Beniamino Franklin e il parafulmine

 

A Parigi nel 1788 fu dato un ricevimento in onore di Beniamino Franklin, ambasciatore degli Stati Uniti in Francia, che era già celebre per la sua invenzione del parafulmine. Il presidente di una società di scienziati dell’epoca pensò bene di rivolgere all’alto personaggio un discorso in versi latini, nel quale dichiarava pomposamente: ‘Franklin ha rapito al cielo il suo fulmine e il loro scettro ai tiranni’.

Franklin guardò bene in faccia il suo interlocutore: ‘Stia attento, signore! Ciò che lei ha appena detto è una vera sfida a Dio! Io gli ho rapito il fulmine? Non sa che, quando mi sono accorto di essere sulla strada di questa scoperta, ho avuto paura e mi sono persino gettato in ginocchio? E’ vero che in seguito mi sono detto che non c’era più male nell’arrestare il fulmine che nel fermare il corso di una malattia; allora, il terrore ha lasciato il posto alla riconoscenza e, dal più profondo della mia anima, ho adorato Dio.

Ma ascolti la fine della mia storia: Mentre stavo tornando dall’Inghilterra in America, un po’ inebriato dagli elogi che mi erano stati prodigati, e mi trovavo sul ponte della nave, addossato ad un albero, scoppiò una tempesta. All’improvviso un violento lampo mi abbagliò, mentre contemporaneamente il fulmine spezzava l’albero contro cui ero appoggiato. Mi rialzai perché il colpo mi aveva atterrato, e dissi: ‘Grazie, mio Dio, di avermi ricordato che tu sei sempre grande, e che io non sono che un verme!’

 

Da: Il Buon Seme, Edizioni Il Messaggero Cristiano, 15048 Valenza

 

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