L'amore del Padre

 

Ho trascorso un inverno nella mia vita, quando tutto era buio e mi chiedevo se mai avrei rivisto la luce.

La guerra in Croazia ha portato delle sofferenze terribili. La nostra casa è stata distrutta. La mia famiglia, costituita da mia madre e mio padre, mio fratello, la sua fidanzata ed io, fummo tutti costretti a vivere nello scantinato. Era buio, era miserabile, era spaventoso. Guardando indietro non voglio neanche sapere come siamo sopravvissuti. Stavamo sotto terra proprio come fiori primaverili prima che sbocciano dal suolo quando la neve si è sciolta. Quando la terra è coperta di neve sembra un lenzuolo che protegge la creazione di Dio, ma è un lenzuolo freddo privo del calore del sole estivo. Il nostro scantinato ci proteggeva, ma era una protezione fredda, dove non c’era alcun calore. Spesso eravamo affamati, non c’era né cibo né acqua. Non potevamo lavarci, quindi i nostri corpi erano sporchi e maleodoranti. Non si riusciva neanche a dormire a causa del quasi incessante rumore dei bombardamenti. La paura dominava sulle nostre vite. Le nostre anime erano piene di dolore. Non riuscivamo a capire perché ci stesse accadendo tutto questo. Come sarebbe andata a finire? Saremmo sopravvissuti?

Tutto a un tratto, gli spari cessarono. Un senso di sollievo inondò i nostri cuori. Era questa la fine che avevamo tanto atteso e per cui avevamo tanto pregato? Questo nuovo meraviglioso silenzio fu presto interrotto dalle voci rauche dei soldati che invadevano quello che era rimasto della nostra casa. ‘Venite fuori dello scantinato’, gridarono. ‘Se non uscite saremo costretti a lanciare una bomba su di voi’. Non avevamo scelta, quindi uscimmo. Ci afferrarono e ci misero in fila di fronte al muro della casa. Le voci crudeli gridarono ancora: ‘Vi uccideremo, non avete combattuto con noi per sbarazzarci del nemico!’ Chiusi gli occhi e attesi che mi sparassero. ‘Dopo tutto quello che abbiamo passato, moriremo così?’ mi chiesi. Non c’era più forza in me per combattere.

Mentre stavo lì in piedi, si udì una voce nuova. ‘Non uccideteli, lasciateli vivere, io li conosco, loro non sono colpevoli. Ho lavorato con loro prima della guerra’. Pian piano aprii gli occhi. I nostri accusatori erano andati via. Noi eravamo vivi. Eravamo liberi. Lentamente, lacrime calde iniziarono a cadere sul mio viso sporco. Pochi minuti dopo ci scostammo dal muro. Eravamo liberi.

In quei pochi momenti ricevemmo una visione di ciò che Gesù ha fatto per noi. Satana aveva cercato di distruggerci attraverso la guerra, stavamo per essere uccisi da questi soldati che non ci conoscevano affatto. Ma poi, al momento opportuno, il Signore mandò un uomo che ci conosceva. Egli era pronto a identificarsi con noi, a darci valore, a rischiare la sua vita per noi e a conquistare la nostra libertà. Gesù ci ha liberati dalle catene di Satana.

Ci era stata donata una nuova vita. Eravamo così grati al Signore! …..

 

Kristina I.

 

Traduzione di Ivonne Morra

 

Testimonianza tratta da: Voce Pentecostale, Anno XXV, N. 1, Gennaio-Marzo 2005, pag. 3

 

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