Corrado Salmè sostiene l’eresia della
preesistenza degli spiriti |
Corrado Salmè, pastore del Centro Apostolico
Missionario GIUBILEO di San Giovanni La Punta (Catania), durante una sua
predicazione (che verteva su Geremia) in seno alla Chiesa del pastore Luigi
D'Orta, che si riunisce in Via Oronzio 18 a Napoli, ha affermato che noi
prima di nascere eravamo in cielo davanti a Dio e con Dio. In altre parole,
ha affermato la preesistenza degli spiriti. Ecco le sue parole: ‘E Dio chiama Geremia, lo chiama sin dal grembo materno, e quando
è arrivato il momento che lui poteva ascoltare la sua voce, Dio gli parla e
gli dice: ‘Io ti ho formato nel grembo di tua madre, e prima che io ti
formavo, io ti ho chiamato. Il tuo spirito era con me, Geremia, tu eri con
me prima che tu nascessi, io ti ho formato, ti ho chiamato, ti ho
costituito prima che tu nascessi. E’ importante fratello, sorella, che tu
sappia che Dio ti ha chiamato prima che tu nascessi. Il tuo spirito, il
tuo spirito, era con Dio prima che tu nascessi. Il nostro Dio è il Padre
degli spiriti, e noi eravamo davanti a Lui e con Lui prima che noi
nascevamo. E Geremia era stato così sopraffatto da questa straordinaria
rivelazione, che disse: ‘Ahimè, Signore, sono solo un ragazzo!’ E Dio gli
disse: ‘Non dirlo’. In queste parole di Corrado Salmè ci sono
alcune menzogne. ● Prima menzogna. La preesistenza degli spiriti,
infatti egli afferma: ‘Il tuo spirito, il tuo spirito, era con Dio prima che tu
nascessi’. Spieghiamo perché alla luce della Scrittura si tratta
di una menzogna. L’essere umano è composto da uno spirito,
da un’anima e da un corpo perché Paolo dice ai Tessalonicesi: "E
l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima ed il corpo, sia conservato
irreprensibile, per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo" (1
Tessalonicesi 5:23), e sia il nostro spirito che la nostra anima hanno avuto
un principio come lo ha avuto il nostro corpo, ma questo principio lo hanno
avuto sulla terra e non in cielo. Certo riconosciamo di non potere dire
esattamente quando in noi siano comparsi lo spirito e l’anima (certamente
mentre eravamo nel seno di nostra madre ma non possiamo dire di più). Quello
che però possiamo dire con certezza è che anche il nostro spirito e la nostra
anima sono stati creati da Dio assieme al nostro corpo sulla terra perché Dio
dice in Isaia: "Poiché io non voglio contendere in perpetuo né serbar
l’ira in eterno, affinché gli spiriti, le anime che io ho fatte, non vengan
meno dinanzi a me" (Isaia 57:16). Dunque non è affatto vero che prima
sia stato formato lo spirito dell’uomo e poi questo spirito – dopo essere
stato davanti a Dio e con Dio per un certo periodo di tempo - ad un certo
punto sia stato messo da Dio in un corpo di carne ed ossa, come lascia
supporre Salmè. E poi, c’è da dire che se noi prima di
essere concepiti fossimo esistiti in cielo sotto forma di spiriti, per forza
di cose dovremmo ricordarci della nostra preesistenza. Gesù infatti nei
giorni della sua carne si ricordava della sua preesistenza con Dio Padre in
cielo. Non disse forse al Padre: "Glorificami tu presso te stesso della
gloria che avevo presso di te avanti che il mondo fosse" (Giovanni
17:5)? Ed ai Giudei: "Prima che Abramo fosse nato, io sono"
(Giovanni 8:58)? E ad alcuni dei suoi discepoli che si erano scandalizzati
delle sue parole: "E che sarebbe se vedeste il Figliuol dell’uomo
ascendere dov’era prima" (Giovanni 6:62)? Dunque anche noi, se
esistevamo presso Dio e con Dio in cielo prima di venire in questo mondo,
dovremmo ricordarci qualcosa di questa nostra precedente esistenza. Ma
nessuno di noi è in grado di ricordarsi della sua preesistenza celeste. E’
dovuto alla mancanza di memoria forse? Non credo proprio, perché per quanto smemorati possiamo essere
o diventare, qualcosa della nostra fanciullezza ci ricordiamo sempre; chi
poco chi tanto ma tutti ci ricordiamo qualcosa. Ma della nostra cosiddetta
preesistenza celeste nessuno si ricorda proprio niente! La ragione dunque non
è la mancanza di memoria ma la mancanza di una nostra preesistenza nelle
sfere celesti assieme a Dio per cui è impossibile ricordarsi di qualcosa che
non fa parte di quello che ci è accaduto. Questo è lo stesso discorso in fin
dei conti che facciamo nei confronti di coloro che credono nella reincarnazione.
