A cosa porta il rigetto del proponimento dell'elezione
di Dio |
Introduzione
|
|
Fratelli, voglio che sappiate che il
rigetto della dottrina dell'elezione, essendo questa dottrina biblica, ha
delle conseguenze nefaste o negative sulla vita del credente, e non può
essere altrimenti perchè ogni qual volta si rigetta
una dottrina della Bibbia ci sono dei risvolti nefasti. |
Ed è proprio di queste conseguenze che
voglio parlarvi affinchè riconosciate quanto sia
grave e pericoloso rigettare questa così importante dottrina biblica. |
Le cose che leggerete sono le conclusioni a
cui sono arrivato dopo tanti anni, dopo avere parlato con credenti che
rigettano il proponimento dell'elezione di Dio, letto o ascoltato tanti
discorsi di pastori e predicatori che rigettano l'elezione, e considerato la
loro condotta e il loro modo di evangelizzare. |
|
|
A farsi un
Dio su misura
|
|
Il rigetto dell'elezione porta a farsi un
Dio su misura, perchè porta ad adattare Dio alle
proprie idee. Vediamo quindi come è questo Dio a misura d'uomo che costoro si
sono fatti. |
|
Un Dio che non regna sovrano su tutto e
tutti, in quanto esistono degli eventi che accadono per caso
|
|
L'iddio di questi credenti non regna
sovrano su tutto e tutti, perchè loro dicono che ci
sono degli eventi che accadono semplicemente per caso. Costoro dunque credono
al caso. |
Secondo la Scrittura invece nulla avviene
per caso, infatti persino un passero cade a terra non per caso ma per volere
di Dio, secondo che ha detto Gesù: "Due passeri non si vendon essi per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in
terra senza del Padre vostro" (Matteo 10:29). |
Nella Bibbia è vero si parla di fatti
avvenuti 'per caso' o comunque di fatti dovuti ad errori umani o
involontarietà, ma nell'esaminarli attentamente anch'essi rientrano nel
volere di Dio, e quindi fanno parte di quei suoi decreti sovrani che Egli
attua facendoli sembrare come degli eventi fortuiti. Vediamoli brevemente. |
Il primo è quello di Achab,
re d’Israele, la cui morte fu causata da un freccia scoccata a caso da
qualcuno (cfr. 1 Re 22:34). Ma se leggiamo tutta la storia ci accorgeremo che
egli morì proprio in quella battaglia, perché così Dio aveva predetto ad Achab tramite il profeta Micaiah,
secondo che è scritto: "E Micaiah disse: ‘Se
tu ritorni sano e salvo, non sarà l’Eterno quegli che avrà parlato per bocca
mia’. E aggiunse: ‘Udite questo, o voi, popoli tutti!’ (1 Re 22:28). E dunque
quel soldato che scoccò 'casualmente' quella freccia con il suo arco, la scoccò
per volere di Dio, in quanto si dovevano adempiere le parole del profeta
secondo cui Achab non sarebbe tornato vivo da
quella battaglia. Perciò fu Dio a farlo colpire mortalmente da quella
freccia. Perchè dunque c'è scritto che
"qualcuno scoccò a caso la freccia del suo arco"? Per far
comprendere ai savi che anche l'evento che può sembrare il più insignificante
agli uomini è diretto da Dio, affinchè si adempia
il suo piano, il suo disegno innanzi formato. Certamente chi scoccò
casualmente quella freccia, non poteva sapere di averla scoccata per decreto
e volontà di Dio; ma certamente coloro che erano a conoscenza della
predizione fatta dal profeta Micaiah compresero che
ciò era avvenuto per volere di Dio. |
Il secondo è quello di Ruth, la Moabita. E'
scritto: "Or Naomi aveva un parente di suo marito, uomo potente e ricco,
della famiglia di Elimelec, che si chiamava Boaz. Ruth, la Moabita, disse a Naomi: ‘Lasciami andare
nei campi a spigolare dietro a colui agli occhi del quale avrò trovato
grazia’. Ed ella le rispose: ‘Va’ figliuola mia’. Ruth andò dunque e si mise
a spigolare in un campo dietro ai mietitori; e per caso le avvenne di
trovarsi nella parte di terra appartenente a Boaz,
ch’era della famiglia di Elimelec" (Ruth
2:1-3). Fu veramente un caso che Ruth si trovò a spigolare in un campo di
proprietà di Boaz? Certamente no, perchè come nel precedente esempio qualcuno per caso
scoccò la freccia dal suo arco perchè così aveva
decretato e voluto Dio, così anche Ruth si trovò a spigolare in quel
particolare campo per decreto e volere di Dio, e questo lo si capisce sia
dalla reazione di sua suocera e dalle parole che le rivolse quando lo venne a
sapere, secondo che è scritto: "La suocera le chiese: ‘Dove hai
spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che t’ha fatto così buona
accoglienza!’ E Ruth disse alla suocera presso di chi avea
lavorato, e aggiunse: ‘L’uomo presso il quale ho lavorato oggi, si chiama Boaz’. E Naomi disse alla sua nuora: ‘Sia egli benedetto
dall’Eterno, poiché non ha rinunziato a mostrare ai vivi la bontà ch’ebbe
verso i morti!’ E aggiunse: ‘Quest’uomo è nostro
parente stretto; è di quelli che hanno su noi il diritto di riscatto’. E Ruth, la Moabita: ‘M’ha anche detto: Rimani
coi miei servi, finché abbian finita tutta la mia
messe’. E Naomi disse a Ruth sua nuora: ‘È bene, figliuola mia, che tu vada
con le sue serve e non ti si trovi in un altro campo’
" (Ruth 2:19-22) - Non mi paiono queste parole di Naomi le parole di una
che credeva che si fosse trattato di un caso - Ed anche dalle parole delle
donne quando vennero poi a sapere che Ruth aveva partorito un figlio a Boaz, secondo che è scritto: "Così Boaz prese Ruth, che divenne sua moglie. Egli entrò da
lei, e l’Eterno le diè la grazia di concepire, ed
ella partorì un figliuolo. E le donne dicevano a Naomi: ‘Benedetto l’Eterno,
il quale non ha permesso che oggi ti mancasse un continuatore della tua
famiglia! Il nome di lui sia celebrato in Israele!" (Ruth 4:13-14).
Dunque, quelle donne riconoscevano che Ruth si era trovata a spigolare nel
campo di Boaz, perchè Dio
aveva voluto dare a Naomi un continuatore della sua famiglia, in quanto prima
le era morto il marito e poi le erano morti ambedue i figli (Ruth 1:5). Ma
Dio supplì a questa mancanza facendo incontrare Ruth con Boaz,
facendoli sposare, e poi dandogli un figlio di nome Obed,
che fu padre d’Isai, padre di Davide. E quindi fa
parte della genealogia di Gesù Cristo (Matteo 1:5). |
Il terzo è quello di colui che uccideva
qualcuno involontariamente, e quindi accidentalmente, e per il quale la legge
di Mosè non prescriveva la morte in quanto gli ordinava di recarsi in una
delle città di rifugio fino alla morte del sommo sacerdote. Ascoltate quello
che dice la legge: "Ed ecco in qual caso l’omicida che vi si rifugerà
avrà salva la vita: chiunque avrà ucciso il suo prossimo involontariamente,
senza che l’abbia odiato prima, - come se uno, ad esempio, va al bosco col
suo compagno a tagliar delle legna e, mentre la mano avventa la scure per
abbatter l’albero, il ferro gli sfugge dal manico e colpisce il compagno sì
ch’egli ne muoia, - quel tale si rifugerà in una di queste città ed avrà
salva la vita; altrimenti, il vindice del sangue, mentre l’ira gli arde in
cuore, potrebbe inseguire l’omicida e, quando sia lungo il cammino da fare,
raggiungerlo e colpirlo a morte, mentre non era degno di morte, in quanto che
non aveva prima odiato il compagno" (Deuteronomio 19:4-6). Notate che è
Dio a dire che quell'uomo ha ucciso il suo prossimo involontariamente, quindi
senza la volontà premeditata di ucciderlo. Quindi in caso di omicidio
involontario, l'omicida aveva salva la vita. Ma l'involontarietà dell'uomo
non significa che Dio non c'entra niente, perchè è
pur sempre Dio che ha fatto sì che quell'omicidio si verificasse. Ascoltate
infatti quello che dice sempre Dio nella legge: "Chi percuote un uomo sì
ch’egli muoia, dev’essere messo a morte. Se non gli
ha teso agguato, ma Dio gliel’ha fatto cader sotto mano, io ti stabilirò un
luogo dov’ei si possa rifugiare. Se alcuno con premeditazione uccide il suo
prossimo mediante insidia, tu lo strapperai anche dal mio altare, per farlo
morire" (Esodo 21:12-14). Notate che nel caso di omicidio involontario,
