La singolare storia di Clarita Villanueva

 

Clarita Villanueva, una ragazza Filippina di 17 anni, aveva conosciuto una tragica vita. Ella non si ricordava di suo padre. Non sapeva se egli era morto o se aveva abbandonato sua mamma.

Sua mamma era una spiritista e una indovina per vocazione. La ragazza era cresciuta guardando sua madre che teneva delle sedute spiritiche, comunicando con i morti, e usando la chiaroveggenza per predire a persone peccatrici quello che esse potevano aspettarsi nel futuro. Sua madre prendeva denaro dalle persone per le sue prestazioni, e poi dietro le loro spalle si faceva beffe di loro. Per lei era tutto solo un gioco, un mezzo per guadagnarsi da vivere imbrogliando delle persone che erano credulone e non sospettose.

Quando Clarita era ancora giovane, circa dodici anni, sua madre morì. Siccome ella non aveva nessun parente prossimo che potesse prenderla con sé e prendersi cura di lei, ella diventò una vagabonda. Cadde nelle mani delle prostitute e alla tenera età di dodici anni vendeva il suo corpo come una prostituta. Le prostitute le insegnarono come comportarsi con gli uomini, e come ottenere denaro per le sue prestazioni.

Clarita si fece strada dalla sua isola di origine alla capitale Manila. La grande città era un nascondiglio e un centro di soldi e vizi per i suoi affari. Le prostitute del posto divennero le sue maestre ed ella imparò a vivere la vita notturna nella grande capitale. A Manila c’erano più uomini da sedurre. Quando aveva 17 anni Clarita frequentava i bar e le taverne di Manila, vivendo la ‘vita dissoluta’ sollecitando la prostituzione dagli uomini.

Ma una mattina alle due sulle strade del centro di Manila, Clarita fece l’errore di offrire le sue prestazioni ad un ufficiale della polizia in borghese. Il poliziotto chiamò una pattuglia e Clarita fu portata alla vecchia Prigione di Bilibid, che veniva usata come la prigione della città. Bilibid è una prigione da più di 300 anni. Fu costruita dagli Spagnoli ed usata dagli Americani, i Filippini, e i Giapponesi come prigione e come luogo di tormento.

Due giorni dopo che Clarita fu incarcerata, si verificò il fenomeno più strano che si sia mai verificato nella prigione di Bilibid nel corso dei suoi 300 anni di storia. Questa giovane prostituta fu picchiata duramente sul suo corpo da invisibili e sconosciute entità aliene. Ce n’erano due – un enorme spirito che assomigliava ad un mostro e uno più piccolo. Essi affondarono le loro zanne e i loro denti in profondità dentro la sua carne facendo profonde incisioni. Essi morsicavano simultaneamente il suo collo, la sua schiena, le sue gambe e le sue braccia. Il sangue sgorgò, in massima parte sotto la sua pelle, dai morsi. Quella ragazza di 17 anni urlò inorridita e svenne.

Le guardie carcerarie e i medici sentirono la commozione e vennero di corsa al settore delle donne della prigione. Le compagne indicarono la ragazza tormentata che si contorceva su un lettino.

La ragazza fu portata all’ospedale della prigione per essere esaminata e curata, e là i medici dichiararono che essi non avevano mai visto niente di simile.

Quegli strani morsi demoniaci cominciarono a verificarsi ogni giorno, confondendo tutti coloro che li videro. Il Dottore Lara, il medico della prigione, chiese aiuto attraverso i media e permise a molti di osservare quello strano fenomeno. Dei medici Filippini, Cinesi, e Americani, professori universitari ed altri professionisti furono chiamati nella prigione ad analizzare la situazione.

I media che si occupano di informazione presto ebbero sentore dell’evento e mandarono dei cronisti ad investigare. I giornali, le stazioni radio e le riviste trovarono che essa fosse il tipo di storia che faceva per loro e cominciarono a pubblicizzarla. Persino i caricaturisti cominciarono presto a fare dei disegni delle entità in base alle descrizioni che faceva Clarita, mentre le morsicature continuavano a verificarsi giorno dopo giorno. La UPI e altri servizi di informazione mondiale cominciarono a riferire quel fenomeno in tutto il mondo.

