Non è vero che l'anno 2000 introdurrà il millennio in cui Cristo regnerà sulla terra con i suoi eletti |
Secondo alcuni pastori, l’anno 2000 non solo introduce ufficialmente il terzo millennio dalla nascita di Cristo, ma esso introduce pure il settimo millennio dalla creazione del mondo. Dato quindi che questo periodo di tempo è contrassegnato dal numero SETTE e tutte le date contrassegnate dal numero sette racchiudono nel piano di Dio un particolare significato in quanto il sette è il numero dell’opera perfetta di Dio - il sabato è il settimo giorno della settimana, l’anno sabbatico cadeva ogni sette anni, e il giubileo cadeva dopo sette settimane di anni (49 anni), – in questo prossimo millennio si compirà il piano divino della redenzione. In esso infatti avverranno queste cose: la discesa di Gesù dal cielo con la resurrezione dei morti in Cristo e il mutamento dei santi viventi i quali saranno tutti portati in cielo a celebrare le nozze dell’Agnello. Poi dopo qualche tempo, Cristo tornerà sulla terra con grande potenza e gloria, e stabilirà il suo trono in Gerusalemme e da qui regnerà sulla terra per mille anni con i suoi eletti. Questo millennio sarà dunque caratterizzato dalla pace e dalla giustizia e da grande prosperità. Satana sarà legato per mille anni, e i santi regneranno con Cristo. Nell’ottavo millennio poi il Signore farà tutte le cose nuove. Questa idea è sostenuta con fermezza e chiarezza dal pastore Carlo Fumagalli nel suo recente libro Il Giubileo secondo il cuore di Dio (Pantigliate – Milano, 1999) alle pagine 63-64,152-153. |
Questa idea del settimo millennio inteso come il millennio in cui Cristo regnerà con i suoi santi non è nuova ma molto vecchia, la si trova infatti già esposta nell’epistola di Barnaba, una lettera attribuita falsamente all’apostolo Barnaba (scritta dopo il 70 dopo Cristo e prima del 178 circa). In questa epistola la durata del mondo è simboleggiata e definita dai giorni della creazione. Dio creò il mondo in sei giorni e dato che ogni giorno equivale a mille anni (cfr. Sal. 90:4 e 2 Piet. 3:8), il mondo durerà seimila anni. Nel racconto della creazione si dice poi che il Signore si riposò nel settimo giorno, il che significa che il Signore nel ritornare distruggerà il tempo dell’iniquo (ossia dell’anticristo che lo precederà), giudicherà gli empi, muterà il sole, la luna e le stelle, e poi si riposerà. Finito il settimo millennio, in cui il Signore prenderà riposo insieme con i giusti, avrà inizio l’ottavo giorno che coinciderà con l’inizio di un mondo nuovo. L’epistola di Barnaba dà la fine del sesto millennio e la venuta del Signore come ormai prossima (IV, 3; XXI,3). Naturalmente questa idea sul settimo millennio di questi pastori si basa sul presupposto che il mondo fu creato nel 4000 avanti Cristo. Bisogna dire però che con i dati presenti nelle Scritture non si può affatto arrivare a dire con certezza matematica che quella è la data della creazione. Al massimo si può supporre che il mondo fu creato attorno al 4000 avanti Cristo. Altra cosa poi che va detta è che secondo gli Ebrei, che contano gli anni a partire dalla creazione, noi saremmo nel 5760 e non nel 5999! Insomma sulla precisa data della creazione regna l’incertezza. Ma qualunque sia la data in cui fu creato il mondo (che Dio solo sa), una cosa è certa e cioè che noi fratelli, ci troviamo davanti ad una predizione sul tempo del ritorno di Cristo infatti ci viene detto da questi pastori che Egli tornerà nel prossimo millennio, e da quanto ci viene dato di capire, all’inizio di esso. |