senza premeditazione dunque, è comunque Dio che fa cadere quell'uomo per mano
dell'omicida involontario. Questo proprio mostra come il caso non esista
neppure nel caso di omicidio involontario. |
E che il caso non esiste si evince anche
dalla pratica del tirare a sorte, che era una pratica usata dagli Ebrei in
svariate circostanze con la certezza che chi veniva designato dalla sorte
veniva designato per decisione di Dio, secondo che è scritto: "Si gettan le sorti nel grembo, ma ogni decisione vien
dall’Eterno" (Proverbi 16:33). A conferma di ciò citiamo l'esempio di
Saul che fu designato re d'Israele da Dio dinnanzi al popolo tramite la
sorte, secondo che è scritto: "Poi Samuele convocò il popolo dinanzi
all’Eterno a Mitspa, e disse ai figliuoli
d’Israele: ‘Così dice l’Eterno, l’Iddio d’Israele: Io trassi Israele
dall’Egitto, e vi liberai dalle mani degli Egiziani e dalle mani di tutti i
regni che vi opprimevano. Ma oggi voi rigettate l’Iddio vostro che vi salvò
da tutti i vostri mali e da tutte le vostre tribolazioni, e gli dite:
Stabilisci su di noi un re! Or dunque presentatevi nel cospetto dell’Eterno
per tribù e per migliaia’. Poi Samuele fece accostare tutte le tribù
d’Israele, e la tribù di Beniamino fu designata dalla sorte. Fece quindi
accostare la tribù di Beniamino per famiglie, e la famiglia di Matri fu designata dalla sorte. Poi fu designato Saul,
figliuolo di Kis; e lo cercarono, ma non fu
trovato. Allora consultarono di nuovo l’Eterno: ‘Quell’uomo
è egli già venuto qua?’ L’Eterno rispose: ‘Guardate, ei s’è nascosto fra i
bagagli’. Corsero a trarlo di là; e quand’egli si presentò in mezzo al
popolo, era più alto di tutta la gente dalle spalle in su. E Samuele disse a
tutto il popolo: ‘Vedete colui che l’Eterno si è scelto? Non v’è alcuno in
tutto il popolo che sia pari a lui’. E tutto il
popolo diè in esclamazioni di gioia, gridando:
‘Viva il re!’ " (1 Samuele 10:17-24). Ma vogliamo citare anche l'esempio
della designazione di Mattia quale apostolo che doveva prendere il posto di
Giuda Iscariota, secondo che è scritto: "E ne presentarono due:
Giuseppe, detto Barsabba, il quale era
soprannominato Giusto, e Mattia. E, pregando, dissero: Tu, Signore, che
conosci i cuori di tutti, mostra quale di questi due hai scelto per prendere
in questo ministerio ed apostolato il posto che
Giuda ha abbandonato per andarsene al suo luogo. E li trassero a sorte, e la
sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli" (Atti
1:23-26). Vorrei che notaste come i discepoli nel pregare Dio, erano convinti
che tramite la sorte Dio avrebbe fatto loro conoscere chi Egli aveva scelto
quale successore di Giuda Iscariota. Ora, se il risultato del tirare a sorte,
che può sembrare una pratica che si basa sul caso, non è affatto il risultato
del caso, ma di una decisione divina, non si può credere al caso. |
|
Un Dio che non ha predeterminato la morte
di Gesù Cristo
|
|
L'Iddio di costoro non ha affatto
predeterminato la morte espiatoria di Cristo Gesù. E questo perchè la morte di Gesù fu una sorta di 'incidente di
percorso', un evento che si dimostrò inevitabile visto le circostanze che si
vennero a creare a quel tempo. Certo, essi dicono che Dio sapeva che sarebbe
andata a finire così, ma lungi dal dire che fu Dio a decretare innanzi l'odio
dei Giudei verso il suo Cristo, e la sua morte sulla croce! |
Che dice invece la Scrittura? Che Dio ha
innanzi predeterminato che Gesù Cristo fosse odiato e dato nelle mani dei
Giudei, e crocifisso. |
Ora, nel libro degli Atti degli apostoli è
menzionata una preghiera che i discepoli del Signore innalzarono a Dio di
pari consentimento, e tra le parole da essi rivolte a Dio ci furono le
seguenti: “Signore, tu sei Colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e
tutte le cose che sono in essi; Colui che mediante lo Spirito Santo, per
bocca del padre nostro e tuo servitore Davide, ha detto: Perché hanno fremuto
le genti, e hanno i popoli divisate cose vane? I re della terra si sono fatti
avanti, e i principi si sono raunati assieme contro
al Signore, e contro al suo Unto. E invero in questa città, contro al tuo
santo Servitore Gesù che tu hai unto, si sono raunati
Erode e Ponzio Pilato, insieme coi Gentili e con
tutto il popolo d’Israele, per fare tutte le cose che la tua mano e il tuo
consiglio avevano innanzi determinato che avvenissero” (Atti 4:25-28. Cfr.
Salmo 2:1-3). Quindi i discepoli, nel comportamento di Erode, di Ponzio Pilato, dei Giudei e dei Gentili, riconobbero
l’adempimento delle parole che Davide aveva pronunziato per lo Spirito Santo
secoli addietro. Ora, tutti costoro, secondo le parole di quei credenti, si
radunarono contro Gesù Cristo per fare tutte le cose che la mano di Dio ed il
Suo consiglio avevano innanzi determinato, il che equivale a dire che tutto
quello che Erode, Pilato, insieme ai Giudei e ai Gentili fecero contro Gesù
lo fecero per volontà di Dio. In altre parole essi fecero contro Gesù tutto
quello che Dio aveva predeterminato dovesse avvenire. Ma andiamo nei
particolari per vedere che fecero costoro assieme contro Gesù Cristo per il
determinato consiglio di Dio: |
I Giudei odiarono Gesù Cristo, manifestando
questo loro odio verso lui in svariate maniere. I Giudei di Gerusalemme lo
perseguitarono (cfr. Giovanni 5:15-16;) e lo insultarono in diverse maniere
(cfr. Giovanni 7:12; 8:48; 9:16,24) fino a che lo arrestarono (cfr. Matteo
26:47-56) e lo condannarono a morte per bestemmia perchè dichiarò
di essere il Figlio di Dio (cfr. Matteo 26:57-68). E poi lo dettero in mano
di Pilato (cfr. Matteo 27:1-2) chiedendo a gran voce che fosse crocifisso, e
tutto ciò benché Gesù non fece loro alcun male ma solo del bene. |
Il governatore Pilato quando i Giudei gli
consegnarono Gesù affinchè egli lo facesse
crocifiggere, dopo averlo esaminato non trovò in Gesù alcuna delle colpe di
cui i Giudei lo accusavano, e aveva deliberato di liberarlo (cfr. Luca
23:16,20-22). Ma la folla richiese con gran grida che egli invece fosse
crocifisso. E Pilato per soddisfare la moltitudine acconsentì a questa loro
richiesta iniqua, liberando Barabba che era stato messo in prigione per
omicidio, e condannando Gesù, il Principe della vita (cfr. Luca 23:23-25). |
Erode era in quel tempo tetrarca della
Galilea, ed era stato nel passato in inimicizia con Pilato, ma nel giorno che
Pilato gli mandò Gesù essi divennero amici. Quando Erode vide Gesù, se ne
rallegrò grandemente, perché da lungo tempo desiderava vederlo, avendo
sentito parlare di lui; e sperava di vedergli fare qualche miracolo; gli fece
molte domande ma Gesù non gli rispose parola; lo schernì assieme ai suoi
soldati, lo rivestì di un manto splendido e lo rimandò a Pilato (cfr. Luca
23:8-12). Anche lui non mostrò nessuna pietà verso Gesù ma solo odio. |
I Gentili pure (e qui mi riferisco in
particolare ai soldati che schernirono e crocifissero Gesù) si radunarono
contro l’Unto dell’Eterno. Lo schernirono, lo percossero con una canna, gli
sputarono addosso ed infine lo misero in croce come un malfattore (cfr. Matteo
27:27-38). |
E’ evidente dunque, alla luce delle
Scritture, che le sofferenze che Cristo dovette patire per amore nostro, Dio
non solo le conosceva innanzi e le aveva preannunciate tramite il Suo
Spirito, ma le aveva anche predeterminate. Ecco perché lo Spirito di Dio
parlò di esse secoli prima che accadessero come se esse fossero già accadute,
infatti spesso troviamo i verbi al passato. Ascoltate per esempio queste
parole di Davide: “M’hanno forato le mani e i piedi” (Salmo 22:16), e queste
altre del profeta Isaia: “Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di
dolore, familiare col patire, pari a colui dinanzi al quale ciascuno si
nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. ….