Durante i miei viaggi attraverso il mondo, non c’è stata una nazione dove sono stato in cui i giornali non diedero a questa storia la prima pagina. In Svizzera, Francia, Germania, Inghilterra, e Canada, e negli Stati Uniti d’America, ovunque a quel tempo quello strano fenomeno era in prima pagina.

Un medico accusò la ragazza di recitare una parte al solo fine di ottenere pubblicità. Clarita fissò il medico, e con i suoi occhi assomiglianti agli occhi di un serpente ella gli disse: ‘Tu morirai’. Egli non avvertì niente sul momento, ma il giorno dopo il medico spirò senza nemmeno essersi ammalato. Egli semplicemente morì. Quando la notizia si sparse in giro la città fu presa dalla paura. La ragazza non era solo una prostituta – essi dissero – ella era anche una strega che poteva pronunciare delle maledizioni contro degli esseri umani ed essi poi morivano.

Il capo dei carcerieri affrontò la ragazza. Egli l’aveva presa a calci per qualcosa di sbagliato che ella aveva fatto mentre si ribellava a lui. Clarita guardò il carceriere con un odio freddo e inumano e gli disse: ‘Tu morirai!’ Nello spazio di quattro giorni quell’uomo era morto e sepolto; fu la seconda persona a cadere vittima della maledizione lanciata da Clarita.

Entrai dentro la prigione di Bilibid proprio mentre il corteo funebre stava andandosene. Le guardie della prigione avevano reso i loro ultimi ossequi al loro capo. Il dottor Lara, l’ufficiale capo medico, e il suo staff erano grandemente preoccupati. Avevano una carcerata che certamente non era pazza, ma che veniva attaccata selvaggiamente da entità invisibili e veniva morsicata profondamente su tutte le parti del suo corpo da creature che nessun altro poteva vedere. Non ho mai visto un gruppo di persone così spaventato e perplesso come quello che incontrai in quel giorno in quella prigione. Essi avevano paura che quella cosa li avrebbe uccisi come aveva ucciso quei due che avevano osato opporsi ad essa. Essi avevano la responsabilità di fare qualcosa per quella ragazza, ma non avevano nessuna idea terrena di cosa fare in quella situazione. La cosa andava oltre la loro conosceva medica.

Chi erano queste entità aliene? Quella grossa, disse Clarita, aveva le dimensioni di un mostro. Era nero e molto peloso. Egli aveva delle zanne che scendevano da ambedue le parti della sua bocca, più una serie di denti sporgenti tutt’attorno. I medici verificarono la descrizione attraverso le cicatrici lasciate dai denti sul suo corpo, erano dei denti sporgenti solidi, tutt’attorno il morso, piuttosto che denti appuntiti davanti.

L’entità aliena più piccola assomigliava quasi a un nano. Ella saliva sul suo corpo per morsicare il suo torso superiore. Ambedue gli spiriti amavano morsicarla dove c’era molta carne, come dietro la sua gamba, dietro il suo collo, e le parti carnose delle parti superiori delle sue braccia. Essi le davano dei morsi profondi che lasciavano dei lividi orribili e dolorosi.

Il dottore Lara e i suoi assistenti medici chiamarono ogni tipo di osservatori, medici, chirurghi, psichiatri e professori dall’Università dell’Estremo Oriente e dall’Università di Santo Tomas. Nessuno era stato mai testimone di un simile comportamento strano e demoniaco. Ed essi non sapevano neppure come risolvere il problema. Tutti si domandavano chi sarebbe stata la prossima vittima della sua maledizione.

Il dottore Lara e il suo staff mandarono a dire dappertutto: ‘Venite ed aiutateci. Per favore aiutateci’. Essi ricevettero 3000 cablogrammi da nazioni pagane che suggerivano delle possibili cure, ma non ricevettero nessun cablogramma da una nazione Cristiana.

Lo vedete come noi Cristiani dormiamo? La cosa fu fatta sapere per il mondo. Arrivarono tremila telegrammi, in massima parte dal Giappone e dall’India, che dicevano cosa fare con un mostro invisibile che morsicava. Ma non una sola nazione Cristiana aveva una qualche soluzione per il problema.

Essi chiesero che qualcuno di Manila venisse e li aiutasse. L’unico gruppo di persone che si fece vivo furono gli spiritisti che dissero che era Giovanni Battista che morsicava Clarita. Gli ufficiali invitarono gli spiritisti ad andare via.