Questa predizione è dunque da rigettare perché Gesù disse che quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli dei cieli, ma solo il Padre (cfr. Matt. 24:36). Che noi non sappiamo il giorno e l’ora del suo ritorno è confermato dal fatto che quando egli esortò i suoi discepoli a vegliare, gli disse: "Perché non sapete né il giorno né l’ora" (Matt. 25:13), ed anche: "Perché non sapete in qual giorno il vostro Signore sia per venire" (Matt. 24:42), ed ancora: "Perché nell’ora che non pensate, il Figliuol dell’uomo verrà" (Matt. 24:44). Non sono abbastanza chiare queste parole di Gesù Cristo? Qualcuno forse dirà: ‘Ma nella Bibbia non è scritto che in futuro Dio non avrebbe rivelato la data del ritorno di Cristo!’. Questo è vero, ma è altresì vero che dato che le parole di Gesù saranno ancora valide pochi istanti prima del suo ritorno glorioso di conseguenza anche le suddette sue parole saranno vere e perciò nessuno di noi potrà sapere quando egli tornerà neppure pochi secondi primi del suono della tromba di Dio. Se qualcuno lo sapesse le parole di Gesù cadrebbero a terra e risulterebbe che egli ha mentito. Lo Spirito Santo non rivelerà mai questa data che deve rimanere occulta fino a quando Cristo non sarà tornato dal cielo. Stando così le cose, noi non abbiamo bisogno che nessuno ci parli o ci scriva riguardo al tempo del ritorno di Cristo, perché sappiamo che Egli verrà nell’ora CHE NON SAPPIAMO. E che sia così lo troviamo confermato in maniera molto chiara nella prima epistola di Paolo ai santi di Tessalonica in cui viene detto dall’apostolo: "Or quanto ai tempi ed ai momenti, fratelli, non avete bisogno che vi se ne scriva; perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte" (1 Tess. 5:1-2). Notate come Paolo liquida la questione dei tempi e dei momenti del ritorno di Cristo con poche parole facendo capire che lui stesso non sapeva quando Egli sarebbe tornato, ma solo che per coloro che dormivano sarebbe venuto come viene un ladro nella notte, cosa che per altro sapevano anche i Tessalonicesi per cui lui li esortò a vegliare per non essere trovati impreparati. Come ardiscono dunque tutti questi pastori scrivere o parlare ai santi a riguardo dei tempi e dei momenti del ritorno di Cristo quando Paolo riteneva che non ce ne fosse bisogno per il motivo da lui citato? Hanno veramente parecchia audacia nel farlo! I santi di Tessalonica però non sapevano solo che il giorno del Signore sarebbe venuto come viene un ladro nella notte, ma pure che esso sarebbe stato preceduto dall’apostasia e dalla venuta dell’uomo del peccato perché Paolo li aveva avvertiti a riguardo. Dunque essi sapevano da che cosa sarebbe stato preceduto il ritorno di Cristo dal cielo. Nonostante ciò però essi furono turbati dai discorsi di alcuni che davano la venuta del Signore per imminente. E quando Paolo seppe questo gli scrisse queste parole: "Or, fratelli, circa la venuta del Signor nostro Gesù Cristo e il nostro adunamento con lui, vi preghiamo di non lasciarvi così presto travolgere la mente, né turbare sia da ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche epistola data come nostra, quasi che il giorno del Signore fosse imminente. Nessuno vi tragga in errore in alcuna maniera; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figliuolo della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto quello che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e dicendo ch’egli è Dio" (2 Tess. 2:1-4). Io dunque fratelli vi dico la stessa cosa, affinché non rimaniate ingannati dai discorsi di questi pastori che danno il giorno del Signore per imminente infatti lo collocano all’inizio del millennio: ‘Nessuno vi tragga in errore, perché quel