Maltrattato, umiliò se stesso, e non aperse la bocca. Come l’agnello menato
allo scannatoio, come la pecora muta dinanzi a chi la tosa, egli non aperse
la bocca. …” (Isaia 53:3,7). D’altronde Dio chiama le cose che non sono come
se fossero, e parla degli eventi non ancora avvenuti come se fossero già
avvenuti. Sono i suoi decreti, i suoi disegni, che Lui forma in sé stesso
molto tempo prima che accadano, e poi li manda ad effetto, secondo che Egli
dice: “Sì, io l’ho detto, e lo farò avvenire; ne ho formato il disegno e
l’eseguirò” (Isaia 46:11). |
Ecco perchè il
giorno della Pentecoste l'apostolo Pietro disse ai Giudei: "Uomini
israeliti, udite queste parole: Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato
fra voi mediante opere potenti e prodigî e segni che Dio fece per mezzo di
lui fra voi, come voi stessi ben sapete, quest’uomo, allorché vi fu dato
nelle mani, per il determinato consiglio e per la prescienza di Dio, voi, per
man d’iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; ma Dio lo risuscitò,
avendo sciolto gli angosciosi legami della morte, perché non era possibile
ch’egli fosse da essa ritenuto" (Atti 2:22-24), e nella sua prima
epistola chiama Gesù Cristo "agnello senza difetto né macchia, ben
preordinato prima della fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi
tempi per voi" (1 Pietro 1:19-20). |
Questo dunque è il vero Dio, quello che non
solo ha predetto le sofferenze di Cristo ma le ha anche predeterminate. |
|
Un Dio che non è libero di fare grazia a
chi vuole Lui
|
|
Il loro Dio inoltre è un Dio che non è
libero di fare grazia a chi vuole Lui, perchè fa
grazia a quelli che vogliono essere graziati, e quindi il suo fare grazia ad
alcuni esseri umani dipende dalla volontà degli uomini e non dalla Sua
propria volontà. Costoro infatti ci dicono: 'Siamo noi che abbiamo voluto
essere salvati, e non Dio a volerci salvare in base ad una decisione che
aveva innanzi preso nei nostri riguardi; per cui siamo noi che abbiamo scelto
Cristo e non il contrario!' In altre parole, l'Iddio di costoro è un Dio che
non è libero di fare quello che vuole, un Dio che non prende l'iniziativa di
salvare, perchè l'iniziativa la devono prendere gli
uomini, e solo quando essi la prendono (con quello che essi chiamano 'libero
arbitrio') allora Dio decide di salvarli. Questo Dio dunque è sul trono ad
aspettare che l'uomo decida di farsi salvare, perchè
non ha decretato di salvare proprio nessuno. |
Cosa afferma invece la Scrittura? Che Dio
dice: "Farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà di chi vorrò
aver pietà" (Esodo 33:19). Come potete vedere, Dio dice che noi abbiamo
ricevuto da Lui grazia non in virtù della nostra volontà ma in virtù della
Sua volontà, quindi non perchè abbiamo voluto noi
essere graziati, ma perchè Lui ha voluto graziarci.
Ecco perchè Paolo, apostolo dei Gentili, afferma
nella lettera ai Romani: "Non dipende dunque né da chi vuole né da chi
corre, ma da Dio che fa misericordia" (Romani 9:16), ed anche:
"Così dunque Egli fa misericordia a chi vuole, e indura
chi vuole" (Romani 9:18). E questa Sua decisione di farci grazia risale
a prima della fondazione del mondo, in quanto Egli ci ha eletti a salvezza
sin dal principio, secondo che è scritto: ".... in lui ci ha eletti,
prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi ed irreprensibili
dinanzi a lui nell’amore, avendoci predestinati ad essere adottati, per mezzo
di Gesù Cristo, come suoi figliuoli, secondo il beneplacito della sua
volontà: a lode della gloria della sua grazia, la quale Egli ci ha largita
nell’amato suo" (Efesini 1:4-6), ed anche: "Iddio fin dal principio
vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione nello Spirito e la fede
nella verità" (2 Tessalonicesi 2:13). Questa elezione a salvezza da
parte di Dio è chiamata il proponimento dell'elezione di Dio, ed esclude ogni
vanto da parte del credente, perchè esso
"dipende non dalle opere ma dalla volontà di colui che chiama"
(Romani 9:12). |
In virtù di questo proponimento divino, i
nostri nomi sono stati scritti nel libro della vita fin dalla fondazione del
mondo (Apocalisse 17:8), e non siamo stati noi a scegliere il Signore ma il
Signore ha scelto noi secondo che ci ha detto il Signore Cristo Gesù:
"Non siete voi che avete scelto me, ma son io che ho scelto voi, e v’ho
costituiti perché andiate, e portiate frutto, e il vostro frutto sia
permanente; affinché tutto quel che chiederete al Padre nel mio nome, Egli ve
lo dia. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. Se il mondo vi
odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo
amerebbe quel ch’è suo; ma perché non siete del mondo, ma io v’ho scelti di mezzo
al mondo, perciò vi odia il mondo" (Giovanni 15:16-19). |
Questo è l'Iddio vivente e vero che abbiamo
conosciuto, o meglio dal quale siamo stati conosciuti. A Lui sia la gloria in
Cristo Gesù ora e in eterno. Amen. |
|
Un Dio che non indura alcun uomo per non farlo convertire
|
|
L'Iddio di costoro non indura
nessuno affinchè questi non si converta dalle sue
vie malvagie e la Sua ira si riveli dunque contro di lui. Solo il pensiero
che Dio possa fare una simile cosa li fa infuriare. |
La Scrittura invece afferma che Dio "indura chi vuole" (Romani 9:18), e lo fa al fine di
adempiere i suoi disegni sugli uomini. |
E difatti Faraone si rifiutò di lasciare
partire gli Israeliti perché Dio gli indurò il
cuore. D’altronde Dio aveva avvertito Mosè ancor prima che egli parlasse a
Faraone, dicendogli: “Quando sarai tornato in Egitto, avrai cura di fare
dinanzi a Faraone tutti i prodigi che t’ho dato potere di compiere; ma io gl’indurerò il cuore, ed egli non lascerà partire il
popolo.” (Esodo 4:21). Come potete vedere, l’indurimento del cuore di Faraone
non fu la conseguenza del suo rifiuto di lasciare andare via gli Israeliti,
ma la causa del suo rifiuto. E tutto ciò perché Dio aveva deciso di
moltiplicare i suoi prodigi in Egitto per farsi conoscere dagli Egiziani e
far sì che il Suo nome fosse pubblicato in tutta la terra (Esodo 7:3-5;
9:16). E si badi che Dio previde o predisse che avrebbe indurato
il cuore di Faraone perchè aveva predeterminato il
suo induramento perché Dio quando preannuncia degli
eventi ciò significa che li ha predeterminati, ed è per questo che vigila
sulla Sua parola per mandarla ad effetto (Geremia 1:12) affinchè
ciò che Lui ha innanzi determinato si verifichi. |
L’induramento di
Faraone peraltro non è il solo induramento di re
prodotto da Dio per adempiere i suoi disegni, infatti abbiamo anche il caso
del re di Heshbon e dei re delle città di Canaan, secondo che è scritto: “Allora mandai
ambasciatori dal deserto di Kedemoth a Sihon, re di Heshbon, con
parole di pace, e gli feci dire: ‘Lasciami passare per il tuo paese; io
camminerò per la strada maestra, senza volgermi né a destra né a sinistra. Tu
mi venderai a danaro contante le vettovaglie che mangerò, e mi darai per
danaro contante l’acqua che berrò; permettimi semplicemente il transito (come
m’han fatto i figliuoli d’Esaù che abitano in Seir e i Moabiti che abitano in Ar), finché io abbia
passato il Giordano per entrare nel paese che l’Eterno, il nostro Dio, ci
dà’. Ma Sihon, re di Heshbon,
non ci volle lasciar passare per il suo paese, perché l’Eterno, il tuo Dio,
gli aveva indurato lo spirito e reso ostinato il
cuore, per dartelo nelle mani, come difatti oggi si vede” (Deuteronomio
2:26-30), ed anche: “Non ci fu città che facesse pace coi figliuoli
d’Israele, eccetto gli Hivvei che abitavano Gabaon; le presero tutte, combattendo; perché l’Eterno facea sì che il loro cuore si ostinasse a dar battaglia
ad Israele, onde Israele li votasse allo sterminio senza che ci fosse pietà
per loro, e li distruggesse come l’Eterno avea
comandato a Mosè” (Giosuè 11:19-20). Come potete vedere, anche in questi casi
la ribellione di quei re fu la conseguenza dell’induramento
del loro cuore prodotto da Dio in loro. In altre parole, l’induramento del loro cuore prodotto da Dio fu la causa
della loro ribellione. |
Ma veniamo ora ai giorni di Gesù e degli
apostoli, quando Dio indurò altri individui affinchè non si convertissero. |
L'apostolo Giovanni dice: "E sebbene
avesse fatto tanti miracoli in loro presenza, pure non credevano in lui;
affinché s’adempisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore, chi ha
creduto a quel che ci è stato predicato? E a chi è stato rivelato il braccio
del Signore? Perciò non potevano credere, per la ragione detta ancora da
Isaia: Egli ha accecato gli occhi loro e ha indurato
i loro cuori, affinché non veggano con gli occhi, e
non intendano col cuore, e non si convertano, e io non li sani"
(Giovanni 12:37-40). |
L'apostolo Paolo dice: "Che dunque?
