7. Nel libro della Genesi al capitolo 27 e narrata la storia in (parte) di Esaù e Giacobbe, perché Rebecca che era la madre di entrambi, aveva (secondo la mia ignoranza) questi riguardi personali verso Giacobbe, perché fu lei a istigare Giacobbe ad imbrogliare Isacco suo marito che pure amava e rispettava tanto? e vero che Esaù aveva venduto la sua primogenitura, ma e anche vero che era un gran lavoratore? Al contrario di Giacobbe che non faceva altro che farsi coccolare dalla madre tutto il giorno.

 

Vedi fratello, quando si legge la vendita della primogenitura da parte di Esaù, e l’appropriazione con l’inganno della benedizione che spettava a Esaù da parte di Giacobbe sotto istigazione di sua madre (che come dice la Scrittura amava Giacobbe), occorre tenere bene a mente quello che Dio aveva detto a Rebecca prima che questi suoi due figli nascessero e cioè: "Due nazioni sono nel tuo seno, e due popoli separati usciranno dalle tue viscere. Uno dei due popoli sarà più forte dell’altro, e il maggiore servirà il minore’ (Gen. 25:23). Perché dico questo? Perchè se si considerano queste parole di Dio allora si capirà il perché di questi riguardi personali da parte di Rebecca verso suo figlio Giacobbe (vorrei farti notare però che anche Isacco aveva dei riguardi personali verso Esaù infatti è scritto che egli "amava Esaù perché la cacciagione era di suo gusto" Gen. 25:28) e del perché fu sotto istigazione di Rebecca che Giacobbe si appropriò della benedizione che spettava a Esaù. La ragione è una sola, perché si dovevano adempiere quelle parole pronunciate da Dio. Bada bene però che con questo mio discorso io non giustifico né Esaù per avere sprezzato e venduto la sua primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie, e neppure Rebecca per avere istigato all’inganno suo figlio Giacobbe. Ambedue questi due comportamenti sono da condannare perché sbagliati, ma rimane il fatto che Dio si usò di essi per mandare ad effetto la sua parola. Questo ci insegna che Dio fa quello che vuole e come vuole, fratello, cosa questa che Egli ha continuato a dimostrare nel tempo.

Ti ricordi per esempio dell’odio dei fratelli di Giuseppe verso quest’ultimo che li portò prima a macchinare di ucciderlo e poi a venderlo ad una carovana di Ismaeliti? Non era forse una cosa da condannare? Certo, eppure Dio si usò proprio di quel loro odio per mandare Giuseppe in Egitto e farlo diventare poi governatore d’Egitto e salvare così Giacobbe e il suo parentado con una grande liberazione, e poi per fare dimorare gli Israeliti in Egitto per centinaia di anni come aveva detto tempo addietro ad Abramo (cfr. Gen. 15:13). In altre parole per mandare ad effetto il suo disegno.

E che dire dell’odio dei Giudei verso Gesù, il Giusto, che li portò a condannarlo a morte e a crocifiggerlo per mano dei Romani? Non era forse da condannare quel loro sentimento verso Cristo? Certo, eppure la Scrittura dice che tutto ciò avvenne "per il determinato consiglio e per la prescienza di Dio" (Atti 2:23); in altre parole Dio aveva innanzi determinato che quelle cose avvenissero e le fece fare ai Giudei (cfr. Atti 4:27-28) senza che questi si rendessero conto che in quella maniera si sarebbe adempiuto il piano della redenzione di Dio.

 

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