giorno deve essere preceduto dall’apostasia e dalla venuta dell’uomo del peccato’. Ricordatevi diletti che noi non dobbiamo credere neppure a coloro che anche se non stabiliscono date precise producono ansietà in seno alla fratellanza dicendo che il tempo è vicino o prossimo o imminente infatti Gesù mise in guardia i suoi discepoli da tutti coloro che sarebbero venuti sotto il suo nome dicendo: ‘Il tempo è vicino’ (cfr. Luca 21:8). Badate dunque a voi stessi fratelli e non lasciatevi ingannare da questi vani discorsi. Queste predizioni sono fatte per presunzione, e non perché Dio ha parlato. Esse sono dunque destinate a cadere in terra e a rendere confusi coloro che le fanno. Continuate sì ad aspettare la venuta del Signore, ma non per un preciso periodo di tempo come in questo caso l’inizio del prossimo millennio perché ciò andrebbe a vostro danno perché vi toglierebbe la pace dal cuore e vi metterebbe addosso tanta ansietà portandovi ad agire in maniera sbagliata e imprudente e soprattutto alla fine rimarreste delusi come tanti altri che nel corso del tempo sono andati dietro a predizioni del genere che sono inesorabilmente cadute a terra perché imposture. |
A questo punto voglio ricordarvi alcune false predizioni che alcuni hanno fatto nel secolo scorso e in quello presente a proposito sia della venuta del Signore che dell’inizio del millennio. I loro nomi sono William Miller, Charles Taze Russell, Joseph Franklin Rutherford e Nathan Homer Knorr (questi tre furono i primi tre presidenti della Torre di Guardia per cui occorre tenere presente che si tratta di un millennio che non sarà preceduto dal ritorno visibile di Cristo e che sarà caratterizzato da delle cose non bibliche), ed infine William Marrion Branham. |
Ÿ William Miller nacque nel 1782 in Pittsfield, nello Stato del Massachusetts. Si convertì nel 1816 e dopo due anni di intenso studio delle Scritture arrivò alla conclusione che la fine del mondo sarebbe arrivata nel 1843. Ecco quello che lui stesso scrisse a tale riguardo: ‘Io fui portato, nel 1818, alla fine del mio studio delle Scritture di due anni, alla solenne conclusione che nello spazio di circa venticinque anni da quel tempo [ 1818] tutti gli affari del nostro presente stato sarebbero stati conclusi (would be wound up)’ (Francis D. Nichol, The Midnight Cry [Il Grido di Mezzanotte], Washington, D. C. 1944, pag. 35). Più tardi Miller specificò il tempo del ritorno di Cristo in questi termini: ‘Io credo che il tempo può essere conosciuto da tutti coloro che desiderano capire ed essere pronti per la Sua venuta. E io sono pienamente convinto che in un tempo fra il 21 Marzo 1843 e il 21 Marzo 1844, in base al modo dei Giudei di computare il tempo, Cristo verrà e porterà tutti i suoi santi con Lui; e che poi egli ricompenserà ogni uomo a secondo di quel che sarà l’opera sua’ (Signs of the Times [Segni dei Tempi], 25 Gennaio 1843. Citato da Walter R. Martin, The Kingdom of the cults [Il Regno dei culti], Minneapolis, Minnesota 1977, pag. 361). Ma come fece Miller a giungere a questa conclusione? In questa maniera. Egli stabilì che l’anno 457 a. C., l’anno in cui fu emanato il decreto di Artaserse che permise ad Esdra di tornare a Gerusalemme (cfr. Esd. 7:11-26), era il punto di partenza da cui occorreva calcolare le settanta settimane di cui aveva parlato il profeta Daniele (cfr. Dan. 9:24-26). Attribuendo ad ogni giorno il significato di un anno, i 490 giorni equivalevano a 490 anni, per cui sommandoli alla data del 457 a. C. egli arrivò alla data del 33 d. C. data in cui sarebbe avvenuta la crocifissione di Cristo. In Daniele questo evento sarebbe