Quel che Israele cerca, non l’ha ottenuto; mentre il residuo eletto l’ha
ottenuto; e gli altri sono stati indurati, secondo
che è scritto: Iddio ha dato loro uno spirito di stordimento, degli occhi per
non vedere e degli orecchi per non udire, fino a questo giorno. E Davide
dice: La loro mensa sia per loro un laccio, una rete, un inciampo, e una
retribuzione. Siano gli occhi loro oscurati in guisa che non veggano, e piega loro del continuo la schiena"
(Romani 11:7-10). Voglio che notiate le parole 'fino a questo giorno' che
indicano che questo induramento Dio lo sta
producendo ancora oggi. |
|
Un Dio che non odia nessuno
|
|
Il
loro Dio è un Dio che non odia nessuno, ma ama tutti, sia i giusti che gli
empi. |
Che
dice invece la Scrittura? Che Dio odia gli operatori di iniquità, secondo che
dice Davide a Dio nei Salmi: "Tu odii tutti
gli operatori d’iniquità" (Salmo 5:5), parole queste che fu lo Spirito
Santo a pronunciare per bocca di Davide come del resto le altre presenti nei
Salmi. E con queste parole si accordano anche altri passi della Scrittura,
anche questi ispirati da Dio, che sono i seguenti: “L’anima sua odia l’empio
e colui che ama la violenza” (Salmo 11:5), “l’Eterno aborrisce l’uomo di
sangue e di frode” (Salmo 5:6), “Sei cose odia l’Eterno, anzi sette gli sono
in abominio: gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spandono
sangue innocente, il cuore che medita disegni iniqui, i piedi che corron frettolosi al male, il falso testimonio che
proferisce menzogne, e chi semina discordie tra fratelli” (Proverbi 6:16-19). |
La
Scrittura dice che Dio "ama i giusti" (Salmo 146:8), che sono
coloro che osservano i comandamenti di Cristo, secondo che disse Gesù:
"Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama
sarà amato dal Padre mio, e io l’amerò e mi manifesterò a lui. .... Se uno mi
ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo a lui e
faremo dimora presso di lui" (Giovanni 14:21, 23). |
|
Un Dio che è amico dei peccatori
|
|
L'Iddio
di costoro, dato che ama gli operatori di iniquità, è un Dio amico dei
peccatori, e difatti essi chiamano il Suo Figliuolo, Gesù Cristo, 'l’amico o
un amico dei peccatori’. Se infatti Gesù Cristo è l'immagine dell'invisibile
Dio, questa caratteristica deve possederla pure Dio. |
Ma
che dice la Scrittura? L'ho già dimostrato innanzi, quando ho detto che Dio
odia gli operatori di iniquità e quindi non può essere loro amico. |
Ma
voglio spendere qualche altra parola in merito all'affermazione di costoro
secondo cui Gesù è amico dei peccatori, al fine di chiarire ancora meglio
questo concetto. |
L'espressione
'Gesù è un amico dei peccatori' fu una delle calunnie che lanciarono i nemici
di Gesù contro di lui. Era in questa maniera infatti che ai giorni di Gesù
molti lo offesero secondo che è scritto che disse Gesù: “Ma a chi
assomiglierò io questa generazione? Ella è simile ai fanciulli seduti nelle
piazze che gridano ai loro compagni e dicono: Vi abbiam
sonato il flauto, e voi non avete ballato; abbiam
cantato de’ lamenti, e voi non avete fatto cordoglio. Difatti è venuto
Giovanni non mangiando né bevendo, e dicono: Ha un demonio! È venuto il Figliuol dell’uomo mangiando e bevendo, e dicono: Ecco un
mangiatore ed un beone, un amico dei pubblicani e de’ peccatori! Ma la
sapienza è stata giustificata dalle opere sue” (Matteo 11:15-19). |
Notate
bene che Gesù nel dire che gli uomini dicevano del Figliuol
dell’uomo che era un amico dei pubblicani e dei peccatori ha voluto dire che
essi lo offesero e lo disonorarono dicendo quella cosa, perché oltre a questo
essi dissero di lui che era un mangiatore e un beone, e poi questo si evince
anche dal fatto che egli disse che la sapienza è stata giustificata dalle
opere sue, o come altri traducono dai suoi figliuoli. E se la sapienza è
stata giustificata vuol dire che qualcuno l’aveva calunniata o accusata
ingiustamente. Non vi pare? E poi notate bene come poco prima, nel caso di
Giovanni Battista, Gesù ha detto che egli non mangiò pane e non bevve vino
(cfr. Luca 7:33) ma gli uomini dicevano di lui che aveva un demonio, volendo
far capire che nonostante Giovanni non mangiasse né pane e non bevesse vino,
gli uomini lo calunniarono dicendo che aveva un demonio, e quindi lo
disonorarono. La stessa cosa che Gesù disse gli uomini fecero nei suoi
confronti, nonostante a differenza di Giovanni Egli mangiò pane e bevve vino,
dicendo però che lui era un mangiatore e un ubriacone, e un amico dei
pubblicani e dei peccatori. Dunque, sia Giovanni Battista che il Figliuol dell’uomo furono offesi e calunniati dagli
uomini. |
Gesù
semmai è l’amico di tutti coloro che temono Dio infatti è scritto: “Io sono
il compagno di tutti quelli che ti temono, e di quelli che osservano i tuoi
precetti” (Salmo 119:63). D’altronde lui stesso ebbe a dire ai suoi
discepoli: “Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando”
(Giovanni 15:14), se quindi per essere amici di Gesù Cristo occorreva ed occorre
ubbidire alle sue parole, come può Gesù dichiararsi amico dei peccatori e
quest’ultimi dichiarare di avere in Gesù un amico? Io sarei personalmente
offeso se qualcuno mi definisse amico dei peccatori perché non apprezzo
affatto né le parole e neppure le opere dei peccatori, ma le detesto e le
riprovo. Come per esempio si sentirebbe offeso un giudice o un magistrato che
fa il suo dovere indagando e ricercando i malfattori e smascherando le loro
male azioni per poi portarli dinnanzi al giudice affinché siano puniti come
meritano, se si sentisse chiamare ‘l’amico o amico dei malfattori’. Per farvi
un esempio pratico, provate ad immaginare il magistrato Giovanni Falcone
quando era vivo, come avrebbe reagito se qualcuno lo avesse definito ‘l’amico
o un amico dei mafiosi’. Non pensate che si sarebbe sentito offeso? |
Ma
come si fa a dire che Gesù, il Giusto, era l’amico dei peccatori quando anche
lui detestava sia le opere che le parole dei peccatori, smascherandole e
riprovandole? Come poteva Lui che era la luce del mondo, essere l’amico delle
tenebre? L’amicizia implica comunanza di interessi, di vedute, di propositi,
fiducia reciproca, disponibilità ad aiutarsi nella difficoltà e così via;
dove mai Gesù mostrò queste cose verso i peccatori? Non è forse vero che lui
predicava loro il Vangelo affinché essi si convertissero dalle loro inique
opere, e le abbandonassero? Non è forse vero che gli uomini lo odiavano
perché lui testimoniava che le loro opere erano malvagie? Come poteva quindi
Gesù essere l’amico dei peccatori? Semmai Gesù era ‘il nemico numero uno dei
peccatori’, nel senso di colui che per primo rifiutava di partecipare alle
loro inique opere e di approvarle, e di certo così era considerato dai
peccatori del suo tempo. |
E’
amico dei peccatori uno che si è sviato, uno che ha smesso di temere Dio, che
si è gettato alle spalle le parole di Dio, quello sì che è un amico dei
peccatori perché oramai prende piacere nel camminare come e con i peccatori.
E’ amico dei peccatori un ipocrita che fa una doppia vita. Ma certamente non
si può definire amico dei peccatori un uomo timorato di Dio, e tanto meno il
Giusto. |
Certo,
il giusto ama annunciare la Parola di Dio ai peccatori, e quindi quando ne ha
l’occasione gli annuncia la Parola della salvezza. Può pure trovarsi a tavola
con loro per questa ragione, perché essi lo invitano a mangiare presso di
loro o perché vengono da lui per sentirlo parlare. E per questa ragione può
essere definito ‘amico dei peccatori’, ma da chi questo? Dai religiosi
ipocriti moderni, da quelli che hanno l’apparenza della pietà ma ne hanno
rinnegato la potenza, da quelli insomma che sono come gli antichi scribi e
farisei che mormoravano contro Gesù quando lo vedevano seduto a tavola con i
peccatori, o accogliere i peccatori per parlargli del Regno di Dio. Si legga
attentamente la sua storia e si vedrà come Gesù fu chiamato in questa maniera
dagli ipocriti della sua generazione. |
|
|
Ad
insuperbirsi nel cospetto di Dio
|
|
Il rigetto dell'elezione porta il credente
anche ad insuperbirsi nel cospetto di Dio, in quanto il credente che non
crede di essere stato salvato in virtù di una scelta a salvezza fatta da Dio
nei suoi confronti avanti la fondazione del mondo, ma in virtù di una sua
scelta personale, è inevitabilmente portato ad innalzarsi nel cospetto di
Dio. In poche parole, è come se Dio fosse in un certo senso debitore nei
confronti del credente, perchè è l'uomo che ha
deciso di farsi salvare da Dio, e quindi la persona salvata ha un certo
merito. Lui ha preso l'iniziativa, non Dio; è lui che ha voluto essere
salvato, e non Dio che ha voluto salvarlo; e quindi Dio è come se avesse
l'obbligo di complimentarsi con l'uomo perchè
questi ha deciso di farsi salvare. Questo è un sentimento di superbia, che
Dio detesta, secondo che è scritto: "Dio resiste ai superbi ma dà grazia
agli umili" (1 Pietro 5:5), e che porta il credente a rovinarsi secondo
che dice la Sapienza: "La superbia precede la rovina, e l’alterezza
dello spirito precede la caduta" (Proverbi 16:18). La superbia della
vita non è dal Padre, ma è dal mondo, dice l'apostolo (1 Giovanni 2:16),
ricordatevelo. |
Una superbia che pian piano porta il
credente a credere di essere stato salvato ANCHE per un suo merito personale,
e non TOTALMENTE PER GRAZIA. Che dice invece la Scrittura? "Poiché gli è
per grazia che voi siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non vien da
voi; è il dono di Dio. Non è in virtù d’opere, affinché niuno si glorî;"
(Efesini 2:8-9). Dunque se ciò è il dono di Dio, e non viene da noi, vuol
dire che la salvezza esclude qualsiasi merito umano. |
Mi ha recentemente riferito un fratello che
stava parlando della dottrina dell'elezione ad un altro che non ci crede,
quando quest'ultimo gli dice: 'Allora che è una grazia?' Come dire insomma,
ma se è così come dici tu allora la salvezza è SOLO per grazia! Questa
domanda di meraviglia fa capire cosa sono trascinati a credere coloro che
pensano di essere stati salvati per una loro scelta personale, che alla fin
fine la salvezza non è proprio una grazia a tutti gli effetti, perchè comunque un merito i salvati ce lo hanno!
