René Pache contro Nicola Martella sul numero di coloro che parlarono in lingue il giorno della Pentecoste

 

 

Fratelli nel Signore, come voi sapete Nicola Martella, studioso biblico appartenente alla Chiesa dei Fratelli, afferma che il giorno della Pentecoste solo i dodici apostoli parlarono in lingue.

Ecco le sue dichiarazioni come sono sul suo sito:

 

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Da: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Pentecost_Spirit_12_Avv.htm

 

Ho già confutato questa sua ennesima menzogna, dimostrando ampiamente che invece il giorno della Pentecoste non parlarono in lingue solo gli apostoli ma anche gli altri discepoli che erano con loro (in tutto erano circa 120) per cui non ci tornerò sopra.

Qui voglio però fare notare una cosa, e questo lo faccio soprattutto per i membri delle Chiese dei Fratelli e di altre Chiese Evangeliche non Pentecostali, e cioè che il famoso studioso Renè Pache (1904-1979), che è stato direttore della Scuola Biblica Emmaus di Ginevra (sul sito della C.L.C. si legge: ‘Il Dr René Pache è stato un grande studioso della Bibbia e ha diretto per molti anni con competenza l’Istituto Biblico Emmaus in Svizzera’), quantunque fosse un antipentecostale, almeno su questo punto diceva la verità, e cioè che a Pentecoste parlarono in lingue i circa 120, e quindi questo studioso della Bibbia molto apprezzato in mezzo alle Chiese dei Fratelli, tanto che moltissimi di loro hanno i suoi libri, non si è spinto a dire le assurdità di Martella.

Qui vi metterò le dichiarazioni di Renè Pache che non lasciano scampo ai ragionamenti vani di Nicola Martella, e che sono tratte dal suo libro ‘La persona e l’opera dello Spirito Santo’:

 

- ‘a) I discepoli prima della Pentecoste. At. 1/4: essendo i discepoli riuniti, Gesù Cristo raccomanda di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere ciò che il Padre aveva promesso. Questa attesa durò dieci giorni, e fu trascorsa nella preghiera, At. 1/14. Perchè i centoventi dovettero attendere? Perchè il tempo fissato da Dio per l’effusione dello Spirito Santo non era ancora venuto’ (René Pache, La persona e l’opera dello Spirito Santo, Unione Cristiana Edizioni Bibliche, Seconda Edizione, Roma, 1977, pag. 80);

 

- ‘a) I centoventi nell’Alto Solaio, furono tutti ripieni di Spirito Santo e si misero a parlare in altre lingue, At. 2/1-4′ (Ibid., pag. 85).

 

 – ‘a) La facoltà di parlare una o più lingue straniere senza averle imparate. Il solo esempio che noi abbiamo è quello della Pentecoste, quando i centoventi ricevettero il dono di esprimersi in 15 lingue e dialetti diversi loro sconosciuti fino ad allora, Att. 2/4,8-11′ (ibid., pag. 199).

 

 

 

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René Pache contro Nicola Martella anche sul profeta Agabo

 

Fratelli nel Signore, come voi sapete Nicola Martella, studioso biblico appartenente alla Chiesa dei Fratelli, afferma che il profeta Agabo non era un profeta Cristiano, ma bensì un profeta appartenente al giudaismo storico. Infatti ha affermato: ‘Agabo era quindi un profeta del giudaismo cristiano o del giudaismo storico? La bilancia sembra pendere per la seconda possibilità …. Che cos’era Agabo? Dio lo sa. A quel tempo era tutto estremamente in flusso nel giudaismo (cfr. lettera agli Ebrei) e i confini erano tenui. Anche altri Giudei che non appartenevano ai seguaci di Cristo, facevano opere simili nel nome di Gesù (Mc 9,38; Lc 9,49) e Gesù disse ai discepoli che non era il loro compito di vietarlo (Mc 8,39; Lc 9,50). ….. Abbiamo visto che Agabo era un profeta giudaico. …. Ci si guardi dal trattare quella di Agabo come un eloquente esempio di predizione biblica! Bisogna fare altresì attenzione a non addurlo come un chiaro esempio di predizione all’interno della chiesa!’. Ecco il suo scritto da cui ho tratto queste sue dichiarazioni:

 

 

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Da: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Pentecost_Spirit_12_Avv.htm

 

Ho già confutato questa sua menzogna, dimostrando ampiamente che invece Agabo era un profeta appartenente alla Chiesa, e quindi che era anch’egli un Cristiano, per cui non ci tornerò sopra.