stato predetto con queste parole: "Dopo le sessantadue settimane, un unto sarà soppresso…" (Dan. 9:26). Sempre basandosi su Daniele egli prese anche le duemila trecento sere e mattine di cui parlava il profeta Daniele alla fine dei quali il santuario sarebbe stato purificato (cfr. Dan. 8:14), e sempre attribuendo ad ogni giorno il significato di un anno sommò i duemila trecento anni alla data del 457 a. C. e arrivò alla data del 1843 d.C. Qualcuno dirà: ‘Ma lì nelle parole di Daniele si parla della purificazione del santuario, che centra dunque la venuta del Signore? In effetti in quelle parole di Daniele non si parla della venuta del Signore ma della purificazione del santuario, ma Miller, e quelli che lo seguirono, in quell’evento ci videro il ritorno del Signore perché essi pensavano che la terra fosse il santuario, perciò ritenevano che la purificazione del santuario fosse la purificazione della terra col fuoco dell’ultimo giorno e che ciò sarebbe avvenuto al secondo avvento di Cristo. Di qui la conclusione che Cristo sarebbe ritornato tra la primavera del 1843 e quella del 1844. Miller si diede a predicare questo messaggio del secondo avvento di Cristo in quel preciso periodo di tempo e migliaia di persone gli credettero. Ma la mancata apparizione di Cristo in quell’anno fissato da Miller, provocò una grande delusione. Miller riconobbe il suo errore ma persistette nel dire che il giorno del Signore era imminente. Dopo la mancata apparizione di Cristo in quell’anno, Samuel S. Snow, uno dei collaboratori di Miller, spostò la data del ritorno di Cristo all’autunno del 1844, e precisamente al 22 Ottobre di quell’anno (perché quel giorno in quell’anno coincideva nel calendario ebraico con la celebrazione del Giorno dell’Espiazione); e molti dei seguaci di Miller accettarono questa nuova data, e alla fine l’accettò pure Miller. Come si approssimava quel giorno, molti vendettero le loro proprietà, degli agricoltori lasciarono le loro raccolte non mietute e alcuni che possedevano dei negozi li chiusero in onore del Re dei re, e tutti si prepararono in vista di quell’evento. Gruppi di Milleriti si radunarono nelle loro case e nei loro luoghi di riunione per aspettare il ritorno del Signore in quel giorno (in tutto viene detto che i seguaci di Miller si aggiravano sui 50.000). Ma in quel giorno il Signore non tornò: e fu così grande la delusione che molti abbandonarono la fede nell’avvento di Cristo. |
Ÿ Charles Taze Russell nacque il 16 febbraio 1852 a Allegheny (ora parte di Pittsburgh), in Pennsylvania, da genitori che frequentavano una Chiesa presbiteriana. All’età di circa diciassette anni, in una sala di Allegheny, il giovane Russell assistette ad una predicazione di Jonas Wendell il quale annunziava il 1874 come data del ritorno visibile e glorioso di Cristo. Questo Jonas Wendell faceva parte della chiesa cristiana avventista (una chiesa che esiste ancora, ma che non va confusa con la Chiesa avventista del settimo giorno) che era formata da quelli che dopo la ‘grande delusione’ del 1844 (delusione prodottasi a motivo del mancato adempimento del ritorno di Cristo predetto da William Miller per quell’anno) continuavano ancora a stabilire nuove date sul ritorno di Cristo. In seguito a questo incontro con Wendell, Russell si mise a studiare la Bibbia con altri suoi coetanei. Anche lui, quantunque non aderì alla chiesa cristiana avventista, si mise ad aspettare il ritorno di Cristo (lui però, sosteneva che il ritorno di Cristo sarebbe stato invisibile, e non prestò attenzione alle argomentazioni relative al tempo perché le giudicò ‘immeritevoli di attenzione’). Venne