Giudicate voi da persone intelligenti. |
E stando così le cose, coloro che sono
stati salvati non si sentono obbligati a rendere grazie a Dio o a benedirlo
per averli scelti a salvezza avanti la fondazione del mondo, perchè non c'è nessuna ragione per farlo in quanto è
l'uomo che sceglie di essere salvato. Dunque mentre i santi antichi dicevano:
"Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signor Gesù Cristo, il quale
ci ha benedetti d’ogni benedizione spirituale ne’ luoghi celesti in Cristo,
siccome in lui ci ha eletti, prima della fondazione del mondo, affinché
fossimo santi ed irreprensibili dinanzi a lui nell’amore, avendoci
predestinati ad essere adottati, per mezzo di Gesù Cristo, come suoi
figliuoli, secondo il beneplacito della sua volontà: a lode della gloria
della sua grazia, la quale Egli ci ha largita nell’amato suo" (Efesini
1:3-6), coloro che rigettano l'elezione eliminano dal loro parlare questa
benedizione rivolta a Dio. Non è forse infatti quello che accade in quelle
Chiese che rigettano l'elezione? Quando mai sentite queste Chiese benedire
Dio con queste parole? Mai. E perchè? Perchè non sopportano sentire dire che Dio ci ha eletti
in Cristo prima della fondazione del mondo. Vi pare una cosa da poco? A me pare
una cosa grave, molto grave. Praticamente il rigetto dell'elezione porta i
santi a non adottare il linguaggio dei santi antichi, ma un altro linguaggio,
che è estraneo. |
Ed inoltre, i ministri di Dio non si
sentono più obbligati a rendere grazie a Dio per coloro che vengono salvati, perchè Dio li ha scelti a salvezza fin dal principio, perchè la loro salvezza non è dipesa da una scelta di Dio
ma da una scelta umana. Gli apostoli dicevano ai santi: "Ma noi siamo in
obbligo di render del continuo grazie di voi a Dio, fratelli amati dal
Signore, perché Iddio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la
santificazione nello Spirito e la fede nella verità" (2 Tessalonicesi
2:13). Ma questo ringraziamento non fa parte dei ringraziamenti che quei
pastori che rigettano l'elezione fanno a Dio, e la ragione è sempre la
stessa. Non c'è nessuna ragione per elevare a Dio un simile ringraziamento perchè sono gli uomini che scelgono di essere salvati. |
|
|
Ad insuperbirsi
nei confronti dei propri simili
|
|
E' del tutto ovvio, che coloro che credono
di essere stati salvati per una loro scelta personale, e non in virtù di una
scelta di Dio, sono trascinati ad innalzarsi sopra coloro che a loro dire
questa scelta non la fanno. In altre parole, essi diranno: 'Noi siamo stati
salvati perchè abbiamo fatto la scelta giusta,
mentre loro non sono stati salvati perchè hanno
fatto una scelta sbagliata'. Quando nel mondo, qualcuno fa una scelta giusta,
generalmente lo si sente vantarsi nei confronti di coloro che questa scelta
non l'hanno fatta. E questo è quello che sta accadendo in quelle Chiese che
rigettano l'elezione, che i credenti si gloriano in loro stessi per quello
che sono. Perchè infatti dovrebbero gloriarsi nel
Signore, se il Signore non li ha scelti a salvezza avanti la fondazione del
mondo? Dunque, se essi si contraddistinguono dagli altri uomini, lo devono a
loro stessi, e non a Dio. |
Ma che dice Paolo ai santi di Corinto?
"Infatti, chi ti distingue dagli altri? E che hai tu che non l’abbia
ricevuto? E se pur l’hai ricevuto, perché ti glorî come se tu non l’avessi
ricevuto?" (1 Corinzi 4:7). Lo
vedete? E Dio che ci fa distinguere da coloro che non sono salvati, e non
siamo noi ad esserci contraddistinti da loro! E tutto quello che abbiamo, lo
abbiamo avendolo ricevuto da Dio. Ma badate, dobbiamo anche stare attenti a
non essere doppi nel parlare, cioè a dire che abbiamo ricevuto tutto da Dio,
e poi a gloriarci come se invece qualcosa non l'avessimo ricevuta da Dio. |
Vi siete mai chiesti se Paolo si gloriava
nei confronti dei peccatori, come se fosse stato lui a scegliere Dio e non Dio
a scegliere lui? Come parlava Paolo? Ascoltate cosa disse Paolo davanti ad
una folla di Giudei inferocita contro di lui: "Io sono un Giudeo, nato a
Tarso di Cilicia, ma allevato in questa città, ai
piedi di Gamaliele, educato nella rigida osservanza
della legge dei padri, e fui zelante per la causa di Dio, come voi tutti
siete oggi; e perseguitai a morte questa Via, legando e mettendo in prigione
uomini e donne, come me ne son testimoni il sommo sacerdote e tutto il
concistoro degli anziani, dai quali avendo pure ricevuto lettere per i
fratelli, mi recavo a Damasco per menare legati a Gerusalemme anche quelli
ch’eran quivi, perché fossero puniti. Or avvenne
che mentre ero in cammino e mi avvicinavo a Damasco, sul mezzogiorno, di
subito dal cielo mi folgoreggiò d’intorno una gran
luce. Caddi in terra, e udii una voce che mi disse: Saulo,
Saulo, perché mi perseguiti? E io risposi: Chi sei,
Signore? Ed egli mi disse: Io son Gesù il Nazareno, che tu perseguiti. Or
coloro ch’eran meco, videro ben la luce, ma non
udirono la voce di colui che mi parlava. E io dissi: Signore, che debbo fare?
E il Signore mi disse: Lèvati, va’ a Damasco, e quivi ti saranno dette tutte
le cose che t’è ordinato di fare. E siccome io non ci vedevo più per il
fulgore di quella luce, fui menato per mano da coloro che eran
meco, e così venni a Damasco. Or un certo Anania,
uomo pio secondo la legge, al quale tutti i Giudei che abitavan
quivi rendevan buona testimonianza, venne a me; e
standomi vicino, mi disse: Fratello Saulo, ricupera
la vista. Ed io in quell’istante ricuperai la vista, e lo guardai. Ed egli
disse: L’Iddio de’ nostri padri ti ha destinato a conoscer la sua volontà, e
a vedere il Giusto, e a udire una voce dalla sua bocca. Poiché tu gli sarai
presso tutti gli uomini un testimone delle cose che hai vedute e udite"
(Atti 22:3-15). |
Ecco dunque come si esprimeva Paolo
parlando ai peccatori, mettendo in risalto il fatto che Dio lo aveva
destinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad udire una voce
dalla sua bocca. Intravedete un qualche vanto personale nelle parole di
Paolo? Nessuno. E questo perchè lui sapeva che era
stato appartato da Dio fin dal seno di sua madre, secondo che disse ai santi
della Galazia: "Ma quando Iddio, che m’aveva
appartato fin dal seno di mia madre e m’ha chiamato mediante la sua grazia,
si compiacque di rivelare in me il suo Figliuolo perch’io
lo annunziassi fra i Gentili, io non mi consigliai con carne e sangue, e non
salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma subito
me ne andai in Arabia; quindi tornai di nuovo a Damasco" (Galati 1:15-17), e di essere stato scelto da Dio, secondo
che disse il Signore ad Anania: "Egli è uno
strumento che ho eletto per portare il mio nome davanti ai Gentili, ed ai re,
ed ai figliuoli d’Israele" (Atti 9:15). |
|
|
A
considerare l'uomo peccatore in maniera totalmente sbagliata
|
|
Il rigetto dell'elezione porta
inevitabilmente a considerare l'uomo non totalmente depravato e corrotto. Perchè questo? Perchè se la
salvezza dipende dalla propria volontà, questo vuol dire che nell'uomo
peccatore schiavo del peccato c'è qualcosa di buono, c'è una sorta di
capacità di scegliere per il proprio bene. La sua natura quindi viene vista
non come totalmente corrotta a motivo del peccato, ma in qualche modo solo un
pò guastata. Perchè
l'uomo comunque è in grado di pervenire alla salvezza in virtù della sua
volontà. Basta che egli lo voglia, egli può essere salvato. Il ravvedimento e
la fede sono qualcosa a disposizione di ogni uomo, una sorta di 'tesoro
nascosto' nell'individuo, che bisogna solo cercare di far scoprire all'uomo.
E questo modo di vedere l'uomo naturalmente porta anche ad avere una certa
fiducia nell'uomo, cioè nelle capacità decisionali dell'uomo lontano da Dio.