 

Qui voglio però fare notare una cosa, e questo lo faccio soprattutto per i membri delle Chiese dei Fratelli e di altre Chiese Evangeliche non Pentecostali, e cioè che il famoso studioso Renè Pache (1904-1979), che è stato direttore della Scuola Biblica Emmaus di Ginevra (sul sito della C.L.C. si legge: ‘Il Dr René Pache è stato un grande studioso della Bibbia e ha diretto per molti anni con competenza l’Istituto Biblico Emmaus in Svizzera’), quantunque fosse un antipentecostale, su questo punto diceva la verità, e cioè che Agabo era un profeta Cristiano e che le sue predizioni sono degli esempi di predizione dell’avvenire nel Nuovo Testamento, e quindi questo studioso della Bibbia molto apprezzato in mezzo alle Chiese dei Fratelli, tanto che moltissimi di loro hanno i suoi libri, aveva una convinzione totalmente diversa da quella di Martella sul profeta Agabo. In sostanza, credeva come noi (almeno su questo) che Agabo fosse un profeta cristiano, e che le sue predizioni sono un esempio di predizioni dell’avvenire nel Nuovo Testamento.

 

Ecco infatti quello che troviamo scritto nel Nuovo Dizionario Biblico a cura di René Pache:

‘Agabo: gr. Ágabo. Profeta cristiano di Gerusalemme. Recatosi ad Antiochia, predisse una grande carestia che si verificò sotto l’imperatore Claudio (Atti 11:28; cfr. Ant. 20,2.5; 5.2). Quando Paolo passò a Cesarea, diretto a Gerusalemme, Agabo che si trovava ivi, si legò mani e piedi con la cintura di Paolo, annunziando che ciò sarebbe stato fatto a colui cui essa apparteneva, quando questi sarebbe giunto nella capitale (Atti 21:10,11)’ (Nuovo Dizionario Biblico, a cura di Renè Pache, Edizioni Centro Biblico, Napoli, 1981, pag. 34).

 

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Ed ecco ora quello che dice René Pache nel suo libro ‘La persona e l’opera dello Spirito Santo’ a proposito del dono di profezia (tenete però a mente che lui sul dono di profezia afferma erroneamente che tramite il dono di profezia si predice l’avvenire, il che non è vero perchè è tramite la parola di sapienza che si predicono eventi futuri):

 

‘III. Il dono di profezia. 1 Cor. 12/9. Questo dono comunica non soltanto la facoltà di predire l’avvenire, ma, secondo la definizione di 1 Cor. 14/3-4, quella di edificare, di esortare e di consolare. Infatti, all’infuori delle profezie del testo biblico e delle parole di Gesù, noi non abbiamo nel Nuovo Testamento che pochissimi esempi di predizione dell’avvenire. Il caso più saliente è quello di Agabo che annunziò una grande carestia sotto Claudio, e che predisse a Paolo ciò che gli sarebbe capitato a Gerusalemme, Atti 11/27-28 e 21/10-11′ (René Pache, La persona e l’opera dello Spirito Santo, Unione Cristiana Edizioni Bibliche, Seconda Edizione, Roma, 1977, pag. 197).

 

 

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Che dire? Credo che questo dovrebbe far riflettere molti credenti appartenenti soprattutto alle Chiese Evangeliche non pentecostali sull’assurdità e falsità di tante affermazioni che fa Nicola Martella.

 

Chi ha orecchi da udire, oda.

 

Giacinto Butindaro

 

 

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