In questo caso però diciamo loro che noi non ricordiamo di essere stati Tizio
o Caio nella nostra vita precedente, perché noi prima di essere concepiti nel
seno di nostra madre non esistevamo. Dunque la seguente affermazione che Corrado
Salmè mette in bocca a Dio: ‘Il tuo spirito era con me, Geremia, tu eri con
me prima che tu nascessi’ è menzognera. Come è menzognera anche
l’affermazione: ‘Il tuo spirito, il tuo spirito, era con Dio prima che tu nascessi’,
perché il nostro spirito prima che noi nascessimo era già parte del nostro
essere, perché mentre ci trovavamo nel seno di nostra madre eravamo già degli
esseri viventi con un corpo, un anima ed uno spirito. Se il nostro spirito
fosse stato davanti a Dio e con Dio prima della nostra nascita, dovremmo
concludere che eravamo morti nel seno di nostra madre, perché la Scrittura
afferma che “il corpo senza lo spirito è morto” (Giacomo 2:26). ● Seconda menzogna. Dio ha chiamato
Geremia prima che lui fosse formato nel seno di sua madre. Spieghiamo anche qui perché alla luce della
Scrittura si tratta di una menzogna. Dio non disse a Geremia di averlo chiamato
prima che egli fosse formato, ma un'altra cosa, e cioè che Egli lo aveva
conosciuto prima ancora di averlo formato; e oltre a ciò gli disse che prima
che egli nascesse era stato consacrato e costituito profeta delle nazioni,
secondo che è scritto: “La parola dell’Eterno mi fu rivolta, dicendo: Prima
ch’io ti avessi formato nel seno di tua madre, io t’ho conosciuto; e prima
che tu uscissi dal suo seno, io t’ho consacrato e t’ho costituito profeta
delle nazioni’ (Geremia 1:4-5). In
altre parole, Dio preconobbe Geremia prima che egli fosse formato, e lo
consacrò e costituì profeta prima che egli uscisse dal seno di sua madre. La stessa cosa vale per noi, figliuoli di
Dio. Dio ci ha conosciuti prima che noi fossimo concepiti o formati. Ecco
perché la Scrittura dice che noi siamo stati preconosciuti da Dio. E non solo
preconosciuti, ma anche predestinati; e poi chiamati, secondo che dice Paolo
ai Romani: “Perché quelli che Egli ha preconosciuti, li ha pure predestinati
ad esser conformi all’immagine del suo Figliuolo, ond’egli sia il primogenito
fra molti fratelli; e quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e
quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha
giustificati, li ha pure glorificati” (Romani 8:29-30). La chiamata di Dio
dunque è successiva sia alla preconoscenza che alla predestinazione di Dio
nei nostri confronti, ed ha preceduto la nostra giustificazione. Dunque, Dio
non ci ha chiamati prima che fossimo concepiti o prima che nascessimo, ma
dopo che siamo nati. Ecco perché Paolo afferma: “Del resto, ciascuno seguiti
a vivere nella condizione assegnatagli dal Signore, e nella quale si trovava
quando Iddio lo chiamò” (1 Corinzi 7:17). Le cose sono dunque molto diverse
da come le presenta Salmè. Voglio però che sappiate che il fatto che siamo
stati preconosciuti e predestinati, non vuole assolutamente dire che noi,
quando fummo preconosciuti e predestinati da Dio, esistevamo sia pure in
forma di spiriti davanti a Dio e con Dio, e questo perché Dio è in grado di
preconoscere e predestinare le persone quand’esse non esistono ancora. Stando così le cose, la straordinaria
rivelazione che ricevette Geremia, non fu sapere che il suo spirito era
davanti a Dio e con Dio prima di nascere, e che Dio lo aveva chiamato prima
che nascesse, ma fu sapere che prima che lui fosse stato formato nel seno di
sua madre Dio lo aveva conosciuto, e prima che uscisse dal seno di sua madre
Egli lo aveva consacrato e costituito profeta delle nazioni. Che dire? Certamente, queste affermazioni
di Salmè denotano mancanza di
conoscenza e molta superficialità, che sono cose che purtroppo in ambito
Pentecostale sono molto diffuse nei pastori e predicatori. Si legge la Bibbia
(quando la si legge), e le si fa dire un po’ quello che pare e piace, tanto
nessuno ci fa caso ormai se una cosa è biblica o no. Tutti dicono ‘Amen’, e
guai a chi si permette di contestare la sia pur minima cosa sbagliata che
dicono questi pastori, in quanto agire in questa maniera equivale a
giudicare, condannare, ‘toccare gli unti di Dio’ e così via. Ormai, lo sapete
quali sono le offese e le accuse che si attirano coloro che mettono in
evidenza gli errori dottrinali di questi pastori. Ma per quanto sta in me, fino a che Dio me
lo permetterà confuterò tutte le menzogne di questi pastori che Dio mi farà
trovare. E questo lo farò per amore della verità, nella speranza che questi
pastori riconoscano i loro errori dottrinali e che i santi si guardino dal
loro lievito. La grazia del nostro Signore Gesù Cristo
sia con tutti coloro che lo amano con purità incorrotta Giacinto Butindaro |
|