'Non ti preoccupare, puoi farcela, in te infatti c'è un potenziale enorme,
sta a te usarlo', ecco qual'è il messaggio di
costoro ai peccatori. |
Ma le cose non stanno così, perchè la natura dell'uomo è corrotta; la Scrittura dice
che i disegni del cuore dell'uomo sono malvagi sin dalla sua fanciullezza
(Genesi 8:21), che noi siamo stati formati nell'iniquità e che nostra madre
ci ha concepiti nel peccato (Salmo 51:5), che tutti si sono corrotti e che
non v'è alcuno che faccia il bene (Salmo 14:3). Siamo nati tutti figli d'ira,
con l'ira di Dio che pesava su di noi; senza nessuna distinzione l'uomo è
malvagio, schiavo del peccato che serve e da cui viene ripagato con la morte,
la paura e l'infelicità. L'uomo è in balia del diavolo che pecca sin dal
principio (1 Giovanni 3:8), è sotto la sua potestà e difatti Giovanni dice
che tutto il mondo giace nel maligno (1 Giovanni 5:19); e se da un lato egli
sceglie di fare il male perché ha una volontà egli fa il male perché la sua
natura è totalmente e inesorabilmente incline al male. |
Se dunque la natura dell'uomo è corrotta,
l'uomo non può salvarsi da solo, non può autoredimersi
in nessuna maniera; ha bisogno di un salvatore che è Cristo Gesù perché solo
lui lo può liberare dal peccato avendo egli portato sulla croce i nostri
peccati. E per essere salvato deve ravvedersi e credere in Gesù Cristo; non
c'è altra maniera. Ma sia il ravvedimento che la fede sono dati da Dio,
infatti Iddio "ha dato il ravvedimento anche ai Gentili, affinché
abbiano vita" (Atti 11:18), e la fede è il dono di Dio (Efesini 2:8-9).
Se dunque uno si ravvede e crede in Gesù Cristo è perché Dio ha VOLUTO dargli
sia il ravvedimento che la fede. L'uomo non ha nulla di suo tramite cui può
salvarsi, neppure il ravvedimento e la fede; ma Dio nella sua grande bontà
glieli concede secondo il Suo beneplacito volere per mostrargli la Sua
benignità. Non è l'uomo che sceglie di ravvedersi e di credere in Gesù Cristo
(anche se l'apparenza porterebbe a dire ciò), ma Dio, secondo che è scritto:
"Non siete voi che avete scelto me, ma son io che ho scelto voi .... io
v’ho scelti di mezzo al mondo" (Giovanni 15:16,19). |
Fu Gesù a dire queste parole ai suoi
discepoli. Certo, in alcuni altri passi pare che invece furono i discepoli a
scegliere di seguire Cristo. Prendiamo il caso di Andrea per esempio che
assieme ad un altro discepolo di Giovanni si mise al seguito di Gesù senza
che questi li avesse chiamati verbalmente (leggi attentamente Giovanni
1:35-37). Ma rimane il fatto che essi andarono a Gesù perché attirati dal
Padre di Gesù; non avrebbero potuto giammai andare a Gesù senza essere
attirati dal Padre. |
Coloro che rigettano l'elezione dicono che
l'uomo ha la capacità o la libertà assoluta di scegliere la salvezza o di
rigettarla; questo è vero sempre nell'apparenza perché in realtà noi vediamo
persone che accettano il Vangelo e persone che lo rifiutano. Ma dietro
l'accettazione del Vangelo o il suo rifiuto da parte di qualcuno c'è un
decreto di Dio, e quindi c'è Dio che esercita la Sua sovrana volontà.
Naturalmente noi non sappiamo chi sono i vasi di misericordia innanzi
preparati per la gloria e chi sono i vasi d'ira preparati per la perdizione,
ma ciò non ci preoccupa perché sappiamo che Dio farà quello che ha decretato
senza che alcuno glielo possa impedire. |
Ed infine, vorrei dire questo: è proprio perchè costoro ritengono che l'uomo peccatore ha la
capacità di scegliere di essere salvato che costoro fanno pressione sulla sua
volontà in ogni maniera, fino al punto di cercare di manipolarla con tecniche
di suggestione di ogni genere, o facendo appello a spettacoli umani. Loro non
hanno fiducia nella potenza di Dio, ma in una sorta di potenza innata
nell'uomo: non hanno fiducia nella volontà sovrana di Dio, ma nella volontà
sovrana dell'uomo. Non credono che Dio opererà 'il volere essere salvati' in
coloro che Lui ha ordinato a vita eterna, e quindi che farà loro forza, e che
li persuaderà lui, a ravvedersi e a credere; e quindi hanno deciso di cercare
di operare loro - per così dire 'il volere essere salvati' nei peccatori. |
|
|
Ad
adulterare la predicazione rivolta ai peccatori
|
|
Coloro che rigettano l'elezione, siccome
non credono che Dio ha eletto a salvezza alcuni avanti la fondazione del
mondo, e quindi che a Suo tempo Egli li forzerà e li vincerà, li persuaderà
ed essi si lasceranno persuadere; siccome non credono che Dio ha preordinato
a vita eterna alcuni, e quindi a suo tempo essi crederanno nel Vangelo;
adulterano la predicazione, perchè siccome sono convinti
che la scelta la fa l'uomo, bisogna aiutare l'uomo a fare questa scelta o
meglio spingerlo a fare questa scelta, e uno di questi aiuti consiste nel togliere
dalla predicazione il ravvedimento dalle opere morte, e l'annuncio del
giudizio a venire su coloro che non conoscono Dio e non ubbidiscono al
Vangelo. Non bisogna spaventare infatti i peccatori perchè
altrimenti non accettano poi il Vangelo, ma bisogna farli sentire a loro
agio, tranquilli, e quindi bisogna parlargli solo dell'amore di Dio, e dirgli
che Gesù li ama, nella speranza che qualcuno tra loro decida di credere
nell'amore di Dio. |
In altre parole, il rigetto dell'elezione
fa nascere in coloro che devono annunciare il Vangelo al mondo, la paura di
spaventare i peccatori se gli si presenta tutto il messaggio, e allora
smussano gli angoli, annacquano il vino, adulterano la Parola: modificano il
messaggio. |
Ecco perchè il
messaggio di queste Chiese che rigettano l'elezione è un messaggio blando,
debole, fatto su misura per la platea; che si distingue nettamente da quello
che portavano gli apostoli del Signore al mondo che invece predicavano il
ravvedimento e il giudizio a venire. Perchè esse
non credono nell'elezione, mentre gli apostoli ci credevano e non avevano per
nulla la paura di spaventare i peccatori e che questi non accettassero il
Vangelo, perchè sapevano che a suo tempo gli
ordinati a vita eterna avrebbero creduto nel Vangelo. |
La Scrittura dice che "Iddio dunque,
passando sopra ai tempi dell’ignoranza, fa ora annunziare agli uomini che
tutti, per ogni dove, abbiano a ravvedersi, perché ha fissato un giorno, nel
quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo ch’Egli ha
stabilito; del che ha fatto fede a tutti, avendolo risuscitato dai
morti" (Atti 17:30-31), e difatti Gesù Cristo prima di essere assunto in
cielo disse ai suoi discepoli: "Così è scritto, che il Cristo
soffrirebbe, e risusciterebbe dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome
si predicherebbe ravvedimento e remission dei
peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme" (Luca 24:46-47). |
Gesù stesso predicò il ravvedimento agli
uomini, dicendo loro: "Ravvedetevi e credete all’evangelo" (Marco
1:15), e Paolo esortava i peccatori a ravvedersi quando evangelizzava,
infatti disse: “Io non mi son tratto indietro dall’annunziarvi e
dall’insegnarvi in pubblico e per le case, cosa alcuna di quelle che vi
fossero utili, scongiurando Giudei e Greci a ravvedersi dinanzi a Dio e a
credere nel Signor nostro Gesù Cristo” (Atti 20:20-21). |
Per quanto riguarda l'annunzio del giudizio
a venire, Gesù per esempio rimproverò le città nelle quali era stata fatta la
maggior parte delle sue opere potenti, perché non si erano ravvedute, in
questa maniera: “Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perché se in Tiro e Sidone
fossero state fatte le opere potenti compiute fra voi, già da gran tempo si
sarebbero pentite, con cilicio e cenere. E però vi dichiaro che nel giorno
del giudizio la sorte di Tiro e di Sidone sarà più
tollerabile della vostra. E tu, o Capernaum, sarai
tu forse innalzata fino al cielo? No, tu scenderai fino nell’Ades. Perché se in Sodoma
fossero state fatte le opere potenti compiute in te, ella sarebbe durata fino
ad oggi. E però, io lo dichiaro, nel giorno del giudizio la sorte del paese
di Sodoma sarà più tollerabile della tua” (Matteo
11:21-24) - ma si potrebbero citare altri passi in cui Gesù parlò della sorte
che aspettava i peccatori; e Paolo, quando predicò nella sinagoga di Antiochia di Pisidia, terminò
la sua predica con queste parole: “Guardate dunque che non venga su voi
quello che è detto nei profeti: Vedete, o sprezzatori, e maravigliatevi,
e dileguatevi, perché io fo un’opera ai dì vostri, un’opera che voi non
credereste, se qualcuno ve la narrasse” (Atti 13:40-41); e quando predicò la
Parola agli Ateniesi, le ultime parole che pronunciò prima di essere
interrotto furono queste: “Iddio dunque, passando sopra ai tempi
dell’ignoranza, fa ora annunziare agli uomini che tutti, per ogni dove,
abbiano a ravvedersi, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il
mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo ch’Egli ha stabilito; del che ha
fatto fede a tutti, avendolo risuscitato dai morti” (Atti 17:30-31); e quando
il governatore Felice lo mandò a chiamare, e lo ascoltò circa la fede in
Cristo, la Bibbia dice che “ragionando Paolo di giustizia, di temperanza e
del giudizio a venire, Felice, tutto spaventato, replicò: Per ora, vattene; e
quando ne troverò l’opportunità, ti manderò a chiamare” (Atti 24:25). |
|
|
Ad
adottare metodi di evangelizzazione non biblici
|
|
Il rigetto dell'elezione porta ad usare
metodi di evangelizzazione non biblici, quali concerti di musica rock e rap,
balletti, scene teatrali, mimi, puppets, e cose
simili, e questo perchè chi rigetta l'elezione
pensa che siamo noi ad attirare le anime a Cristo, e quindi ogni mezzo è
lecito per questo fine. |
Ora, che cosa disse Gesù Cristo? "Niuno
può venire a me se non che il Padre, il quale mi ha mandato, lo attiri"
(Giovanni 6:44), ed anche: "Niuno può venire a me, se non gli è dato dal
Padre" (Giovanni 6:65). Quindi il Figlio di Dio stesso, nei giorni della
sua carne, era convinto che era Dio ad attirare le anime a Lui. |
A questo punto allora dobbiamo esaminare
attentamente la storia di Gesù di Nazaret per
vedere quali mezzi Gesù usò per portare il Vangelo al mondo, perchè è di fondamentale importanza per noi per capire se
Gesù fece uso del teatro o della musica mondana di allora o di pupazzi o
balletti per portare il Vangelo al mondo. Ora, dopo un attento e minuzioso
esame della vita di Gesù, siamo arrivati alla conclusione che Gesù ricorse
solo alla predicazione, predicazione che era accompagnata da segni, prodigi e
guarigioni, che servivano spesso ad attirare le anime alle sue predicazioni e
a trarle all'ubbidienza della fede. Non vediamo altro. |
Ecco perchè Gesù
prima di essere assunto in cielo ha dato l'ordine: "Andate per tutto il
mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura" (Marco 16:15), ed ecco perchè gli apostoli si limitarono anche loro a predicare
il Vangelo. |
|
|
A vivere
in maniera indegna del Vangelo
|
|
Possono coloro che non ritengono di essere
stati scelti da Dio a salvezza avanti la fondazione del mondo, sentirsi in
obbligo di santificarsi al fine di piacere a Dio in tutta la loro condotta?