anche quell’anno, ed ancora una volta Cristo non tornò visibilmente secondo i calcoli fatti dai cristiani-avventisti. Dinanzi alla grande delusione però, i delusi decisero di optare per l’idea della ‘cosa sbagliata nel tempo giusto’; in sostanza essi dissero che la data del 1874 era quella giusta, ma l’evento atteso per quell’anno era stato quello sbagliato. Così dissero che nel 1874 era iniziata la presenza invisibile di Cristo, e che nello spazio di quaranta anni, cioè nel 1914 sarebbe venuta la fine del mondo e sarebbe iniziato il millennio. Tra costoro che dopo questa ennesima delusione adottarono questa tesi c’era anche il cristiano-avventista Nelson H. Barbour, con cui Russell si mise a collaborare dal 1876 divenendo poi ‘condirettore’ con lui della rivista Herald of the Morning (L’Araldo del Mattino) nel 1878. Il motivo di questa sua collaborazione con Barbour fu che egli rimase convinto dalla tesi di Barbour sul tempo dell’inizio della presenza invisibile di Cristo. A riguardo della predizione dell’inizio del millennio per il 1914 fatta da Russell si legge in un libro dei Testimoni di Geova quanto segue: ‘... Russell si unì a Nelson H. Barbour, di Rochester, New York, pubblicando un libro intitolato ‘Tre mondi, e la mietitura di questo mondo’. In questo libro si esponeva che la fine dei tempi dei Gentili nel 1914 sarebbe stata preceduta da un periodo di quarant’anni contrassegnato dall’inizio d’una mietitura di tre anni e mezzo, a cominciare dal 1874 E.V. Si comprendeva che questa mietitura sarebbe avvenuta sotto l’invisibile direttiva del Signore Gesù Cristo, la cui presenza o parusia cominciò nell’anno 1874. (...) Si calcolò che l’anno 1874 fosse la fine dei sei millenni di peccato fra il genere umano. Si comprese che da quest’ultima data il genere umano fosse nel settimo millennio. Da questa comprensione degli avvenimenti, la classe della ‘casta vergine’ cominciò ad andare incontro allo Sposo celeste nell’anno 1874, giacché credevano che egli fosse arrivato quell’anno e che da allora in poi sarebbe stato invisibilmente presente. Ritennero di vivere già all’invisibile presenza dello Sposo. A causa di questo fatto, quando Charles T. Russell cominciò a pubblicare nel luglio 1879 la sua propria rivista religiosa, la stampò col titolo ‘Torre di Guardia di Sion e Araldo della presenza di Cristo’. (...) La nuova rivista annunciava la presenza invisibile di Cristo come iniziata nel 1874. Questa presenza doveva continuare sino alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914, quando le nazioni gentili sarebbero state distrutte e il rimanente della classe della ‘casta vergine’ sarebbe stato glorificato con il loro sposo in cielo mediante la morte e la risurrezione alla vita in spirito’ (Il millenario regno di Dio si è avvicinato, Germania Occ. 1975, pag. 187-188). Nel libro The Time Is At Hand (Il Tempo è vicino) pubblicato nel 1889, Russell affermava: ‘In verità, è aspettarsi grandi cose proclamare, come facciamo noi; entro i prossimi ventisei anni tutti gli attuali governi saranno rovesciati e dissolti; (...) In considerazione della solida evidenza biblica relativa ai tempi dei Gentili, noi riteniamo una verità stabilita che la completa fine dei regni di questo mondo, e il pieno insediamento del Regno di Dio, saranno completati entro la fine del 1914 A.D’ (pag. 98 e 99). Secondo i calcoli di Russell il 1° ottobre del 1914 sarebbero terminati i tempi dei Gentili e la Chiesa sarebbe andata in cielo. Ma nulla di tutto ciò avvenne. L’Annuario dei Testimoni di Geova del 1976 ricorda quanto avvenne la mattina del 2 ottobre nella sede centrale di