Io fui la persona che si presentò successivamente sulla scena. Dopo tre terribili settimane di questa tortura, un cronista radiofonico andò a Bilibid e registrò una riunione durante la quale i medici lottavano violentemente con quella prostituta indemoniata. Il cronista trasmise immediatamente la sua storia su una stazione radio del posto, subito dopo il radiogiornale delle 10.

Quella fu la prima volta che sentii parlare dell’inferno che c’era nella prigione di Bilibid. I giornali avevano riportato la storia in prima pagina, ma io ero troppo occupato a costruire una chiesa per leggere i giornali. Questo è quello che il diavolo vorrebbe che noi facciamo, che rimaniamo così coinvolti nel prenderci cura della nostra piccola missione da lasciarlo libero di fare quello che vuole.

Quando la Bibbia dice di essere vigilanti, vuole dire questo; vedere quello che il diavolo sta facendo nel mondo, stare al passo con lui, opporsi ad esso e combatterlo in qualsiasi cosa egli stia facendo.

Rimasi in piedi tutta la notte pregando e piangendo davanti al Signore. Stavo intercedendo per la città, per la ragazza e per me stesso. Io vivevo in una città che aveva un grande bisogno e io non mi stavo dando da fare per supplire a quel bisogno. Ero così occupato a mettere su l’edificio della nostra chiesa e a fare le mie cose che non ero coinvolto nella tragedia di Bilibid. La mattina dopo Dio mi parlò e mi disse di andare in quella prigione e pregare per quella ragazza indemoniata. Non volevo andare, ma il Signore mi assicurò che Egli non aveva nessun altro in città da mandare alla prigione. E così andai.

Siccome ero uno straniero nelle Filippine, mi recai all’ufficio del sindaco e gli domandai il permesso di vedere Clarita. Egli mi diede il permesso, ma mi avvertì dicendomi che diverse persone erano state ferite dalla ragazza e che due erano state maledette ed erano morte. Andai alla prigione dopo avere siglato un patto secondo cui io non avrei fatto causa al governo se mi fossi fatto male e che io non mi sarei lamentato se fossi stato maltrattato.

Quando arrivai alla prigione il dottore che era a capo di sei medici, il dottore Lara, era scettico di questo ministro di culto straniero, ma alla fine mi permise di vedere la ragazza.

Clarita fu portata in una stanza speciale dove io stavo aspettando assieme ad un grande numero di cronisti, di membri stranieri della stampa, professori universitari, e medici, che erano stati invitati dal dottore Lara.

Mentre Clarita veniva portata dentro la stanza li guardò e non disse niente, ma quando vide me ella urlò violentemente: ‘Io ti odio!’ Io istantaneamente dissi: ‘Lo so che tu mi odi. Io sono venuto a cacciarti fuori’.

Quello fu l’inizio del confronto. Ci fu una furiosa battaglia con la ragazza che bestemmiava Dio il Padre, Dio il Figliuolo, e Dio lo Spirito Santo. I suoi occhi erano dei carboni ardenti ed erano pieni di odio. Comandai allo spirito maligno di lasciarla. Dopo un confronto di tre giorni che io ebbi con il demone che era in lei, il miracolo di Dio venne su di lei. Ella si rilassò, sorrise, e disse: ‘E’ andato via’.

Domandai: ‘Dov’è andato?’

Ella rispose: ‘E’ andato da quella parte. E’ andato via’.

I giornali, le riviste e le radio del posto raccontarono la storia. Un titolo di giornale diceva: ‘Egli muore; il diavolo è morto!’ Un’altro diceva: ‘Il diavolo perde il primo round’.

Il dottor Lara era così eccitato che mi portò nell’ufficio del sindaco. Quando egli entrò dentro l’ufficio disse: ‘Mio Dio, sindaco. Il diavolo è morto’.

Io dissi: ‘Signor sindaco, il dottore Lara sarà un buon medico, ma è uno scadente teologo. Il diavolo non è morto. La ragazza per la quale sono venuto e di cui le ho parlato ieri è guarita’.

 

Testimonianza tratta da: Lester Sumrall, Alien Entities. A look behind the door to the spirit realm [Entità Aliene. Uno sguardo dietro la porta al regno degli spiriti], pubblicato negli USA da Whitaker House PA, 1995, pag. 131-138

 

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