No, perchè la loro salvezza è dipesa dalla loro
scelta e non da una scelta di Dio. Come quindi non si sentono in obbligo di
benedire Dio per averli eletti a salvezza avanti la fondazione del mondo,
così non si sentono obbligati a vivere una vita santa, giusta e pia. Perchè dovrebbero mostrarsi riconoscenti verso Dio,
quando Lui non ha fatto assolutamente nulla per convertirli se non dopo che
loro hanno preso l'iniziativa, o hanno fatto il primo passo? Loro hanno
scelto Cristo, in quanto totalmente liberi di farlo o non farlo, e loro
quindi si sentono anche adesso liberi di fare quello che vogliono loro. 'Siamo
liberi, siamo liberi, siamo liberi', dicono del continuo. E questo si vede,
infatti fanno della libertà una occasione alla carne! Nessuno si deve
permettere quindi di dire loro: 'Questo non si fa', o 'In questo posto non si
va', perchè ti aggrediscono come bestie feroci,
insultandoti in ogni maniera, e deridendoti pure. Questo secondo loro
significa volere riportare i credenti sotto la legge di Mosè. La verità invece
è che costoro non vogliono stare sotto la legge di Cristo, perchè ribelli, ecco perchè non
rinunciano all'empietà e alle mondane concupiscenze. Per costoro, è pressoché
tutto permesso ad un Cristiano. Si sentono quindi autorizzati a dire bugie,
buffoneggiare, frodare, calunniare, darsi ai piaceri della vita, avere
l'animo alle cose della carne, avere l'animo alle cose alte e a quelle della
terra, in altre parole vivere come quelli del mondo; perchè
sono liberi. |
La santificazione che ogni credente deve
procacciare, è qualcosa a cui siamo stati chiamati in quanto eletti da Dio a
salvezza. Non dice forse Paolo ai santi di Efeso che Dio ci ha eletti in
Cristo "prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi ed
irreprensibili dinanzi a lui nell’amore" (Efesini 1:4)? Dunque, noi non
siamo stati eletti perchè Dio sapeva che saremmo
stati santi, ma affinché noi fossimo santi, e quindi affinché ci
santificassimo. Dunque Dio ci ha rivolto una chiamata, che è una chiamata a
santità, secondo che dice Paolo ai Corinzi: "Chiamati ad esser
santi" (1 Corinzi 1:2), ed ai Tessalonicesi: "Iddio ci ha chiamati
non a impurità, ma a santificazione" (1 Tessalonicesi 4:7). |
Ma chi non si ritiene scelto da Dio, non
può sentire forte questa chiamata a santificarsi. E questo si vede ormai
dappertutto in quelle Chiese che rigettano l'elezione, che peraltro sono
quelle che ci accusano falsamente di sostenere la dottrina 'una volta salvati
sempre salvati', ma che poi nella pratica sono proprio loro che sostengono
che una volta salvati si è sempre salvati, infatti secondo loro i salvati
possono peccare quanto e come vogliono loro tanto alla fine Dio è buono e
salva tutti. Quindi alla fine coloro che si chiamano fratelli e sono
ingiusti, ladri, ubriaconi, fornicatori, adulteri, oltraggiatori, bugiardi,
omosessuali, e rapaci, saranno accolti anche loro in gloria. E se ti permetti
di dire qualcosa, ti dicono subito: 'Non giudicare! Che ti senti più santo
degli altri? Tutti abbiamo i nostri difetti!' |
Ecco dunque cosa abbiamo scoperto, che sono
i nostri accusatori che di fatto sostengono 'una volta salvati sempre salvati'
ma non in virtù dell'elezione come fanno certe Chiese Protestanti, ma in
virtù del loro principio che il credente è libero di fare quello che vuole, e
quindi anche libero di peccare. E'
chiaro che questo non ve lo diranno mai apertamente, ma implicitamente
abbiamo scoperto che è quello che pensano. Peggio per loro, si stanno
illudendo. |
|
|
A non
essere poi così tanto sicuri della propria salvezza
|
|
Se c'è una dottrina biblica che rende il
credente sicuro della sua salvezza, lo consola e lo fortifica, è proprio la
dottrina dell'elezione. Consideriamo per un momento un credente che sa e
crede che Dio lo ha eletto individualmente e personalmente a salvezza in
Cristo, avanti la fondazione del mondo; e quindi che Dio ha scritto il suo
nome nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo. Non si sentirà egli
forse sicuro della sua salvezza, in quanto consapevole che essa era stata
decretata dal Creatore prima che lui esistesse? Non si sentirà egli pieno di
forze nei momenti di debolezza, cioè quando nel corso della sua vita
soffieranno i venti contrari? Non si sentirà egli grandemente consolato nel
sapere questo, quando sarà afflitto dai suoi persecutori? Non si sentirà
pieno di gioia quando i suoi nemici lo contristeranno a motivo del Vangelo? |
Quello che voglio dire è che sapere che
sono salvato perchè è Dio che ha voluto salvarmi, e
quindi perchè è dipeso dalla Sua volontà, secondo
che dice Dio a Mosè: "Farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà
di chi vorrò aver pietà" (Esodo 33:19), e Paolo ai santi di Roma: "Non
dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia
.... Così dunque Egli fa misericordia a chi vuole, e indura
chi vuole" (Romani 9:16,18), e Giacomo: "Egli ci ha di sua volontà
generati mediante la parola di verità, affinché siamo in certo modo le
primizie delle sue creature" (Giacomo 1:18); non può che farmi sentire
sicuro della mia salvezza, perchè è la Sua sovrana
volontà che ha voluto salvarmi, e non la mia volontà. |
Ma se io dovessi cominciare a pensare che
la mia salvezza è dipesa dalla mia volontà, non mi potrei sentire più così
sicuro di essa, perchè alla fin fine Dio non avrebbe
fatto nulla per spingermi ad essere salvato, perchè
non mi ha per nulla condizionato o influenzato o guidato affinchè
io fossi salvato. Praticamente mi dovrei mettere a confidare nella mia
volontà, e non più nella volontà di Dio. Detto ancora in altre parole, mi
metterei a confidare in me stesso, anzichè in Dio.