Brooklyn, dopo che tutti si resero conto che nulla di ciò che Russell aveva detto si era verificato il giorno prima: ‘Tutti erano seduti quando entrò il fratello Russell. Come al solito, egli disse allegramente: ‘Buon giorno a tutti’. Ma questa particolare mattina fu diversa. Invece di andare prontamente al suo posto, batté le mani e con gioia annunciò: ‘I Tempi dei Gentili sono finiti; i loro re hanno avuto la loro opportunità’. ‘Come battemmo le mani!’ esclama Cora Merrill. Il fratello MacMillian ammise: ‘Eravamo molto emozionati e non mi sarei sorpreso se in quel momento avessimo iniziato l’ascesa, essendo quello il segnale per cominciare a salire in cielo; ma naturalmente non ci fu proprio nulla del genere’. La sorella Merrill aggiunge: ‘Dopo una breve pausa egli [ Russell] disse: Qualcuno è deluso? Io no. Ogni cosa procede secondo il programma! Di nuovo battemmo le mani’ (Annuario dei Testimoni di Geova 1976, pag. 71). |
Ÿ Morto Russell, nel gennaio del 1917 fu eletto presidente della società Torre di Guardia, J. F. Rutherford che era stato il suo avvocato durante i suoi numerosi processi. Rutherford era nato nel 1869 da genitori battisti, e veniva soprannominato il ‘giudice’ perché durante la sua professione di avvocato in talune occasioni era stato chiamato a sostituire temporaneamente il giudice regolare nel Quattordicesimo Distretto Giudiziario del Missouri. Rutherford annunciò l’inizio del millennio per il 1925: in quell’anno sarebbero risuscitati i patriarchi dell’Antico Testamento. Ecco come si espresse nel suo libro Milioni ora viventi non morranno mai: ‘Perciò possiamo aspettare con fiducia che il 1925 segnerà il ritorno di Abraamo, Isacco, Giacobbe e dei fedeli profeti dell’antichità, particolarmente quelli nominati dall’Apostolo in Ebrei cap. 11, alla condizione di umana perfezione (...) possiamo attendere il 1925 per testimoniare il ritorno di questi fedeli uomini d’Israele dalla condizione di morte alla condizione di (...) visibili, legali rappresentanti del nuovo ordine di cose sulla terra. (...) Quindi, basandosi sull’argomento prima esposto che il vecchio ordine di cose, il vecchio mondo, sta finendo ed è prossimo, perciò, a passare, e che il nuovo ordine sta sopravvenendo, e che il 1925 designerà la risurrezione dei fedeli notabili dell’antichità ed il principio della restaurazione, è ragionevole concludere che milioni di persone ora sulla terra si troveranno ancora sulla terra nel 1925. Quindi, fondati sulle promesse espresse nella Parola di Dio, dobbiamo giungere alla positiva ed indiscutibile conclusione che milioni ora viventi non morranno mai’ (J. F. Rutherford, Milioni ora Viventi non Morranno Mai, 1920, edizione inglese, pag. 88 e segg.), ma anche questo nuovo presagio non si adempì. Rutherford dichiarerà: ‘Riconosco d’aver fatto la figura di un asino’ (citato da Raymond Franz in Crisi di coscienza, Napoli 1988, pag. 205). Quando poi nel 1926 si recherà in Svizzera, durante un assemblea in cui ci fu un’adunanza con interventi fu registrato il seguente scambio di battute: DOMANDA: I dignitari dell’antichità sono tornati? RISPOSTA (di Rutherford): Certo che no. Nessuno li ha visti, e sarebbe sciocco fare un tale annuncio. Il libro ‘Milioni’ diceva che potevamo ragionevolmente attenderci il loro ritorno poco dopo il 1925, ma quella era semplicemente un’opinione’ (citato da Raymond Franz in op. cit., pag. 272). A motivo di questa delusione molti Testimoni di Geova lasciarono la Società. |
