Perpetua

 

Perpetua aveva 22 anni. Sua madre era cristiana e suo padre pagano. Abitava a Cartagine, in Tunisia. Aveva un bambino di alcuni mesi quando, per ordine dell'imperatore Severo, fu arrestata perché era cristiana.

Appena lo seppe, il suo anziano padre che l'amava molto venne a supplicarla di rinunciare alla sua fede. Perpetua rifiutò. Tentarono di farla cedere concedendole qualche favore: le diminuirono le torture e le portarono il suo bambino. Alla vigilia del processo suo padre tornò a trovarla: "Figlia mia, abbi pietà dei miei capelli bianchi. Non espormi al dolore e alla vergogna di vederti morire in un'arena". Si gettò ai suoi piedi e pianse.

Al momento dell'interrogatorio, mentre la sala d'udienza era al completo, il padre dell'accusata corse portando in braccio il suo bambino. La supplicò di rinunciare alla sua fede. Persino il giudice le disse: "Abbi pietà di tuo madre e di tuo figlio! Offri sacrifici all'imperatore".

"Non posso".

"Sei cristiana?".

"Sì, lo sono".

Perpetua fu condannata ad essere gettata in pasto alle belve del circo, un giorno in cui l'imperatore avrebbe dato una festa. E quel giorno non tardò. Fu condotta al supplizio con altri martiri. Prima di morire, si abbracciarono. Se ne andavano presso Gesù.

 

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