E questo sarebbe grave. |
E non è forse quello che sta accadendo in
quelle Chiese che rigettano l'elezione! Quanti credenti quando parlano
mettono così tanta enfasi sul loro 'io' che pare che Dio non esista, e
parlano della loro 'sovrana' volontà, che sovrana non è affatto, anziché
della sovrana volontà di Dio? |
|
|
Ad andare
in confusione
|
|
Il rigetto dell'elezione porta
inevitabilmente il credente ad entrare in confusione mentale per questa
ragione. Perchè il credente che non sa di essere
stato eletto a salvezza avanti la fondazione del mondo, perchè
gli è stato insegnato che è tutto dipeso da lui, comincia a farsi diverse
domande, come per esempio: 'Se è dipeso tutto da me, come mai io sono
scampato a vari pericoli di morte, e non sono morto prima di essere salvato, mentre
tanti sono morti peraltro senza magari avere avuto mai neppure l'occasione di
sentire parlare del Vangelo e sono andati all'inferno?' ed ancora: 'Perchè io sì e altri no?' A chi dunque dovrà egli
attribuire tutto questo? Al caso? Al calcolo delle probabilità? A qualcosa
d'altro, che non sia mai però il proponimento dell'elezione di Dio?' |
Forse lui cercherà la risposta nel fatto
che Dio sapeva che lui avrebbe creduto. Ma io dico questo: se Dio semplicemente
sapeva che noi avremmo creduto, e noi abbiamo creduto, perché noi abbiamo
creduto? In altre parole, come mai la preconoscenza di Dio si è tramutata in
realtà senza il Suo intervento? In virtù di chi o di che cosa siamo giunti a
credere? Come è possibile da un lato dire che non è Dio che ci ha dato di
credere in virtù di un suo proponimento formato prima della fondazione del
mondo, e poi affermare che quello che Lui sapeva si è adempiuto e quindi noi
abbiamo creduto? Non è strano che quello che Dio sapeva si è adempiuto, ma
Lui non ha affatto operato in noi per farci credere? Ma allora, se non è per
la volontà di Dio che noi ci siamo ravveduti e abbiamo creduto, in virtù di
cosa ci troviamo oggi nella fede? Cioè, perché proprio noi – che Dio sapeva avremmo
creduto - abbiamo voluto credere senza che Lui abbia operato in noi il
volere, senza che Lui ci abbia voluto dare il ravvedimento e la fede? Come è
possibile che quello che Dio sa innanzi si adempie in tutto e per tutto,
senza che sia Lui che manda ad effetto la sua preconoscenza? Lo ripeto, ma
non è strano, che quello che Dio sapeva innanzi si è adempiuto, ma Lui non
c’entra affatto nella nostra decisione? Viene da domandarsi allora: ma allora
le cose sono due: o l’uomo il destino se lo crea veramente lui stesso per cui
è Lui il disegnatore e l’architetto della sua vita, o l’uomo è in balia di
qualche forza impersonale o di una sorta di fato che lo spinge ad agire in
maniera tale che quello che Dio sa sul suo conto si verifica. Il risultato
comunque è sempre lo stesso, e cioè che alla fine succederà esattamente
quello che Dio sapeva innanzi!!! |
Quindi anche questa risposta non potrà
soddisfarlo affatto. Dunque, è evidente che un credente che rigetta il
proponimento dell'elezione di Dio si troverà in confusione, perchè non riuscirà a capire come mai il corso degli
eventi della sua vita ha preso quella direzione, e cercherà di rispondere ai
suoi quesiti con ragionamenti vani e contraddittori. |
|
|
Ad
accusare ingiustamente e offendere i credenti che credono nell'elezione
|
|
Il rigetto dell'elezione porta a rigettare
anche coloro che insegnano l'elezione, i quali spesso non vengono considerati
neppure fratelli. Le accuse sono le più svariate, e spesso sono anche
pesanti, ma la causa è sempre la stessa, il rigetto che Dio abbia eletto
alcuni alla salvezza avanti la fondazione del mondo. Le loro parole sono
amare, stolte, insensate, e false. Costituiscono degli oltraggi. |
E quindi costoro trasgrediscono la Parola
di Dio che dice: "Niuna mala parola esca dalla vostra bocca; ma se ne
avete alcuna buona che edifichi, secondo il bisogno, ditela, affinché
conferisca grazia a chi l’ascolta. E non contristate lo Spirito Santo di Dio
col quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione. Sia tolta
via da voi ogni amarezza, ogni cruccio ed ira e clamore e parola offensiva
con ogni sorta di malignità" (Efesini 4:29-31). |
|
|
A mentire
contro la verità
|
|
Coloro che rigettano il proponimento
dell'elezione di Dio, sono trascinati inesorabilmente a dire tante cose
perverse o fare tanti vani ragionamenti che annullano la Parola di Dio. Ecco perchè sostengono che Dio prevede ma non predetermina gli
eventi, che siamo diventati predestinati quando siamo entrati a far parte
della Chiesa di Dio, che l'elezione è collettiva ma non individuale, che il
nostro nome è stato scritto nel libro della vita quando abbiamo creduto, che tutti
gli uomini hanno una misura di fede, che nessuno è totalmente nell’ignoranza
di Dio e della sua volontà, che Gesù fece di tutto fino alla fine per
impedire a Giuda di tradirlo, che il fatto che uno possa dichiarare che Gesù
è il Figlio di Dio dipende dalla volontà dell’uomo, che Lidia aprì il proprio
cuore al Signore, che il Signore salvò Saulo da
Tarso perché era sincero, onesto e amava Dio, ed infine che Zaccheo invitò Gesù a casa sua. Perchè
la salvezza dipende dalla volontà dell'uomo o come dicono loro dal libero arbitrio
dell'uomo! |
Dicendo queste menzogne essi trasgrediscono
il comando che dice: "Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità
al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri" (Efesini 4:25). |
|
|
A non parlare
mai di certi passi della Bibbia e della volontà di Dio
|
|
Altra cosa a cui porta il rigetto
dell'elezione è questa, e cioè che dai pulpiti di queste Chiese non si
sentono mai menzionare tutti quei passi che mettono in chiara evidenza la
volontà di Dio di fare misericordia ad alcuni e di indurare
altri, il proponimento dell’elezione di Dio, e così via (e se mai qualcuno li
cita, li cita soltanto per spiegarli in maniera sbagliata). Per farvi capire
fino a che punto arrivano alcuni di questi pastori, vi dico che il conduttore
di una Chiesa durante uno studio biblico sulla lettera ai Romani giunto al
capitolo 9 ha detto che i capitoli 9 e 11 non sono per noi ma per gli Ebrei
ed è passato oltre!! |
L’enfasi poi nei loro discorsi viene sempre
messa sulla decisione presa dall’uomo che ha creduto; questo nelle loro
predicazioni e nei loro insegnamenti è molto evidente. E ovviamente il
parlare dei credenti è incentrato sulla loro volontà: ‘Io ho voluto credere’,
‘Io ho scelto di seguire Cristo’, ‘Io mi sono deciso di ravvedermi e credere
in Cristo’ ecc. Pare quasi che sono loro gli autori della loro salvezza, che
Dio non abbia proprio fatto nulla per condurli a Cristo, che il ravvedimento
lo hanno prodotto loro, che la fede ce l’hanno per qualche loro merito
personale e non perché Dio ha deciso di dargliela senza che essi gli abbiano
chiesto nulla o abbiano fatto qualcosa per meritarla. Espressioni come ‘Dio
ha voluto farci misericordia’, ‘Dio ha voluto salvarci perché così aveva
prestabilito nei nostri confronti’, ‘Se siamo andati a Cristo lo dobbiamo
esclusivamente a Dio’, ‘Se Dio non ci avesse attirati a Cristo, noi ora
saremmo ancora perduti’, ‘Dio non ci ha donato la fede perché ci siamo
disposti ad accettare Cristo, ma ce l’ha donata perché EGLI aveva predisposto
che noi accettassimo Cristo, e quindi ce l’ha donata in virtù del
proponimento della sua elezione’, sono assenti dal parlare di questi
credenti. E di conseguenza essi prendono per sé parte della gloria che va
data a Dio. E questo è grave, non è una cosa da poco!!! |
I membri di queste Chiese vivono di
conseguenza in una profonda ignoranza delle Scritture. Molti di loro sanno
solo ripetere più o meno correttamente quei passi (e la loro relativa
interpretazione) che hanno sentito sempre dire al loro pastore contro la predestinazione,
ma non sanno neppure dove stanno scritti quegli stessi passi che ripetono
meccanicamente, e meno che meno sanno che nella Scrittura ci sono molti
chiari riferimenti a riguardo della predestinazione che sorprendono per la
loro chiarezza. In effetti taluni di questi fratelli sono come quelli che
ripetono che dobbiamo essere astuti come i serpenti perchè
il loro pastore gli ha sempre detto che Gesù ha detto quelle parole, ma non
si sono mai presi il tempo di andare a vedere che in effetti Gesù ha detto di
esser prudenti come i serpenti (cfr. Matteo 10:16) e non astuti come essi, il
che è una cosa molto e molto differente. E riguardo alla predestinazione
fanno una cosa simile; ripetono quelle parole contro la predestinazione che
hanno letto da qualche parte o che hanno sentito dire a qualche pastore senza
essersi però mai presi il tempo di andare ad esaminare le Scritture per
vedere se in realtà quelle parole escludono la predestinazione o per vedere
se ci sono altri passi nella Scrittura alla cui luce questi passi che loro
conoscono acquistano un altro significato nel senso che non escludono affatto
la predestinazione. Purtroppo, oggi anche tanti credenti si nutrono solo del
cibo che viene loro dato la domenica. Il loro cibo spirituale si limita al
sermone domenicale. Per cui dato che la domenica non viene mai menzionato il
proponimento dell’elezione di Dio, essi pensano che non esista!!! Qualcuno ha
detto che la miglior maniera per non far sapere qualcosa alle persone, è non
parlargliene mai!! E’ proprio vero! |
|
|
Conclusione
|
|
Concludo dicendo che spero nel Signore che
questo mio breve scritto induca quei credenti che ancora rigettano il
proponimento dell'elezione di Dio, ad investigare le Scritture su tale
importante argomento pregando Dio di aprire loro la mente per intenderle. |
Mi rivolgo a loro: 'Non abbiate paura della
dottrina dell'elezione, non schivatela, non disprezzatela, non rigettatela, perché
è biblica quanto lo è la Trinità, l'immortalità dell'anima, la venuta di
Cristo, per citare solo alcune delle tante dottrine bibliche'. |
|
Chi ha orecchi da udire, oda. |
|
Giacinto Butindaro |
|
Roma, Agosto 2011 |