Ÿ Nel 1942 Rutherford morì, ed il suo posto fu preso da Nathan Homer Knorr; anche lui stabilì una data profetica; quella del 1975 in cui dovevano scadere seimila anni dalla creazione di Adamo e perciò doveva iniziare il millennio. Nel 1966 Fred Franz (l’allora vice presidente della Torre di Guardia) pubblicò il libro intitolato Vita eterna nella libertà dei figli di Dio in cui veniva detto: ‘Dal tempo di Ussher è stato fatto un intenso studio della cronologia biblica. In questo ventesimo secolo è stato fatto uno studio indipendente che non segue ciecamente qualche tradizionale calcolo cronologico della cristianità, e lo stampato calcolo del tempo che risulta da questo studio indipendente indica la data della creazione dell’uomo come il 4026 a.E.V. Secondo questa fidata cronologia biblica seimila anni dalla creazione dell’uomo termineranno nel 1975, e il settimo periodo di mille anni della storia umana comincerà nell’autunno del 1975 E.V.’ (pag. 28-29). Era così sentita questa fatidica data, negli anni anteriori al 1975, che un certo numero di Testimoni di Geova si prepararono al grande evento in queste maniere. Alcuni liquidarono i propri affari, lasciarono il lavoro, vendettero case e fattorie e si trasferirono in altre zone per ‘servire dove il bisogno era maggiore’ con mogli e figli, ritenendo di avere fondi a sufficienza per arrivare fino al 1975. Altri, tra cui anche delle persone anziane, incassarono le polizze di assicurazione, e altri i titoli di valore; e qualcuno rinviò operazioni chirurgiche pensando che con l’inizio del millennio non ce ne sarebbe stato più bisogno. Il millennio però non iniziò neppure nel 1975. E’ curiosa la ragione che venne addotta al mancato adempimento della predizione. Fu detto infatti che i seimila anni erano stati calcolati dal momento in cui era terminata la creazione di Adamo, mentre dovevano essere calcolati a partire dal momento in cui era terminata la creazione di Eva (creazione questa che avvenne qualche tempo dopo quella di Adamo), che ancora non poteva essere specificato!! |
Ÿ William Branham nacque a Burkesville nel Kentucky (USA) nel 1909. Quando era ancora molto giovane la sua famiglia si trasferì a Jeffersonville nell’Indiana dove egli fu allevato nella povertà. Cominciò a predicare come ministro Battista nel 1933 dopo avere sperimentato una guarigione presso una comunità pentecostale. Le sue riunioni erano frequentate da tante persone cosicché cominciò a diventare famoso. Ma dato che egli parlava spesso di visioni cominciò ad essere guardato con sospetto dai Battisti. Nel 1937 perse sua moglie e suo figlio nell’inondazione del fiume Ohio. Nel 1946, il 7 Maggio, Branham affermò di avere avuto una visione da parte di Dio in cui gli era apparso un messaggero di Dio che gli aveva dato il potere di guarire gli ammalati. Poco dopo, invitato da un pastore di S. Louis a pregare per la sua figlia che era ammalata, avvenne che ella guarì. Cominciò allora a tenere delle riunioni in seno a molte chiese pentecostali antitrinitarie in America e la sua fama si andò spargendosi sempre più a cagione delle guarigioni che avvenivano in esse. La sua fama crebbe quando nel 1950 in una foto scattatagli mentre predicava apparve con una aureola luminosa sopra il suo capo. Tra il 1950 e il 1955 tenne delle evangelizzazioni in Europa e in Africa; dovunque andava migliaia di persone si accalcavano per sentirlo e molti venivano guariti nel nome di Gesù. Nelle sue riunioni spesso Branham aveva delle rivelazioni concernenti le persone: alcune volte chiamava le persone per nome senza conoscerle, altre volte diceva loro senza conoscerle oltre che la malattia che avevano anche dei peccati che essi avevano fatto di nascosto. Queste cose sono state confermate da diverse persone che lo hanno conosciuto