudine di Suoi discepoli, e gli diede il nome di apostoli. E che
attorno a Gesù ci fosse una moltitudine di Suoi discepoli, oltre i Dodici, e
che quindi i Dodici erano solo una parte dei discepoli che Gesù aveva fatto,
è confermato da queste parole di Luca in occasione del cosiddetto sermone sul
monte: “E sceso con loro, si fermò sopra un ripiano, insieme con gran folla
de’ suoi discepoli e gran quantità di popolo da tutta la Giudea e da
Gerusalemme e dalla marina di Tiro e di Sidone, i quali eran venuti per udirlo
e per esser guariti delle loro infermità” (Luca 6:17-18). Dunque, Gesù non
ammaestrò solo i Dodici, ma anche molti altri discepoli, tanto è vero che in
un’occasione, dopo che Gesù ebbe detto delle cose, è scritto che “molti dei
suoi discepoli, udite che l’ebbero, dissero: Questo parlare è duro; chi lo
può ascoltare?” ed anche: “D’allora molti de’ suoi discepoli si ritrassero
indietro e non andavan più con lui”
(Giovanni 6:60,66). E oltre a ciò, va detto che Gesù designò altri
settanta discepoli per mandarli dinnanzi a Sé, secondo che è scritto: “Or
dopo queste cose, il Signore designò altri settanta discepoli, e li mandò a
due a due dinanzi a sé, in ogni città e luogo dove egli stesso era per
andare” (Luca 10:1). Va
poi detto che i Dodici non si misero a creare delle cellule di dodici, che si
riunivano settimanalmente o giornalmente con a capo uno dei Dodici, che via
via andarono moltiplicandosi, infatti dopo che Gesù fu assunto in cielo, e
precisamente dopo il giorno della Pentecoste, è scritto a proposito di tutti
coloro che avevano creduto: “Ed erano perseveranti nell’attendere
all’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il
pane e nelle preghiere. E ogni anima era presa da timore; e molti prodigî e
segni eran fatti dagli apostoli. E tutti quelli che credevano erano insieme,
ed aveano ogni cosa in comune; e vendevano le possessioni ed i beni, e li
distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. E tutti i giorni,
essendo di pari consentimento assidui al tempio, e rompendo il pane nelle
case, prendevano il loro cibo assieme con letizia e semplicità di cuore,
lodando Iddio, e avendo il favore di tutto il popolo. E il Signore aggiungeva
ogni giorno alla loro comunità quelli che erano sulla via della salvazione ….
e tutti di pari consentimento si ritrovavano sotto il portico di Salomone”
(Atti 2:42-47; 5:12). Dov’è il modello G12 in queste parole? Noi non lo
vediamo. Certamente
i dodici apostoli ebbero un ruolo molto importante nella Chiesa primitiva, in
quanto fecero molti discepoli e ammaestrarono i credenti in ogni sapienza, ma
non diedero vita a nessun G12. La
stessa cosa va detta per Paolo e gli altri apostoli, anche loro non diedero
vita a nessun governo del G12 nelle nazioni dove Dio li mandò a predicare il
Vangelo. E questo si può vedere leggendo il libro degli Atti degli Apostoli,
che racconta la storia della Chiesa fino all’anno 60 dopo Cristo circa.
Infatti, Paolo e i suoi collaboratori durante i loro viaggi, dopo avere
fondato le Chiese, facevano eleggere per ciascuna chiesa degli anziani,
quando si trovavano degli uomini che avessero delle caratteristiche ben
precise (cfr. Atti 14:23; 1 Timoteo 3:1-7), per pascere la Chiesa. Ma non
strutturarono le Chiese locali secondo il modello G12. Veniamo
adesso alla dottrina della rottura delle maledizioni generazionali. Essa è
antibiblica perché la Bibbia insegna con molta chiarezza che ogni uomo che si
è ravveduto ed ha creduto nel Signore Gesù Cristo è stato affrancato da ogni
maledizione secondo che è scritto: “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione
della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto:
Maledetto chiunque è appeso al legno)” (Galati 3:13), e dunque “dalla legge
del peccato e della morte” (Romani 8:2). Egli è veramente libero nel Signore,
essendo una nuova creatura in Cristo; prima era schiavo del peccato, della
legge e sotto la potestà delle tenebre, ma ora è salvato e sotto la potestà
di Dio. A livello spirituale, non importa in che peccati il Cristiano era
immerso prima della sua conversione, egli è stato affrancato da ognuno di
essi; e non importa neppure quale maledizione gli era stata lanciata contro
da ministri di Satana, perché anche in questo caso egli è stato affrancato da
essa. Egli dunque deve stare tranquillo, e avere piena fiducia in Colui che
lo ha reso libero. Non deve vivere nella paura di maledizioni generazionali
perché esse mediante la fede in Cristo sono state infrante e annullate al
momento della sua conversione. Questo non significa che il diavolo lo lascerà
in pace, assolutamente no, perché il diavolo lo tenterà, macchinerà contro di
lui, ma Dio ha provveduto un’armatura per resistergli e rimanere saldi in
piè. Il Cristiano deve dunque rivestirsi dell’armatura di Dio al fine di
opporsi efficacemente alle insidie del diavolo (cfr. Efesini 6:10-20). Attenzione
fratelli a questa eresia della rottura delle maledizioni generazionali perché
essa va a intaccare l’opera perfetta della salvezza compiuta da Cristo
mediante la sua morte e la sua resurrezione, perché ai credenti viene fatto
credere che il ravvedimento e la fede in Cristo non sono stati sufficienti a
liberarlo dalla maledizione della legge, il che è falso. E così facendo, il
credente viene indotto a vivere nella paura e non nella libertà dei figliuoli
di Dio. Vi
esorto dunque a rigettare il G12 con l’annessa rottura delle maledizioni
generazionali, che non è altro che una macchinazione di Satana contro la
Chiesa dell’Iddio vivente. La
grazia del Signore Gesù sia con tutti coloro che lo amano con purità
incorrotta. |
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Giacinto Butindaro |