personalmente e che erano presenti con lui in quelle riunioni. Di lui dicono che era umile e metteva molta enfasi sull’unità dei credenti (il che spiega la sua avversione al denominazionalismo). Nel 1955 cominciò il declino di Branham e proprio in quell’anno il suo ministerio ricevette un duro colpo perché venne accusato dal governo americano di evasione fiscale (dovrà pagare per essa una multa di circa 40.000 dollari). Attorno al 1960 molti si separarono da lui perché cominciò a predicare apertamente contro la Trinità, contro il denominazionalismo definendolo il marchio della bestia e a predire l’imminente distruzione di tutti i sistemi di questo mondo e l’inizio del regno milleniale. Nel 1963 affermò di essere il messaggero degli ultimi tempi di cui parla il profeta Malachia. Morì nel 1965 in un incidente stradale. Nel suo libro Esposto sulle sette epoche della Chiesa, Branham, prendendo lo spunto dalle sette Chiese dell’Apocalisse, divide la storia della chiesa in sette epoche. Ciascuna delle Chiese dell’Apocalisse rappresenta un epoca e ciascun angelo di ogni chiesa il messaggero suscitato da Dio in quell’epoca. La Chiesa di Efeso è l’epoca che va dal 53 al 170, e il messaggero di questa epoca fu Paolo da Tarso; la Chiesa di Smirne è l’epoca che va dal 170 al 312, e il suo messaggero è Ireneo, vescovo di Lione; la Chiesa di Pergamo è l’epoca che va dal 312 al 606, e il suo messaggero è Martino di Tours; la Chiesa di Tiatiri è l’epoca che va dal 606 al 1520, e il suo messaggero fu l’irlandese Columba; la Chiesa di Sardi è l’epoca che va dal 1520 al 1750 e il suo messaggero è Martin Lutero, il riformatore tedesco; la Chiesa di Filadelfia è l’epoca che va dal 1750 al 1906, e il suo messaggero fu il predicatore inglese John Wesley. Veniamo adesso alla chiesa di Laodicea, che rappresenta l’ultima epoca, e il cui messaggero secondo quanto affermato in svariate maniere da Branham è lui stesso. Branham scrisse quanto segue: ‘L’epoca della chiesa di Laodicea ebbe inizio alla svolta del XX secolo, cioè press’a poco nel 1906. Quanto durerà? Quale servitore di Dio che ha avuto una moltitudine di visioni dal Signore e delle quali NESSUNA ha mai fallito, permettetemi di dire in anticipo (non ho detto profetizzare, bensì dire anticipatamente), che questa epoca terminerà intorno al 1977’ (William Marrion Branham, Esposto sulle sette epoche della chiesa, Torre Pellice (Torino) 1972, pag. 432). Cosa volle dire Branham con questo? Che Cristo sarebbe tornato per quell’anno infatti più avanti dice: ‘Sebbene molti penseranno che non si dovrebbe osare pronunciare simile affermazione così piena di responsabilità, poiché Gesù ha detto che: ‘Nessuno sa né il giorno né l’ora’ mantengo la validità di tale predizione anche se sono passati già 30 anni dal giorno in cui ebbi tali visioni. Infatti Gesù NON ha detto che nessuno poteva conoscere l’anno, il mese o la settimana in cui avrebbe luogo il suo ritorno. Così ripeto, credo sinceramente e mantengo quale uomo che conosce la Parola di Dio con divina ispirazione, che entro il 1977 tutti i sistemi di questo mondo avranno fine e comincerà il passaggio per il Regno Milleniale’ (W. M. Branham, op. cit., pag. 434). Naturalmente anche questa predizione è risultata mendace. |
Ora, fratelli come avete potuto vedere tutte queste predizioni sono cadute a terra. Che esse vi servano di monito. Nessuno vi seduca in alcuna maniera. Termino questo mio trattato esortandovi a santificarvi al fine di essere trovati pronti al ritorno di Cristo Gesù che avverrà A SUO TEMPO. Chi legge dica: ‘Vieni Signor Gesù, noi ti aspettiamo con fede e pazienza. Amen’. |